Talent Prize 2025: la nuova scena dell’arte italiana in mostra a Roma

Tempo stimato per la lettura: 3,5 minuti
Elegante, stratificata, profondamente contemporanea: la mostra dedicata al Talent Prize 2025, inaugurata ufficialmente il 19 dicembre 2025 e visitabile fino al 18 gennaio 2026 presso le Sale Aldrovandi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, si impone come uno dei momenti chiave della stagione culturale. Un racconto corale che mette in scena il meglio della ricerca artistica emergente in Italia, tra visioni intime, materiali ibridi e riflessioni sul presente.
Un opening tra arte, pubblico e visioni condivise
La serata inaugurale ha avuto luogo nella suggestiva Sala delle Colonne, affollata da artisti, curatori, collezionisti e appassionati. In un clima di partecipazione e curiosità, la cerimonia di premiazione ha visto protagonisti Guido Talarico, ideatore del premio e direttore di Inside Art, Renata Cristina Mazzantini, direttrice della GNAMC, e Ludovico Pratesi, membro della giuria. Nei loro interventi è emerso un bilancio positivo delle ultime edizioni, sottolineando la capacità del Talent Prize di intercettare e sostenere i linguaggi più urgenti dell’arte contemporanea.
Oltre i confini: l’ambizione internazionale del Talent Prize
Tra i temi centrali della serata, l’ambizione di proiettare il premio su una scala sempre più internazionale. Un percorso già avviato, che punta a rafforzare la presenza degli artisti italiani all’estero e a creare nuove connessioni tra istituzioni, residenze e piattaforme globali. Un passo naturale per un premio che, anno dopo anno, si conferma come osservatorio privilegiato sul futuro dell’arte.
Guglielmo Maggini vince con la forza della materia
Il primo premio è stato assegnato a Guglielmo Maggini per Titano mio, una scultura in ceramica e resina realizzata durante una residenza presso il laboratorio artigiano Fumanti di Gubbio. L’opera, intensa e materica, intreccia sapere artigianale e sensibilità contemporanea, rileggendo la tradizione ceramica in chiave attuale. La giuria ha lodato la capacità dell’artista di trasformare la materia in racconto, costruendo una narrazione plastica densa, evocativa e profondamente attuale.
Premi speciali e narrazioni del presente
Accanto al vincitore, la mostra accoglie le opere dei finalisti e dei premi speciali, ciascuno portatore di una ricerca distinta ma ugualmente incisiva. Leonardo Petrucci, con Ho ancora tante cose da dirti, trasforma un cellulare in ottone appartenuto alla madre scomparsa in una reliquia silenziosa, capace di parlare di assenza e memoria condivisa. Ginevra Petrozzi riceve il Premio Speciale GNAMC per Congregation of Mysteries (ex votos), una reinterpretazione visionaria della pratica votiva, dove la divinità si fa digitale e il rito diventa critica del nostro tempo.
Giovanni Longo, premiato da Inside Art per Like a Dam (form archive), costruisce un archivio poetico e territoriale fatto di materiali naturali e memoria. Marco Rossetti conquista la prima edizione del Premio Speciale AMPA con R-complex o l’istinto, installazione cinetica che indaga la frammentazione dell’immagine e gli impulsi primordiali del cervello. Infine, Matteo Pizzolante, vincitore del Premio Speciale ICSC, con Ritratto e ritiro mette in dialogo l’invisibilità di una giovane hikikomori e l’iper-visibilità di un atleta globale, interrogando i concetti di esposizione, silenzio e identità.
Una giuria d’eccellenza per una mappa del contemporaneo
La selezione delle opere è stata affidata a una giuria composta da figure di primo piano del panorama artistico e istituzionale, tra cui Peter Benson Miller, Maria Emanuela Bruni, Costantino D’Orazio, Chiara Parisi, Federica Pirani, Anna Mattirolo, Adriana Polveroni, Marcello Smarrelli, Teresa Emanuele, Gianluca Marziani, Roberta Tenconi, insieme a Guido Talarico, Renata Cristina Mazzantini e Ludovico Pratesi. Un insieme di sguardi autorevoli che ha contribuito a costruire una visione articolata e plurale dell’arte emergente.
Il Talent Prize come osservatorio del futuro
La mostra del Talent Prize 2025 si conferma così come una piattaforma fondamentale per la valorizzazione della giovane creatività italiana. Un luogo di scoperta, confronto e possibilità, dove l’arte non si limita a riflettere il presente, ma prova a immaginare nuovi orizzonti. In perfetto equilibrio tra ricerca, istituzione e desiderio di futuro.
