Cleopatra, oltre il mito: la regina svelata a Parigi

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 9 Agosto 2025

Tempo stimato per la lettura: 3,3 minuti

Un’aura di mistero, amanti leggendari, un suicidio teatrale e un naso che, secondo Pascal, avrebbe potuto cambiare il mondo: Cleopatra affascina da oltre duemila anni. Ma chi era davvero? Fino all’11 gennaio 2026, l’Institut du monde arabe di Parigi propone una rilettura magistrale del destino di Cleopatra VII, l’ultima regina d’Egitto, in una mostra che intreccia storia, arte e immaginario collettivo.

Attraverso oltre 250 opere – tra reperti archeologici e creazioni contemporanee – Le mystère Cléopâtre traccia il ritratto di una donna di potere, troppo a lungo oscurata dal mito costruito su di lei.

Decostruire l’icona, ritrovare la donna

Sin dalle prime sale, il visitatore è invitato a lasciar andare i cliché. Dimenticate gli occhi di cerbiatta e i capelli corvini: nessuna statua antica può essere attribuita con certezza a Cleopatra. Cosa sappiamo di lei? Alcuni profili su monete, pochi papiri, e soprattutto i racconti dei suoi avversari. Eppure, è abbastanza per delineare una figura molto più complessa della semplice seduttrice: poliglotta, colta, stratega politica, riformatrice e sovrana abile in un mondo dominato dagli uomini.

La storia, non la favola

La mostra insiste con forza sul potere politico di Cleopatra: a capo di un regno al crocevia tra cultura greca ed egizia, governa per vent’anni con intelligenza e audacia. Dopo aver eliminato i fratelli-mariti, si allea con Giulio Cesare, poi con Marco Antonio, da cui ha tre figli. Il suo regno termina con la sconfitta di Azio nel 31 a.C., contro Ottaviano, il futuro Augusto. Ma scegliendo la morte al posto della resa, Cleopatra entra nella leggenda. Ed è qui che nasce il mito.

La regina diffamata, la donna sublimata

Infangata dai testi romani come “regina prostituta” o “tentatrice orientale”, Cleopatra viene rivalutata dagli artisti. Dalla Rinascenza ai pittori orientalisti, passando per il teatro romantico, la sovrana diventa musa ispiratrice. Nei dipinti di Jean-André Rixens o John William Waterhouse, appare fatale e potente, bellissima e dannata. Sarah Bernhardt la interpreta in teatro indossando un costume da pavone indimenticabile: le scenografie e i gioielli di scena esposti in mostra testimoniano una vera passione per la regina d’Alessandria.

Cleopatra a Hollywood: la costruzione di un mito globale

Nel XX secolo, Cleopatra conquista il cinema. Theda Bara la vamp, Sophia Loren la regale, Elizabeth Taylor la sontuosa: tre incarnazioni che impongono un’immagine glamour e spettacolare. In 220 film tra il 1963 e il 2023, Hollywood la trasforma in un’icona universale. Il mito si industrializza: Cleopatra vende saponi, cola, riso, profumi. Regina dell’immaginario pop, viene ironicamente celebrata nell’installazione Cleopatra’s Kiosk dell’artista Shourouk Rhaiem, che ne denuncia il consumo massificato.

Cleopatra, icona femminista e politica

Ma Cleopatra non si dissolve tra le immagini patinate. Anzi, la sua figura viene recuperata come simbolo di emancipazione. In Egitto diventa un’icona della resistenza anticoloniale. Negli Stati Uniti, è celebrata dai movimenti afroamericani come leader africana. E per le artiste femministe, rappresenta una donna di potere censurata dalla Storia. In mostra, Cindy Sherman ne reinterpreta i tratti attraverso la sua arte dissacrante, trasformando l’oggetto femminile in soggetto. Barbara Chase-Riboud, invece, elimina il corpo: resta solo il trono dorato. Il potere, non il volto.

Una donna, mille volti

Gioielli da scena, specchi antichi, monete d’oro e opere concettuali: l’esposizione ci restituisce una Cleopatra multiforme. Non solo musa, ma figura universale: regina, strega, dea, politica, diva. Una donna troppo complessa per essere rinchiusa nei limiti del mito romano.

Cleopatra, la vera, è quella che continua a sfidare il tempo. Una regina, oggi più che mai.

