La Collezione Philippe Austruy: l’arte che respira tra vigne, luce e memoria

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 8 Agosto 2025

Tempo stimato per la lettura: 5,2 minuti

In un angolo di Provenza dove il tempo sembra rallentare, tra le pieghe delle colline, i filari ordinati delle vigne e le ombre lunghe dei cedri, prende forma un racconto fatto di materia, visione e silenzio. È qui, alla Commanderie de Peyrassol, che da oltre quarant’anni Philippe Austruy – uomo d’affari alla guida di una holding familiare nel settore della salute, – intesse una delle più affascinanti narrazioni d’arte contemporanea in dialogo con la natura.

Quando nel 2001 Philippe Austruy acquisisce la Commanderie, non intende semplicemente custodire un luogo: vuole ascoltarlo. Nasce così un progetto inedito — l’arte non come collezione statica, ma come vita che si muove, cresce, si radica. Gli artisti vengono invitati a soggiornare, a respirare l’aria sottile di Peyrassol, a lasciarsi pervadere dalla luce che accarezza le pietre antiche. Le opere crescono e mettono radici nei boschi, nei vigneti, tra le radure segrete. Sono presenze silenziose, create per abitare il paesaggio.

Da collezione privata a luogo aperto al mondo

La collezione, nata per un ambito intimo e familiare, evolve e si schiude al pubblico. Nel 2016 viene costruito un centro d’arte elegante, firmato dall’architetto Charles Berthier: uno scrigno essenziale e luminoso, pensato per proteggere le opere più delicate, quelle che sussurrano. Cinque anni dopo, un ex hangar agricolo si trasforma in spazio espositivo per mostre temporanee: l’Esplanade de l’Art diventa così il nuovo epicentro della visione contemporanea.

Un orizzonte di nomi e storie

La collaborazione con Galleria Continua apre un ponte diretto verso la scena artistica internazionale. Tra i protagonisti: Anish Kapoor, Michelangelo Pistoletto, Berlinde De Bruyckere, Loris Cecchini, e molti altri. Artisti che non si limitano a esporre, ma abitano lo spazio. Le loro opere entrano in relazione con il vento, con la terra, con la storia — diventano presenze vive, battiti del luogo.

Oggi la collezione conta oltre cento opere, distribuite tra gli ambienti interni, il cuore della Commanderie, le vigne e la foresta. Ogni spazio ha un’anima, ogni opera una collocazione pensata con cura, frutto di un’intesa profonda tra architettura, paesaggio e gesto artistico. L’arte non è più contenuta: scorre.

Il centro d’arte: luogo di riflessione e contatto

Il cuore pulsante del percorso è il centro d’arte progettato da Berthier: uno spazio sobrio e luminoso, pensato per custodire artisti fragili e potenti al tempo stesso. Pitture, sculture, proiezioni si confrontano in ambienti dove il monumentale incontra la delicatezza, la materia dialoga con la luce, e il visitatore è chiamato a vivere l’opera, non solo vederla.

Raffinato e rarefatto, è progettato per custodire e amplificare la forza delle opere. Qui la monumentalità si alterna al dettaglio intimo, la luce naturale avvolge sculture, pitture e installazioni.  Ogni visita è un dialogo. Le visite guidate diventano momenti di scambio, immersione, emozione condivisa.

Racconti visivi: forme, mondi, impegno

Due allestimenti tematici guidano oggi il percorso espositivo. Histoires de formes esplora l’arte come potenza visiva e materica, senza necessità di parola. Forme astratte, tattili, minimali o cinetiche diventano strumenti per indagare l’interiorità, superare la rappresentazione, aprire uno spazio altro nel tempo e nello sguardo. Le Monde et eux mette invece al centro l’urgenza del presente: artisti che si confrontano con la politica, le fratture sociali, la storia in movimento. È un invito a riflettere sul ruolo dell’arte oggi, attraverso opere nate da un’urgenza civile, come quelle dell’artista brasiliano Jonathas de Andrade.

Leggi anche: L’arte de non essere voraci: la mostra poetica e politica di Jonathas de Andrade alla Commanderie de Peyrassol

La mezzanine: una soglia che respira

Al confine sospeso tra il ristorante Chez Jeannette e il centro d’arte, la mezzanine diventa luogo di intimità. Un omaggio discreto all’artista Arman, figura chiave del Nouveau Réalisme e amico personale di Austruy. Qui trovano spazio una sua opera emblematica e la maquette di un progetto ideato per Peyrassol. L’atmosfera è raccolta, ogni angolo vibra di memoria, ogni dettaglio sembra custodire un ricordo condiviso. La mezzanine è soglia e rifugio, frammento e continuità.

