Il valore dello stile italiano: tra cultura del buon vivere e alimentazione

Tempo stimato per la lettura: 3,1 minuti
In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, il 15 aprile 2025, si è svolto alla Camera dei Deputati un convegno promosso da Federalimentare dal titolo Il valore dello stile italiano tra cultura del buon vivere e alimentazione. Durante l’evento è stato presentato il Secondo Rapporto Federalimentare-Censis, che ha evidenziato come per oltre il 93% degli italiani, l’alimentazione rappresenti un elemento culturale radicato nelle tradizioni locali e nella storia dei territori. Il cibo, dunque, non è solo nutrimento, ma un’espressione di identità e libertà.
La dieta italiana: equilibrio, consapevolezza e niente demonizzazioni
Contrariamente alle mode punitive e alle demonizzazioni di certi alimenti, gli italiani scelgono la via dell’equilibrio. Per il 93,5%, la tradizione alimentare italiana è un modello pragmatico, fatto di moderazione e buon senso. Eliminare cibi non è una soluzione: ciò che conta è adottare uno stile di vita sano e informato. Oltre il 37% degli intervistati è convinto che il benessere non dipenda da un singolo alimento, ma da uno stile alimentare complessivo e bilanciato.
Un dato su tutti: il 90,7% degli italiani ritiene la libertà di scegliere cosa mangiare essenziale per una maggiore consapevolezza alimentare. È così che nasce una nuova responsabilità, che non è solo del singolo, ma anche dell’industria alimentare, chiamata a garantire sicurezza, qualità e sostenibilità.
L’industria alimentare: garante della qualità e della libertà
L’industria alimentare italiana, con quasi 200 miliardi di euro di fatturato e 57 miliardi di export nel 2024, si conferma la prima manifattura del Paese e un ambasciatore credibile del Made in Italy nel mondo. Per il 93% dei cittadini, è proprio l’industria a garantire la libertà di scelta, grazie a un’offerta ricca di prodotti sani, buoni, sicuri e accessibili. La sua forza risiede nella capacità di unire tradizione e innovazione, offrendo soluzioni che rispettano gusti e esigenze diverse, senza imporre o escludere.
“La giornata nazionale del Made in Italy nasce per celebrare il talento delle imprese italiane che portano nel mondo prodotti straordinari, simbolo della nostra identità. Oggi guardiamo avanti, investendo in innovazione e nuove generazioni, sapendo che solo coniugando tradizione e tecnologia potremo rafforzare la nostra presenza globale”. Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy
Difendere il Made in Italy: tra etichette fuorvianti e mercati globali
Nel corso del convegno è emersa anche la necessità di tutelare il settore agroalimentare da minacce normative e protezionistiche, come il Nutriscore, sistema giudicato fuorviante dal mondo produttivo italiano.
“Occorre evitare una guerra dei dazi e salvaguardare le nostre produzioni da attacchi sconsiderati. Il Nutriscore è un sistema antiscientifico che avrebbe compromesso la credibilità del Made in Italy, che invece è sinonimo di equilibrio, qualità e rispetto del territorio”. Il Sottosegretario all’Agricoltura, Luigi D’Eramo.
Una filiera solida, sociale e sostenibile
A livello sociale, l’industria alimentare italiana svolge un ruolo fondamentale: è accessibile, inclusiva, democratica. Per il vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera, Francesco Battistoni, questa filiera “offre risposte concrete in tempi incerti, dimostrando capacità di rinnovamento e mantenendo viva la fiducia dei consumatori”. Ecco perché il cibo italiano è così apprezzato: perché unisce gusto, sicurezza e valori.
Un settore strategico per l’economia italiana
Il convegno e il rapporto Federalimentare-Censis confermano che il valore dello stile italiano non risiede solo nella cucina, ma in una visione complessiva del vivere bene. Una visione fatta di conoscenza, libertà, equilibrio e consapevolezza. Difendere e promuovere questo modello non significa chiudersi, ma aprirsi al mondo, forti della nostra identità e capaci di adattarci, senza mai perdere il legame con le nostre radici.
