Dimanche sans fin: Cattelan e il giorno che non finisce mai al Centre Pompidou-Metz

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 14 Giugno 2025

Tempo stimato per la lettura: 2,5 minuti

Metz, primavera 2025. Qualcosa nell’aria suggerisce che non siamo in un giorno qualunque. Il Centre Pompidou-Metz compie 15 anni e li celebra con un’utopia visionaria firmata Maurizio Cattelan: Dimanche Sans Fin. Una domenica che si dilata, che si perde nel tempo, che diventa spazio da attraversare e interrogare.

Fino al 2 febbraio 2027, ogni angolo dell’edificio – dalla Grand Nef ai tetti, dai corridoi nascosti alle gallerie – si trasforma in un teatro di visioni, dove centinaia di opere della collezione del Centre Pompidou dialogano con lo spirito caustico, poetico e profondamente umano di Cattelan.

Il tempo secondo l’arte

Il punto di partenza è semplice e disarmante: la domenica. Un concetto apparentemente banale, ma che sotto la lente dell’arte diventa detonatore di riflessioni profonde. Cos’è davvero il tempo libero? Esiste ancora una pausa reale nel nostro quotidiano? Che forma assume l’ozio in un mondo dove il confine tra lavoro e vita si sfuma?

A interrogarsi su questi temi è un collettivo curatoriale eterogeneo e affilato, composto da Maurizio Cattelan, Philippe-Alain Michaud e Chiara Parisi, con il supporto di un intero polo di programmazione artistica. Insieme, costruiscono un racconto frammentato e immersivo, che invita il visitatore a perdersi e a lasciarsi attraversare.

Un museo che respira

Nulla qui è statico. Le opere non sono solo appese o esposte: si insinuano negli interstizi dell’architettura, sbucano sui tetti, si mimetizzano nei passaggi. Il Centre Pompidou-Metz, durante la temporanea metamorfosi della sede parigina del Musée National d’Art Moderne, si fa organismo vivente, pulsante, mutevole.

Cattelan – con la sua consueta capacità di rompere ogni schema – non impone una narrazione lineare. Al contrario, moltiplica le voci, costruendo un atlante di immagini e significati che oscillano tra sacro e profano, intimo e pubblico, luce e oscurità.

Melanconia, ironia, spiritualità

C’è una malinconia dolce, quasi cinematografica, che percorre tutta la mostra. La domenica è il giorno delle famiglie e della solitudine, della messa e del mercato, del divano e della fuga. Ma è anche una promessa: quella di un tempo altro, sospeso, in cui tutto può ancora accadere.

E proprio qui l’arte prende parola. Per evocare, per denunciare, per giocare. Perché tra installazioni, fotografie, sculture e video, Dimanche Sans Fin ci ricorda che l’arte non serve a risolvere, ma a farci domande migliori.

Una festa che è anche una sfida

Con questa mostra totalizzante e generosa, il Centre Pompidou-Metz non si limita a festeggiare un anniversario: rilancia, osa, si reinventa. E affida a Cattelan il compito di guidarci dentro il tempo incerto che viviamo. Un tempo in cui il riposo è rivoluzionario, e l’ironia può ancora cambiare lo sguardo.

Perché, se il lunedì è inevitabile, almeno lasciamoci vivere — anche solo per un attimo — in una domenica senza fine.

 

Immagine: Maurizio Cattelan, Comedian – courtesy © Centre Pompidou-Metz

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Tempo stimato per la lettura: 8 minuti

Metz, primavera 2025. Qualcosa nell’aria suggerisce che non siamo in un giorno qualunque. Il Centre Pompidou-Metz compie 15 anni e li celebra con un’utopia visionaria firmata Maurizio Cattelan: Dimanche Sans Fin. Una domenica che si dilata, che si perde nel tempo, che diventa spazio da attraversare e interrogare.

Fino al 2 febbraio 2027, ogni angolo dell’edificio – dalla Grand Nef ai tetti, dai corridoi nascosti alle gallerie – si trasforma in un teatro di visioni, dove centinaia di opere della collezione del Centre Pompidou dialogano con lo spirito caustico, poetico e profondamente umano di Cattelan.

Il tempo secondo l’arte

Il punto di partenza è semplice e disarmante: la domenica. Un concetto apparentemente banale, ma che sotto la lente dell’arte diventa detonatore di riflessioni profonde. Cos’è davvero il tempo libero? Esiste ancora una pausa reale nel nostro quotidiano? Che forma assume l’ozio in un mondo dove il confine tra lavoro e vita si sfuma?

A interrogarsi su questi temi è un collettivo curatoriale eterogeneo e affilato, composto da Maurizio Cattelan, Philippe-Alain Michaud e Chiara Parisi, con il supporto di un intero polo di programmazione artistica. Insieme, costruiscono un racconto frammentato e immersivo, che invita il visitatore a perdersi e a lasciarsi attraversare.

Un museo che respira

Nulla qui è statico. Le opere non sono solo appese o esposte: si insinuano negli interstizi dell’architettura, sbucano sui tetti, si mimetizzano nei passaggi. Il Centre Pompidou-Metz, durante la temporanea metamorfosi della sede parigina del Musée National d’Art Moderne, si fa organismo vivente, pulsante, mutevole.

Cattelan – con la sua consueta capacità di rompere ogni schema – non impone una narrazione lineare. Al contrario, moltiplica le voci, costruendo un atlante di immagini e significati che oscillano tra sacro e profano, intimo e pubblico, luce e oscurità.

Melanconia, ironia, spiritualità

C’è una malinconia dolce, quasi cinematografica, che percorre tutta la mostra. La domenica è il giorno delle famiglie e della solitudine, della messa e del mercato, del divano e della fuga. Ma è anche una promessa: quella di un tempo altro, sospeso, in cui tutto può ancora accadere.

E proprio qui l’arte prende parola. Per evocare, per denunciare, per giocare. Perché tra installazioni, fotografie, sculture e video, Dimanche Sans Fin ci ricorda che l’arte non serve a risolvere, ma a farci domande migliori.

Una festa che è anche una sfida

Con questa mostra totalizzante e generosa, il Centre Pompidou-Metz non si limita a festeggiare un anniversario: rilancia, osa, si reinventa. E affida a Cattelan il compito di guidarci dentro il tempo incerto che viviamo. Un tempo in cui il riposo è rivoluzionario, e l’ironia può ancora cambiare lo sguardo.

Perché, se il lunedì è inevitabile, almeno lasciamoci vivere — anche solo per un attimo — in una domenica senza fine.

 

Immagine: Maurizio Cattelan, Comedian – courtesy © Centre Pompidou-Metz

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