Alfred Eisenstaedt a Camera: l’ironia del mondo in un click

About the Author: Redazione ViviCreativo

Published On: 13 Giugno 2025

Tempo stimato per la lettura: 2,8 minuti

Tutti conoscono il bacio. Quel fotogramma sospeso a Times Square, il giorno in cui l’America festeggiava la fine della guerra. Ma Alfred Eisenstaedt è molto di più. È il reporter che ha raccontato il XX secolo con l’eleganza di uno scrittore visivo, con lo stupore di un artista e la lucidità di un osservatore. Dal 13 giugno al 21 settembre 2025, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino rende omaggio al suo sguardo con una grande retrospettiva, la prima in Italia dopo venticinque anni: 170 fotografie per ripercorrere un’intera vita narrata in immagini.

L’atlante visivo di un secolo

La mostra, curata da Monica Poggi, è più di un’esposizione: è un viaggio nel tempo, attraverso paesi, guerre, rinascite e volti. Un percorso che parte dalla Germania degli anni Trenta, dove Eisenstaedt comincia a sperimentare la fotografia come racconto spontaneo, e si snoda tra l’Europa pre-bellica, gli Stati Uniti del boom, il Giappone post-atomico e l’Italia del dopoguerra. Una geografia dell’anima e dello sguardo, dove ogni immagine diventa testimonianza e poesia.

Il “candid” che sovverte le regole

Eisenstaedt ha saputo trasformare il reportage in arte. Le sue fotografie “candid”, come lui stesso le definiva, sono istantanee che catturano la naturalezza di un gesto, l’attimo prima della posa. Ma dietro la spontaneità, c’è uno studio preciso della luce, dell’equilibrio, della composizione: come se ogni scatto fosse una tela, e ogni volto un enigma da svelare. C’è Degas nei suoi ballerini, il cinema muto nella teatralità degli aristocratici a Saint Moritz, e il Surrealismo nei dettagli fuori asse di certi scatti newyorkesi.

Dall’Europa a “Life”: uno sguardo in movimento

Costretto a lasciare l’Europa nel 1935 per sfuggire alle leggi razziali, Eisenstaedt approda negli Stati Uniti e diventa una colonna portante della rivista “Life”. Da lì in poi, il suo stile evolve: si fa più dinamico, vibrante, urbano. Non più solo contemplazione, ma ritmo e vita. Firme memorabili, come le 90 copertine e oltre 2500 reportage pubblicati sulla rivista, lo rendono uno dei cronisti visivi più influenti del secolo.

Volti celebri, verità umane

Una sezione della mostra è interamente dedicata ai ritratti di celebrità e leader: da Sophia Loren, in un celebre scatto in lingerie che fece scalpore nel 1966, a Einstein, Oppenheimer, Maria Telkes. Ma non aspettatevi lustrini o retorica: nei suoi ritratti, Eisenstaedt scava oltre l’immagine pubblica, cattura l’umanità, la fragilità, la grandezza silenziosa. Le sue fotografie parlano, sussurrano, sorprendono.

Riscoprire Eisenstaedt: un maestro dalle mille sfaccettature

Questa mostra torinese è una rivelazione e una celebrazione. Non un’unica narrazione, ma tante visioni, tante sensibilità. Come scrive Monica Poggi:

“Eisenstaedt non ha raccontato la guerra, ma le sue conseguenze. Non ha cercato l’evento, ma la verità nascosta nelle persone.”

Un invito, dunque, a riscoprire l’artista dietro la leggenda. A tornare a guardare il mondo con i suoi occhi: ironici, intensi, profondamente umani.

