Rodney Smith: fotografia tra reale e surreale

Tempo stimato per la lettura: 2,3 minuti
Dal 3 ottobre 2025 al 1 febbraio 2026, Palazzo Roverella a Rovigo apre le sue porte a un mondo sospeso tra realtà e fantasia, firmato Rodney Smith. Qui la luce si fa poesia e l’ombra danza con grazia: immagini in bianco e nero che catturano l’essenza di un universo incantato, un delicato equilibrio tra il visibile e l’immaginato. Ogni fotografia è un respiro sospeso, un attimo eterno in cui eleganza classica e ironia si intrecciano, rivelando un racconto silenzioso di sogni e emozioni.
L’alchimia dell’occhio
Discepolo dei grandi maestri della fotografia, Smith ha forgiato uno stile che è al contempo austero e giocoso, rigoroso e lieve. Le sue fotografie raccontano storie mute di grazia, come quadri in movimento che invitano a un viaggio tra rimandi cinematografici e realtà sospese. Nel suo mondo convivono l’eleganza di un cappello d’altri tempi e la leggerezza di un sorriso, unendo l’introspezione filosofica alla magia dell’istante catturato per sempre.
L’arte del contemplare
Rodney Smith era un uomo che cercava il senso nascosto nelle cose, un filosofo che trovava nella fotografia un’eco della propria anima. “Ansioso solitario”, si definiva, e nelle sue immagini riversava quella tensione verso la bellezza, la quiete e l’armonia, come se ogni fotografia fosse un invito a riconciliarsi con il mondo. Con grazia e ottimismo, la sua arte ci conduce in un santuario di serenità, dove ogni dettaglio invita a rallentare, ad aprire il cuore e a meravigliarsi.
Sei porte verso l’incanto
La mostra si articola come un viaggio in sei tappe: dalla divina proporzione che regola ogni forma, alla gravità che plasma i corpi; dagli spazi eterei che sfidano la realtà, agli specchi che riflettono mondi paralleli, fino al tempo che si ferma e ai passaggi che ci trasformano. In un bianco e nero intensissimo, che Smith definiva una “sfolgorante astrazione”, la fotografia diventa magia, realtà trasfigurata in poesia visiva.
Un’armonia sospesa nel tempo
Anne Morin, curatrice della mostra, racconta ogni immagine come “un’armonia divina, un’estasi catturata per un istante”. È una grazia silenziosa, una danza di forme e contrasti che seduce lo sguardo e rapisce il cuore. Le fotografie di Smith non sono solo immagini: sono spazi di contemplazione, rifugi di bellezza, ponti che collegano ciò che vediamo a ciò che sentiamo, invitandoci a un sogno senza fine.
Immagini:
Skyline, Hudson River, New York, 1995 © Rodney Smith
Don Jumping over Hay Roll No. 1, Monkton, Maryland, 1999 © Rodney Smith
James in Inner Tube with Duck, Lake Placid, New York, 2006 © Rodney Smith
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Rodney Smith: fotografia tra reale e surreale
Tempo stimato per la lettura: 7 minuti
Dal 3 ottobre 2025 al 1 febbraio 2026, Palazzo Roverella a Rovigo apre le sue porte a un mondo sospeso tra realtà e fantasia, firmato Rodney Smith. Qui la luce si fa poesia e l’ombra danza con grazia: immagini in bianco e nero che catturano l’essenza di un universo incantato, un delicato equilibrio tra il visibile e l’immaginato. Ogni fotografia è un respiro sospeso, un attimo eterno in cui eleganza classica e ironia si intrecciano, rivelando un racconto silenzioso di sogni e emozioni.
L’alchimia dell’occhio
Discepolo dei grandi maestri della fotografia, Smith ha forgiato uno stile che è al contempo austero e giocoso, rigoroso e lieve. Le sue fotografie raccontano storie mute di grazia, come quadri in movimento che invitano a un viaggio tra rimandi cinematografici e realtà sospese. Nel suo mondo convivono l’eleganza di un cappello d’altri tempi e la leggerezza di un sorriso, unendo l’introspezione filosofica alla magia dell’istante catturato per sempre.
L’arte del contemplare
Rodney Smith era un uomo che cercava il senso nascosto nelle cose, un filosofo che trovava nella fotografia un’eco della propria anima. “Ansioso solitario”, si definiva, e nelle sue immagini riversava quella tensione verso la bellezza, la quiete e l’armonia, come se ogni fotografia fosse un invito a riconciliarsi con il mondo. Con grazia e ottimismo, la sua arte ci conduce in un santuario di serenità, dove ogni dettaglio invita a rallentare, ad aprire il cuore e a meravigliarsi.
Sei porte verso l’incanto
La mostra si articola come un viaggio in sei tappe: dalla divina proporzione che regola ogni forma, alla gravità che plasma i corpi; dagli spazi eterei che sfidano la realtà, agli specchi che riflettono mondi paralleli, fino al tempo che si ferma e ai passaggi che ci trasformano. In un bianco e nero intensissimo, che Smith definiva una “sfolgorante astrazione”, la fotografia diventa magia, realtà trasfigurata in poesia visiva.
Un’armonia sospesa nel tempo
Anne Morin, curatrice della mostra, racconta ogni immagine come “un’armonia divina, un’estasi catturata per un istante”. È una grazia silenziosa, una danza di forme e contrasti che seduce lo sguardo e rapisce il cuore. Le fotografie di Smith non sono solo immagini: sono spazi di contemplazione, rifugi di bellezza, ponti che collegano ciò che vediamo a ciò che sentiamo, invitandoci a un sogno senza fine.
Immagini:
Skyline, Hudson River, New York, 1995 © Rodney Smith
Don Jumping over Hay Roll No. 1, Monkton, Maryland, 1999 © Rodney Smith
James in Inner Tube with Duck, Lake Placid, New York, 2006 © Rodney Smith
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