Thu-Van Tran: l’arte illumina le atrocità della storia

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 10 Giugno 2023

Tempo stimato per la lettura: 4,2 minuti

È stato vedendo i calchi che gli archeologi avevano fatto delle vittime di Pompei che è nata l’inspirazione. Thu-Van Tran, artista franco-vietnamita, è la protagonista dell’esposizione Nous vivons dans l’éclat (Viviamo nello splendore) al MAMAC di Nizza, dal 10 giugno al 1° ottobre 2023.

Il Museo d’arte moderna e d’arte contemporanea della “capitale” della Costa Azzurra le dedica – in 1000 m² di spazio espositivo – la prima grande monografia museale dell’artista in Francia, dopo la sua partecipazione alla mostra collettiva Cosmogonies, au gré des elements (Cosmogonie, secondo gli elementi), nel 2018.

Anno in cui è stata nominata per il Marcel Duchamp Prize, dopo aver partecipato, nel 2017, alla Biennale di Venezia. L’installazione La Rouge, presentata all’Arsenale della Serenissima è esposta a Nizza. Inoltre, l’artista è attualmente anche alla Bourse de Commerce di Parigi nella mostra collettiva Avant l’Orage (Prima della tempesta) e ha appena completato un’altra commissione site-specific al Carnegie Museum of Art di Pittsburgh.

Un passato molto presente

Thu-Van Tran, nata nel 1979 a Ho Chi Minh, espone opere prodotte in situ, appositamente per questa monografia, e altre, realizzate durante la sua carriera, sempre contrassegnata dalla sua doppia cultura franco-vietnamita e dalla storia comune tra questi due paesi.

È attraverso un prisma soggettivo, quello della memoria, che l’artista affronta la storia del suo paese d’origine il Vietnam, ex colonia francese. Convoca, in modo poetico, la complessità dell’eredità materiale e il loro forte legame con la storia. “Il legno che piange”, ovvero l’albero della gomma, è al cuore della sua pratica artistica e delle sue sperimentazioni. Evoca l’importazione di quest’albero dall’Amazzonia e la coltivazione in Indocina, simbolo sia dello sfruttamento coloniale delle risorse che della popolazione.

La conservazione delle tracce

Thu-Van Tran racconta -in occasione del vernissage della mostra-, come sia stata colpita dall’impronta dei corpi dei defunti sepolti sotto la cenere, che nel tempo disintegrandosi hanno lasciano una cavità nel terreno. Il gesso che gli archeologi hanno versato in queste cavità ha preso il posto dei corpi, catturando le posture delle vittime e riportando alla luce i loro corpi attraverso la finzione.

A questo procedimento s’inspirano le opere esposte Au couchant, Au levant (al tramonto, all’alba), realizzate sistemando le foglie dell’albero della gomma su carta fotosensibile in seguito esposte per diverse settimane. Queste opere rappresentano così non solo le forme delle foglie ma anche il tempo.

Gli orrori della storia visti attraverso il prisma della bellezza

«Seguo il lavoro di Thu-Van Tran da molto tempo. Ha un percorso professionale unico che unisce questioni ecologiche e storiche, e che è allo stesso tempo profondamente radicato nella storia dell’arte», dichiara la direttrice del MAMAC Hélène Guenin e curatrice della mostra.

Il progetto pensato per quest’esposizione affronta la questione del nostro ecosistema naturale e ambientale diventato instabile e mutevole a causa degli sconvolgimenti prodotti dalle sfide economiche e politiche del nostro mondo moderno.

L’influenza della letteratura

Thu-Van Tran si interessa alla memoria e al linguaggio, al modo in cui quest’ultimo può in particolare costruire una narrazione o, al contrario, programmare la sua scomparsa quando è strumentalizzata.

Il titolo della mostra è tratto da una serie di opere eponime dell’artista nelle quali ha isolato delle frasi tratte da Cuore di tenebra di Joseph Conrad, su una superficie fotosensibile, di cui una è esposta a Nizza. La parola “èclat” è stata scelta nella sua traduzione personale del testo di Conrad, per simboleggiare l’esplosione e l’illuminazione.

Arte politica e poetica

La mostra presenta l’ampio spettro della produzione dell’artista. I paesaggi lirici degli affreschi monumentali di Pénétrable realizzati in situ attraverso la sovrapposizione cromatica, che richiamano in modo allegorico la guerra del Vietnam e l’utilizzo delle armi chimiche per devastare i terreni. Tema anche di Rainbow herbicides e From Green to Orange, altre opere in mostra, che evocano come questi strumenti di morte avevano in codice dei nomi di colori come “agente arancione”.

La costante critica al colonialismo attraverso l’installazione Peau blanche (Pelle bianca) sull’Esposizione coloniale del 1931 a Parigi o Échange de présents (Scambio di regali) l’ideale esplosione una vetrina del “Museo nazionale delle Arti di Africa e dell’Oceania”, costruito nella capitale francese, oggi Museo dell’immigrazione. E ancora Roman sans titre (Romanzo senza titolo), una foresta pluviale pietrificata in bronzo. Una selezione arricchita da altri lavori in cui i temi cardine della sua produzione, trovano altre simbologie e mitologie per esprimersi.

