Il nuovo album di Alune Wade: New African Orleans. Il jazz torna a casa

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 26 Aprile 2025

Tempo stimato per la lettura: 2,9 minuti

Ci sono viaggi che non si misurano in chilometri, ma in battiti. New African Orleans, l’ultimo progetto di Alune Wade, è uno di questi. Un album? Sì. Un documentario? Anche. Ma soprattutto, è un’avventura sonora che attraversa oceani e secoli per raccontare una verità sussurrata nei ritmi: il jazz è nato in America, ma parla africano.

Dopo anni di ricerca sul campo, Wade – bassista senegalese tra i più brillanti della scena afro-jazz contemporanea – ha deciso di seguire le tracce del jazz fin dove tutto è cominciato: sulle sponde dell’Africa occidentale, da Dakar a Lagos, e poi nella “culla sacra” del genere, la Louisiana. Così nasce New African Orleans, in uscita il 2 maggio 2025 con l’etichetta Enja – Yellow Bird.

Un cast globale per una storia universale

Trenta musicisti da tutto il mondo per una sola visione: trasformare la memoria in ritmo. La sezione fiati è rovente, guidata dal trombettista di New Orleans Andrew Baham; la sezione ritmica è un vortice che fonde afrobeat, brass band e gospel, il tutto orchestrato dalla sensibilità di Wade, che tesse la narrazione con il suo basso come filo conduttore. Ogni traccia è una tessera di un mosaico che riscrive la storia del jazz come un’opera collettiva, frutto di migrazioni, lotte e sincretismi.

Boogie & Juju: sorelle separate, finalmente riunite

Nel brano Boogie & Juju, Alune Wade fonde l’energia scatenata del boogie-woogie americano con la spiritualità profonda del juju nigeriano. È come se Little Richard e King Sunny Ade si dessero appuntamento in uno stadio di Dakar, dove i cori da partita si mischiano ai ritmi dell’Assiko camerunense suonati con bottiglia e metallo. Un delirio perfettamente orchestrato, che arriva fino a Salvador de Bahia, dove il samba risponde in eco. Il risultato? Un brano esplosivo, che pulsa di storia e modernità.

Herbie Hancock, Manu Dibango e la memoria sonora

Tra le perle dell’album c’è anche la reinterpretazione di Watermelon Man, lo standard del 1962 di Herbie Hancock. Wade lo reinventa con una linea di basso afrobeat ipnotica e assoli taglienti che trasformano il brano in un inno post-coloniale. Un omaggio anche a Manu Dibango, figura immensa della musica africana, le cui vibrazioni continuano a scuotere il presente.

Tukki, il documentario: dal Sahel al Bayou

Ad accompagnare l’album c’è anche Tukki – des Racines au Bayou, un documentario che alterna performance live, testimonianze di musicisti e analisi di storici, per costruire un ponte visivo tra le culture. Tukki, che in wolof significa “viaggio”, non è solo un racconto: è una dichiarazione di identità. L’Africa, qui, non è mai lontana. È il punto di partenza e il cuore pulsante.

Prossima fermata: Parigi

Segnate la data: 4 giugno 2025, Studio de l’Ermitage, Parigi. Alune Wade salirà sul palco con il suo ensemble internazionale per far vibrare dal vivo le frequenze di New African Orleans. Non sarà solo un concerto, ma un rito collettivo, una celebrazione delle radici, una danza ancestrale e futurista allo stesso tempo. Perché il jazz non è morto. Sta solo tornando a casa.

Date dei concerti:

17/04 Bordeaux – Le Rocher de Palmer
25/04 Jazz en Nord
04/06 RELEASE STUDIO DE L’ERMITAGE PARIS
7/06 Musiques Métisses
13/07 Marseille Jazz des Cinq Continents

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Published On: 26 Aprile 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 9 minuti

Ci sono viaggi che non si misurano in chilometri, ma in battiti. New African Orleans, l’ultimo progetto di Alune Wade, è uno di questi. Un album? Sì. Un documentario? Anche. Ma soprattutto, è un’avventura sonora che attraversa oceani e secoli per raccontare una verità sussurrata nei ritmi: il jazz è nato in America, ma parla africano.

Dopo anni di ricerca sul campo, Wade – bassista senegalese tra i più brillanti della scena afro-jazz contemporanea – ha deciso di seguire le tracce del jazz fin dove tutto è cominciato: sulle sponde dell’Africa occidentale, da Dakar a Lagos, e poi nella “culla sacra” del genere, la Louisiana. Così nasce New African Orleans, in uscita il 2 maggio 2025 con l’etichetta Enja – Yellow Bird.

Un cast globale per una storia universale

Trenta musicisti da tutto il mondo per una sola visione: trasformare la memoria in ritmo. La sezione fiati è rovente, guidata dal trombettista di New Orleans Andrew Baham; la sezione ritmica è un vortice che fonde afrobeat, brass band e gospel, il tutto orchestrato dalla sensibilità di Wade, che tesse la narrazione con il suo basso come filo conduttore. Ogni traccia è una tessera di un mosaico che riscrive la storia del jazz come un’opera collettiva, frutto di migrazioni, lotte e sincretismi.

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Tra le perle dell’album c’è anche la reinterpretazione di Watermelon Man, lo standard del 1962 di Herbie Hancock. Wade lo reinventa con una linea di basso afrobeat ipnotica e assoli taglienti che trasformano il brano in un inno post-coloniale. Un omaggio anche a Manu Dibango, figura immensa della musica africana, le cui vibrazioni continuano a scuotere il presente.

Tukki, il documentario: dal Sahel al Bayou

Ad accompagnare l’album c’è anche Tukki – des Racines au Bayou, un documentario che alterna performance live, testimonianze di musicisti e analisi di storici, per costruire un ponte visivo tra le culture. Tukki, che in wolof significa “viaggio”, non è solo un racconto: è una dichiarazione di identità. L’Africa, qui, non è mai lontana. È il punto di partenza e il cuore pulsante.

Prossima fermata: Parigi

Segnate la data: 4 giugno 2025, Studio de l’Ermitage, Parigi. Alune Wade salirà sul palco con il suo ensemble internazionale per far vibrare dal vivo le frequenze di New African Orleans. Non sarà solo un concerto, ma un rito collettivo, una celebrazione delle radici, una danza ancestrale e futurista allo stesso tempo. Perché il jazz non è morto. Sta solo tornando a casa.

Date dei concerti:

17/04 Bordeaux – Le Rocher de Palmer
25/04 Jazz en Nord
04/06 RELEASE STUDIO DE L’ERMITAGE PARIS
7/06 Musiques Métisses
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