Memorie sommerse: i bronzi del Ponte di Valentiniano

Tempo stimato per la lettura: 3,1 minuti
Il Museo Nazionale Romano accoglie il pubblico dal 4 dicembre 2025 al 12 aprile 2026, con una mostra straordinaria: Memorie sommerse: i bronzi del Ponte di Valentiniano, Questi capolavori, riemersi nel 1878 durante interventi sugli argini del Tevere, per decenni custoditi nei depositi del museo, tornano oggi a parlare al visitatore. Ogni bronzo porta con sé la storia di un ponte che per secoli ha collegato sponde e generazioni, un patrimonio che emerge dall’acqua e dal tempo per ritrovare la sua voce.
La mostra riporta alla luce uno dei ritrovamenti più affascinanti della storia urbana di Roma. Curato da Federica Rinaldi e Agnese Pergola, il progetto espositivo ricompone un gruppo di bronzi straordinari legati alla decorazione monumentale del ponte costruito nel IV secolo d.C., oggi sostituito dal moderno Ponte Sisto.
Dal silenzio dei depositi alla luce del restauro
Per decenni le sculture sono rimaste protette negli archivi invisibili del Museo, avvolte dal silenzio e dalla polvere del tempo. Solo grazie a un recente e approfondito lavoro di restauro è stato possibile riportarle alla loro leggibilità originaria.
Il restauro non si è limitato alla pulitura e alla conservazione dei metalli, ma ha permesso una vera e propria ricostruzione narrativa: analisi scientifiche, studi metallurgici e ricerche iconografiche hanno reso possibile una nuova e accurata contestualizzazione delle opere.
Le opere: frammenti di un ponte perduto
In mostra si ammirano tre elementi di eccezionale importanza: una testa maschile diademata, una statua togata in bronzo dorato e un’ala destra attribuibile a una Vittoria alata.
Si tratta di sculture non omogenee per stile e datazione, frutto della pratica del reimpiego caratteristica della tarda antichità: opere più antiche venivano rielaborate e adattate per arricchire strutture monumentali, creando un insieme di grande forza visiva e simbolica.
Questi bronzi, con le loro superfici consumate ma ancora vibranti, testimoniano la ricchezza decorativa di un ponte oggi scomparso, ma un tempo grande protagonista della vita sul Tevere.
Il ponte di Valentiniano: una storia tra acqua e memoria
Il ponte fu costruito tra il 365 e il 367 d.C. e collegava due aree vitali della Roma tardo-antica: il Campo Marzio e Trastevere. Per secoli ha rappresentato un punto nevralgico di collegamento e di transito sul fiume.
Distrutto da una piena del Tevere nell’VIII secolo, il ponte cadde nell’oblio, dissolto dalle acque e inglobato dalla memoria urbana. I bronzi presentati in mostra diventano così non solo reperti, ma frammenti identitari di un monumento dimenticato che oggi rivive attraverso di essi.
Un allestimento che ricostruisce il passato
L’esposizione non si limita a presentare i bronzi, ma ricostruisce il loro ruolo originario attraverso un allestimento immersivo: apparati informativi, ricostruzioni visive e materiali epigrafici restituiscono l’immagine del ponte come appariva ai viaggiatori e ai naviganti del Tevere.
Il visitatore è guidato in un percorso che intreccia acqua, metallo e storia, ricomponendo un dialogo tra patrimonio sommerso e memoria restituita.
I segreti del Tevere tra arte e archeologia
La mostra offre l’occasione di scoprire opere poco conosciute ma dal valore storico e artistico straordinario. È un invito a riscoprire la Roma nascosta, quella che sopravvive sotto gli strati della città moderna, e che torna alla luce solo quando la cura, la ricerca e la sensibilità contemporanea la riportano al centro dello sguardo.
Memorie sommerse è un viaggio nel tempo, un recupero di identità e un omaggio alla capacità della storia di riaffiorare anche quando sembra perduta.
