Un nuovo capitolo per l’arte contemporanea a Pescara: Michelangelo Pistoletto – Sculture e Disegni (1982–1986)

About the Author: Redazione ViviCreativo

Published On: 21 Novembre 2025

Tempo stimato per la lettura: 3,1 minuti

La Fondazione Pescarabruzzo inaugura al MicHub – Cantiere della creatività e della conoscenza – una nuova tappa del progetto Arte Povera e oltre. È qui che prende forma Michelangelo Pistoletto. Sculture e Disegni (1982–1986), un’esposizione curata da Zerynthia – Associazione per l’Arte Contemporanea OdV, che rinnova la collaborazione con la Fondazione No Man’s Land. Dal 24 novembre 2025 al 30 maggio 2026, Pescara si immerge in un viaggio dentro un segmento cruciale della produzione dell’artista, noto come Quarta Generazione, definito nella sua pubblicazione Poetica Dura.

Il ritorno a un periodo radicale

La mostra riunisce cinque sculture e dieci disegni che segnano un allontanamento dall’estetica specchiante che ha rendono celebre Pistoletto a livello internazionale. Opere già presentate nelle esposizioni Arte dello Squallore – Galleria Giorgio Persano, 1985 – e successivamente alla Galleria Pieroni nel 1986. Qui dominano materiali poveri e “anonimi”: blocchi di poliuretano scuro, volumi pesanti, superfici incerte che si situano in un territorio ibrido tra pittura e scultura. È una poetica asciutta, rigorosa, che si oppone alla brillantezza riflessiva dei lavori più celebri per indagare invece ciò che è ruvido, opaco, interno.

La Scultura come metamorfosi: La Spalla

Apre la rassegna La Spalla, una scultura che sembra oscillare tra due identità. Da un lato mostra una superficie levigata, quasi architettonica, che mette in evidenza l’assemblaggio dei blocchi; dall’altro rivela una materia sbozzata, incompiuta, come se una forma fosse colta nel suo divenire. È un’opera che incarna il movimento interno di tutta la serie: un gesto di trasformazione che rifiuta il compimento per lasciare spazio alla tensione della nascita.

Disegni che respirano lo stesso peso

Accanto ai grandi volumi scultorei, una serie di carboncini instaura un dialogo serrato tra bidimensionalità e presenza fisica. I tratti marcati ripetono sulla carta ciò che le sculture interpretano nello spazio reale: masse, direzioni, energie. I disegni diventano così un contraltare visivo e concettuale: non semplici studi preparatori, ma immagini che condensano lo stesso linguaggio duro e ispido dei blocchi di poliuretano. Un universo parallelo, dove il nero si fa materia e la linea si trasforma in superficie.

Oltre lo specchio

Lontane dalle celebri opere specchianti che hanno segnato la carriera dell’artista, queste sculture e questi disegni si rivelano come un riflesso rovesciato. Se nelle superfici specchianti Pistoletto cattura persone e oggetti trasformandoli in immagine, qui è la materia stessa a diventare immagine, a imporsi come corpo visivo. È un ribaltamento poetico e concettuale: l’immagine non nasce più dal riflesso, ma dalla densità dell’opaco, dalla gravità del materiale anonimo.

Una missione culturale che si espande

«Con questa esposizione», sottolinea Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, «continua la missione di promozione culturale e di diffusione della conoscenza anche attraverso il nuovo polo MicHub, luogo di ricerca, sperimentazione e approfondimento dedicato ai linguaggi creativi, artistici, tecnologici e scientifici». Un percorso che diventa possibile grazie all’impegno dei coniugi Dora Stiefelmeier e Mario Pieroni e alla generosità di Michelangelo Pistoletto, riconosciuto in tutto il mondo come uno dei protagonisti assoluti dell’arte contemporanea.

Pescara come crocevia dell’arte

Con Sculture e Disegni (1982–1986), il MicHub si conferma come un punto nevralgico per la produzione culturale della città. Una piattaforma che non espone soltanto opere, ma racconta storie, costruisce connessioni, rilegge le traiettorie dell’arte italiana contemporanea. Qui Pistoletto appare nella sua versione più radicale e meno prevedibile: un artista che, ancora una volta, sorprende perché continua a interrogare la materia, lo spazio, l’immagine — e il nostro modo di guardare.

