Ironia ribelle: l’arte di Clemen Parrocchetti in mostra a Palazzo Medici Riccardi

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 19 Settembre 2025

Tempo stimato per la lettura: 4,2 minuti

Con una visione radicale e senza compromessi, Clemen Parrocchetti (Milano, 1923-2016) ha saputo raccontare la complessità dell’universo femminile, sfidando le convenzioni sociali e la cultura patriarcale del suo tempo. Oggi, a distanza di anni, il suo lavoro entra finalmente sotto i riflettori con la mostra Ironia ribelle, curata da Marco Scotini e Stefania Rispoli, con la direzione artistica di Sergio Risaliti. L’esposizione, che avrà luogo a Palazzo Medici Riccardi di Firenze dal 2 ottobre 2025 al 6 gennaio 2026, è un tributo a una delle figure più innovative e provocatorie del panorama artistico del Novecento italiano. Promossa dalla Città Metropolitana di Firenze e organizzata dalla Fondazione MUS.E in collaborazione con l’Archivio Clemen Parrocchetti, questa è la prima grande retrospettiva dell’artista all’interno di un’istituzione museale italiana.

Leggi anche : Clemen Parrocchetti divora la vita al FRAC della Lorena di Metz

Una lunga lotta per la creatività

Clemen Parrocchetti ha sempre sostenuto che la vera libertà creativa si conquista nella lotta. Come lei stessa scriveva, “Creiamo con la lotta le condizioni per una creatività che non sia più a misura della nostra produttività.” La sua arte è stata un atto di ribellione contro le forze che cercavano di omologarla, una ricerca ininterrotta di una creatività autentica e personale. Un atto di resistenza che si esprime in ogni tratto e in ogni filo, in un linguaggio visivo che mescola poesia, politica e attivismo, esplorando il ruolo della donna e il suo posto nel mondo.

L’arte come strumento di emancipazione

L’esposizione riunisce oltre cento opere che includono dipinti, disegni, sculture, arazzi, documenti e materiali d’archivio, offrendo una panoramica completa sull’arte di Clemen Parrocchetti. La mostra vuole far luce su una figura che, pur essendo stata attivamente coinvolta nel movimento femminista italiano, è stata a lungo trascurata dalle istituzioni culturali ufficiali. La sua arte non è solo il frutto di una ricerca estetica, ma anche un impegno politico e sociale: un invito a riflettere su come la cultura e la società abbiano (e continuino a) marginalizzare la figura femminile.

Un linguaggio provocatorio e autentico

Clemen Parrocchetti non si è mai limitata a ritrarre la realtà con occhi compiacenti. Il suo linguaggio visivo è audace, provocatorio, e spesso inquietante, un atto di resistenza contro un sistema che tende a imbrigliare l’immaginazione femminile in stereotipi e cliché. Le sue opere parlano di libertà, ma anche di sofferenza, di lotta e di emancipazione. La sua arte non è mai stata solo un riflesso della realtà, ma un continuo interrogarsi su di essa, un invito a sfidare il conformismo.

Dalla Milano degli anni ‘60 al cuore della mostra

Milano, negli anni ’60, è stata il fulcro del movimento femminista italiano e Clemen Parrocchetti è stata una delle voci più forti e decise. La sua arte si è evoluta tra disegno, pittura, scultura e soprattutto il ricorso a materiali tradizionali come il tessuto, che per l’artista non era solo un mezzo espressivo ma anche un simbolo di connessione tra le generazioni di donne che l’hanno preceduta e quelle che l’avrebbero seguita. In questa mostra, l’ago e il filo diventano armi di ribellione, strumenti per ricucire una realtà frammentata e per gridare, ancora oggi, la necessità di un cambiamento radicale.

Un invito a guardare oltre la superficie

La mostra Ironia ribelle si configura come un viaggio nella mente e nel cuore di Clemen Parrocchetti, ma anche come un invito ad andare oltre le apparenze. Non si tratta di un’esposizione che si limita a celebrare la vita e l’opera di un’artista, ma di un percorso che sollecita ogni visitatore a riflettere sull’importanza della libertà individuale e collettiva. In un mondo che ancora lotta con le disuguaglianze di genere, l’arte di Parrocchetti offre una luce che brilla attraverso il buio del conformismo.

Un atto di coraggio e autonomia

Come una guerriera, Clemen Parrocchetti ha lottato per un’arte autonoma e per un mondo dove la donna possa finalmente rivendicare il proprio posto. La sua arte non è mai stata un lusso, ma una necessità urgente, un grido di libertà in un contesto sociale che lottava per restringere gli spazi di espressione delle donne. La mostra a Palazzo Medici Riccardi rende omaggio a una delle voci più coraggiose e anticonformiste del Novecento, restituendo alla storia dell’arte un capitolo che merita finalmente di essere conosciuto e celebrato.

“Non voglio più essere sfogliata, non voglio più che mi si strappino le ali. Le rivoglio tutte, vibranti di luci e suoni per volare.”

Con queste parole, Clemen Parrocchetti ci invita a riprenderci la nostra libertà, a non accontentarci mai della visione che altri hanno di noi.

