Alla BnF, un’esposizione racconta l’autrice più libera della letteratura francese

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 4 Ottobre 2025

Tempo stimato per la lettura: 3,2 minuti

Dal 23 settembre 2025 al 18 gennaio 2026, la Bibliothèque nationale de France celebra Colette, figura inafferrabile e leggendaria della letteratura del Novecento. Ma non basta definirla scrittrice: fu anche attrice di music-hall, giornalista, imprenditrice, amante scandalosa e infine – nei suoi ultimi anni – un’icona reclusa che scriveva dal suo “letto-zattera”, trasformando la malattia in gesto creativo. La mostra Les mondes de Colette è un’immersione totale in un’esistenza e un’opera che continuano a vibrare nel presente.

Gli ultimi anni di Colette, filmati da Yannick Bellon

Nel 1952, Colette vive ormai da anni nel suo appartamento al Palais-Royal. L’artrite le piega il corpo, ma non lo spirito. Il letto diventa un’isola creativa. Qui la riprende Yannick Bellon, figlia della fotografa Denise Bellon, per un documentario divenuto cult. E proprio in quelle riprese vediamo Colette accogliere Jean Cocteau: il dialogo che ne nasce è uno scambio spontaneo, tenero, ironico, tra due spiriti liberi che si specchiano a vicenda.

“Chiamo il non far niente il dedicarmi a occupazioni numerose e diverse” dichiara con disarmante arguzia. È l’elogio dell’ozio attivo, del tempo perso che crea bellezza.

Una donna molteplice, un’opera inesauribile

Colette è un enigma femminile e letterario. Ha vissuto molte vite: moglie di un uomo che firmava i suoi libri, musa e poi padrona del proprio destino. Ha attraversato ruoli e generi, dal feuilleton ai romanzi sensuali, dai palcoscenici alla penna da cronista. L’esposizione alla BnF non tenta di riassumerla – sarebbe impossibile – ma ne svela i fili conduttori, i gesti costanti, le ribellioni silenziose.

Popolare ma intellettuale, integrata ma sempre fuori schema, Colette incarna una modernità sorprendente. I suoi temi — natura, amore, libertà, corpo, relazioni — risuonano oggi come allora, attraversando i decenni con una freschezza intatta.

Un percorso sensoriale nella mente di Colette

La mostra si articola in cinque sezioni tematiche: Souvenirs sensibles, Le Monde, S’écrire, Le Temps, La Chair. Non solo libri, ma manoscritti, fotografie inedite, disegni, dipinti e contributi audiovisivi. La parola scritta si intreccia con la carne, la memoria, la voce. I visitatori sono invitati non solo a guardare, ma a leggere, ascoltare, toccare con gli occhi.

I manoscritti della BnF diventano traccia fisica di una mente instancabile. Accanto, opere di artisti che la conobbero o che ne furono ispirati: Émilie Charmy, Louise Hervieu, Dunoyer de Segonzac. Ogni pezzo vibra in dialogo con la scrittura.

Omaggi contemporanei: Amalric, Juliette, Andreani

Les mondes de Colette non è un mausoleo. È un campo vivo di interpretazioni. E così, Mathieu Amalric cura un montaggio tratto dal suo film Tournée, Giulia Andreani reinterpreta pittoricamente l’universo colettiano, Juliette Noureddine, Michèle Sarde e Cléo Sénia raccontano la loro Colette. Ne nasce una costellazione di voci che prolungano l’eredità dell’autrice nel presente.

Una donna in anticipo su tutto

È nota la sua relazione con il figliastro, le amanti, il coraggio di vivere senza maschere. Ma la mostra non cerca il sensazionalismo: resta sul margine sottile tra l’intimità e l’universale, facendo emergere una donna che ha scelto, sempre, di non chiedere il permesso. E che per questo continua a parlare al nostro tempo.

Una voce che non smette di dire

Tornare a Colette oggi è come tornare a una fonte. Non solo per le lettrici in cerca di modelli, ma per chiunque voglia comprendere la complessità dell’identità, del desiderio, della parola. La BnF non propone un monumento, ma una lettura infinita. Perché Colette è ancora viva, sfrontata, elegante, fuori misura.