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Talent Prize 2025: la nuova scena dell’arte italiana in mostra a Roma
Tempo stimato per la lettura: 10 minuti
Elegante, stratificata, profondamente contemporanea: la mostra dedicata al Talent Prize 2025, inaugurata ufficialmente il 19 dicembre 2025 e visitabile fino al 18 gennaio 2026 presso le Sale Aldrovandi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, si impone come uno dei momenti chiave della stagione culturale. Un racconto corale che mette in scena il meglio della ricerca artistica emergente in Italia, tra visioni intime, materiali ibridi e riflessioni sul presente.
Un opening tra arte, pubblico e visioni condivise
La serata inaugurale ha avuto luogo nella suggestiva Sala delle Colonne, affollata da artisti, curatori, collezionisti e appassionati. In un clima di partecipazione e curiosità, la cerimonia di premiazione ha visto protagonisti Guido Talarico, ideatore del premio e direttore di Inside Art, Renata Cristina Mazzantini, direttrice della GNAMC, e Ludovico Pratesi, membro della giuria. Nei loro interventi è emerso un bilancio positivo delle ultime edizioni, sottolineando la capacità del Talent Prize di intercettare e sostenere i linguaggi più urgenti dell’arte contemporanea.
Oltre i confini: l’ambizione internazionale del Talent Prize
Tra i temi centrali della serata, l’ambizione di proiettare il premio su una scala sempre più internazionale. Un percorso già avviato, che punta a rafforzare la presenza degli artisti italiani all’estero e a creare nuove connessioni tra istituzioni, residenze e piattaforme globali. Un passo naturale per un premio che, anno dopo anno, si conferma come osservatorio privilegiato sul futuro dell’arte.
Guglielmo Maggini vince con la forza della materia
Il primo premio è stato assegnato a Guglielmo Maggini per Titano mio, una scultura in ceramica e resina realizzata durante una residenza presso il laboratorio artigiano Fumanti di Gubbio. L’opera, intensa e materica, intreccia sapere artigianale e sensibilità contemporanea, rileggendo la tradizione ceramica in chiave attuale. La giuria ha lodato la capacità dell’artista di trasformare la materia in racconto, costruendo una narrazione plastica densa, evocativa e profondamente attuale.
Premi speciali e narrazioni del presente
Accanto al vincitore, la mostra accoglie le opere dei finalisti e dei premi speciali, ciascuno portatore di una ricerca distinta ma ugualmente incisiva. Leonardo Petrucci, con Ho ancora tante cose da dirti, trasforma un cellulare in ottone appartenuto alla madre scomparsa in una reliquia silenziosa, capace di parlare di assenza e memoria condivisa. Ginevra Petrozzi riceve il Premio Speciale GNAMC per Congregation of Mysteries (ex votos), una reinterpretazione visionaria della pratica votiva, dove la divinità si fa digitale e il rito diventa critica del nostro tempo.
Giovanni Longo, premiato da Inside Art per Like a Dam (form archive), costruisce un archivio poetico e territoriale fatto di materiali naturali e memoria. Marco Rossetti conquista la prima edizione del Premio Speciale AMPA con R-complex o l’istinto, installazione cinetica che indaga la frammentazione dell’immagine e gli impulsi primordiali del cervello. Infine, Matteo Pizzolante, vincitore del Premio Speciale ICSC, con Ritratto e ritiro mette in dialogo l’invisibilità di una giovane hikikomori e l’iper-visibilità di un atleta globale, interrogando i concetti di esposizione, silenzio e identità.
Una giuria d’eccellenza per una mappa del contemporaneo
La selezione delle opere è stata affidata a una giuria composta da figure di primo piano del panorama artistico e istituzionale, tra cui Peter Benson Miller, Maria Emanuela Bruni, Costantino D’Orazio, Chiara Parisi, Federica Pirani, Anna Mattirolo, Adriana Polveroni, Marcello Smarrelli, Teresa Emanuele, Gianluca Marziani, Roberta Tenconi, insieme a Guido Talarico, Renata Cristina Mazzantini e Ludovico Pratesi. Un insieme di sguardi autorevoli che ha contribuito a costruire una visione articolata e plurale dell’arte emergente.
Il Talent Prize come osservatorio del futuro
La mostra del Talent Prize 2025 si conferma così come una piattaforma fondamentale per la valorizzazione della giovane creatività italiana. Un luogo di scoperta, confronto e possibilità, dove l’arte non si limita a riflettere il presente, ma prova a immaginare nuovi orizzonti. In perfetto equilibrio tra ricerca, istituzione e desiderio di futuro.





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