L’uomo e lo spazio pubblico per Paulien Oltheten

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 1 Novembre 2020

Tempo stimato per la lettura: 2,6 minuti

Il tempo di un vernissage. Qualche ora per poter ammirare il lavoro di Paulien Oltheten, prima del confinamento. A Parigi, la giovane artista olandese ha presentato, il 29 ottobre, le sue opere alla galleria Filles du Calvaire in un’esposizione intitolata Suitecase routines and scenes of the improbable. Naturalmente la galleria prolungherà l’esposizione dopo la fine del lockdown francese.

Una serie di scatti e video, rianalizzati su dei quaderni d’appunti, che l’artista ha realizzato nel quartiere d’affari parigino, La Defense, affollato ogni giorno da migliaia di persone. Il suo enorme piazzale e l’arco monumentale moderno – che fa eco a quello di Trionfo a un paio di chilometri sullo stesso asse stradale – sono la scenografia di questo lavoro i cui protagonisti sono gli impiegati che si recano in ufficio, i commercianti, le coppie di anziani che passeggiano. Chiunque entri nel campo visivo dell’artista, che catturi per un gesto compiuto o mancato la sua attenzione, stimola la sua creatività ad aprire improbabili sviluppi narrativi.

Partendo appunto da una semplice e banale situazione, Paulien Oltheten crea da zero incontri tra un libro scientifico, un album di famiglia e la valigetta di un ex maestra di scuola, combinando realtà e finzione. Con questo progetto si è aggiudicata, nel 2018, il Prix Découverte ai Rencontres d’Arles, la rassegna più importante per la fotografia in Europa.

Inoltre, in occasione di questa sua prima mostra personale alla galleria Filles du Calvaire, Paulien Oltheten invita a scoprire altri luoghi che ha esplorato profondamente negli anni: dall’Iran alla Russia, passando per il quartiere delle Olimpiadi, nel 13° arrondissement di Parigi, fino a New York. Senza dimenticare il progetto Stay Healthy (divenuto purtroppo nuovamente attuale) realizzato in Olanda durante il lockdown primaverile: una serie di video brevissimi per “documentare” le dinamiche delle persone negli spazi pubblici durante la prima ondata della pandemia.

Le persone e i loro comportamenti sono infatti le sue materie preferite. Utilizzando fotografie e video, enfatizza modelli e gesti particolari, talvolta illustrandoli con disegni, testi o commenti sonori. Volutamente sul filo del rasoio tra realtà e messa in scena, l’artista mette a confronto il pubblico con questa ambiguità e gioca con le numerose possibilità della “verità” di uno scatto.

Le fotografie, le performance e i video di Paulien Oltheten sembrano esplorare ciò che è comune e allo stesso tempo straordinario nel comportamento umano negli spazi pubblici. Il suo metodo di lavoro si basa sull’osservazione diretta nei parchi, nelle piazze o nelle strade delle grandi città. Individua momenti particolari, gesti ripetitivi, oggetti insoliti o linee grafiche e stabilisce connessioni tra loro per creare una narrazione che formalizza con parole, immagini fisse e in movimento.

Al confine tra documentario e finzione, e con un’innegabile dose di umorismo, l’artista immagina e mette in scena oggetti e personaggi incontrati per rivelare connessioni universali tra cose e comportamento umano.

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Published On: 1 Novembre 2020

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 8 minuti

Il tempo di un vernissage. Qualche ora per poter ammirare il lavoro di Paulien Oltheten, prima del confinamento. A Parigi, la giovane artista olandese ha presentato, il 29 ottobre, le sue opere alla galleria Filles du Calvaire in un’esposizione intitolata Suitecase routines and scenes of the improbable. Naturalmente la galleria prolungherà l’esposizione dopo la fine del lockdown francese.

Una serie di scatti e video, rianalizzati su dei quaderni d’appunti, che l’artista ha realizzato nel quartiere d’affari parigino, La Defense, affollato ogni giorno da migliaia di persone. Il suo enorme piazzale e l’arco monumentale moderno – che fa eco a quello di Trionfo a un paio di chilometri sullo stesso asse stradale – sono la scenografia di questo lavoro i cui protagonisti sono gli impiegati che si recano in ufficio, i commercianti, le coppie di anziani che passeggiano. Chiunque entri nel campo visivo dell’artista, che catturi per un gesto compiuto o mancato la sua attenzione, stimola la sua creatività ad aprire improbabili sviluppi narrativi.

Partendo appunto da una semplice e banale situazione, Paulien Oltheten crea da zero incontri tra un libro scientifico, un album di famiglia e la valigetta di un ex maestra di scuola, combinando realtà e finzione. Con questo progetto si è aggiudicata, nel 2018, il Prix Découverte ai Rencontres d’Arles, la rassegna più importante per la fotografia in Europa.

Inoltre, in occasione di questa sua prima mostra personale alla galleria Filles du Calvaire, Paulien Oltheten invita a scoprire altri luoghi che ha esplorato profondamente negli anni: dall’Iran alla Russia, passando per il quartiere delle Olimpiadi, nel 13° arrondissement di Parigi, fino a New York. Senza dimenticare il progetto Stay Healthy (divenuto purtroppo nuovamente attuale) realizzato in Olanda durante il lockdown primaverile: una serie di video brevissimi per “documentare” le dinamiche delle persone negli spazi pubblici durante la prima ondata della pandemia.

Le persone e i loro comportamenti sono infatti le sue materie preferite. Utilizzando fotografie e video, enfatizza modelli e gesti particolari, talvolta illustrandoli con disegni, testi o commenti sonori. Volutamente sul filo del rasoio tra realtà e messa in scena, l’artista mette a confronto il pubblico con questa ambiguità e gioca con le numerose possibilità della “verità” di uno scatto.

Le fotografie, le performance e i video di Paulien Oltheten sembrano esplorare ciò che è comune e allo stesso tempo straordinario nel comportamento umano negli spazi pubblici. Il suo metodo di lavoro si basa sull’osservazione diretta nei parchi, nelle piazze o nelle strade delle grandi città. Individua momenti particolari, gesti ripetitivi, oggetti insoliti o linee grafiche e stabilisce connessioni tra loro per creare una narrazione che formalizza con parole, immagini fisse e in movimento.

Al confine tra documentario e finzione, e con un’innegabile dose di umorismo, l’artista immagina e mette in scena oggetti e personaggi incontrati per rivelare connessioni universali tra cose e comportamento umano.

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