Marc Riboud. Storie possibili

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 8 Dicembre 2020

Tempo stimato per la lettura: 3,5 minuti

Alcune delle sue foto sono entrate nella storia. Immagini iconiche come “Il pittore della tour Eiffel” o “La ragazza con il fiore”.

A Marc Riboud, il Museo nazionale delle arti asiatiche – Guimet (MNAAG) di Parigi, dedica una magnifica retrospettiva (dal 15 dicembre 2020 al 1° marzo 2021).

Gli scatti esposti fanno parte delle collezioni del MNAAG, come aveva desiderato l’artista stesso. Il suo lavoro è stato fortemente caratterizzato dall’amore verso l’Asia, quindi, dopo la sua morte nel 2016, è stato “naturale” che la sua eredità artistica fosse preservata da quest’istituzione.

Un’acquisizione che è il frutto di un percorso iniziato nel 2013, quando Sophie Makariou, nominata alla presidenza del museo, prese i primi contatti con Catherine Riboud Chaine, moglie del grande fotografo.

Figura di spicco della fotografia, Marc Riboud ha segnato la seconda metà del XX° secolo attraverso la sua visione profondamente personale del mondo. Fotografo più che fotoreporter, ha lasciato più di 50.000 fotografie (negativi, diapositive e prove su carta) dove l’Asia domina.

Lottatori a Teheran – Iran 1955 © Fondo Marc Riboud del MNAAG.

L’esposizione ripercorre cronologicamente i suoi viaggi in Europa, in Asia, in Africa e in America del nord. Sono presenti, inoltre, le copertine realizzate per diverse riviste quali Life o Paris Match, i numerosi cataloghi, e alcuni suoi oggetti personali, come una cartina dell’Asia che usò durante i suoi viaggi.

L’ampia retrospettiva mette in luce il viaggio di una vita, dalle sue prime fotografie scattate a Lione – la città della sua infanzia – e nella Francia del dopoguerra, fino agli scatti dei suoi ultimi anni presi in Cina, soprattutto sulle montagne di Huang Shan, che chiudono il percorso espositivo.

Marc Riboud realizza i suoi primi reportage all’estero seguendo i consigli di Robert Capa e Henri Cartier – Bresson, fondatori dell’agenzia Magnum a cui ha aderito nel 1953 fino al 1979. Entra in contatto con i suoi mentori grazie alla sua celebre foto del “Il pittore della tour Eiffel” del 1953. Capa, trovandolo talentuoso ma estremamente timido, lo esorta a lasciare Parigi e ad andare in Inghilterra.

Il pittore della tour Eiffel – Paris 1953 © Fondo Marc Riboud del MNAAG

Dai circoli della classe operaia britannica, alla Jugoslavia, Riboud prosegue la sua esplorazione del mondo verso l’Oriente islamico. La prima grande avventura inizia nel 1955 in Turchia per poi recarsi in Libano, Siria, Iran, Afghanistan, Pakistan, India, Cambogia, Bangladesh e Nepal. Nel 1957, sarà la volta della Cina, all’epoca ancora molto chiusa. L’anno successivo si reca in Giappone, concludendo così il suo percorso di tre anni in Asia.

Dai suoi lunghi soggiorni nel sud-est asiatico, riporta immagini essenziali, cattura un continente in rapida evoluzione, attraverso degli scatti realizzati con una geometria rigorosa e una profonda sensibilità per l’essere umano e in particolare per le donne.

Poi arriva il resto del mondo: Alaska, Maghreb e Africa centrale, Cuba, Stati Uniti. Fu a Washington, nel 1967, che fotografa “La ragazza con il fiore”, che è diventata un’icona mondiale della lotta contro la guerra nel Vietnam.

Via Liulichang – Cina 1965 © Fondo Marc Riboud del MNAAG

L’ultima parte della mostra è dedicata ancora all’Asia: Vietnam, Bangladesh, Cambogia e l’immensa Cina. Di questo paese che visitò per più di cinquant’anni, dal 1957 al 2010, il fotografo francese ne immortala le evoluzioni e i paradossi di un regime politico che introduce nella sua società dei profondi cambiamenti: dalla Rivoluzione culturale al «boom» economico. Lo vide cambiare, ne trascrisse le sue evoluzioni senza ideologia, senza pregiudizi, con acutezza e con una forte passione per l’altro, che gli ha fatto porre sempre l’essere umano al centro del suo sguardo.

