L’arte nella vita, la vita nell’arte: i Nabis e la rivoluzione silenziosa alla BnF

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 11 Ottobre 2025

Tempo stimato per la lettura: 2,6 minuti

Dal 12 novembre 2025 al 9 marzo 2026, la Bibliothèque nationale de France accende i riflettori su un capitolo poco noto ma straordinariamente moderno dell’arte francese di fine Ottocento: il lavoro grafico del gruppo dei Nabis. L’esposizione, ospitata nella suggestiva Galerie Mansart del sito Richelieu, presenta oltre 200 opere che mostrano come questi giovani “profeti” abbiano trasformato l’arte stampata in un linguaggio nuovo, sensibile e profondamente legato alla quotidianità.

I profeti della modernità

Il nome Nabis significa “profeti” in ebraico. E profeti lo furono davvero: visionari, anticonvenzionali, uniti da una visione comune dell’arte come parte integrante della vita. Bonnard, Vuillard, Denis, Vallotton, Roussel, Maillol e altri si formarono all’Académie Julian, e insieme diedero vita a una vera rivoluzione estetica. Non solo pittori, ma anche pittori-gravatori, furono protagonisti di un “nuovo Rinascimento” dell’estampa tra il 1890 e il 1900, periodo che il critico Roger Marx definì “una vera efflorescenza”.

Le incisioni come oggetto d’arte

Per i Nabis, l’arte doveva uscire dal museo e abitare il quotidiano. E così, attraverso litografie a colori, xilografie, affiches, paraventi, partiture illustrate, l’incisione diventa mezzo di comunicazione, décor e visione.

Opere come Quelques aspects de la vie de Paris di Bonnard, Paysages et intérieurs di Vuillard, e Amour di Maurice Denis sono veri capolavori della stampa moderna, oggi celebrate ma inizialmente accolte con freddezza. Realizzate con il celebre stampatore Auguste Clot e pubblicate dal mitico Ambroise Vollard, queste serie incarnano la sintesi perfetta tra arte alta e uso quotidiano.

Dal gusto per l’essenziale alla grafica colta

L’influenza dell’ukiyo-e giapponese è evidente nelle composizioni bidimensionali, nei colori piatti e nelle linee sintetiche dei Nabis. Ma il loro legame con l’editoria è altrettanto centrale. Collaborano con riviste come La Revue blanche e La Plume, illustrano Verlaine, disegnano copertine, manifesti teatrali, programmi. Ogni stampa è un’opera a sé, ma anche un veicolo per democratizzare l’arte, come sognava Bonnard.

Arte da vivere: l’estetica del molteplice

Ciò che rende i Nabis straordinariamente moderni è la loro visione orizzontale dell’arte: non ci sono gerarchie tra pittura, design, decorazione o grafica. Il paravento di Bonnard, La Promenade des nourrices, frise de fiacres, realizzato in 100 esemplari, ne è simbolo perfetto. Così come i pannelli murali, le coperte illustrate, i libri da collezione e i manifesti urbani. L’arte è ovunque, e tutti ne possono fare esperienza.

Un’esposizione per riscoprire e ispirare

Curata da Céline Chicha-Castex e Valérie Sueur-Hermel, l’esposizione si nutre del ricchissimo patrimonio conservato alla BnF – dalle collezioni di stampe alla Réserve des livres rares – e di prestiti prestigiosi: musée d’Orsay, musée Maurice Denis, musée Van Gogh di Amsterdam, tra gli altri.
Più che una mostra, è un racconto visivo e sensoriale su come l’arte possa essere al tempo stesso sogno e strumento, visione poetica e oggetto quotidiano.

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Published On: 11 Ottobre 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 8 minuti

Dal 12 novembre 2025 al 9 marzo 2026, la Bibliothèque nationale de France accende i riflettori su un capitolo poco noto ma straordinariamente moderno dell’arte francese di fine Ottocento: il lavoro grafico del gruppo dei Nabis. L’esposizione, ospitata nella suggestiva Galerie Mansart del sito Richelieu, presenta oltre 200 opere che mostrano come questi giovani “profeti” abbiano trasformato l’arte stampata in un linguaggio nuovo, sensibile e profondamente legato alla quotidianità.

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Il nome Nabis significa “profeti” in ebraico. E profeti lo furono davvero: visionari, anticonvenzionali, uniti da una visione comune dell’arte come parte integrante della vita. Bonnard, Vuillard, Denis, Vallotton, Roussel, Maillol e altri si formarono all’Académie Julian, e insieme diedero vita a una vera rivoluzione estetica. Non solo pittori, ma anche pittori-gravatori, furono protagonisti di un “nuovo Rinascimento” dell’estampa tra il 1890 e il 1900, periodo che il critico Roger Marx definì “una vera efflorescenza”.

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Per i Nabis, l’arte doveva uscire dal museo e abitare il quotidiano. E così, attraverso litografie a colori, xilografie, affiches, paraventi, partiture illustrate, l’incisione diventa mezzo di comunicazione, décor e visione.

Opere come Quelques aspects de la vie de Paris di Bonnard, Paysages et intérieurs di Vuillard, e Amour di Maurice Denis sono veri capolavori della stampa moderna, oggi celebrate ma inizialmente accolte con freddezza. Realizzate con il celebre stampatore Auguste Clot e pubblicate dal mitico Ambroise Vollard, queste serie incarnano la sintesi perfetta tra arte alta e uso quotidiano.

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Ciò che rende i Nabis straordinariamente moderni è la loro visione orizzontale dell’arte: non ci sono gerarchie tra pittura, design, decorazione o grafica. Il paravento di Bonnard, La Promenade des nourrices, frise de fiacres, realizzato in 100 esemplari, ne è simbolo perfetto. Così come i pannelli murali, le coperte illustrate, i libri da collezione e i manifesti urbani. L’arte è ovunque, e tutti ne possono fare esperienza.

Un’esposizione per riscoprire e ispirare

Curata da Céline Chicha-Castex e Valérie Sueur-Hermel, l’esposizione si nutre del ricchissimo patrimonio conservato alla BnF – dalle collezioni di stampe alla Réserve des livres rares – e di prestiti prestigiosi: musée d’Orsay, musée Maurice Denis, musée Van Gogh di Amsterdam, tra gli altri.
Più che una mostra, è un racconto visivo e sensoriale su come l’arte possa essere al tempo stesso sogno e strumento, visione poetica e oggetto quotidiano.

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