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Ironia ribelle: l’arte di Clemen Parrocchetti in mostra a Palazzo Medici Riccardi

Published On: 19 Settembre 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 13 minuti

Con una visione radicale e senza compromessi, Clemen Parrocchetti (Milano, 1923-2016) ha saputo raccontare la complessità dell’universo femminile, sfidando le convenzioni sociali e la cultura patriarcale del suo tempo. Oggi, a distanza di anni, il suo lavoro entra finalmente sotto i riflettori con la mostra Ironia ribelle, curata da Marco Scotini e Stefania Rispoli, con la direzione artistica di Sergio Risaliti. L’esposizione, che avrà luogo a Palazzo Medici Riccardi di Firenze dal 2 ottobre 2025 al 6 gennaio 2026, è un tributo a una delle figure più innovative e provocatorie del panorama artistico del Novecento italiano. Promossa dalla Città Metropolitana di Firenze e organizzata dalla Fondazione MUS.E in collaborazione con l’Archivio Clemen Parrocchetti, questa è la prima grande retrospettiva dell’artista all’interno di un’istituzione museale italiana.

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Una lunga lotta per la creatività

Clemen Parrocchetti ha sempre sostenuto che la vera libertà creativa si conquista nella lotta. Come lei stessa scriveva, “Creiamo con la lotta le condizioni per una creatività che non sia più a misura della nostra produttività.” La sua arte è stata un atto di ribellione contro le forze che cercavano di omologarla, una ricerca ininterrotta di una creatività autentica e personale. Un atto di resistenza che si esprime in ogni tratto e in ogni filo, in un linguaggio visivo che mescola poesia, politica e attivismo, esplorando il ruolo della donna e il suo posto nel mondo.

L’arte come strumento di emancipazione

L’esposizione riunisce oltre cento opere che includono dipinti, disegni, sculture, arazzi, documenti e materiali d’archivio, offrendo una panoramica completa sull’arte di Clemen Parrocchetti. La mostra vuole far luce su una figura che, pur essendo stata attivamente coinvolta nel movimento femminista italiano, è stata a lungo trascurata dalle istituzioni culturali ufficiali. La sua arte non è solo il frutto di una ricerca estetica, ma anche un impegno politico e sociale: un invito a riflettere su come la cultura e la società abbiano (e continuino a) marginalizzare la figura femminile.

Un linguaggio provocatorio e autentico

Clemen Parrocchetti non si è mai limitata a ritrarre la realtà con occhi compiacenti. Il suo linguaggio visivo è audace, provocatorio, e spesso inquietante, un atto di resistenza contro un sistema che tende a imbrigliare l’immaginazione femminile in stereotipi e cliché. Le sue opere parlano di libertà, ma anche di sofferenza, di lotta e di emancipazione. La sua arte non è mai stata solo un riflesso della realtà, ma un continuo interrogarsi su di essa, un invito a sfidare il conformismo.

Dalla Milano degli anni ‘60 al cuore della mostra

Milano, negli anni ’60, è stata il fulcro del movimento femminista italiano e Clemen Parrocchetti è stata una delle voci più forti e decise. La sua arte si è evoluta tra disegno, pittura, scultura e soprattutto il ricorso a materiali tradizionali come il tessuto, che per l’artista non era solo un mezzo espressivo ma anche un simbolo di connessione tra le generazioni di donne che l’hanno preceduta e quelle che l’avrebbero seguita. In questa mostra, l’ago e il filo diventano armi di ribellione, strumenti per ricucire una realtà frammentata e per gridare, ancora oggi, la necessità di un cambiamento radicale.

Un invito a guardare oltre la superficie

La mostra Ironia ribelle si configura come un viaggio nella mente e nel cuore di Clemen Parrocchetti, ma anche come un invito ad andare oltre le apparenze. Non si tratta di un’esposizione che si limita a celebrare la vita e l’opera di un’artista, ma di un percorso che sollecita ogni visitatore a riflettere sull’importanza della libertà individuale e collettiva. In un mondo che ancora lotta con le disuguaglianze di genere, l’arte di Parrocchetti offre una luce che brilla attraverso il buio del conformismo.

Un atto di coraggio e autonomia

Come una guerriera, Clemen Parrocchetti ha lottato per un’arte autonoma e per un mondo dove la donna possa finalmente rivendicare il proprio posto. La sua arte non è mai stata un lusso, ma una necessità urgente, un grido di libertà in un contesto sociale che lottava per restringere gli spazi di espressione delle donne. La mostra a Palazzo Medici Riccardi rende omaggio a una delle voci più coraggiose e anticonformiste del Novecento, restituendo alla storia dell’arte un capitolo che merita finalmente di essere conosciuto e celebrato.

“Non voglio più essere sfogliata, non voglio più che mi si strappino le ali. Le rivoglio tutte, vibranti di luci e suoni per volare.”

Con queste parole, Clemen Parrocchetti ci invita a riprenderci la nostra libertà, a non accontentarci mai della visione che altri hanno di noi.

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