Doppio esilio. L’universo creativo di Chen Zhen

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 30 Settembre 2023

Tempo stimato per la lettura: 2,6 minuti

Galleria Continua di Parigi presenta, dal 29 settembre 2023 al 6 gennaio 2024, Double Exil, la prima mostra monografica dell’artista franco-cinese Chen Zhen (Shanghai, 1955 – Parigi, 2000). La galleria italiana, dall’incontro con la sua arte nel 1999 durante la Biennale di Venezia, ha presentato e sostenuto il lavoro dell’artista in diverse località del mondo, in musei e importanti istituzioni, oltre a numerose fiere e manifestazioni.

Una grande esposizione

Di notevole importanza per dimensioni e per l’ampiezza del periodo coperto della carriera di Chen Zhen, Double Exil ha una valenza particolare a Parigi, patria adottiva dell’artista. La Galleria Continua offre l’opportunità ai visitatori di ammirare l’opera dell’artista in una sorta di retrospettiva esaustiva, in cui le tematiche – sociali, culturali, mediche, spirituali – care all’artista sono rappresentate attraverso delle installazioni, dalla forte valenza estetica.

A ventitré anni dalla sua morte, la mostra Double Exil dimostra come i temi affrontati da Chen Zhen sono ancora fondamentali per comprendere e interrogarsi sulle complessità dell’epoca contemporanea, mentre la ricchezza del suo lavoro gli è valsa un ampio riconoscimento internazionale.

Da Shanghai…

Nato a Shanghai nel 1955, Chen Zhen cresce in una famiglia di medici francofoni nell’ex Concessione francese durante la Rivoluzione culturale. All’età di venticinque anni viene colpito da una malattia incurabile, l’anemia emolitica, che trasforma la sua visione dell’esperienza del valore del tempo e dello spazio lasciando un segno duraturo nella sua produzione artistica. Consapevole di non avere molto tempo a disposizione, decide di emigrare in Francia, per aprirsi ad altre culture e ad altri mondi.

…a Parigi

Quando arriva a Parigi nel 1986, Chen Zhen è colto da un vero e proprio shock culturale. Abbandona la pittura e sviluppa il suo linguaggio artistico sotto forma di installazioni. Successivamente, sviluppa il proprio pensiero transculturale attorno a un concetto che battezza “transesperienza”. Studia così il rapporto tra l’Uomo, la società dei consumi e la Natura. Circa due anni prima della sua morte, decide di apprendere la teoria della medicina tradizionale cinese. In seguito, trasforma e distilla questa conoscenza nelle sue ultime opere, sviluppando un dialogo tra corpo e mente, Uomo e Universo.

Un viaggio ideale tra Oriente e Occidente, tra bello e brutto

Il neologismo “transesperienza” rievoca l’esperienza del viaggiatore che esce dal proprio ambiente di origine, in un invito al dialogo tra le culture. Chen Zhen esamina due situazioni contrastanti: quella dell’immigrato e della sua integrazione in un nuovo ambiente, e quella del nomade e del suo inesorabile sradicamento. L’esperienza del doppio esilio è sempre più diffusa nel XX° secolo con l’accelerazione delle migrazioni umane. Attraverso quest’esperienza fisica ed emotiva, l’artista veicola diversi messaggi prettamente legati alla sua cultura: a livello estetico sia il “bello” che il “brutto” sono connessi tra loro, sono le facce della stessa medaglia, come ogni cosa in questo mondo.

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Published On: 30 Settembre 2023

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 8 minuti

Galleria Continua di Parigi presenta, dal 29 settembre 2023 al 6 gennaio 2024, Double Exil, la prima mostra monografica dell’artista franco-cinese Chen Zhen (Shanghai, 1955 – Parigi, 2000). La galleria italiana, dall’incontro con la sua arte nel 1999 durante la Biennale di Venezia, ha presentato e sostenuto il lavoro dell’artista in diverse località del mondo, in musei e importanti istituzioni, oltre a numerose fiere e manifestazioni.

Una grande esposizione

Di notevole importanza per dimensioni e per l’ampiezza del periodo coperto della carriera di Chen Zhen, Double Exil ha una valenza particolare a Parigi, patria adottiva dell’artista. La Galleria Continua offre l’opportunità ai visitatori di ammirare l’opera dell’artista in una sorta di retrospettiva esaustiva, in cui le tematiche – sociali, culturali, mediche, spirituali – care all’artista sono rappresentate attraverso delle installazioni, dalla forte valenza estetica.

A ventitré anni dalla sua morte, la mostra Double Exil dimostra come i temi affrontati da Chen Zhen sono ancora fondamentali per comprendere e interrogarsi sulle complessità dell’epoca contemporanea, mentre la ricchezza del suo lavoro gli è valsa un ampio riconoscimento internazionale.

Da Shanghai…

Nato a Shanghai nel 1955, Chen Zhen cresce in una famiglia di medici francofoni nell’ex Concessione francese durante la Rivoluzione culturale. All’età di venticinque anni viene colpito da una malattia incurabile, l’anemia emolitica, che trasforma la sua visione dell’esperienza del valore del tempo e dello spazio lasciando un segno duraturo nella sua produzione artistica. Consapevole di non avere molto tempo a disposizione, decide di emigrare in Francia, per aprirsi ad altre culture e ad altri mondi.

…a Parigi

Quando arriva a Parigi nel 1986, Chen Zhen è colto da un vero e proprio shock culturale. Abbandona la pittura e sviluppa il suo linguaggio artistico sotto forma di installazioni. Successivamente, sviluppa il proprio pensiero transculturale attorno a un concetto che battezza “transesperienza”. Studia così il rapporto tra l’Uomo, la società dei consumi e la Natura. Circa due anni prima della sua morte, decide di apprendere la teoria della medicina tradizionale cinese. In seguito, trasforma e distilla questa conoscenza nelle sue ultime opere, sviluppando un dialogo tra corpo e mente, Uomo e Universo.

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Il neologismo “transesperienza” rievoca l’esperienza del viaggiatore che esce dal proprio ambiente di origine, in un invito al dialogo tra le culture. Chen Zhen esamina due situazioni contrastanti: quella dell’immigrato e della sua integrazione in un nuovo ambiente, e quella del nomade e del suo inesorabile sradicamento. L’esperienza del doppio esilio è sempre più diffusa nel XX° secolo con l’accelerazione delle migrazioni umane. Attraverso quest’esperienza fisica ed emotiva, l’artista veicola diversi messaggi prettamente legati alla sua cultura: a livello estetico sia il “bello” che il “brutto” sono connessi tra loro, sono le facce della stessa medaglia, come ogni cosa in questo mondo.

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