James Tissot: la borghesia ritratta al Chiostro del Bramante

About the Author: Redazione ViviCreativo

Published On: 5 Ottobre 2015

Tempo stimato per la lettura: 1,8 minuti

Direttamente dal museo D’Orsay, dal Petit Palais di Parigi e dal Tate di Londra, le opere di Tissot giungono per la prima volta in Italia, nella capitale, al Chiostro del Bramante ( che di per sé è una mostra vera e propria), dal 26 Settembre 2015 al 21 Febbraio 2016.

Il percorso ripercorre, tramite le 80 opere, le peculiarità che fecero di Tissot uno tra gli artisti più odiati e ammirati della sua epoca: vissuto tra la Francia e l’Inghilterra, influenzato da correnti impressioniste e preraffaellite, il pittore immortala scene di vita quotidiana del ceto alto borghese.

La maggior parte delle opere raffigurano fanciulle nobili, madri, figlie e la sua amatissima Kathleen Newton; in queste figure femminili Tissot mostra il vuoto dei loro sguardi o il modo in cui esse sono soggette all’effimera attenzione degli uomini e alla loro – nella maggior parte dei casi – poca nobiltà d’intenti. In moltissimi ritratti troviamo donne che, in un modo o nell’altro, raccontano la loro statica presenza in una società ancora fortemente maschilista: l’accortezza nei dettagli, la cieca attenzione nel dare all’occhio ciò che desidera, sono alcuni dei mezzi da Tissot utilizzati per far risaltare determinati elementi in un’opera, qualunque cosa vi sia intorno, creando un fascino irresistibile.

L’ultima sala della mostra è stata una tra le più interessanti; prima di giungere infatti alla celebre opera la ragazza più bella di Parigi”, il Chiostro ha allestito una piccola stanza in cui si svolge una conversazione tra gli uomini presenti nel quadro: possiamo così assistere a una tipica e ipotetica discussione svoltasi alla festa, il cui argomento era, appunto, la protagonista del dipinto.

James Tissot è stato una figura estremamente importante nel panorama artistico dell’Europa Occidentale del diciannovesimo secolo: il suo gusto, la sua raffinatezza e la leggerezza delle sue opere lo hanno sempre contrassegnato e, grazie alla mostra possiamo prendere parte a questa società, da lui tanto analizzata, bramata e omaggiata.

 

di Sofia Elena Zollo

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Published On: 5 Ottobre 2015

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Tempo stimato per la lettura: 5 minuti

Direttamente dal museo D’Orsay, dal Petit Palais di Parigi e dal Tate di Londra, le opere di Tissot giungono per la prima volta in Italia, nella capitale, al Chiostro del Bramante ( che di per sé è una mostra vera e propria), dal 26 Settembre 2015 al 21 Febbraio 2016.

Il percorso ripercorre, tramite le 80 opere, le peculiarità che fecero di Tissot uno tra gli artisti più odiati e ammirati della sua epoca: vissuto tra la Francia e l’Inghilterra, influenzato da correnti impressioniste e preraffaellite, il pittore immortala scene di vita quotidiana del ceto alto borghese.

La maggior parte delle opere raffigurano fanciulle nobili, madri, figlie e la sua amatissima Kathleen Newton; in queste figure femminili Tissot mostra il vuoto dei loro sguardi o il modo in cui esse sono soggette all’effimera attenzione degli uomini e alla loro – nella maggior parte dei casi – poca nobiltà d’intenti. In moltissimi ritratti troviamo donne che, in un modo o nell’altro, raccontano la loro statica presenza in una società ancora fortemente maschilista: l’accortezza nei dettagli, la cieca attenzione nel dare all’occhio ciò che desidera, sono alcuni dei mezzi da Tissot utilizzati per far risaltare determinati elementi in un’opera, qualunque cosa vi sia intorno, creando un fascino irresistibile.

L’ultima sala della mostra è stata una tra le più interessanti; prima di giungere infatti alla celebre opera la ragazza più bella di Parigi”, il Chiostro ha allestito una piccola stanza in cui si svolge una conversazione tra gli uomini presenti nel quadro: possiamo così assistere a una tipica e ipotetica discussione svoltasi alla festa, il cui argomento era, appunto, la protagonista del dipinto.

James Tissot è stato una figura estremamente importante nel panorama artistico dell’Europa Occidentale del diciannovesimo secolo: il suo gusto, la sua raffinatezza e la leggerezza delle sue opere lo hanno sempre contrassegnato e, grazie alla mostra possiamo prendere parte a questa società, da lui tanto analizzata, bramata e omaggiata.

 

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