Moderne Art Fair 2025: tra icone storiche e talenti emergenti

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 23 Ottobre 2025

Tempo stimato per la lettura: 6,7 minuti

C’è un momento dell’anno in cui Parigi smette di osservare l’arte e comincia a viverla. Quando la città non è più solo cornice, ma diventa opera essa stessa. Succede a ottobre, quando la Moderne Art Fair torna in scena e trasforma la storica Place de la Concorde in un organismo pulsante di visioni, voci e vibrazioni creative. Dal 23 al 26 ottobre 2025, l’arte moderna e contemporanea si dà appuntamento nel cuore della capitale per una nuova edizione che rompe le aspettative, fonde linguaggi e (ri)definisce l’esperienza della fiera. Più di cinquanta gallerie francesi e internazionali si danno appuntamento. Nel cuore della Paris Art Week, Moderne Art Fair si conferma un punto di riferimento per chi ama l’arte, ma anche per chi cerca un’esperienza culturale piena di stile e significato.

Una nuova architettura, una nuova vibe

Quest’anno la fiera cambia pelle. I padiglioni sono ripensati con un concept elegante e funzionale, che raddoppia l’allée centrale e disegna un percorso chiaro, fluido, stylish. Ogni galleria ha il suo spazio, ogni opera il suo respiro. Il risultato? Un’esperienza immersiva e super accessibile.

Modernità e memoria si incontrano

Qui, arte moderna e contemporanea entrano in dialogo, si contaminano e si esaltano a vicenda. Le firme storiche convivono con nomi emergenti e visioni cutting-edge. A orchestrare questo mix perfetto c’è un team di esperti – fra cui Lumir Ardant, David Nahmad e Pierre Cornette de Saint‑Cyr – che propongono una selezione curatoriale esplosiva, pensata tanto per collezionisti navigati quanto per nuove generazioni di appassionati d’arte. Le codirettrici Adeline Keit e Isabelle Keit‑Parinaud rendono visibile questa visione audace, creando uno spazio dove l’arte vive e circola in ogni sua forma.

Mathias Kiss: l’arte come architettura del sublime

Per la sua edizione speciale in Place de la Concorde, Moderne Art Fair sceglie come invité d’honneur Mathias Kiss, artista inclassificabile che da oltre vent’anni unisce architettura e arte contemporanea. Con Watch You Burn, ispirata a paesaggi greci in fiamme e filtrati dagli schermi digitali, Kiss riflette sul contrasto tra bellezza simulata e realtà bruciante. Tra specchi piegati e installazioni monumentali, la sua “radicalità silenziosa” trasforma lo spazio in esperienza sensoriale, incarnando la nuova direzione della fiera: ibrida, audace, profondamente contemporanea.

Attorno a lui, tre mostre tematiche approfondiscono il tema della memoria: quella delle forme (Abstraction française, l’élan d’Après-Guerre), delle immagini (Figures du silence – Portraits et paysages) e dei corpi (La Légion dans la peau di Victor Ferreira, a sostegno di Solidarité Légionnaire).

In dialogo con questo sguardo verso il passato, gli spazi Promesse si proiettano invece nel futuro: una piattaforma dedicata alle giovani gallerie e ai progetti emergenti, che rappresentano le eredità di domani. Qui, la fiera afferma la propria missione più profonda — sostenere la vitalità della creazione contemporanea e offrire visibilità ai nuovi linguaggi che ridefiniscono il presente.

Fotografia protagonista: sguardi, corpi e memoria

Nel 2025, la fotografia non è più solo un linguaggio tra tanti: è la star del percorso. Dimentica la foto come documento o decorazione. Qui si parla di poesia visiva, di storytelling, di corpo e identità, in un momento storico dove l’IA e il digitale spingono l’immagine a nuove frontiere.

Portraits et paysages : Figures du silence, che mette in scena un gioco di riflessi tra paesaggi e ritratti, tra ciò che siamo e ciò che vediamo. Il silenzio diventa chiave di lettura, cornice emotiva, lente poetica. È tutto molto intimo, molto potente.

Tatuaggi, soldati e arte visiva: il corpo come manifesto

Con La Légion dans la peau, il fotografo Victor Ferreira (ex militare diventato artista) ci porta dentro la carne viva dei suoi ex commilitoni: i tatuaggi diventano simboli di appartenenza, preghiere mute, cicatrici visibili dell’invisibile. Ogni scatto è una storia. Ogni corpo è un archivio.

