Photography into Sculpture: la fotografia prende forma

Tempo stimato per la lettura: 2,3 minuti
Casa Regis – Centro per la Cultura e l’Arte Contemporanea inaugura il 5 ottobre 2025 Photography into Sculpture: un omaggio e un aggiornamento, curata da L. Mikelle Standbridge, una mostra che celebra e rilancia la storica esposizione del MoMA del 1970 firmata da Peter C. Bunnell. Dal 19 ottobre 2025 al 22 febbraio 2026, undici artisti internazionali esplorano i confini tra fotografia e scultura, trasformando immagini in oggetti tridimensionali, installazioni e ambienti immersivi.
Il ritorno di un’icona
L’esposizione originale di Bunnell era un esperimento pionieristico che all’epoca non fu compreso appieno. Oggi, più di cinquant’anni dopo, gli artisti contemporanei confermano che la fotografia può vivere oltre il piano bidimensionale, contaminando materiali e spazi. Con lavori che vanno dalle delicate manipolazioni su carta di cotone di Diane Meyer alle complesse retroilluminazioni di Henrik Miklos Andersen e Roberta Toscano, la mostra rivela quanto l’ibridazione dei linguaggi sia diventata la cifra dei nostri tempi.
Sperimentazione e materia
Il percorso espositivo mette in dialogo tecniche e materiali: dalla cera fredda di Dawn Surratt alla stampa generativa di Silvia Gaffurini, dai lightbox che trasformano fotografie celesti di Roberta Toscano alle installazioni digitali futuristiche di Villiam Miklos Andersen, fino ai giochi di pellicola e luce di Bennie Flores Ansell. Ogni opera, pur nella sua unicità, contribuisce a una conversazione comune: come la fotografia può estendersi nello spazio e nel tempo, fondendo immagine e materia.
Olga Caldas: il quotidiano come sogno
Un capitolo a parte merita Olga Caldas, che trasforma la fotografia in un’esperienza immersiva e poetica. I suoi « ritratti » di fiori, tratti dal progetto Il Giardino dei sentieri che si biforcano, diventano tovaglie, cuscini, tappeti, piatti e tende retroilluminate, popolando la storica biblioteca di Casa Regis. La sua cifra in bianco e nero conferisce agli oggetti una vibrazione unica, trasformando il familiare in straniante. Il suo lavoro dialoga con simbolismo, surrealismo e poesia visiva, richiamando figure come Odilon Redon e Christian Boltanski, creando uno spazio dove memoria, immaginazione e quotidianità si intrecciano in un gioco di epoche sovrapposte.
Leggi anche: Il Giardino dei sentieri che biforcano di Olga Caldas. Intervista alla fotografa
Un omaggio contemporaneo
Photography into Sculpture non è solo un tributo alla mostra del MoMA, ma un aggiornamento vivente: dimostra che il dialogo tra fotografia e scultura è più attuale che mai. Ogni artista, pur con linguaggi personali, conferma che il potenziale tridimensionale della fotografia è infinito, capace di trasformare l’ordinario in straordinario, invitando lo spettatore a osservare il mondo con occhi nuovi.
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Photography into Sculpture: la fotografia prende forma
Tempo stimato per la lettura: 7 minuti
Casa Regis – Centro per la Cultura e l’Arte Contemporanea inaugura il 5 ottobre 2025 Photography into Sculpture: un omaggio e un aggiornamento, curata da L. Mikelle Standbridge, una mostra che celebra e rilancia la storica esposizione del MoMA del 1970 firmata da Peter C. Bunnell. Dal 19 ottobre 2025 al 22 febbraio 2026, undici artisti internazionali esplorano i confini tra fotografia e scultura, trasformando immagini in oggetti tridimensionali, installazioni e ambienti immersivi.
Il ritorno di un’icona
L’esposizione originale di Bunnell era un esperimento pionieristico che all’epoca non fu compreso appieno. Oggi, più di cinquant’anni dopo, gli artisti contemporanei confermano che la fotografia può vivere oltre il piano bidimensionale, contaminando materiali e spazi. Con lavori che vanno dalle delicate manipolazioni su carta di cotone di Diane Meyer alle complesse retroilluminazioni di Henrik Miklos Andersen e Roberta Toscano, la mostra rivela quanto l’ibridazione dei linguaggi sia diventata la cifra dei nostri tempi.
Sperimentazione e materia
Il percorso espositivo mette in dialogo tecniche e materiali: dalla cera fredda di Dawn Surratt alla stampa generativa di Silvia Gaffurini, dai lightbox che trasformano fotografie celesti di Roberta Toscano alle installazioni digitali futuristiche di Villiam Miklos Andersen, fino ai giochi di pellicola e luce di Bennie Flores Ansell. Ogni opera, pur nella sua unicità, contribuisce a una conversazione comune: come la fotografia può estendersi nello spazio e nel tempo, fondendo immagine e materia.
Olga Caldas: il quotidiano come sogno
Un capitolo a parte merita Olga Caldas, che trasforma la fotografia in un’esperienza immersiva e poetica. I suoi « ritratti » di fiori, tratti dal progetto Il Giardino dei sentieri che si biforcano, diventano tovaglie, cuscini, tappeti, piatti e tende retroilluminate, popolando la storica biblioteca di Casa Regis. La sua cifra in bianco e nero conferisce agli oggetti una vibrazione unica, trasformando il familiare in straniante. Il suo lavoro dialoga con simbolismo, surrealismo e poesia visiva, richiamando figure come Odilon Redon e Christian Boltanski, creando uno spazio dove memoria, immaginazione e quotidianità si intrecciano in un gioco di epoche sovrapposte.
Leggi anche: Il Giardino dei sentieri che biforcano di Olga Caldas. Intervista alla fotografa
Un omaggio contemporaneo
Photography into Sculpture non è solo un tributo alla mostra del MoMA, ma un aggiornamento vivente: dimostra che il dialogo tra fotografia e scultura è più attuale che mai. Ogni artista, pur con linguaggi personali, conferma che il potenziale tridimensionale della fotografia è infinito, capace di trasformare l’ordinario in straordinario, invitando lo spettatore a osservare il mondo con occhi nuovi.







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