Xu Li e Qi Haifeng: Cuori senza confini alla Maison de l’Europe

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 18 Novembre 2025

Tempo stimato per la lettura: 5,2 minuti

La Maison de l’Europe apre le sue porte con una doppia esposizione Cœurs sans frontières  (Cuori senz frontiere), in programma dal 18 al 28 novembre 2025. Protagonisti dell’evento sono due figure di rilievo della scena artistica cinese contemporanea, Xu Li e Qi Haifeng, che approdano sul palcoscenico europeo con una selezione di 40 opere rappresentative dei loro percorsi creativi.

L’esposizione si configura come un vero e proprio dialogo poetico tra la profondità della tradizione cinese e la sensibilità estetica dell’Occidente. Le loro opere, sospese tra memoria e modernità, invitano il pubblico a un incontro di sguardi e di visioni.

A fare da ponte tra questi due mondi è la pittura a olio, linguaggio condiviso che permette di intrecciare radici millenarie e forme espressive contemporanee. Attraverso questa tecnica, Xu Li e Qi Haifeng danno vita a un confronto armonioso, in cui l’arte diventa luogo di scambio, incontro e nuove possibilità.

Un dialogo artistico tra Cina ed Europa

Durante la presentazione alla stampa, Xu Li e Qi Haifeng — affiancati dal vicepresidente Zhang Lu del canale digitale dedicato alla pittura e alla calligrafia — hanno sottolineato come la Francia rappresenti una porta d’accesso privilegiata per aprire l’arte cinese contemporanea all’intera Europa. La scelta dello spazio espositivo infatti non è casuale: vuole essere il simbolo di un dialogo reciproco, in cui gli artisti cinesi possano farsi conoscere in Occidente e, allo stesso tempo, quelli europei trovino una vetrina in Cina, grazie anche al canale digitale. Questa mostra si augura Zhang Lu “è la prima di una lunga serie di iniziative destinate a rafforzare il legame culturale tra la Cina e l’Occidente”.

L’influenza francese nella crescita artistica dei maestri cinesi

Xu Li e Qi Haifeng ricordano entrambi l’influenza decisiva dei pittori francesi nella loro formazione. Qi Haifeng, che nel 2000 ha trascorso una residenza artistica alla Cité Internationale des Arts di Parigi, racconta come quell’esperienza gli abbia permesso di visitare i più importanti centri d’arte della capitale, arricchendo il suo immaginario e integrando nuove tecniche pittoriche nel proprio linguaggio. Xu Li, dal canto suo, mette in evidenza le differenze tra l’espressione artistica cinese e quella occidentale — soprattutto lo “spirito sotterraneo” che permea le opere orientali — ma anche i loro punti di contatto: l’arte come linguaggio universale capace di unire mondi diversi.

Due percorsi, una stessa armonia interculturale

Il percorso dei due artisti ne testimonia la sintesi culturale. Xu Li, profondamente segnato dal Nouveau Courant Artistique del 1985 che aprì la Cina alla modernità, intreccia nei suoi lavori figurazione e astrazione, unendo la disciplina calligrafica orientale alla cromia della pittura a olio occidentale. Le sue serie Terre sacré et heureuse e Splendeur éternelle trasformano paesaggi tibetani e stagni di loto in esperienze meditative sospese tra visibile e invisibile. Qi Haifeng combina invece la delicatezza dell’inchiostro orientale con la forza espressiva occidentale: la luce di Parigi continua a nutrire la sua pittura, mentre nella serie Printemps du Taihang rievoca le montagne della sua infanzia attraverso lavis e composizioni contemplative. Insieme, i due artisti incarnano un’arte che non solo dialoga tra culture, ma le intreccia in una nuova armonia.

Due voci, un solo respiro

Il percorso espositivo esplora l’apporto poetico di Xu Li e la fluidità luminosa di Qi Haifeng. Xu Li ‑ noto per le sue tele che si muovono tra astrazione e figurazione, dove la natura si fa specchio dell’anima ‑ introduce una dimensione silente e contemplativa. Qi Haifeng, al contrario, porta con sé l’energia del gesto, la tavolozza che pulsa e la calligrafia reinventata come pittura contemporanea. Insieme, i due artisti incrociano due sensibilità: quella dell’interiorità sospesa, quella del segno che si fa racconto. Il titolo della mostra non è retorico: è un invito a percepire che se montagne e fiumi risentono di geografie, il cuore no. Esso viaggia, percepisce, si apre.