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Memorie sommerse: i bronzi del Ponte di Valentiniano
Tempo stimato per la lettura: 9 minuti
Il Museo Nazionale Romano accoglie il pubblico dal 4 dicembre 2025 al 12 aprile 2026, con una mostra straordinaria: Memorie sommerse: i bronzi del Ponte di Valentiniano, Questi capolavori, riemersi nel 1878 durante interventi sugli argini del Tevere, per decenni custoditi nei depositi del museo, tornano oggi a parlare al visitatore. Ogni bronzo porta con sé la storia di un ponte che per secoli ha collegato sponde e generazioni, un patrimonio che emerge dall’acqua e dal tempo per ritrovare la sua voce.
La mostra riporta alla luce uno dei ritrovamenti più affascinanti della storia urbana di Roma. Curato da Federica Rinaldi e Agnese Pergola, il progetto espositivo ricompone un gruppo di bronzi straordinari legati alla decorazione monumentale del ponte costruito nel IV secolo d.C., oggi sostituito dal moderno Ponte Sisto.
Dal silenzio dei depositi alla luce del restauro
Per decenni le sculture sono rimaste protette negli archivi invisibili del Museo, avvolte dal silenzio e dalla polvere del tempo. Solo grazie a un recente e approfondito lavoro di restauro è stato possibile riportarle alla loro leggibilità originaria.
Il restauro non si è limitato alla pulitura e alla conservazione dei metalli, ma ha permesso una vera e propria ricostruzione narrativa: analisi scientifiche, studi metallurgici e ricerche iconografiche hanno reso possibile una nuova e accurata contestualizzazione delle opere.
Le opere: frammenti di un ponte perduto
In mostra si ammirano tre elementi di eccezionale importanza: una testa maschile diademata, una statua togata in bronzo dorato e un’ala destra attribuibile a una Vittoria alata.
Si tratta di sculture non omogenee per stile e datazione, frutto della pratica del reimpiego caratteristica della tarda antichità: opere più antiche venivano rielaborate e adattate per arricchire strutture monumentali, creando un insieme di grande forza visiva e simbolica.
Questi bronzi, con le loro superfici consumate ma ancora vibranti, testimoniano la ricchezza decorativa di un ponte oggi scomparso, ma un tempo grande protagonista della vita sul Tevere.
Il ponte di Valentiniano: una storia tra acqua e memoria
Il ponte fu costruito tra il 365 e il 367 d.C. e collegava due aree vitali della Roma tardo-antica: il Campo Marzio e Trastevere. Per secoli ha rappresentato un punto nevralgico di collegamento e di transito sul fiume.
Distrutto da una piena del Tevere nell’VIII secolo, il ponte cadde nell’oblio, dissolto dalle acque e inglobato dalla memoria urbana. I bronzi presentati in mostra diventano così non solo reperti, ma frammenti identitari di un monumento dimenticato che oggi rivive attraverso di essi.
Un allestimento che ricostruisce il passato
L’esposizione non si limita a presentare i bronzi, ma ricostruisce il loro ruolo originario attraverso un allestimento immersivo: apparati informativi, ricostruzioni visive e materiali epigrafici restituiscono l’immagine del ponte come appariva ai viaggiatori e ai naviganti del Tevere.
Il visitatore è guidato in un percorso che intreccia acqua, metallo e storia, ricomponendo un dialogo tra patrimonio sommerso e memoria restituita.
I segreti del Tevere tra arte e archeologia
La mostra offre l’occasione di scoprire opere poco conosciute ma dal valore storico e artistico straordinario. È un invito a riscoprire la Roma nascosta, quella che sopravvive sotto gli strati della città moderna, e che torna alla luce solo quando la cura, la ricerca e la sensibilità contemporanea la riportano al centro dello sguardo.
Memorie sommerse è un viaggio nel tempo, un recupero di identità e un omaggio alla capacità della storia di riaffiorare anche quando sembra perduta.







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