Drawing Power – Children of Compost

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 1 Luglio 2021

Tempo stimato per la lettura: 4,2 minuti

Il potere del disegno per rappresentare un mondo migliore

La mostra Drawing Power – Children of Compost, immaginata da Joana P. R. Neves, direttrice artistica di DRAWING NOW Art Fair – la prima fiera d’arte contemporanea dedicata esclusivamente al disegno in Europa – segna l’inizio della collaborazione con il Frac Picardie, il Fondo regionale per l’arte contemporanea della Piccardia. Un’unione nata per mettere in relazione il disegno contemporaneo con il tema dell’ecologia, grazie ad alcuni prestiti d’opere.

L’esposizione è in corso a Parigi presso il Drawing Lab, fino al 30 settembre 2021. In occasione del suo vernissage, il 25 giugno, la curatrice ha spiegato le idee portanti di quest’evento. «Il disegno crea forme e rappresentazioni, diagrammi e modelli, scene e figure. Abbiamo bisogno di nuove rappresentazioni per immaginare diversamente l’abitare insieme, e quindi cambiare il nostro ruolo sul pianeta: il modo in cui concepiamo la vita è il modo in cui la realizziamo».

Joana P. R. Neves ha aggiunto: «È necessario un dialogo tra gli umani e i non umani, per citare Donna J. Haraway, da cui prendiamo in prestito il sottotitolo “figli di compost”, che denota un’era futura di vita rigenerata attraverso nuove concezioni degli esseri viventi. Questo è il futuro che Drawing Power – Children of Compost propone di costruire nonostante le difficoltà del presente.»

Gli artisti invitati a partecipare alla mostra coprono un ampio spettro di pratiche. L’esposizione inizia ancor prima d’entrare nei locali del Drawing Lab. Sulla strada, sopra la porta campeggia la bandiera del progetto Antarctica di Lucy e Jorge Orta, che affronta le questioni relative all’ambiente, alla politica, all’autonomia, all’habitat, alla mobilità e alle relazioni umane. Una terra di nessuno, senza confini, la cui bandiera è composta da tutte le bandiere del mondo.

All’interno, ad accogliere il visitatore, un busto d’uomo in legno, che non è altro che un timbro gigantesco di Barthélémy Toguo per stampare la scritta Terra incognita. Il timbro viene utilizzato per autenticare i documenti ufficiali, in questo caso il simbolo della burocrazia serve per imprimere, come un’impronta, slogan che interrogano in modo incisivo e potente, ma anche poeticamente, lo status di straniero, l’esilio, i confini, l’identità. Un altro “timbro” dell’artista camerunense è in mostra, dal titolo Libre limitée circulation.

Invece, degli artisti del popolo Kwoma in Nuova Papua, padre e i suoi due figli Kowspi Marek, Agatoak Kowspi e Chiphowka Kowspi, sono presentati una serie di dipinti. I tre utilizzano gli strumenti occidentali del disegno per rappresentare la loro cosmogonia finora tramandata oralmente. Una cultura che per la prima volta trova nel disegno, e in seguito nella pittura, una sua forma espressiva.

Di grande impatto è il lavoro dell’artista colombiano Marcos Ávila Forero, impegnato al fianco delle popolazioni rurali colombiane espropriate da compagnie private o da gruppi armati. Un’installazione con disegni, foto e video, illustra il lavoro collettivo organizzato e coordinato dall’artista in queste comunità affinché, attraverso delle mappe mentali, dipinte sui muri, i contadini comprendano quali sono le loro necessità e i loro diritti.

Mentre, Emily Lazerwitz cancellando le parole dalla Bibbia vuole ridurre il testo sacro a una ristretta serie di parole essenziali. La sua “censura” si basa sui primitivi semantici, l’insieme di concetti semantici che non possono essere espressi in termini più semplici. Le parole elementari diventano così i nuovi semi.

Guiseppe Penone, Peau de feuilles – 151 noms d’arbres, 1999
© Collection FRAC Picardie

In mostra anche un trittico di disegni di Giuseppe Penone,Pelle di foglie, in cui al centro appare una sagoma d’uomo da cui si diramano i nomi delle piante, e Incantazioni di Raffaella della Olga, foglie su cui l’artista imprime dei caratteri utilizzando una macchina da scrivere.

Inoltre, sono esposte anche un paio di mappe di Richard Long, uno dei padri della “land art”, e il video di TABAIMO (Ayako Tabata), Hanabi-ra, Chute des pétales, che evoca la metafora della vita. Un uomo nudo, di spalle, la testa tagliato dal quadro, il cui corpo porta tatuaggi floreali. Piano piano i tatuaggi sfioriscono e i petali cadono come foglie morte d’autunno.

L’esposizione Drawing Power – Children of Compost presenta i diversi aspetti del potere del disegno nel costruire nuove concezioni, grazie alla sua capacità di schematizzare leggi complesse, di delineare i confini geopolitici, d’attivare certi aspetti delle culture ancestrali allo stesso modo della tecnologia moderna, di far capire la nostra presenza sul pianeta come una presenza generativa e non come usurpatore.