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Il valore dello stile italiano: tra cultura del buon vivere e alimentazione
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In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, il 15 aprile 2025, si è svolto alla Camera dei Deputati un convegno promosso da Federalimentare dal titolo Il valore dello stile italiano tra cultura del buon vivere e alimentazione. Durante l’evento è stato presentato il Secondo Rapporto Federalimentare-Censis, che ha evidenziato come per oltre il 93% degli italiani, l’alimentazione rappresenti un elemento culturale radicato nelle tradizioni locali e nella storia dei territori. Il cibo, dunque, non è solo nutrimento, ma un’espressione di identità e libertà.
La dieta italiana: equilibrio, consapevolezza e niente demonizzazioni
Contrariamente alle mode punitive e alle demonizzazioni di certi alimenti, gli italiani scelgono la via dell’equilibrio. Per il 93,5%, la tradizione alimentare italiana è un modello pragmatico, fatto di moderazione e buon senso. Eliminare cibi non è una soluzione: ciò che conta è adottare uno stile di vita sano e informato. Oltre il 37% degli intervistati è convinto che il benessere non dipenda da un singolo alimento, ma da uno stile alimentare complessivo e bilanciato.
Un dato su tutti: il 90,7% degli italiani ritiene la libertà di scegliere cosa mangiare essenziale per una maggiore consapevolezza alimentare. È così che nasce una nuova responsabilità, che non è solo del singolo, ma anche dell’industria alimentare, chiamata a garantire sicurezza, qualità e sostenibilità.
L’industria alimentare: garante della qualità e della libertà
L’industria alimentare italiana, con quasi 200 miliardi di euro di fatturato e 57 miliardi di export nel 2024, si conferma la prima manifattura del Paese e un ambasciatore credibile del Made in Italy nel mondo. Per il 93% dei cittadini, è proprio l’industria a garantire la libertà di scelta, grazie a un’offerta ricca di prodotti sani, buoni, sicuri e accessibili. La sua forza risiede nella capacità di unire tradizione e innovazione, offrendo soluzioni che rispettano gusti e esigenze diverse, senza imporre o escludere.
“La giornata nazionale del Made in Italy nasce per celebrare il talento delle imprese italiane che portano nel mondo prodotti straordinari, simbolo della nostra identità. Oggi guardiamo avanti, investendo in innovazione e nuove generazioni, sapendo che solo coniugando tradizione e tecnologia potremo rafforzare la nostra presenza globale”. Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy
Difendere il Made in Italy: tra etichette fuorvianti e mercati globali
Nel corso del convegno è emersa anche la necessità di tutelare il settore agroalimentare da minacce normative e protezionistiche, come il Nutriscore, sistema giudicato fuorviante dal mondo produttivo italiano.
“Occorre evitare una guerra dei dazi e salvaguardare le nostre produzioni da attacchi sconsiderati. Il Nutriscore è un sistema antiscientifico che avrebbe compromesso la credibilità del Made in Italy, che invece è sinonimo di equilibrio, qualità e rispetto del territorio”. Il Sottosegretario all’Agricoltura, Luigi D’Eramo.
Una filiera solida, sociale e sostenibile
A livello sociale, l’industria alimentare italiana svolge un ruolo fondamentale: è accessibile, inclusiva, democratica. Per il vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera, Francesco Battistoni, questa filiera “offre risposte concrete in tempi incerti, dimostrando capacità di rinnovamento e mantenendo viva la fiducia dei consumatori”. Ecco perché il cibo italiano è così apprezzato: perché unisce gusto, sicurezza e valori.
Un settore strategico per l’economia italiana
Il convegno e il rapporto Federalimentare-Censis confermano che il valore dello stile italiano non risiede solo nella cucina, ma in una visione complessiva del vivere bene. Una visione fatta di conoscenza, libertà, equilibrio e consapevolezza. Difendere e promuovere questo modello non significa chiudersi, ma aprirsi al mondo, forti della nostra identità e capaci di adattarci, senza mai perdere il legame con le nostre radici.
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