Migrazioni – XVI Premio IILA-Fotografia: immagini che attraversano confini

Tempo stimato per la lettura: 3,3 minuti
Dal 1º ottobre al 9 novembre 2025, il Museo di Roma in Trastevere ospita la mostra Migrazioni, XVI edizione del Premio IILA-Fotografia, un progetto nato per dare voce ai giovani fotografi under 40 dell’America Latina. L’edizione 2025 si concentra su un tema quanto mai necessario: le migrazioni, non come mera transumanza o spostamento forzato, ma come lente attraverso cui osservare identità, radici e trasformazioni interiori.
Le fotografie in mostra non cercano di spiegare, ma di evocare. Non illustrano un concetto, ma raccontano vite in cammino, sospese tra partenze e ritorni, tra perdita e reinvenzione. Ogni scatto è una soglia. Ogni immagine, un confine attraversato.
Un premio che diventa ponte tra i continenti
Promosso dall’IILA – Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana – in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con il Ministero della Cultura, il Premio IILA-Fotografia si è affermato negli anni come piattaforma di scoperta e scambio culturale. La mostra a Roma è il risultato di una selezione attenta e appassionata: 116 progetti ricevuti da 19 paesi, tutti valutati da una giuria composta da esperti del settore.
A vincere l’edizione 2025 è Fabiola Ferrero (Venezuela), che con il progetto Buscando los olivos costruisce una narrazione sospesa tra passato e presente, documentando il suo ritorno alle origini italiane e il flusso migratorio inverso vissuto oggi da molti latinoamericani. Un viaggio poetico e struggente, che si intreccia con la memoria familiare e la realtà odierna di un’identità divisa tra due mondi.
Stanze piene di visioni
All’interno del Museo di Roma in Trastevere, lo spazio espositivo si snoda in una serie di sale che accolgono lo spettatore in un percorso immersivo, denso, intimo. La luce è soffusa, le stampe dialogano tra loro, i volti e i luoghi ritratti costruiscono un mosaico umano che abbraccia il continente latinoamericano, ma parla al mondo intero.
I progetti segnalati con menzione speciale completano la narrazione. Abeja mestiza di Karolainne Rosero (Colombia) esplora il retaggio indigeno e la resistenza culturale, intrecciando riti, simboli e corpi in immagini sospese tra documentazione e sogno. Desplazados de Mozambique di Alfredo Zúniga (Nicaragua) mostra invece il volto meno raccontato delle migrazioni: quello dei rifugiati climatici, vittime invisibili dell’emergenza ambientale. I loro scatti parlano un linguaggio semplice e potente: quello della dignità.
La fotografia come atto di presenza
Oltre ai lavori dei finalisti, la mostra include il progetto Scusa di Andrés Pérez, vincitore della scorsa edizione, e una selezione di opere di Giovanni De Angelis, tutor e membro della giuria. Questi dialoghi intergenerazionali e intercontinentali danno profondità al percorso, offrendo una riflessione più ampia sulla fotografia come atto politico, gesto di presenza, presa di parola.
L’esposizione non si limita a esporre immagini: costruisce una trama di esperienze condivise. L’obiettivo di ogni fotografo non è rivolto solo verso il soggetto, ma verso chi guarda. Così il visitatore è chiamato a partecipare, a riflettere, a sentirsi coinvolto. Ogni storia si riverbera, ogni ritratto riflette qualcosa anche di noi.
Una Roma che accoglie e racconta
La scelta di Roma – e in particolare di Trastevere – non è casuale. Il quartiere, cuore pulsante della memoria popolare e crocevia di culture, diventa lo sfondo ideale per un progetto che parla di attraversamenti e radicamenti. Il Museo di Roma in Trastevere conferma così la sua vocazione a luogo di racconto sociale, spazio aperto all’incontro tra passato e presente.
