Ragusa Foto Festival il Barocco come musa oltre l’apparenza

Tempo stimato per la lettura: 3,9 minuti
Prima di immergersi nell’anima visiva del Ragusa Foto Festival, bisgona lasciarsi incantare dall’eleganza teatrale di Ragusa Ibla, scrigno dorato nel cuore del Val di Noto. Questa gemma siciliana, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, racconta la sua storia attraverso chiese, balconi e palazzi che esplodono in volute e decori sontuosi. Ogni scorcio, ogni scalone, è un palcoscenico barocco che accoglie lo sguardo e prepara la scena all’inatteso.
Fotografia che svela
Dal 28 agosto al 28 settembre 2025, Ragusa Ibla si trasforma in una gigantesca galleria contemporanea. Per la sua tredicesima edizione, il Ragusa Foto Festival sceglie un tema potente e urgente: Oltre l’apparenza. Le giornate inaugurali, dal 28 al 31 agosto, sono un turbine di eventi, performance, letture portfolio, workshop, proiezioni e incontri. Ma il respiro dell’arte continua per un mese intero, nutrendo la città di visioni nuove e necessarie.
L’estetica del profondo
Oltre l’apparenza è un invito a decifrare ciò che si nasconde dietro le immagini, dietro i gesti, dietro le maschere del quotidiano. La fotografia diventa lente, ferita, preghiera. Un’esplorazione dell’identità contemporanea che passa per l’intimità, per la memoria collettiva, per i corpi e i territori. Uno spazio in cui l’arte visiva non si accontenta di raccontare, ma pretende di cambiare il modo in cui guardiamo il mondo.
Voci che raccontano
Jessica Backhaus fotografa una Polonia in metamorfosi con Jesus and the Cherries, Stefano De Luigi ripercorre gli anni dell’ascesa di Berlusconi con Televisiva, Charles Fréger riflette sul confine tra interno ed esterno, intimità e isolamento, con Les Perspectives. Maria Lax ci conduce in un viaggio di ritorno emotivo, mentre Maud Rallière esplora il corpo come mappa fragile ed essenziale. In Terra Mater, Cristina Vatielli eleva la natura a madre ferita, mentre Alessia Rollo destruttura gli stereotipi del Sud Italia con un’operazione visiva antropologica e raffinata. Johannes Seyerlein fotografa le sacrestie come luoghi sospesi tra spiritualità e kitsch.
Territorio come linguaggio
Francesca Todde, in residenza grazie alla Fondazione Cesare e Doris Zipelli, reinterpreta l’eredità culturale e archeologica di Ragusa. Il suo progetto diventa una narrazione silenziosa ma intensa, che intreccia natura, memoria e archivi affettivi. Accanto a lei, Sara De Martino presenta il corto Compagni di Viaggio, mentre una selezione di studenti dell’Istituto Europeo di Design realizza un’opera interdisciplinare che attraversa i linguaggi e le generazioni.
Talenti da tutto il mondo
Una sezione è dedicata alla fotografia analogica: tra i selezionati, Andrew Rovenko, Danae Panagiotidi, Melisa Oechsle, Francis O’Shaughnessy e Cataldo-De Marzo. Il Circuito OFF, curato da Alfredo Corrao ed Emanuela Alfano, espande la mostra a tutta Ragusa, con 40 progetti scelti tra oltre 600 fotografie arrivate da 49 Paesi. Il risultato? Un atlante visivo globale che parla molte lingue, ma condivide la stessa urgenza poetica.
Condividere il sapere
I workshop sono il cuore pulsante del festival: si affrontano temi come il photobook, l’archiviazione, la narrazione contemporanea, la valorizzazione dei patrimoni visivi. Le letture portfolio vedono protagonisti nomi come Benedetta Donato, Irene Alison, Claudio Corrivetti, Denis Curti, Tiziana Faraoni e Alessia Paladini. Il progetto migliore verrà premiato con una mostra e un contributo economico. Tra le presentazioni editoriali spicca la riedizione di Viaggio in Italia di Luigi Ghirri, accompagnata dalla proiezione del film Viaggio in Italia vent’anni dopo.
La città come galleria
Il festival si distribuisce nei luoghi simbolo di Ibla: Palazzo Cosentini, Palazzo La Rocca, l’Auditorium San Vincenzo Ferreri e il Giardino Ibleo. La città barocca si lascia attraversare e riscrivere: ogni piazza diventa punto d’ascolto, ogni palazzo custodisce un racconto, ogni muro è un possibile frame. A Ragusa, nulla è solo ciò che appare. Il festival scava, connette, espone e protegge. E tu, che percorri i vicoli in cerca di immagini, il visitatore si scopre parte del racconto.
Ideato e diretto da Stefania Paxhia e promosso dall’associazione Antiruggine, il Ragusa Foto Festival 2025 è un laboratorio visivo, un esercizio di empatia, un ponte tra generazioni, culture e verità. Sotto la direzione artistica di Massimo Siragusa e con il patrocinio della Commissione italiana per l’UNESCO, il festival conferma il suo ruolo nel panorama internazionale come spazio critico, fertile e inclusivo.