Leggi anche: La Commanderie de Peyrassol: il suo gioiello gastronomico Chez Jeannette e il conviviale Bistrot de Lou

Il parco: arte nomade tra viti e vento

Nel parco, l’arte si fa paesaggio. Non vi è un percorso definito, ma un invito alla scoperta. Sculture emergono da muretti a secco, si adagiano tra olivi secolari, si nascondono tra i boschetti come apparizioni. Alcune si rivelano solo con il tempo, altre si impongono come totem di presenza.

Nel 2023 nasce un nuovo itinerario in “voiturette”, pensato per raggiungere le opere più lontane, offrendo al visitatore la possibilità di attraversare i paesaggi più nascosti: muri a secco, casette di campagna, filari infiniti. Ogni installazione è frutto di una riflessione a più voci — l’architetto Berthier, la paesaggista Gaële Bazennerye, una squadra appassionata di giardinieri e custodi del luogo. Qui, ogni pietra ha una storia, ogni vento una direzione, ogni opera una ragione.

La Collezione Philippe Austruy non è un museo a cielo aperto. È un’esperienza. Un’immersione. Un ascolto. È l’arte che si intreccia al respiro del paesaggio, che cammina accanto a chi sa rallentare. È forma che vibra nella luce, parola che tace e lascia spazio all’emozione. Alla Commanderie de Peyrassol, l’arte non si contempla. Si attraversa. Si vive. Si ricorda.

Crediti immagini : © Cristina Biordi

1) Daniel Buren – Le Damier flottant arc-en-ciel, 2016-2021 – 35 bandiere di tessuto colorato, dimensioni variabili

2) Particolare: Arman (1928 – 2005, France) – Consumer Cascade, 1996 – Accumulo di carrelli della spesa in acciaio inox

3) Sun Yuan & Peng Yu (1972 et 1974, Chine) –  Teenager Teenager, 2011

4) Frank Stella (1936-2024, USA) – Tengan-Tenganan, 2009 – Fibre di vetro e tubi in acciaio inox

5) Ugo Rondinone Flower Moon, 2011 – Alluminio stampato e smaltato

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Published On: 8 Agosto 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 16 minuti

In un angolo di Provenza dove il tempo sembra rallentare, tra le pieghe delle colline, i filari ordinati delle vigne e le ombre lunghe dei cedri, prende forma un racconto fatto di materia, visione e silenzio. È qui, alla Commanderie de Peyrassol, che da oltre quarant’anni Philippe Austruy – uomo d’affari alla guida di una holding familiare nel settore della salute, – intesse una delle più affascinanti narrazioni d’arte contemporanea in dialogo con la natura.

Quando nel 2001 Philippe Austruy acquisisce la Commanderie, non intende semplicemente custodire un luogo: vuole ascoltarlo. Nasce così un progetto inedito — l’arte non come collezione statica, ma come vita che si muove, cresce, si radica. Gli artisti vengono invitati a soggiornare, a respirare l’aria sottile di Peyrassol, a lasciarsi pervadere dalla luce che accarezza le pietre antiche. Le opere crescono e mettono radici nei boschi, nei vigneti, tra le radure segrete. Sono presenze silenziose, create per abitare il paesaggio.

Da collezione privata a luogo aperto al mondo

La collezione, nata per un ambito intimo e familiare, evolve e si schiude al pubblico. Nel 2016 viene costruito un centro d’arte elegante, firmato dall’architetto Charles Berthier: uno scrigno essenziale e luminoso, pensato per proteggere le opere più delicate, quelle che sussurrano. Cinque anni dopo, un ex hangar agricolo si trasforma in spazio espositivo per mostre temporanee: l’Esplanade de l’Art diventa così il nuovo epicentro della visione contemporanea.

Un orizzonte di nomi e storie

La collaborazione con Galleria Continua apre un ponte diretto verso la scena artistica internazionale. Tra i protagonisti: Anish Kapoor, Michelangelo Pistoletto, Berlinde De Bruyckere, Loris Cecchini, e molti altri. Artisti che non si limitano a esporre, ma abitano lo spazio. Le loro opere entrano in relazione con il vento, con la terra, con la storia — diventano presenze vive, battiti del luogo.