Attraverso la lente di questi giovani fotografi, la capitale italiana diventa il punto di osservazione di un’umanità in movimento. Migrazioni non è solo un’esposizione: è una soglia aperta sull’altrove, una meditazione visiva sul nostro tempo, un invito a guardare oltre ciò che separa.
condividi su
Migrazioni – XVI Premio IILA-Fotografia: immagini che attraversano confini
Tempo stimato per la lettura: 10 minuti
Dal 1º ottobre al 9 novembre 2025, il Museo di Roma in Trastevere ospita la mostra Migrazioni, XVI edizione del Premio IILA-Fotografia, un progetto nato per dare voce ai giovani fotografi under 40 dell’America Latina. L’edizione 2025 si concentra su un tema quanto mai necessario: le migrazioni, non come mera transumanza o spostamento forzato, ma come lente attraverso cui osservare identità, radici e trasformazioni interiori.
Le fotografie in mostra non cercano di spiegare, ma di evocare. Non illustrano un concetto, ma raccontano vite in cammino, sospese tra partenze e ritorni, tra perdita e reinvenzione. Ogni scatto è una soglia. Ogni immagine, un confine attraversato.
Un premio che diventa ponte tra i continenti
Promosso dall’IILA – Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana – in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con il Ministero della Cultura, il Premio IILA-Fotografia si è affermato negli anni come piattaforma di scoperta e scambio culturale. La mostra a Roma è il risultato di una selezione attenta e appassionata: 116 progetti ricevuti da 19 paesi, tutti valutati da una giuria composta da esperti del settore.
A vincere l’edizione 2025 è Fabiola Ferrero (Venezuela), che con il progetto Buscando los olivos costruisce una narrazione sospesa tra passato e presente, documentando il suo ritorno alle origini italiane e il flusso migratorio inverso vissuto oggi da molti latinoamericani. Un viaggio poetico e struggente, che si intreccia con la memoria familiare e la realtà odierna di un’identità divisa tra due mondi.
Stanze piene di visioni
All’interno del Museo di Roma in Trastevere, lo spazio espositivo si snoda in una serie di sale che accolgono lo spettatore in un percorso immersivo, denso, intimo. La luce è soffusa, le stampe dialogano tra loro, i volti e i luoghi ritratti costruiscono un mosaico umano che abbraccia il continente latinoamericano, ma parla al mondo intero.
I progetti segnalati con menzione speciale completano la narrazione. Abeja mestiza di Karolainne Rosero (Colombia) esplora il retaggio indigeno e la resistenza culturale, intrecciando riti, simboli e corpi in immagini sospese tra documentazione e sogno. Desplazados de Mozambique di Alfredo Zúniga (Nicaragua) mostra invece il volto meno raccontato delle migrazioni: quello dei rifugiati climatici, vittime invisibili dell’emergenza ambientale. I loro scatti parlano un linguaggio semplice e potente: quello della dignità.
La fotografia come atto di presenza
Oltre ai lavori dei finalisti, la mostra include il progetto Scusa di Andrés Pérez, vincitore della scorsa edizione, e una selezione di opere di Giovanni De Angelis, tutor e membro della giuria. Questi dialoghi intergenerazionali e intercontinentali danno profondità al percorso, offrendo una riflessione più ampia sulla fotografia come atto politico, gesto di presenza, presa di parola.
L’esposizione non si limita a esporre immagini: costruisce una trama di esperienze condivise. L’obiettivo di ogni fotografo non è rivolto solo verso il soggetto, ma verso chi guarda. Così il visitatore è chiamato a partecipare, a riflettere, a sentirsi coinvolto. Ogni storia si riverbera, ogni ritratto riflette qualcosa anche di noi.
Una Roma che accoglie e racconta
La scelta di Roma – e in particolare di Trastevere – non è casuale. Il quartiere, cuore pulsante della memoria popolare e crocevia di culture, diventa lo sfondo ideale per un progetto che parla di attraversamenti e radicamenti. Il Museo di Roma in Trastevere conferma così la sua vocazione a luogo di racconto sociale, spazio aperto all’incontro tra passato e presente.
Attraverso la lente di questi giovani fotografi, la capitale italiana diventa il punto di osservazione di un’umanità in movimento. Migrazioni non è solo un’esposizione: è una soglia aperta sull’altrove, una meditazione visiva sul nostro tempo, un invito a guardare oltre ciò che separa.
seguici su