Il Museo Goya di Castres: nell’anima dell’arte spagnola, dal passato delle tele del Louvre alla contemporaneità di Pilar Albarracín

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 7 Giugno 2025

Tempo stimato per la lettura: 4,9 minuti

Nel cuore di Castres, il Museo Goya non è solo uno scrigno di capolavori ma un racconto vibrante che attraversa secoli di storia dell’arte spagnola. Questo spazio si configura come un ponte tra tradizione e innovazione, ospitando collezioni che vanno dai grandi maestri del passato fino alle voci contemporanee più provocatorie.

La collezione del Musée Goya di Castres nasce da una storia unica e appassionata, che intreccia l’arte spagnola con l’identità culturale della città stessa. Tutto ha inizio nel XIX secolo, quando l’imprenditore e collezionista Jean Jaurès (non il politico, ma l’omonimo industriale) decide di donare una raccolta significativa di opere spagnole alla città di Castres. Questa donazione getta le basi per un museo dedicato all’arte iberica, un vero e proprio ponte culturale tra Francia e Spagna.

Dove la storia incontra la modernità

Nel tempo, grazie a successive acquisizioni, scambi e generose donazioni, la collezione si è arricchita di capolavori che coprono più secoli di storia artistica, dalla pittura barocca alle avanguardie, fino alle espressioni contemporanee. L’attenzione particolare verso Francisco Goya ha orientato la selezione di opere che meglio rappresentano il suo impatto sull’arte mondiale, ma il museo si distingue anche per la varietà delle sue raccolte: ceramiche, tessuti, stampe e oggetti d’arte che raccontano la cultura spagnola in tutte le sue sfaccettature.

Oggi, dopo la sua recente riapertura nel 2023, il Musée Goya continua a rinnovarsi, integrando artisti contemporanei come Pilar Albarracín, creando così un dialogo vivo tra passato e presente. Questa evoluzione costante rende la collezione non solo un patrimonio da ammirare, ma un organismo vibrante, sempre in movimento e capace di raccontare storie nuove.

Pilar Albarracín: la fiamma del folklore reinventata

La collezione permanente è un viaggio emotivo attraverso la tauromachia, i costumi del flamenco, e le tensioni barocche, che riflettono l’anima vibrante di una cultura tanto passionale quanto tormentata. In questo contesto storico si inserisce con forza l’attuale mostra monografica dedicata a Pilar Albarracín, un’autentica icona dell’arte contemporanea spagnola.

Dal 12 aprile al 28 settembre 2025, il Museo Goya ospita N’éteins pas la flamme, un’esposizione che esplora la produzione degli ultimi vent’anni di Pilar Albarracín. Artista di Siviglia, classe 1968, laureata alle Belle Arti di Madrid, Albarracín è un turbine creativo che fonde fotografia, video e installazioni in una lettura intensa e ironica del folklore andaluso. La sua arte dissacra con delicatezza e provocazione i simboli della tradizione – dai mantoni e costumi del flamenco, alle immagini iconiche della tauromachia – per rivelare le contraddizioni di una cultura in bilico tra radici ancestrali e società contemporanea.

Un dialogo potente tra passato e presente

L’allestimento si sviluppa su due livelli, intrecciando con maestria le opere di Albarracín con quelle di Goya e altri maestri spagnoli. Questo confronto inatteso crea una narrazione stratificata, dove il genio oscuro di Goya incontra la modernità pungente di Albarracín. Le sue creazioni, tra cui l’installazione Asnería (2010), già parte della collezione del museo, reinterpretano in chiave contemporanea figure e simboli che Goya stesso aveva reso immortali.

Mentre la serie Almas Robas di Pilar Albarracín è un’esplorazione intensa della cultura andalusa, che mette in luce le contraddizioni e i tabù della tradizione folklorica spagnola. L’artista decostruisce stereotipi e narrazioni idealizzate, usando costumi di flamenco, simboli della tauromachia e riferimenti all’arte barocca. Almas Robas racconta storie di oppressione e resilienza, riflettendo sulle identità culturali frammentate. L’artista usa ironia e provocazione rendendo la tradizione uno specchio critico del presente.