Il progetto non si ferma all’estetica: è anche un atto di solidarietà. Le opere sono in vendita per sostenere Solidarité Légionnaire, in supporto a ex legionari feriti o in difficoltà. Arte che cura, letteralmente.

Jean-Luc Bertini: Contemplazioni italiane

Con la serie Contemplations Italiennes, Jean-Luc Bertini firma un raffinato atto di sguardo dedicato al paesaggio e alla luce dell’Italia. Attraverso un linguaggio fotografico sospeso tra realismo e poesia, l’artista francese cattura frammenti di quiete, architetture meditate, orizzonti che sembrano respirare. Le sue immagini, lontane dal pittoresco, indagano la dimensione interiore dei luoghi — una geografia emotiva fatta di silenzi, ombre e bagliori. Bertini trasforma ogni veduta in un esercizio di contemplazione: uno spazio-tempo dilatato dove la fotografia diventa pensiero, e la luce, materia di introspezione.

Un viaggio tra storia e modernità

La Moderne Art Fair 2025 si muove come una mappa della memoria visiva del Novecento, ma con un passo deciso nel presente. Tra gallerie storiche e nuovi nomi, l’edizione di quest’anno conferma la sua identità: luogo d’incontro tra arte moderna e contemporanea, dove il dialogo tra passato e futuro prende forma in opere, visioni e contrasti affascinanti.

Nel primo padiglione, lo sguardo si concentra sull’arte del dopoguerra, con focus su movimenti come l’espressionismo astratto. Nomi come Galerie Dominique Hurtebize, Galerie Bert, Galerie Messine e Kalisto Fine Art portano in scena opere che raccontano tensioni, rivoluzioni formali e rinascite creative.

Accanto a loro, le gallerie spagnole – Cortina e Calzada – rendono omaggio ai giganti del XX secolo: Picasso, Miró, Dalí, Barceló, nomi che hanno respirato Parigi, vissuto i suoi atelier, inciso la sua memoria culturale.

Linee, corpi e materia in movimento

La fiera è anche corpo, gesto, tridimensionalità. Le gallerie Capazza, Modern Shapes Gallery e 1831 ARr Gallery rimettono al centro la scultura e la ceramica, con una selezione che oscilla tra il minimalismo materico e la potenza simbolica della forma.

Intorno, il colore prende velocità: l’arte cinetica e l’astrazione geometrica accendono gli spazi grazie a gallerie come Lélia Mordoch, Mark Hachem e Protée, che da oltre mezzo secolo sostiene le molteplici declinazioni dell’astrazione.

Nel secondo padiglione, l’energia continua con incursioni nella figurazione narrativa e nel nuovo realismo, guidate da realtà come Saltiel, AD Galerie Montpellier, Bertheas, Perahia e David Pluskwa Art Contemporain. È un mix audace, equilibrato e pulsante.

Visioni fotografiche: tra nostalgia e pixel

La fotografia, in questa edizione, si prende il suo spazio con classe e contenuto. La parigina Gadcollection propone scatti vintage che raccontano altri tempi con la sensibilità del presente, mentre ArtitledContemporary (Paesi Bassi) porta in fiera una fotografia figurativa dalla forte impronta pittorica.

Artisti come Tom Blachford e Dean West sperimentano con la luce, l’illusione e il racconto visivo, ridefinendo la fotografia come linguaggio contemporaneo di rottura e introspezione. In un mondo ipervisivo, il gesto fotografico torna a essere lento, meditativo, necessario.

La contemporaneità come atto di presenza

Il battito del presente si sente forte tra le gallerie contemporanee: Ange Monnoyeur, A Tempera, Artima, Nichido e le new entry Estelle Lebas e Zberro portano uno sguardo giovane, internazionale, spesso ibrido. La scena belga si fa sentire con LKFF Art Project e Art22 Gallery, che esplorano il confine tra arte visiva, installazione e design.

Come ogni anno, la Galerie GNG firma un solo show di grande intensità: protagonista 2025 è Guy Ferrer, artista francese che unisce pittura e scultura per interrogare la memoria, l’identità e la condizione umana con un’estetica essenziale e universale.