Architettura del pensiero visivo

La scenografia, studiata per “respirare” allo stesso ritmo delle opere, trasforma lo spazio della Maison en un flusso unico. Le opere di Xu Li, con la loro quiete riflessiva, trovano ambientazione in ambienti soffusi, dove il dettaglio cromatico si accende come una rivelazione. Le tele di Qi Haifeng, più ritmiche e vibranti, vivono invece zone luminose, dove il segno è dinamica, movimento e traccia. La mostra si apre così come un dialogo tra interni ed esterni, tra il gesto che appartiene alla tranquillità orientale e la vitalità emergente dell’arte “globale”.

L’anima della collezione

Cœurs sans frontières presenta una selezione raffinata di pitture a olio, inchiostri su carta e strumenti grafici che testimoniano come l’arte contemporanea cinese abbracci i linguaggi artistici occidentali. Con opere recenti – tra cui Charme pur de l’étang aux lotus (2024) di Xu Li e La Verve orientale (2025) di Qi Haifeng – la mostra offre uno sguardo insieme materico e spirituale. I visitatori sono condotti per mano in una riflessione visiva che esplora la natura, il tempo, la memoria e la libertà immaginifica. Qui, pittura e calligrafia si assumono come strumenti per attraversare confini invisibili.

Dialoghi silenziosi: l’arte che unisce mondi lontani

L’evento, promosso dall’AECECCI (Associazione Euro‑Cinese di Scambi Commerciali e Culturali Internazionali), si colloca all’interno di un dialogo culturale che da decenni lega Europa e Cina. La Maison de l’Europe, fondata nel 1956 e situata al 77 avenue de Versailles nel XVI arrondissement, diventa qui crocevia di sensibilità diverse. La curatela mette in luce l’intento comune degli artisti: far vibrare l’emozione universale che trascende culture, religioni e tempo. L’evento si inserisce dunque non solo come esposizione, ma come piattaforma di scambio e riflessione, capace di attrarre collezionisti, appassionati e nuovi pubblici.

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Xu Li e Qi Haifeng: Cuori senza confini alla Maison de l’Europe

Published On: 18 Novembre 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 16 minuti

La Maison de l’Europe apre le sue porte con una doppia esposizione Cœurs sans frontières  (Cuori senz frontiere), in programma dal 18 al 28 novembre 2025. Protagonisti dell’evento sono due figure di rilievo della scena artistica cinese contemporanea, Xu Li e Qi Haifeng, che approdano sul palcoscenico europeo con una selezione di 40 opere rappresentative dei loro percorsi creativi.

L’esposizione si configura come un vero e proprio dialogo poetico tra la profondità della tradizione cinese e la sensibilità estetica dell’Occidente. Le loro opere, sospese tra memoria e modernità, invitano il pubblico a un incontro di sguardi e di visioni.

A fare da ponte tra questi due mondi è la pittura a olio, linguaggio condiviso che permette di intrecciare radici millenarie e forme espressive contemporanee. Attraverso questa tecnica, Xu Li e Qi Haifeng danno vita a un confronto armonioso, in cui l’arte diventa luogo di scambio, incontro e nuove possibilità.

Un dialogo artistico tra Cina ed Europa

Durante la presentazione alla stampa, Xu Li e Qi Haifeng — affiancati dal vicepresidente Zhang Lu del canale digitale dedicato alla pittura e alla calligrafia — hanno sottolineato come la Francia rappresenti una porta d’accesso privilegiata per aprire l’arte cinese contemporanea all’intera Europa. La scelta dello spazio espositivo infatti non è casuale: vuole essere il simbolo di un dialogo reciproco, in cui gli artisti cinesi possano farsi conoscere in Occidente e, allo stesso tempo, quelli europei trovino una vetrina in Cina, grazie anche al canale digitale. Questa mostra si augura Zhang Lu “è la prima di una lunga serie di iniziative destinate a rafforzare il legame culturale tra la Cina e l’Occidente”.

