Qui e Ora: dialogo tra due collezioni d’arte contemporanea a Padova

Tempo stimato per la lettura: 3,2 minuti
La Fondazione Alberto Peruzzo apre le porte di Sant’Agnese a Qui e Ora. Due collezioni nello spirito del tempo, una mostra che vibra nello spazio come un invito alla presenza. A Padova, dal 4 dicembre 2025 al 12 aprile 2026, le opere della Collezione AGIVERONA di Anna e Giorgio Fasol incontrano quelle della Collezione della Fondazione Alberto Peruzzo, in un dialogo che attraversa secoli, sensibilità e forme del sacro. Il testo critico di Marco Meneguzzo accompagna questo intreccio come una guida sottile, capace di illuminare soglie e risonanze.
Lo spirito del tempo tra memoria e futuro
Le due collezioni si riflettono l’una nell’altra come in un gioco di specchi invisibili, articolando una meditazione sul tempo, sulla percezione e sulla spiritualità contemporanea. Qui il “sacro” non appartiene più soltanto alla religione, ma si manifesta come attenzione all’essenziale, come consapevolezza del passaggio, come gesto che abita il presente. La mostra prosegue il cammino della Fondazione Alberto Peruzzo nel costruire ponti tra il patrimonio del Novecento e le sensibilità del nuovo millennio, affidandosi a artisti capaci di ascoltare lo spazio e rivelarne la voce.
Sant’Agnese, un luogo che si trasforma
Il titolo Qui e Ora riassume l’essenza dell’esperienza: un invito a stare, a osservare, a sentire. L’antica chiesa di Sant’Agnese — edificio del XII secolo, uno dei luoghi di culto più antichi di Padova, sconsacrato negli anni Quaranta e restituito oggi all’arte — diventa un corpo vivo. Un’architettura che trattiene memoria e allo stesso tempo accoglie futuro. La navata e l’ex sacrestia diventano due luoghi complementari, due soglie del tempo in cui il contemporaneo incontra la vibrazione lenta della storia.
La Navata: il contemporaneo come presenza
Nella navata centrale, sette opere della Collezione AGIVERONA abitano lo spazio con una delicatezza audace. I lavori di Nari Ward, Giovanni Ozzola, Jacopo Mazzonelli, Vincenzo Castella, Serena Vestrucci, Ivan Moudov e Diango Hernández si innestano nella struttura romanica come presenze sospese, autonome eppure profondamente legate all’architettura. Qui il sacro si manifesta come tensione interiore, il tempo come flusso mutevole, la percezione come atto attivo del vedere.
Tra i lavori più emblematici, Performing Time di Ivan Moudov apre una riflessione radicale sulla natura soggettiva del tempo. Nell’eco della navata, l’opera sembra domandare cosa significhi misurare un istante, e come ciascuno di noi, più che registrare, decida di vivere la propria durata.
La Sacrestia: la voce del Novecento
Nell’ex sacrestia prende forma il controcanto: una selezione di opere della Collezione della Fondazione Alberto Peruzzo crea un ponte con il Novecento e con la sua eredità spirituale. Qui emergono la poesia visionaria di Marc Chagall, la metafisica di Giorgio De Chirico, la ritualità di Hermann Nitsch, le vibrazioni cromatiche di Paul Jenkins, la forza materica di Jannis Kounellis, i simboli pop di Robert Indiana. E ancora, le opere di Alberto Garutti, che con la loro capacità di attivare relazioni tra pubblico e spazio riportano il sacro nel gesto quotidiano, sottile, condiviso.
Un’esperienza immersiva tra luce e silenzio
Sant’Agnese guida il visitatore come un corpo vivo: la luce, il silenzio, le pietre, la verticalità della navata diventano parte dell’opera. L’esperienza è meditativa, lenta, quasi rituale. Ogni lavoro agisce come un varco: invita a sostare nel presente, a respirare il tempo, a percepire la qualità dell’istante più che la sua sequenza. L’incontro tra antico e contemporaneo produce un cortocircuito poetico, un luogo in cui il tempo si stratifica, si piega, si ascolta.