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Un nuovo capitolo per l’arte contemporanea a Pescara: Michelangelo Pistoletto – Sculture e Disegni (1982–1986)

Published On: 21 Novembre 2025

About the Author: Redazione ViviCreativo

Tempo stimato per la lettura: 9 minuti

La Fondazione Pescarabruzzo inaugura al MicHub – Cantiere della creatività e della conoscenza – una nuova tappa del progetto Arte Povera e oltre. È qui che prende forma Michelangelo Pistoletto. Sculture e Disegni (1982–1986), un’esposizione curata da Zerynthia – Associazione per l’Arte Contemporanea OdV, che rinnova la collaborazione con la Fondazione No Man’s Land. Dal 24 novembre 2025 al 30 maggio 2026, Pescara si immerge in un viaggio dentro un segmento cruciale della produzione dell’artista, noto come Quarta Generazione, definito nella sua pubblicazione Poetica Dura.

Il ritorno a un periodo radicale

La mostra riunisce cinque sculture e dieci disegni che segnano un allontanamento dall’estetica specchiante che ha rendono celebre Pistoletto a livello internazionale. Opere già presentate nelle esposizioni Arte dello Squallore – Galleria Giorgio Persano, 1985 – e successivamente alla Galleria Pieroni nel 1986. Qui dominano materiali poveri e “anonimi”: blocchi di poliuretano scuro, volumi pesanti, superfici incerte che si situano in un territorio ibrido tra pittura e scultura. È una poetica asciutta, rigorosa, che si oppone alla brillantezza riflessiva dei lavori più celebri per indagare invece ciò che è ruvido, opaco, interno.

La Scultura come metamorfosi: La Spalla

Apre la rassegna La Spalla, una scultura che sembra oscillare tra due identità. Da un lato mostra una superficie levigata, quasi architettonica, che mette in evidenza l’assemblaggio dei blocchi; dall’altro rivela una materia sbozzata, incompiuta, come se una forma fosse colta nel suo divenire. È un’opera che incarna il movimento interno di tutta la serie: un gesto di trasformazione che rifiuta il compimento per lasciare spazio alla tensione della nascita.

Disegni che respirano lo stesso peso

Accanto ai grandi volumi scultorei, una serie di carboncini instaura un dialogo serrato tra bidimensionalità e presenza fisica. I tratti marcati ripetono sulla carta ciò che le sculture interpretano nello spazio reale: masse, direzioni, energie. I disegni diventano così un contraltare visivo e concettuale: non semplici studi preparatori, ma immagini che condensano lo stesso linguaggio duro e ispido dei blocchi di poliuretano. Un universo parallelo, dove il nero si fa materia e la linea si trasforma in superficie.

Oltre lo specchio

Lontane dalle celebri opere specchianti che hanno segnato la carriera dell’artista, queste sculture e questi disegni si rivelano come un riflesso rovesciato. Se nelle superfici specchianti Pistoletto cattura persone e oggetti trasformandoli in immagine, qui è la materia stessa a diventare immagine, a imporsi come corpo visivo. È un ribaltamento poetico e concettuale: l’immagine non nasce più dal riflesso, ma dalla densità dell’opaco, dalla gravità del materiale anonimo.

Una missione culturale che si espande

«Con questa esposizione», sottolinea Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, «continua la missione di promozione culturale e di diffusione della conoscenza anche attraverso il nuovo polo MicHub, luogo di ricerca, sperimentazione e approfondimento dedicato ai linguaggi creativi, artistici, tecnologici e scientifici». Un percorso che diventa possibile grazie all’impegno dei coniugi Dora Stiefelmeier e Mario Pieroni e alla generosità di Michelangelo Pistoletto, riconosciuto in tutto il mondo come uno dei protagonisti assoluti dell’arte contemporanea.

Pescara come crocevia dell’arte

Con Sculture e Disegni (1982–1986), il MicHub si conferma come un punto nevralgico per la produzione culturale della città. Una piattaforma che non espone soltanto opere, ma racconta storie, costruisce connessioni, rilegge le traiettorie dell’arte italiana contemporanea. Qui Pistoletto appare nella sua versione più radicale e meno prevedibile: un artista che, ancora una volta, sorprende perché continua a interrogare la materia, lo spazio, l’immagine — e il nostro modo di guardare.

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