Un’ode alle donne e alle contraddizioni sociali

Al centro della mostra, la riflessione sulla condizione femminile in Spagna emerge con forza, tra broderie, fotografie e video che raccontano storie di forza, ironia e ribellione. Più di cinquanta opere scandiscono un percorso sensoriale che invita lo spettatore a riconsiderare stereotipi e identità culturali. A impreziosire l’esperienza, quarantina di stampe tratte da La Tauromaquia, I Capricci e I Disastri della guerra di Goya, custodite con cura e presentate con sensibilità accanto alle opere della contemporanea.

La mostra curata da Joëlle Arches con la collaborazione stretta dell’artista è un’occasione rara per immergersi in un dialogo vivo tra epoche, un racconto di arte che pulsa al ritmo di passioni forti e sguardi consapevoli. Al Museo Goya, l’arte spagnola trova così una nuova voce, capace di accendere quella fiamma che mai dovrebbe spegnersi.

Quando il Louvre incontra il Museo Goya: quattro capolavori spagnoli in mostra a Castres

Da segnalare inoltre, che al Museo Goya di Castres, dal 8 febbraio al 21 settembre 2025, sono esposte quattro opere straordinarie provenienti dal Louvre. Questi prestiti eccezionali sono stati concessi in seguito alla chiusura temporanea delle gallerie dedicate alla pittura spagnola e portoghese del Louvre per lavori di ristrutturazione.

Le opere in prestito includono un ritratto di San Luigi re di Francia di El Greco, un capolavoro del XVI secolo, e una serie di nature morte firmate dai pittori spagnoli del Seicento: Luis Meléndez, Juan van der Hamen y León e Francisco de Goya. Queste opere sono state selezionate per arricchire il percorso permanente del museo, offrendo un dialogo unico tra le collezioni

Per informazioni e prenotazioni, è possibile visitare il sito ufficiale del museo: https://www.museegoya.fr/ o consultare il sito dell’Ufficio del turismo del Tarn www.tourisme-tarn.com e seguire @tourismetarn sui social

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Il Museo Goya di Castres: nell’anima dell’arte spagnola, dal passato delle tele del Louvre alla contemporaneità di Pilar Albarracín

Published On: 7 Giugno 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 15 minuti

Nel cuore di Castres, il Museo Goya non è solo uno scrigno di capolavori ma un racconto vibrante che attraversa secoli di storia dell’arte spagnola. Questo spazio si configura come un ponte tra tradizione e innovazione, ospitando collezioni che vanno dai grandi maestri del passato fino alle voci contemporanee più provocatorie.

La collezione del Musée Goya di Castres nasce da una storia unica e appassionata, che intreccia l’arte spagnola con l’identità culturale della città stessa. Tutto ha inizio nel XIX secolo, quando l’imprenditore e collezionista Jean Jaurès (non il politico, ma l’omonimo industriale) decide di donare una raccolta significativa di opere spagnole alla città di Castres. Questa donazione getta le basi per un museo dedicato all’arte iberica, un vero e proprio ponte culturale tra Francia e Spagna.

Dove la storia incontra la modernità

Nel tempo, grazie a successive acquisizioni, scambi e generose donazioni, la collezione si è arricchita di capolavori che coprono più secoli di storia artistica, dalla pittura barocca alle avanguardie, fino alle espressioni contemporanee. L’attenzione particolare verso Francisco Goya ha orientato la selezione di opere che meglio rappresentano il suo impatto sull’arte mondiale, ma il museo si distingue anche per la varietà delle sue raccolte: ceramiche, tessuti, stampe e oggetti d’arte che raccontano la cultura spagnola in tutte le sue sfaccettature.

Oggi, dopo la sua recente riapertura nel 2023, il Musée Goya continua a rinnovarsi, integrando artisti contemporanei come Pilar Albarracín, creando così un dialogo vivo tra passato e presente. Questa evoluzione costante rende la collezione non solo un patrimonio da ammirare, ma un organismo vibrante, sempre in movimento e capace di raccontare storie nuove.