Foto: Alfred Eisenstaedt, Ballerine in piedi sul davanzale di una finestra della School of American Ballet di George Balanchine, New York, 1937

Alfred Eisenstaedt / The LIFE Picture Collection / Shutterstock

Articoli recenti

condividi su

Colori, tessuti e spiritualità: il mondo sospeso di Ernesto Neto a Parigi
SEOCHECKER TOOL ANALISI SEO

Related Posts

Alfred Eisenstaedt a Camera: l’ironia del mondo in un click

Published On: 13 Giugno 2025

About the Author: Redazione ViviCreativo

Tempo stimato per la lettura: 8 minuti

Tutti conoscono il bacio. Quel fotogramma sospeso a Times Square, il giorno in cui l’America festeggiava la fine della guerra. Ma Alfred Eisenstaedt è molto di più. È il reporter che ha raccontato il XX secolo con l’eleganza di uno scrittore visivo, con lo stupore di un artista e la lucidità di un osservatore. Dal 13 giugno al 21 settembre 2025, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino rende omaggio al suo sguardo con una grande retrospettiva, la prima in Italia dopo venticinque anni: 170 fotografie per ripercorrere un’intera vita narrata in immagini.

L’atlante visivo di un secolo

La mostra, curata da Monica Poggi, è più di un’esposizione: è un viaggio nel tempo, attraverso paesi, guerre, rinascite e volti. Un percorso che parte dalla Germania degli anni Trenta, dove Eisenstaedt comincia a sperimentare la fotografia come racconto spontaneo, e si snoda tra l’Europa pre-bellica, gli Stati Uniti del boom, il Giappone post-atomico e l’Italia del dopoguerra. Una geografia dell’anima e dello sguardo, dove ogni immagine diventa testimonianza e poesia.

Il “candid” che sovverte le regole

Eisenstaedt ha saputo trasformare il reportage in arte. Le sue fotografie “candid”, come lui stesso le definiva, sono istantanee che catturano la naturalezza di un gesto, l’attimo prima della posa. Ma dietro la spontaneità, c’è uno studio preciso della luce, dell’equilibrio, della composizione: come se ogni scatto fosse una tela, e ogni volto un enigma da svelare. C’è Degas nei suoi ballerini, il cinema muto nella teatralità degli aristocratici a Saint Moritz, e il Surrealismo nei dettagli fuori asse di certi scatti newyorkesi.

Dall’Europa a “Life”: uno sguardo in movimento

Costretto a lasciare l’Europa nel 1935 per sfuggire alle leggi razziali, Eisenstaedt approda negli Stati Uniti e diventa una colonna portante della rivista “Life”. Da lì in poi, il suo stile evolve: si fa più dinamico, vibrante, urbano. Non più solo contemplazione, ma ritmo e vita. Firme memorabili, come le 90 copertine e oltre 2500 reportage pubblicati sulla rivista, lo rendono uno dei cronisti visivi più influenti del secolo.

Volti celebri, verità umane

Una sezione della mostra è interamente dedicata ai ritratti di celebrità e leader: da Sophia Loren, in un celebre scatto in lingerie che fece scalpore nel 1966, a Einstein, Oppenheimer, Maria Telkes. Ma non aspettatevi lustrini o retorica: nei suoi ritratti, Eisenstaedt scava oltre l’immagine pubblica, cattura l’umanità, la fragilità, la grandezza silenziosa. Le sue fotografie parlano, sussurrano, sorprendono.

Riscoprire Eisenstaedt: un maestro dalle mille sfaccettature

Questa mostra torinese è una rivelazione e una celebrazione. Non un’unica narrazione, ma tante visioni, tante sensibilità. Come scrive Monica Poggi:

“Eisenstaedt non ha raccontato la guerra, ma le sue conseguenze. Non ha cercato l’evento, ma la verità nascosta nelle persone.”

Un invito, dunque, a riscoprire l’artista dietro la leggenda. A tornare a guardare il mondo con i suoi occhi: ironici, intensi, profondamente umani.

Foto: Alfred Eisenstaedt, Ballerine in piedi sul davanzale di una finestra della School of American Ballet di George Balanchine, New York, 1937

Alfred Eisenstaedt / The LIFE Picture Collection / Shutterstock

SEOCHECKER TOOL ANALISI SEO