Oggi la collezione conta oltre cento opere, distribuite tra gli ambienti interni, il cuore della Commanderie, le vigne e la foresta. Ogni spazio ha un’anima, ogni opera una collocazione pensata con cura, frutto di un’intesa profonda tra architettura, paesaggio e gesto artistico. L’arte non è più contenuta: scorre.

Il centro d’arte: luogo di riflessione e contatto

Il cuore pulsante del percorso è il centro d’arte progettato da Berthier: uno spazio sobrio e luminoso, pensato per custodire artisti fragili e potenti al tempo stesso. Pitture, sculture, proiezioni si confrontano in ambienti dove il monumentale incontra la delicatezza, la materia dialoga con la luce, e il visitatore è chiamato a vivere l’opera, non solo vederla.

Raffinato e rarefatto, è progettato per custodire e amplificare la forza delle opere. Qui la monumentalità si alterna al dettaglio intimo, la luce naturale avvolge sculture, pitture e installazioni.  Ogni visita è un dialogo. Le visite guidate diventano momenti di scambio, immersione, emozione condivisa.

Racconti visivi: forme, mondi, impegno

Due allestimenti tematici guidano oggi il percorso espositivo. Histoires de formes esplora l’arte come potenza visiva e materica, senza necessità di parola. Forme astratte, tattili, minimali o cinetiche diventano strumenti per indagare l’interiorità, superare la rappresentazione, aprire uno spazio altro nel tempo e nello sguardo. Le Monde et eux mette invece al centro l’urgenza del presente: artisti che si confrontano con la politica, le fratture sociali, la storia in movimento. È un invito a riflettere sul ruolo dell’arte oggi, attraverso opere nate da un’urgenza civile, come quelle dell’artista brasiliano Jonathas de Andrade.

Leggi anche: L’arte de non essere voraci: la mostra poetica e politica di Jonathas de Andrade alla Commanderie de Peyrassol

La mezzanine: una soglia che respira

Al confine sospeso tra il ristorante Chez Jeannette e il centro d’arte, la mezzanine diventa luogo di intimità. Un omaggio discreto all’artista Arman, figura chiave del Nouveau Réalisme e amico personale di Austruy. Qui trovano spazio una sua opera emblematica e la maquette di un progetto ideato per Peyrassol. L’atmosfera è raccolta, ogni angolo vibra di memoria, ogni dettaglio sembra custodire un ricordo condiviso. La mezzanine è soglia e rifugio, frammento e continuità.

Leggi anche: La Commanderie de Peyrassol: il suo gioiello gastronomico Chez Jeannette e il conviviale Bistrot de Lou

Il parco: arte nomade tra viti e vento

Nel parco, l’arte si fa paesaggio. Non vi è un percorso definito, ma un invito alla scoperta. Sculture emergono da muretti a secco, si adagiano tra olivi secolari, si nascondono tra i boschetti come apparizioni. Alcune si rivelano solo con il tempo, altre si impongono come totem di presenza.

Nel 2023 nasce un nuovo itinerario in “voiturette”, pensato per raggiungere le opere più lontane, offrendo al visitatore la possibilità di attraversare i paesaggi più nascosti: muri a secco, casette di campagna, filari infiniti. Ogni installazione è frutto di una riflessione a più voci — l’architetto Berthier, la paesaggista Gaële Bazennerye, una squadra appassionata di giardinieri e custodi del luogo. Qui, ogni pietra ha una storia, ogni vento una direzione, ogni opera una ragione.

La Collezione Philippe Austruy non è un museo a cielo aperto. È un’esperienza. Un’immersione. Un ascolto. È l’arte che si intreccia al respiro del paesaggio, che cammina accanto a chi sa rallentare. È forma che vibra nella luce, parola che tace e lascia spazio all’emozione. Alla Commanderie de Peyrassol, l’arte non si contempla. Si attraversa. Si vive. Si ricorda.

Crediti immagini : © Cristina Biordi

1) Daniel Buren – Le Damier flottant arc-en-ciel, 2016-2021 – 35 bandiere di tessuto colorato, dimensioni variabili

2) Particolare: Arman (1928 – 2005, France) – Consumer Cascade, 1996 – Accumulo di carrelli della spesa in acciaio inox

3) Sun Yuan & Peng Yu (1972 et 1974, Chine) –  Teenager Teenager, 2011

4) Frank Stella (1936-2024, USA) – Tengan-Tenganan, 2009 – Fibre di vetro e tubi in acciaio inox

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