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Published On: 4 Ottobre 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 9 minuti

Dal 23 settembre 2025 al 18 gennaio 2026, la Bibliothèque nationale de France celebra Colette, figura inafferrabile e leggendaria della letteratura del Novecento. Ma non basta definirla scrittrice: fu anche attrice di music-hall, giornalista, imprenditrice, amante scandalosa e infine – nei suoi ultimi anni – un’icona reclusa che scriveva dal suo “letto-zattera”, trasformando la malattia in gesto creativo. La mostra Les mondes de Colette è un’immersione totale in un’esistenza e un’opera che continuano a vibrare nel presente.

Gli ultimi anni di Colette, filmati da Yannick Bellon

Nel 1952, Colette vive ormai da anni nel suo appartamento al Palais-Royal. L’artrite le piega il corpo, ma non lo spirito. Il letto diventa un’isola creativa. Qui la riprende Yannick Bellon, figlia della fotografa Denise Bellon, per un documentario divenuto cult. E proprio in quelle riprese vediamo Colette accogliere Jean Cocteau: il dialogo che ne nasce è uno scambio spontaneo, tenero, ironico, tra due spiriti liberi che si specchiano a vicenda.

“Chiamo il non far niente il dedicarmi a occupazioni numerose e diverse” dichiara con disarmante arguzia. È l’elogio dell’ozio attivo, del tempo perso che crea bellezza.

Una donna molteplice, un’opera inesauribile

Colette è un enigma femminile e letterario. Ha vissuto molte vite: moglie di un uomo che firmava i suoi libri, musa e poi padrona del proprio destino. Ha attraversato ruoli e generi, dal feuilleton ai romanzi sensuali, dai palcoscenici alla penna da cronista. L’esposizione alla BnF non tenta di riassumerla – sarebbe impossibile – ma ne svela i fili conduttori, i gesti costanti, le ribellioni silenziose.

Popolare ma intellettuale, integrata ma sempre fuori schema, Colette incarna una modernità sorprendente. I suoi temi — natura, amore, libertà, corpo, relazioni — risuonano oggi come allora, attraversando i decenni con una freschezza intatta.

Un percorso sensoriale nella mente di Colette

La mostra si articola in cinque sezioni tematiche: Souvenirs sensibles, Le Monde, S’écrire, Le Temps, La Chair. Non solo libri, ma manoscritti, fotografie inedite, disegni, dipinti e contributi audiovisivi. La parola scritta si intreccia con la carne, la memoria, la voce. I visitatori sono invitati non solo a guardare, ma a leggere, ascoltare, toccare con gli occhi.

I manoscritti della BnF diventano traccia fisica di una mente instancabile. Accanto, opere di artisti che la conobbero o che ne furono ispirati: Émilie Charmy, Louise Hervieu, Dunoyer de Segonzac. Ogni pezzo vibra in dialogo con la scrittura.

Omaggi contemporanei: Amalric, Juliette, Andreani

Les mondes de Colette non è un mausoleo. È un campo vivo di interpretazioni. E così, Mathieu Amalric cura un montaggio tratto dal suo film Tournée, Giulia Andreani reinterpreta pittoricamente l’universo colettiano, Juliette Noureddine, Michèle Sarde e Cléo Sénia raccontano la loro Colette. Ne nasce una costellazione di voci che prolungano l’eredità dell’autrice nel presente.

Una donna in anticipo su tutto

È nota la sua relazione con il figliastro, le amanti, il coraggio di vivere senza maschere. Ma la mostra non cerca il sensazionalismo: resta sul margine sottile tra l’intimità e l’universale, facendo emergere una donna che ha scelto, sempre, di non chiedere il permesso. E che per questo continua a parlare al nostro tempo.

Una voce che non smette di dire

Tornare a Colette oggi è come tornare a una fonte. Non solo per le lettrici in cerca di modelli, ma per chiunque voglia comprendere la complessità dell’identità, del desiderio, della parola. La BnF non propone un monumento, ma una lettura infinita. Perché Colette è ancora viva, sfrontata, elegante, fuori misura.

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