 

Immagini : Mostra Le mystère Cléopâtre © Cristina Biordi

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Published On: 9 Agosto 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 10 minuti

Un’aura di mistero, amanti leggendari, un suicidio teatrale e un naso che, secondo Pascal, avrebbe potuto cambiare il mondo: Cleopatra affascina da oltre duemila anni. Ma chi era davvero? Fino all’11 gennaio 2026, l’Institut du monde arabe di Parigi propone una rilettura magistrale del destino di Cleopatra VII, l’ultima regina d’Egitto, in una mostra che intreccia storia, arte e immaginario collettivo.

Attraverso oltre 250 opere – tra reperti archeologici e creazioni contemporanee – Le mystère Cléopâtre traccia il ritratto di una donna di potere, troppo a lungo oscurata dal mito costruito su di lei.

Decostruire l’icona, ritrovare la donna

Sin dalle prime sale, il visitatore è invitato a lasciar andare i cliché. Dimenticate gli occhi di cerbiatta e i capelli corvini: nessuna statua antica può essere attribuita con certezza a Cleopatra. Cosa sappiamo di lei? Alcuni profili su monete, pochi papiri, e soprattutto i racconti dei suoi avversari. Eppure, è abbastanza per delineare una figura molto più complessa della semplice seduttrice: poliglotta, colta, stratega politica, riformatrice e sovrana abile in un mondo dominato dagli uomini.

La storia, non la favola

La mostra insiste con forza sul potere politico di Cleopatra: a capo di un regno al crocevia tra cultura greca ed egizia, governa per vent’anni con intelligenza e audacia. Dopo aver eliminato i fratelli-mariti, si allea con Giulio Cesare, poi con Marco Antonio, da cui ha tre figli. Il suo regno termina con la sconfitta di Azio nel 31 a.C., contro Ottaviano, il futuro Augusto. Ma scegliendo la morte al posto della resa, Cleopatra entra nella leggenda. Ed è qui che nasce il mito.

La regina diffamata, la donna sublimata

Infangata dai testi romani come “regina prostituta” o “tentatrice orientale”, Cleopatra viene rivalutata dagli artisti. Dalla Rinascenza ai pittori orientalisti, passando per il teatro romantico, la sovrana diventa musa ispiratrice. Nei dipinti di Jean-André Rixens o John William Waterhouse, appare fatale e potente, bellissima e dannata. Sarah Bernhardt la interpreta in teatro indossando un costume da pavone indimenticabile: le scenografie e i gioielli di scena esposti in mostra testimoniano una vera passione per la regina d’Alessandria.

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Nel XX secolo, Cleopatra conquista il cinema. Theda Bara la vamp, Sophia Loren la regale, Elizabeth Taylor la sontuosa: tre incarnazioni che impongono un’immagine glamour e spettacolare. In 220 film tra il 1963 e il 2023, Hollywood la trasforma in un’icona universale. Il mito si industrializza: Cleopatra vende saponi, cola, riso, profumi. Regina dell’immaginario pop, viene ironicamente celebrata nell’installazione Cleopatra’s Kiosk dell’artista Shourouk Rhaiem, che ne denuncia il consumo massificato.

Cleopatra, icona femminista e politica

Ma Cleopatra non si dissolve tra le immagini patinate. Anzi, la sua figura viene recuperata come simbolo di emancipazione. In Egitto diventa un’icona della resistenza anticoloniale. Negli Stati Uniti, è celebrata dai movimenti afroamericani come leader africana. E per le artiste femministe, rappresenta una donna di potere censurata dalla Storia. In mostra, Cindy Sherman ne reinterpreta i tratti attraverso la sua arte dissacrante, trasformando l’oggetto femminile in soggetto. Barbara Chase-Riboud, invece, elimina il corpo: resta solo il trono dorato. Il potere, non il volto.

Una donna, mille volti

Gioielli da scena, specchi antichi, monete d’oro e opere concettuali: l’esposizione ci restituisce una Cleopatra multiforme. Non solo musa, ma figura universale: regina, strega, dea, politica, diva. Una donna troppo complessa per essere rinchiusa nei limiti del mito romano.

Cleopatra, la vera, è quella che continua a sfidare il tempo. Una regina, oggi più che mai.

 

Immagini : Mostra Le mystère Cléopâtre © Cristina Biordi

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