Pilar Albarracín: la fiamma del folklore reinventata

La collezione permanente è un viaggio emotivo attraverso la tauromachia, i costumi del flamenco, e le tensioni barocche, che riflettono l’anima vibrante di una cultura tanto passionale quanto tormentata. In questo contesto storico si inserisce con forza l’attuale mostra monografica dedicata a Pilar Albarracín, un’autentica icona dell’arte contemporanea spagnola.

Dal 12 aprile al 28 settembre 2025, il Museo Goya ospita N’éteins pas la flamme, un’esposizione che esplora la produzione degli ultimi vent’anni di Pilar Albarracín. Artista di Siviglia, classe 1968, laureata alle Belle Arti di Madrid, Albarracín è un turbine creativo che fonde fotografia, video e installazioni in una lettura intensa e ironica del folklore andaluso. La sua arte dissacra con delicatezza e provocazione i simboli della tradizione – dai mantoni e costumi del flamenco, alle immagini iconiche della tauromachia – per rivelare le contraddizioni di una cultura in bilico tra radici ancestrali e società contemporanea.

Un dialogo potente tra passato e presente

L’allestimento si sviluppa su due livelli, intrecciando con maestria le opere di Albarracín con quelle di Goya e altri maestri spagnoli. Questo confronto inatteso crea una narrazione stratificata, dove il genio oscuro di Goya incontra la modernità pungente di Albarracín. Le sue creazioni, tra cui l’installazione Asnería (2010), già parte della collezione del museo, reinterpretano in chiave contemporanea figure e simboli che Goya stesso aveva reso immortali.

Mentre la serie Almas Robas di Pilar Albarracín è un’esplorazione intensa della cultura andalusa, che mette in luce le contraddizioni e i tabù della tradizione folklorica spagnola. L’artista decostruisce stereotipi e narrazioni idealizzate, usando costumi di flamenco, simboli della tauromachia e riferimenti all’arte barocca. Almas Robas racconta storie di oppressione e resilienza, riflettendo sulle identità culturali frammentate. L’artista usa ironia e provocazione rendendo la tradizione uno specchio critico del presente.

Un’ode alle donne e alle contraddizioni sociali

Al centro della mostra, la riflessione sulla condizione femminile in Spagna emerge con forza, tra broderie, fotografie e video che raccontano storie di forza, ironia e ribellione. Più di cinquanta opere scandiscono un percorso sensoriale che invita lo spettatore a riconsiderare stereotipi e identità culturali. A impreziosire l’esperienza, quarantina di stampe tratte da La Tauromaquia, I Capricci e I Disastri della guerra di Goya, custodite con cura e presentate con sensibilità accanto alle opere della contemporanea.

La mostra curata da Joëlle Arches con la collaborazione stretta dell’artista è un’occasione rara per immergersi in un dialogo vivo tra epoche, un racconto di arte che pulsa al ritmo di passioni forti e sguardi consapevoli. Al Museo Goya, l’arte spagnola trova così una nuova voce, capace di accendere quella fiamma che mai dovrebbe spegnersi.

Quando il Louvre incontra il Museo Goya: quattro capolavori spagnoli in mostra a Castres

Da segnalare inoltre, che al Museo Goya di Castres, dal 8 febbraio al 21 settembre 2025, sono esposte quattro opere straordinarie provenienti dal Louvre. Questi prestiti eccezionali sono stati concessi in seguito alla chiusura temporanea delle gallerie dedicate alla pittura spagnola e portoghese del Louvre per lavori di ristrutturazione.

Le opere in prestito includono un ritratto di San Luigi re di Francia di El Greco, un capolavoro del XVI secolo, e una serie di nature morte firmate dai pittori spagnoli del Seicento: Luis Meléndez, Juan van der Hamen y León e Francisco de Goya. Queste opere sono state selezionate per arricchire il percorso permanente del museo, offrendo un dialogo unico tra le collezioni

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