Pronto, chi legge? Arrivano le bibliocabine
Tempo stimato per la lettura: 2,3 minuti
I tempi gloriosi delle cabine telefoniche sono ormai terminati. Nell’era dei cellulari ultra tecnologici e multitasking, il fascino e l’utilità della cabina rossa sono del tutto svaniti. Ormai inutilizzate molte di queste strutture sono state smantellate. Ma per quelle ancora rimaste è in serbo una nuova opportunità. La mente nostalgica dell’architetto americano John Locke vuole donargli una seconda vita. Il suo obiettivo è quello di ridonare quell’utilità attraverso una nuova funzione: le biblioteche telefoniche. Parliamo di biblioteche improvvisate e soprattutto libere, in cui praticare il book-crossing : scambio di libri in giro per la città con persone sconosciute. Una forma di diffusione concreta della cultura: entri nella cabina, prendi il libro che ti piace, lo leggi e poi lo riporti, e se hai libri che vuoi donare, puoi farlo liberamente. Grazie all’idea di Locke, ora New York conta ben due bibliocabine.
Ancora un numero esiguo, me è bastato affinché l’idea volasse oltre oceano per atterrare anche in Italia. La prima bibliocabina italiana è stata inaugurata circa un anno fa nel comune di Arona, in provincia di Novara.
A seguire, il comune di Medicina (Bologna), Cerveteri per giungere fino alla Capitale. Il comitato di Torresina, quartiere di Roma, ha deciso di dare il via alla trasformazione delle vecchie cabine telefoniche ormai abbandonate, in piccoli luoghi che possano contribuire a favorire la diffusione della cultura e dei libri. Si sa però, che per ogni libera iniziativa bisogna fare i conti con mille ostacoli. Il problema principale che ha accumunato entrambi i continenti è stato il furto dei libri e degli scaffali; a seguire gli atti vandalici. Riguardo al primo, lo stesso Locke ha optato per la contrassegnazione dei libri con un logo di riconoscimento e l’affissione di indicazioni semplici e concise per gli utenti su come utilizzare la bibliocabina.
Riguardo agli atti vandalici il comitato Torresina sta provvedendo personalmente alla sorveglianza ed alla manutenzione della propria. In ogni caso la formula vincente è la tenacia soprattutto per le persone che credono nell’innovazione e nella creatività. In tempi di crisi soprattutto “culturale” bisogna saper rinnovarsi in tutti modi possibili. In questo caso, utilizzare uno degli strumenti indispensabili alla comunicazione fino a vent’anni fa, per comunicare oggi a sua volta una piccola parte di cultura, è un’opportunità che dobbiamo preservare.
di Donatella Lepore
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Pronto, chi legge? Arrivano le bibliocabine
Tempo stimato per la lettura: 7 minuti
I tempi gloriosi delle cabine telefoniche sono ormai terminati. Nell’era dei cellulari ultra tecnologici e multitasking, il fascino e l’utilità della cabina rossa sono del tutto svaniti. Ormai inutilizzate molte di queste strutture sono state smantellate. Ma per quelle ancora rimaste è in serbo una nuova opportunità. La mente nostalgica dell’architetto americano John Locke vuole donargli una seconda vita. Il suo obiettivo è quello di ridonare quell’utilità attraverso una nuova funzione: le biblioteche telefoniche. Parliamo di biblioteche improvvisate e soprattutto libere, in cui praticare il book-crossing : scambio di libri in giro per la città con persone sconosciute. Una forma di diffusione concreta della cultura: entri nella cabina, prendi il libro che ti piace, lo leggi e poi lo riporti, e se hai libri che vuoi donare, puoi farlo liberamente. Grazie all’idea di Locke, ora New York conta ben due bibliocabine.
Ancora un numero esiguo, me è bastato affinché l’idea volasse oltre oceano per atterrare anche in Italia. La prima bibliocabina italiana è stata inaugurata circa un anno fa nel comune di Arona, in provincia di Novara.
A seguire, il comune di Medicina (Bologna), Cerveteri per giungere fino alla Capitale. Il comitato di Torresina, quartiere di Roma, ha deciso di dare il via alla trasformazione delle vecchie cabine telefoniche ormai abbandonate, in piccoli luoghi che possano contribuire a favorire la diffusione della cultura e dei libri. Si sa però, che per ogni libera iniziativa bisogna fare i conti con mille ostacoli. Il problema principale che ha accumunato entrambi i continenti è stato il furto dei libri e degli scaffali; a seguire gli atti vandalici. Riguardo al primo, lo stesso Locke ha optato per la contrassegnazione dei libri con un logo di riconoscimento e l’affissione di indicazioni semplici e concise per gli utenti su come utilizzare la bibliocabina.
Riguardo agli atti vandalici il comitato Torresina sta provvedendo personalmente alla sorveglianza ed alla manutenzione della propria. In ogni caso la formula vincente è la tenacia soprattutto per le persone che credono nell’innovazione e nella creatività. In tempi di crisi soprattutto “culturale” bisogna saper rinnovarsi in tutti modi possibili. In questo caso, utilizzare uno degli strumenti indispensabili alla comunicazione fino a vent’anni fa, per comunicare oggi a sua volta una piccola parte di cultura, è un’opportunità che dobbiamo preservare.
di Donatella Lepore
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