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Qui e Ora: dialogo tra due collezioni d’arte contemporanea a Padova
Tempo stimato per la lettura: 10 minuti
La Fondazione Alberto Peruzzo apre le porte di Sant’Agnese a Qui e Ora. Due collezioni nello spirito del tempo, una mostra che vibra nello spazio come un invito alla presenza. A Padova, dal 4 dicembre 2025 al 12 aprile 2026, le opere della Collezione AGIVERONA di Anna e Giorgio Fasol incontrano quelle della Collezione della Fondazione Alberto Peruzzo, in un dialogo che attraversa secoli, sensibilità e forme del sacro. Il testo critico di Marco Meneguzzo accompagna questo intreccio come una guida sottile, capace di illuminare soglie e risonanze.
Lo spirito del tempo tra memoria e futuro
Le due collezioni si riflettono l’una nell’altra come in un gioco di specchi invisibili, articolando una meditazione sul tempo, sulla percezione e sulla spiritualità contemporanea. Qui il “sacro” non appartiene più soltanto alla religione, ma si manifesta come attenzione all’essenziale, come consapevolezza del passaggio, come gesto che abita il presente. La mostra prosegue il cammino della Fondazione Alberto Peruzzo nel costruire ponti tra il patrimonio del Novecento e le sensibilità del nuovo millennio, affidandosi a artisti capaci di ascoltare lo spazio e rivelarne la voce.
Sant’Agnese, un luogo che si trasforma
Il titolo Qui e Ora riassume l’essenza dell’esperienza: un invito a stare, a osservare, a sentire. L’antica chiesa di Sant’Agnese — edificio del XII secolo, uno dei luoghi di culto più antichi di Padova, sconsacrato negli anni Quaranta e restituito oggi all’arte — diventa un corpo vivo. Un’architettura che trattiene memoria e allo stesso tempo accoglie futuro. La navata e l’ex sacrestia diventano due luoghi complementari, due soglie del tempo in cui il contemporaneo incontra la vibrazione lenta della storia.
La Navata: il contemporaneo come presenza
Nella navata centrale, sette opere della Collezione AGIVERONA abitano lo spazio con una delicatezza audace. I lavori di Nari Ward, Giovanni Ozzola, Jacopo Mazzonelli, Vincenzo Castella, Serena Vestrucci, Ivan Moudov e Diango Hernández si innestano nella struttura romanica come presenze sospese, autonome eppure profondamente legate all’architettura. Qui il sacro si manifesta come tensione interiore, il tempo come flusso mutevole, la percezione come atto attivo del vedere.
Tra i lavori più emblematici, Performing Time di Ivan Moudov apre una riflessione radicale sulla natura soggettiva del tempo. Nell’eco della navata, l’opera sembra domandare cosa significhi misurare un istante, e come ciascuno di noi, più che registrare, decida di vivere la propria durata.
La Sacrestia: la voce del Novecento
Nell’ex sacrestia prende forma il controcanto: una selezione di opere della Collezione della Fondazione Alberto Peruzzo crea un ponte con il Novecento e con la sua eredità spirituale. Qui emergono la poesia visionaria di Marc Chagall, la metafisica di Giorgio De Chirico, la ritualità di Hermann Nitsch, le vibrazioni cromatiche di Paul Jenkins, la forza materica di Jannis Kounellis, i simboli pop di Robert Indiana. E ancora, le opere di Alberto Garutti, che con la loro capacità di attivare relazioni tra pubblico e spazio riportano il sacro nel gesto quotidiano, sottile, condiviso.
Un’esperienza immersiva tra luce e silenzio
Sant’Agnese guida il visitatore come un corpo vivo: la luce, il silenzio, le pietre, la verticalità della navata diventano parte dell’opera. L’esperienza è meditativa, lenta, quasi rituale. Ogni lavoro agisce come un varco: invita a sostare nel presente, a respirare il tempo, a percepire la qualità dell’istante più che la sua sequenza. L’incontro tra antico e contemporaneo produce un cortocircuito poetico, un luogo in cui il tempo si stratifica, si piega, si ascolta.








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