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Published On: 23 Ottobre 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 20 minuti

C’è un momento dell’anno in cui Parigi smette di osservare l’arte e comincia a viverla. Quando la città non è più solo cornice, ma diventa opera essa stessa. Succede a ottobre, quando la Moderne Art Fair torna in scena e trasforma la storica Place de la Concorde in un organismo pulsante di visioni, voci e vibrazioni creative. Dal 23 al 26 ottobre 2025, l’arte moderna e contemporanea si dà appuntamento nel cuore della capitale per una nuova edizione che rompe le aspettative, fonde linguaggi e (ri)definisce l’esperienza della fiera. Più di cinquanta gallerie francesi e internazionali si danno appuntamento. Nel cuore della Paris Art Week, Moderne Art Fair si conferma un punto di riferimento per chi ama l’arte, ma anche per chi cerca un’esperienza culturale piena di stile e significato.

Una nuova architettura, una nuova vibe

Quest’anno la fiera cambia pelle. I padiglioni sono ripensati con un concept elegante e funzionale, che raddoppia l’allée centrale e disegna un percorso chiaro, fluido, stylish. Ogni galleria ha il suo spazio, ogni opera il suo respiro. Il risultato? Un’esperienza immersiva e super accessibile.

Modernità e memoria si incontrano

Qui, arte moderna e contemporanea entrano in dialogo, si contaminano e si esaltano a vicenda. Le firme storiche convivono con nomi emergenti e visioni cutting-edge. A orchestrare questo mix perfetto c’è un team di esperti – fra cui Lumir Ardant, David Nahmad e Pierre Cornette de Saint‑Cyr – che propongono una selezione curatoriale esplosiva, pensata tanto per collezionisti navigati quanto per nuove generazioni di appassionati d’arte. Le codirettrici Adeline Keit e Isabelle Keit‑Parinaud rendono visibile questa visione audace, creando uno spazio dove l’arte vive e circola in ogni sua forma.

Mathias Kiss: l’arte come architettura del sublime

Per la sua edizione speciale in Place de la Concorde, Moderne Art Fair sceglie come invité d’honneur Mathias Kiss, artista inclassificabile che da oltre vent’anni unisce architettura e arte contemporanea. Con Watch You Burn, ispirata a paesaggi greci in fiamme e filtrati dagli schermi digitali, Kiss riflette sul contrasto tra bellezza simulata e realtà bruciante. Tra specchi piegati e installazioni monumentali, la sua “radicalità silenziosa” trasforma lo spazio in esperienza sensoriale, incarnando la nuova direzione della fiera: ibrida, audace, profondamente contemporanea.

Attorno a lui, tre mostre tematiche approfondiscono il tema della memoria: quella delle forme (Abstraction française, l’élan d’Après-Guerre), delle immagini (Figures du silence – Portraits et paysages) e dei corpi (La Légion dans la peau di Victor Ferreira, a sostegno di Solidarité Légionnaire).

In dialogo con questo sguardo verso il passato, gli spazi Promesse si proiettano invece nel futuro: una piattaforma dedicata alle giovani gallerie e ai progetti emergenti, che rappresentano le eredità di domani. Qui, la fiera afferma la propria missione più profonda — sostenere la vitalità della creazione contemporanea e offrire visibilità ai nuovi linguaggi che ridefiniscono il presente.

Fotografia protagonista: sguardi, corpi e memoria

Nel 2025, la fotografia non è più solo un linguaggio tra tanti: è la star del percorso. Dimentica la foto come documento o decorazione. Qui si parla di poesia visiva, di storytelling, di corpo e identità, in un momento storico dove l’IA e il digitale spingono l’immagine a nuove frontiere.

Portraits et paysages : Figures du silence, che mette in scena un gioco di riflessi tra paesaggi e ritratti, tra ciò che siamo e ciò che vediamo. Il silenzio diventa chiave di lettura, cornice emotiva, lente poetica. È tutto molto intimo, molto potente.

Tatuaggi, soldati e arte visiva: il corpo come manifesto

Con La Légion dans la peau, il fotografo Victor Ferreira (ex militare diventato artista) ci porta dentro la carne viva dei suoi ex commilitoni: i tatuaggi diventano simboli di appartenenza, preghiere mute, cicatrici visibili dell’invisibile. Ogni scatto è una storia. Ogni corpo è un archivio.