© Credits foto La ragazza con il fiore – Washington 1967 © Fondo Marc Riboud del MNAAG

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Alcune delle sue foto sono entrate nella storia. Immagini iconiche come “Il pittore della tour Eiffel” o “La ragazza con il fiore”.

A Marc Riboud, il Museo nazionale delle arti asiatiche – Guimet (MNAAG) di Parigi, dedica una magnifica retrospettiva (dal 15 dicembre 2020 al 1° marzo 2021).

Gli scatti esposti fanno parte delle collezioni del MNAAG, come aveva desiderato l’artista stesso. Il suo lavoro è stato fortemente caratterizzato dall’amore verso l’Asia, quindi, dopo la sua morte nel 2016, è stato “naturale” che la sua eredità artistica fosse preservata da quest’istituzione.

Un’acquisizione che è il frutto di un percorso iniziato nel 2013, quando Sophie Makariou, nominata alla presidenza del museo, prese i primi contatti con Catherine Riboud Chaine, moglie del grande fotografo.

Figura di spicco della fotografia, Marc Riboud ha segnato la seconda metà del XX° secolo attraverso la sua visione profondamente personale del mondo. Fotografo più che fotoreporter, ha lasciato più di 50.000 fotografie (negativi, diapositive e prove su carta) dove l’Asia domina.

Lottatori a Teheran – Iran 1955 © Fondo Marc Riboud del MNAAG.

L’esposizione ripercorre cronologicamente i suoi viaggi in Europa, in Asia, in Africa e in America del nord. Sono presenti, inoltre, le copertine realizzate per diverse riviste quali Life o Paris Match, i numerosi cataloghi, e alcuni suoi oggetti personali, come una cartina dell’Asia che usò durante i suoi viaggi.

L’ampia retrospettiva mette in luce il viaggio di una vita, dalle sue prime fotografie scattate a Lione – la città della sua infanzia – e nella Francia del dopoguerra, fino agli scatti dei suoi ultimi anni presi in Cina, soprattutto sulle montagne di Huang Shan, che chiudono il percorso espositivo.

Marc Riboud realizza i suoi primi reportage all’estero seguendo i consigli di Robert Capa e Henri Cartier – Bresson, fondatori dell’agenzia Magnum a cui ha aderito nel 1953 fino al 1979. Entra in contatto con i suoi mentori grazie alla sua celebre foto del “Il pittore della tour Eiffel” del 1953. Capa, trovandolo talentuoso ma estremamente timido, lo esorta a lasciare Parigi e ad andare in Inghilterra.

Il pittore della tour Eiffel – Paris 1953 © Fondo Marc Riboud del MNAAG

Dai circoli della classe operaia britannica, alla Jugoslavia, Riboud prosegue la sua esplorazione del mondo verso l’Oriente islamico. La prima grande avventura inizia nel 1955 in Turchia per poi recarsi in Libano, Siria, Iran, Afghanistan, Pakistan, India, Cambogia, Bangladesh e Nepal. Nel 1957, sarà la volta della Cina, all’epoca ancora molto chiusa. L’anno successivo si reca in Giappone, concludendo così il suo percorso di tre anni in Asia.

Dai suoi lunghi soggiorni nel sud-est asiatico, riporta immagini essenziali, cattura un continente in rapida evoluzione, attraverso degli scatti realizzati con una geometria rigorosa e una profonda sensibilità per l’essere umano e in particolare per le donne.

Poi arriva il resto del mondo: Alaska, Maghreb e Africa centrale, Cuba, Stati Uniti. Fu a Washington, nel 1967, che fotografa “La ragazza con il fiore”, che è diventata un’icona mondiale della lotta contro la guerra nel Vietnam.

Via Liulichang – Cina 1965 © Fondo Marc Riboud del MNAAG

L’ultima parte della mostra è dedicata ancora all’Asia: Vietnam, Bangladesh, Cambogia e l’immensa Cina. Di questo paese che visitò per più di cinquant’anni, dal 1957 al 2010, il fotografo francese ne immortala le evoluzioni e i paradossi di un regime politico che introduce nella sua società dei profondi cambiamenti: dalla Rivoluzione culturale al «boom» economico. Lo vide cambiare, ne trascrisse le sue evoluzioni senza ideologia, senza pregiudizi, con acutezza e con una forte passione per l’altro, che gli ha fatto porre sempre l’essere umano al centro del suo sguardo.

© Credits foto La ragazza con il fiore – Washington 1967 © Fondo Marc Riboud del MNAAG

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