Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023)

About the Author: Redazione ViviCreativo

Published On: 1 Aprile 2023

Tempo stimato per la lettura: 2,6 minuti

Dal 30 marzo al 27 agosto 2023 il Mattatoio di Roma ospita presso il Padiglione 9a, l’esposizione Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023), promossa da Roma Culture e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo.

La mostra, curata da Paola Bonani e Francesca Rachele Oppedisano, raccoglie alcuni tra gli esempi più significativi di artisti contemporanei che hanno lavorato sulle relazioni esistenti tra arte, creatività, estetica e i territori naturali che l’uomo abita.

Una nuova dimensione dell’arte

La selezione incentrata su artisti italiani copre un arco cronologico che va dagli anni Sessanta ai giorni nostri, un periodo caratterizzato da grandi cambiamenti nella percezione del rapporto tra natura ed essere umano, cambiamenti a cui le arti visive hanno contribuito aprendo nuovi scenari e fondando nuove consapevolezze.

Due citazioni visive aprono la mostra. Un Cretto nero di Alberto Burri e un Concetto spaziale. Cratere di Lucio Fontana. Due opere esemplari, provenienti da un futuro anteriore, che indicano i due poli su cui si fonda l’impianto dell’intero progetto, quello dello spazio terreno e dello spazio cosmico, della percezione del reale e della sublimazione dell’immaginario.

Natura tra campo di ricerca ed estetica

Negli anni Sessanta molti artisti hanno compiuto un radicale superamento dei confini tradizionali dell’opera d’arte, includendo all’interno di essa elementi prelevati direttamente dalla realtà e incentrando, in alcuni casi, tutta la loro ricerca sul rapporto con la materia, con la natura e con i suoi processi di trasformazione.

Negli anni Settanta l’agricoltura e il paesaggio sono divenuti oggetto di pratiche artistiche specifiche, con l’intento di indagare e di verificare dimensioni più umane di produzione e spazi di sintonia con l’ambiente. In Italia il decennio si chiuderà, com’è noto, con l’edizione della Biennale di Venezia dedicata al tema Dalla natura all’arte, dall’arte alla natura.

Renato Leotta, LUCE, 2017 (still da video), film 16 mm riversato su digitale, 5′ loop, 4:3 | Courtesy the artist and Sprovieri Gallery

Sensibilizzazione della nostra coscienza

A partire dagli anni Novanta e fino ai giorni nostri queste pratiche sono riprese con crescente interesse. Oggi il concetto di natura è stato emancipato dall’idea di naturale, aggettivo che sottintende uno sguardo antropizzato della terra, così come i termini di territorio, paesaggio, ambiente sono stati ampiamente ripensati.

Gli artisti lavorano ormai nella consapevolezza di trovarsi all’interno di un ecosistema eterogeneo, in cui cooperano pratiche artistiche, conoscenze scientifiche, studi antropologici e sociali, biopolitiche territoriali, restituendoci visioni e prospettive uniche su ciò che vediamo.

Gli artisti esposti

All’interno di un gioco di rimandi generazionali la mostra raccoglie opere di Nico Angiuli, Emanuela Ascari, Massimo Bartolini, Gianfranco Baruchello, Alberto Burri, Giacinto Cerone, Leone Contini, Pamela Diamante, Bruna Esposito, Giosetta Fioroni, Lucio Fontana, Piero Gilardi, Michele Guido, Renato Leotta, Mario Merz, Marzia Migliora, Pino Pascali, Luca Maria Patella e Giuseppe Penone.

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About the Author: Redazione ViviCreativo

Tempo stimato per la lettura: 8 minuti

Dal 30 marzo al 27 agosto 2023 il Mattatoio di Roma ospita presso il Padiglione 9a, l’esposizione Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023), promossa da Roma Culture e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo.

La mostra, curata da Paola Bonani e Francesca Rachele Oppedisano, raccoglie alcuni tra gli esempi più significativi di artisti contemporanei che hanno lavorato sulle relazioni esistenti tra arte, creatività, estetica e i territori naturali che l’uomo abita.

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La selezione incentrata su artisti italiani copre un arco cronologico che va dagli anni Sessanta ai giorni nostri, un periodo caratterizzato da grandi cambiamenti nella percezione del rapporto tra natura ed essere umano, cambiamenti a cui le arti visive hanno contribuito aprendo nuovi scenari e fondando nuove consapevolezze.

Due citazioni visive aprono la mostra. Un Cretto nero di Alberto Burri e un Concetto spaziale. Cratere di Lucio Fontana. Due opere esemplari, provenienti da un futuro anteriore, che indicano i due poli su cui si fonda l’impianto dell’intero progetto, quello dello spazio terreno e dello spazio cosmico, della percezione del reale e della sublimazione dell’immaginario.

Natura tra campo di ricerca ed estetica

Negli anni Sessanta molti artisti hanno compiuto un radicale superamento dei confini tradizionali dell’opera d’arte, includendo all’interno di essa elementi prelevati direttamente dalla realtà e incentrando, in alcuni casi, tutta la loro ricerca sul rapporto con la materia, con la natura e con i suoi processi di trasformazione.

Negli anni Settanta l’agricoltura e il paesaggio sono divenuti oggetto di pratiche artistiche specifiche, con l’intento di indagare e di verificare dimensioni più umane di produzione e spazi di sintonia con l’ambiente. In Italia il decennio si chiuderà, com’è noto, con l’edizione della Biennale di Venezia dedicata al tema Dalla natura all’arte, dall’arte alla natura.

Renato Leotta, LUCE, 2017 (still da video), film 16 mm riversato su digitale, 5′ loop, 4:3 | Courtesy the artist and Sprovieri Gallery

Sensibilizzazione della nostra coscienza

A partire dagli anni Novanta e fino ai giorni nostri queste pratiche sono riprese con crescente interesse. Oggi il concetto di natura è stato emancipato dall’idea di naturale, aggettivo che sottintende uno sguardo antropizzato della terra, così come i termini di territorio, paesaggio, ambiente sono stati ampiamente ripensati.

Gli artisti lavorano ormai nella consapevolezza di trovarsi all’interno di un ecosistema eterogeneo, in cui cooperano pratiche artistiche, conoscenze scientifiche, studi antropologici e sociali, biopolitiche territoriali, restituendoci visioni e prospettive uniche su ciò che vediamo.

Gli artisti esposti

All’interno di un gioco di rimandi generazionali la mostra raccoglie opere di Nico Angiuli, Emanuela Ascari, Massimo Bartolini, Gianfranco Baruchello, Alberto Burri, Giacinto Cerone, Leone Contini, Pamela Diamante, Bruna Esposito, Giosetta Fioroni, Lucio Fontana, Piero Gilardi, Michele Guido, Renato Leotta, Mario Merz, Marzia Migliora, Pino Pascali, Luca Maria Patella e Giuseppe Penone.

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