Il progetto non si ferma all’estetica: è anche un atto di solidarietà. Le opere sono in vendita per sostenere Solidarité Légionnaire, in supporto a ex legionari feriti o in difficoltà. Arte che cura, letteralmente.

Jean-Luc Bertini: Contemplazioni italiane

Con la serie Contemplations Italiennes, Jean-Luc Bertini firma un raffinato atto di sguardo dedicato al paesaggio e alla luce dell’Italia. Attraverso un linguaggio fotografico sospeso tra realismo e poesia, l’artista francese cattura frammenti di quiete, architetture meditate, orizzonti che sembrano respirare. Le sue immagini, lontane dal pittoresco, indagano la dimensione interiore dei luoghi — una geografia emotiva fatta di silenzi, ombre e bagliori. Bertini trasforma ogni veduta in un esercizio di contemplazione: uno spazio-tempo dilatato dove la fotografia diventa pensiero, e la luce, materia di introspezione.

Un viaggio tra storia e modernità

La Moderne Art Fair 2025 si muove come una mappa della memoria visiva del Novecento, ma con un passo deciso nel presente. Tra gallerie storiche e nuovi nomi, l’edizione di quest’anno conferma la sua identità: luogo d’incontro tra arte moderna e contemporanea, dove il dialogo tra passato e futuro prende forma in opere, visioni e contrasti affascinanti.

Nel primo padiglione, lo sguardo si concentra sull’arte del dopoguerra, con focus su movimenti come l’espressionismo astratto. Nomi come Galerie Dominique Hurtebize, Galerie Bert, Galerie Messine e Kalisto Fine Art portano in scena opere che raccontano tensioni, rivoluzioni formali e rinascite creative.

Accanto a loro, le gallerie spagnole – Cortina e Calzada – rendono omaggio ai giganti del XX secolo: Picasso, Miró, Dalí, Barceló, nomi che hanno respirato Parigi, vissuto i suoi atelier, inciso la sua memoria culturale.

Linee, corpi e materia in movimento

La fiera è anche corpo, gesto, tridimensionalità. Le gallerie Capazza, Modern Shapes Gallery e 1831 ARr Gallery rimettono al centro la scultura e la ceramica, con una selezione che oscilla tra il minimalismo materico e la potenza simbolica della forma.

Intorno, il colore prende velocità: l’arte cinetica e l’astrazione geometrica accendono gli spazi grazie a gallerie come Lélia Mordoch, Mark Hachem e Protée, che da oltre mezzo secolo sostiene le molteplici declinazioni dell’astrazione.

Nel secondo padiglione, l’energia continua con incursioni nella figurazione narrativa e nel nuovo realismo, guidate da realtà come Saltiel, AD Galerie Montpellier, Bertheas, Perahia e David Pluskwa Art Contemporain. È un mix audace, equilibrato e pulsante.

Visioni fotografiche: tra nostalgia e pixel

La fotografia, in questa edizione, si prende il suo spazio con classe e contenuto. La parigina Gadcollection propone scatti vintage che raccontano altri tempi con la sensibilità del presente, mentre ArtitledContemporary (Paesi Bassi) porta in fiera una fotografia figurativa dalla forte impronta pittorica.

Artisti come Tom Blachford e Dean West sperimentano con la luce, l’illusione e il racconto visivo, ridefinendo la fotografia come linguaggio contemporaneo di rottura e introspezione. In un mondo ipervisivo, il gesto fotografico torna a essere lento, meditativo, necessario.

La contemporaneità come atto di presenza

Il battito del presente si sente forte tra le gallerie contemporanee: Ange Monnoyeur, A Tempera, Artima, Nichido e le new entry Estelle Lebas e Zberro portano uno sguardo giovane, internazionale, spesso ibrido. La scena belga si fa sentire con LKFF Art Project e Art22 Gallery, che esplorano il confine tra arte visiva, installazione e design.

Come ogni anno, la Galerie GNG firma un solo show di grande intensità: protagonista 2025 è Guy Ferrer, artista francese che unisce pittura e scultura per interrogare la memoria, l’identità e la condizione umana con un’estetica essenziale e universale.

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