Giacometti / Sandback: L’oggetto invisibile

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 5 Settembre 2022

Tempo stimato per la lettura: 1,8 minuti

Per la prima volta al mondo, le opere di Alberto Giacometti (1901-1966) e quelle di Fred Sandback (1943-2003) dialogano, dal 3 al 24 settembre 2022, nell’esposizione L’oggetto invisibile (L’Objet Invisible) allestita presso la galleria parigina di David Zwirner. Nonostante questi due grandi artisti del XX secolo utilizzino registri artistici diversi, i loro lavori si parlano e si intrecciano nella loro attenzione allo spazio, alla linea, alla verticalità e all’idea di movimento che queste raffigurano.

L’oggetto invisibile presenta sculture e opere su carta di ciascuno dei due artisti. In mostra i disegni di Alberto Giacometti, che rappresentano con tutta la loro profondità psicologica persone, nature morte e interni domestici, e una sua statua dal caratteristico corpo slanciato. Questi lavori riecheggiano con le costruzioni verticali di Fred Sandback, che da sempre sono in rapporto con il corpo umano e al suo movimento nello spazio.

Giacometti fonte d’inspirazione

L’artista minimalista americano ha citato spesso Alberto Giacometti, emblema della modernità, tra le sue principali influenze. Aveva avuto modo di scoprire l’opera dell’artista svizzero durante i soggiorni parigini e aveva notato quanto questa affinità «sia certamente dovuta al fatto che si può descrivere più o meno superficialmente come uno spazio che è stato eroso dall’interno o ridotto all’essenziale – se esistesse un nucleo essenziale.»

Linee che definiscono lo spazio

Le “gabbie” di Giacometti risuonano nelle architetture epurate di Sandback, fatte di linee e geometrie essenziali. L’artista americano occupa lo spazio, che struttura con pochi fili tesi, dal pavimento al soffitto, da una parte all’altra. La loro somma e la loro disposizione creano dei volumi virtuali, che strutturano un luogo producendo illusioni ottiche.

I punti in comune

Nell’allestimento parigino, i fili di Sandback sono le linee tracciate sul foglio invisibile dello spazio vuoto che dialogano con i tratti di matita dei disegni di Giacometti e con la verticalità e l’essenzialità delle sue figure umane. Un modo comune di occupare lo spazio con pochissimo materiale, dando vita a delle opere universali e atemporali.

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Published On: 5 Settembre 2022

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 6 minuti

Per la prima volta al mondo, le opere di Alberto Giacometti (1901-1966) e quelle di Fred Sandback (1943-2003) dialogano, dal 3 al 24 settembre 2022, nell’esposizione L’oggetto invisibile (L’Objet Invisible) allestita presso la galleria parigina di David Zwirner. Nonostante questi due grandi artisti del XX secolo utilizzino registri artistici diversi, i loro lavori si parlano e si intrecciano nella loro attenzione allo spazio, alla linea, alla verticalità e all’idea di movimento che queste raffigurano.

L’oggetto invisibile presenta sculture e opere su carta di ciascuno dei due artisti. In mostra i disegni di Alberto Giacometti, che rappresentano con tutta la loro profondità psicologica persone, nature morte e interni domestici, e una sua statua dal caratteristico corpo slanciato. Questi lavori riecheggiano con le costruzioni verticali di Fred Sandback, che da sempre sono in rapporto con il corpo umano e al suo movimento nello spazio.

Giacometti fonte d’inspirazione

L’artista minimalista americano ha citato spesso Alberto Giacometti, emblema della modernità, tra le sue principali influenze. Aveva avuto modo di scoprire l’opera dell’artista svizzero durante i soggiorni parigini e aveva notato quanto questa affinità «sia certamente dovuta al fatto che si può descrivere più o meno superficialmente come uno spazio che è stato eroso dall’interno o ridotto all’essenziale – se esistesse un nucleo essenziale.»

Linee che definiscono lo spazio

Le “gabbie” di Giacometti risuonano nelle architetture epurate di Sandback, fatte di linee e geometrie essenziali. L’artista americano occupa lo spazio, che struttura con pochi fili tesi, dal pavimento al soffitto, da una parte all’altra. La loro somma e la loro disposizione creano dei volumi virtuali, che strutturano un luogo producendo illusioni ottiche.

I punti in comune

Nell’allestimento parigino, i fili di Sandback sono le linee tracciate sul foglio invisibile dello spazio vuoto che dialogano con i tratti di matita dei disegni di Giacometti e con la verticalità e l’essenzialità delle sue figure umane. Un modo comune di occupare lo spazio con pochissimo materiale, dando vita a delle opere universali e atemporali.

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