Crediti immagini:
Alessia Rollo
Antonello Ferrara
Charles Freger
Residenza Francesca Todde
Cristina Vatielli
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Ragusa Foto Festival il Barocco come musa oltre l’apparenza
Tempo stimato per la lettura: 12 minuti
Prima di immergersi nell’anima visiva del Ragusa Foto Festival, bisgona lasciarsi incantare dall’eleganza teatrale di Ragusa Ibla, scrigno dorato nel cuore del Val di Noto. Questa gemma siciliana, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, racconta la sua storia attraverso chiese, balconi e palazzi che esplodono in volute e decori sontuosi. Ogni scorcio, ogni scalone, è un palcoscenico barocco che accoglie lo sguardo e prepara la scena all’inatteso.
Fotografia che svela
Dal 28 agosto al 28 settembre 2025, Ragusa Ibla si trasforma in una gigantesca galleria contemporanea. Per la sua tredicesima edizione, il Ragusa Foto Festival sceglie un tema potente e urgente: Oltre l’apparenza. Le giornate inaugurali, dal 28 al 31 agosto, sono un turbine di eventi, performance, letture portfolio, workshop, proiezioni e incontri. Ma il respiro dell’arte continua per un mese intero, nutrendo la città di visioni nuove e necessarie.
L’estetica del profondo
Oltre l’apparenza è un invito a decifrare ciò che si nasconde dietro le immagini, dietro i gesti, dietro le maschere del quotidiano. La fotografia diventa lente, ferita, preghiera. Un’esplorazione dell’identità contemporanea che passa per l’intimità, per la memoria collettiva, per i corpi e i territori. Uno spazio in cui l’arte visiva non si accontenta di raccontare, ma pretende di cambiare il modo in cui guardiamo il mondo.
Voci che raccontano
Jessica Backhaus fotografa una Polonia in metamorfosi con Jesus and the Cherries, Stefano De Luigi ripercorre gli anni dell’ascesa di Berlusconi con Televisiva, Charles Fréger riflette sul confine tra interno ed esterno, intimità e isolamento, con Les Perspectives. Maria Lax ci conduce in un viaggio di ritorno emotivo, mentre Maud Rallière esplora il corpo come mappa fragile ed essenziale. In Terra Mater, Cristina Vatielli eleva la natura a madre ferita, mentre Alessia Rollo destruttura gli stereotipi del Sud Italia con un’operazione visiva antropologica e raffinata. Johannes Seyerlein fotografa le sacrestie come luoghi sospesi tra spiritualità e kitsch.
Territorio come linguaggio
Francesca Todde, in residenza grazie alla Fondazione Cesare e Doris Zipelli, reinterpreta l’eredità culturale e archeologica di Ragusa. Il suo progetto diventa una narrazione silenziosa ma intensa, che intreccia natura, memoria e archivi affettivi. Accanto a lei, Sara De Martino presenta il corto Compagni di Viaggio, mentre una selezione di studenti dell’Istituto Europeo di Design realizza un’opera interdisciplinare che attraversa i linguaggi e le generazioni.
Talenti da tutto il mondo
Una sezione è dedicata alla fotografia analogica: tra i selezionati, Andrew Rovenko, Danae Panagiotidi, Melisa Oechsle, Francis O’Shaughnessy e Cataldo-De Marzo. Il Circuito OFF, curato da Alfredo Corrao ed Emanuela Alfano, espande la mostra a tutta Ragusa, con 40 progetti scelti tra oltre 600 fotografie arrivate da 49 Paesi. Il risultato? Un atlante visivo globale che parla molte lingue, ma condivide la stessa urgenza poetica.
Condividere il sapere
I workshop sono il cuore pulsante del festival: si affrontano temi come il photobook, l’archiviazione, la narrazione contemporanea, la valorizzazione dei patrimoni visivi. Le letture portfolio vedono protagonisti nomi come Benedetta Donato, Irene Alison, Claudio Corrivetti, Denis Curti, Tiziana Faraoni e Alessia Paladini. Il progetto migliore verrà premiato con una mostra e un contributo economico. Tra le presentazioni editoriali spicca la riedizione di Viaggio in Italia di Luigi Ghirri, accompagnata dalla proiezione del film Viaggio in Italia vent’anni dopo.
La città come galleria
Il festival si distribuisce nei luoghi simbolo di Ibla: Palazzo Cosentini, Palazzo La Rocca, l’Auditorium San Vincenzo Ferreri e il Giardino Ibleo. La città barocca si lascia attraversare e riscrivere: ogni piazza diventa punto d’ascolto, ogni palazzo custodisce un racconto, ogni muro è un possibile frame. A Ragusa, nulla è solo ciò che appare. Il festival scava, connette, espone e protegge. E tu, che percorri i vicoli in cerca di immagini, il visitatore si scopre parte del racconto.
Ideato e diretto da Stefania Paxhia e promosso dall’associazione Antiruggine, il Ragusa Foto Festival 2025 è un laboratorio visivo, un esercizio di empatia, un ponte tra generazioni, culture e verità. Sotto la direzione artistica di Massimo Siragusa e con il patrocinio della Commissione italiana per l’UNESCO, il festival conferma il suo ruolo nel panorama internazionale come spazio critico, fertile e inclusivo.
Crediti immagini:
Alessia Rollo
Antonello Ferrara
Charles Freger
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