Foto: Agatoak Kowspi, Kow, 2001 © FRAC Picardie

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La mostra Drawing Power – Children of Compost, immaginata da Joana P. R. Neves, direttrice artistica di DRAWING NOW Art Fair – la prima fiera d’arte contemporanea dedicata esclusivamente al disegno in Europa – segna l’inizio della collaborazione con il Frac Picardie, il Fondo regionale per l’arte contemporanea della Piccardia. Un’unione nata per mettere in relazione il disegno contemporaneo con il tema dell’ecologia, grazie ad alcuni prestiti d’opere.

L’esposizione è in corso a Parigi presso il Drawing Lab, fino al 30 settembre 2021. In occasione del suo vernissage, il 25 giugno, la curatrice ha spiegato le idee portanti di quest’evento. «Il disegno crea forme e rappresentazioni, diagrammi e modelli, scene e figure. Abbiamo bisogno di nuove rappresentazioni per immaginare diversamente l’abitare insieme, e quindi cambiare il nostro ruolo sul pianeta: il modo in cui concepiamo la vita è il modo in cui la realizziamo».

Joana P. R. Neves ha aggiunto: «È necessario un dialogo tra gli umani e i non umani, per citare Donna J. Haraway, da cui prendiamo in prestito il sottotitolo “figli di compost”, che denota un’era futura di vita rigenerata attraverso nuove concezioni degli esseri viventi. Questo è il futuro che Drawing Power – Children of Compost propone di costruire nonostante le difficoltà del presente.»

Gli artisti invitati a partecipare alla mostra coprono un ampio spettro di pratiche. L’esposizione inizia ancor prima d’entrare nei locali del Drawing Lab. Sulla strada, sopra la porta campeggia la bandiera del progetto Antarctica di Lucy e Jorge Orta, che affronta le questioni relative all’ambiente, alla politica, all’autonomia, all’habitat, alla mobilità e alle relazioni umane. Una terra di nessuno, senza confini, la cui bandiera è composta da tutte le bandiere del mondo.

All’interno, ad accogliere il visitatore, un busto d’uomo in legno, che non è altro che un timbro gigantesco di Barthélémy Toguo per stampare la scritta Terra incognita. Il timbro viene utilizzato per autenticare i documenti ufficiali, in questo caso il simbolo della burocrazia serve per imprimere, come un’impronta, slogan che interrogano in modo incisivo e potente, ma anche poeticamente, lo status di straniero, l’esilio, i confini, l’identità. Un altro “timbro” dell’artista camerunense è in mostra, dal titolo Libre limitée circulation.

Invece, degli artisti del popolo Kwoma in Nuova Papua, padre e i suoi due figli Kowspi Marek, Agatoak Kowspi e Chiphowka Kowspi, sono presentati una serie di dipinti. I tre utilizzano gli strumenti occidentali del disegno per rappresentare la loro cosmogonia finora tramandata oralmente. Una cultura che per la prima volta trova nel disegno, e in seguito nella pittura, una sua forma espressiva.

Di grande impatto è il lavoro dell’artista colombiano Marcos Ávila Forero, impegnato al fianco delle popolazioni rurali colombiane espropriate da compagnie private o da gruppi armati. Un’installazione con disegni, foto e video, illustra il lavoro collettivo organizzato e coordinato dall’artista in queste comunità affinché, attraverso delle mappe mentali, dipinte sui muri, i contadini comprendano quali sono le loro necessità e i loro diritti.

Mentre, Emily Lazerwitz cancellando le parole dalla Bibbia vuole ridurre il testo sacro a una ristretta serie di parole essenziali. La sua “censura” si basa sui primitivi semantici, l’insieme di concetti semantici che non possono essere espressi in termini più semplici. Le parole elementari diventano così i nuovi semi.

Guiseppe Penone, Peau de feuilles – 151 noms d’arbres, 1999
© Collection FRAC Picardie

In mostra anche un trittico di disegni di Giuseppe Penone,Pelle di foglie, in cui al centro appare una sagoma d’uomo da cui si diramano i nomi delle piante, e Incantazioni di Raffaella della Olga, foglie su cui l’artista imprime dei caratteri utilizzando una macchina da scrivere.

Inoltre, sono esposte anche un paio di mappe di Richard Long, uno dei padri della “land art”, e il video di TABAIMO (Ayako Tabata), Hanabi-ra, Chute des pétales, che evoca la metafora della vita. Un uomo nudo, di spalle, la testa tagliato dal quadro, il cui corpo porta tatuaggi floreali. Piano piano i tatuaggi sfioriscono e i petali cadono come foglie morte d’autunno.

L’esposizione Drawing Power – Children of Compost presenta i diversi aspetti del potere del disegno nel costruire nuove concezioni, grazie alla sua capacità di schematizzare leggi complesse, di delineare i confini geopolitici, d’attivare certi aspetti delle culture ancestrali allo stesso modo della tecnologia moderna, di far capire la nostra presenza sul pianeta come una presenza generativa e non come usurpatore.

Foto: Agatoak Kowspi, Kow, 2001 © FRAC Picardie

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