L’influenza francese nella crescita artistica dei maestri cinesi

Xu Li e Qi Haifeng ricordano entrambi l’influenza decisiva dei pittori francesi nella loro formazione. Qi Haifeng, che nel 2000 ha trascorso una residenza artistica alla Cité Internationale des Arts di Parigi, racconta come quell’esperienza gli abbia permesso di visitare i più importanti centri d’arte della capitale, arricchendo il suo immaginario e integrando nuove tecniche pittoriche nel proprio linguaggio. Xu Li, dal canto suo, mette in evidenza le differenze tra l’espressione artistica cinese e quella occidentale — soprattutto lo “spirito sotterraneo” che permea le opere orientali — ma anche i loro punti di contatto: l’arte come linguaggio universale capace di unire mondi diversi.

Due percorsi, una stessa armonia interculturale

Il percorso dei due artisti ne testimonia la sintesi culturale. Xu Li, profondamente segnato dal Nouveau Courant Artistique del 1985 che aprì la Cina alla modernità, intreccia nei suoi lavori figurazione e astrazione, unendo la disciplina calligrafica orientale alla cromia della pittura a olio occidentale. Le sue serie Terre sacré et heureuse e Splendeur éternelle trasformano paesaggi tibetani e stagni di loto in esperienze meditative sospese tra visibile e invisibile. Qi Haifeng combina invece la delicatezza dell’inchiostro orientale con la forza espressiva occidentale: la luce di Parigi continua a nutrire la sua pittura, mentre nella serie Printemps du Taihang rievoca le montagne della sua infanzia attraverso lavis e composizioni contemplative. Insieme, i due artisti incarnano un’arte che non solo dialoga tra culture, ma le intreccia in una nuova armonia.

Due voci, un solo respiro

Il percorso espositivo esplora l’apporto poetico di Xu Li e la fluidità luminosa di Qi Haifeng. Xu Li ‑ noto per le sue tele che si muovono tra astrazione e figurazione, dove la natura si fa specchio dell’anima ‑ introduce una dimensione silente e contemplativa. Qi Haifeng, al contrario, porta con sé l’energia del gesto, la tavolozza che pulsa e la calligrafia reinventata come pittura contemporanea. Insieme, i due artisti incrociano due sensibilità: quella dell’interiorità sospesa, quella del segno che si fa racconto. Il titolo della mostra non è retorico: è un invito a percepire che se montagne e fiumi risentono di geografie, il cuore no. Esso viaggia, percepisce, si apre.

Architettura del pensiero visivo

La scenografia, studiata per “respirare” allo stesso ritmo delle opere, trasforma lo spazio della Maison en un flusso unico. Le opere di Xu Li, con la loro quiete riflessiva, trovano ambientazione in ambienti soffusi, dove il dettaglio cromatico si accende come una rivelazione. Le tele di Qi Haifeng, più ritmiche e vibranti, vivono invece zone luminose, dove il segno è dinamica, movimento e traccia. La mostra si apre così come un dialogo tra interni ed esterni, tra il gesto che appartiene alla tranquillità orientale e la vitalità emergente dell’arte “globale”.

L’anima della collezione

Cœurs sans frontières presenta una selezione raffinata di pitture a olio, inchiostri su carta e strumenti grafici che testimoniano come l’arte contemporanea cinese abbracci i linguaggi artistici occidentali. Con opere recenti – tra cui Charme pur de l’étang aux lotus (2024) di Xu Li e La Verve orientale (2025) di Qi Haifeng – la mostra offre uno sguardo insieme materico e spirituale. I visitatori sono condotti per mano in una riflessione visiva che esplora la natura, il tempo, la memoria e la libertà immaginifica. Qui, pittura e calligrafia si assumono come strumenti per attraversare confini invisibili.

Dialoghi silenziosi: l’arte che unisce mondi lontani

L’evento, promosso dall’AECECCI (Associazione Euro‑Cinese di Scambi Commerciali e Culturali Internazionali), si colloca all’interno di un dialogo culturale che da decenni lega Europa e Cina. La Maison de l’Europe, fondata nel 1956 e situata al 77 avenue de Versailles nel XVI arrondissement, diventa qui crocevia di sensibilità diverse. La curatela mette in luce l’intento comune degli artisti: far vibrare l’emozione universale che trascende culture, religioni e tempo. L’evento si inserisce dunque non solo come esposizione, ma come piattaforma di scambio e riflessione, capace di attrarre collezionisti, appassionati e nuovi pubblici.

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