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Published On: 10 Giugno 2023

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 12 minuti

È stato vedendo i calchi che gli archeologi avevano fatto delle vittime di Pompei che è nata l’inspirazione. Thu-Van Tran, artista franco-vietnamita, è la protagonista dell’esposizione Nous vivons dans l’éclat (Viviamo nello splendore) al MAMAC di Nizza, dal 10 giugno al 1° ottobre 2023.

Il Museo d’arte moderna e d’arte contemporanea della “capitale” della Costa Azzurra le dedica – in 1000 m² di spazio espositivo – la prima grande monografia museale dell’artista in Francia, dopo la sua partecipazione alla mostra collettiva Cosmogonies, au gré des elements (Cosmogonie, secondo gli elementi), nel 2018.

Anno in cui è stata nominata per il Marcel Duchamp Prize, dopo aver partecipato, nel 2017, alla Biennale di Venezia. L’installazione La Rouge, presentata all’Arsenale della Serenissima è esposta a Nizza. Inoltre, l’artista è attualmente anche alla Bourse de Commerce di Parigi nella mostra collettiva Avant l’Orage (Prima della tempesta) e ha appena completato un’altra commissione site-specific al Carnegie Museum of Art di Pittsburgh.

Un passato molto presente

Thu-Van Tran, nata nel 1979 a Ho Chi Minh, espone opere prodotte in situ, appositamente per questa monografia, e altre, realizzate durante la sua carriera, sempre contrassegnata dalla sua doppia cultura franco-vietnamita e dalla storia comune tra questi due paesi.

È attraverso un prisma soggettivo, quello della memoria, che l’artista affronta la storia del suo paese d’origine il Vietnam, ex colonia francese. Convoca, in modo poetico, la complessità dell’eredità materiale e il loro forte legame con la storia. “Il legno che piange”, ovvero l’albero della gomma, è al cuore della sua pratica artistica e delle sue sperimentazioni. Evoca l’importazione di quest’albero dall’Amazzonia e la coltivazione in Indocina, simbolo sia dello sfruttamento coloniale delle risorse che della popolazione.

La conservazione delle tracce

Thu-Van Tran racconta -in occasione del vernissage della mostra-, come sia stata colpita dall’impronta dei corpi dei defunti sepolti sotto la cenere, che nel tempo disintegrandosi hanno lasciano una cavità nel terreno. Il gesso che gli archeologi hanno versato in queste cavità ha preso il posto dei corpi, catturando le posture delle vittime e riportando alla luce i loro corpi attraverso la finzione.

A questo procedimento s’inspirano le opere esposte Au couchant, Au levant (al tramonto, all’alba), realizzate sistemando le foglie dell’albero della gomma su carta fotosensibile in seguito esposte per diverse settimane. Queste opere rappresentano così non solo le forme delle foglie ma anche il tempo.

Gli orrori della storia visti attraverso il prisma della bellezza

«Seguo il lavoro di Thu-Van Tran da molto tempo. Ha un percorso professionale unico che unisce questioni ecologiche e storiche, e che è allo stesso tempo profondamente radicato nella storia dell’arte», dichiara la direttrice del MAMAC Hélène Guenin e curatrice della mostra.

Il progetto pensato per quest’esposizione affronta la questione del nostro ecosistema naturale e ambientale diventato instabile e mutevole a causa degli sconvolgimenti prodotti dalle sfide economiche e politiche del nostro mondo moderno.

L’influenza della letteratura

Thu-Van Tran si interessa alla memoria e al linguaggio, al modo in cui quest’ultimo può in particolare costruire una narrazione o, al contrario, programmare la sua scomparsa quando è strumentalizzata.

Il titolo della mostra è tratto da una serie di opere eponime dell’artista nelle quali ha isolato delle frasi tratte da Cuore di tenebra di Joseph Conrad, su una superficie fotosensibile, di cui una è esposta a Nizza. La parola “èclat” è stata scelta nella sua traduzione personale del testo di Conrad, per simboleggiare l’esplosione e l’illuminazione.

Arte politica e poetica

La mostra presenta l’ampio spettro della produzione dell’artista. I paesaggi lirici degli affreschi monumentali di Pénétrable realizzati in situ attraverso la sovrapposizione cromatica, che richiamano in modo allegorico la guerra del Vietnam e l’utilizzo delle armi chimiche per devastare i terreni. Tema anche di Rainbow herbicides e From Green to Orange, altre opere in mostra, che evocano come questi strumenti di morte avevano in codice dei nomi di colori come “agente arancione”.

La costante critica al colonialismo attraverso l’installazione Peau blanche (Pelle bianca) sull’Esposizione coloniale del 1931 a Parigi o Échange de présents (Scambio di regali) l’ideale esplosione una vetrina del “Museo nazionale delle Arti di Africa e dell’Oceania”, costruito nella capitale francese, oggi Museo dell’immigrazione. E ancora Roman sans titre (Romanzo senza titolo), una foresta pluviale pietrificata in bronzo. Una selezione arricchita da altri lavori in cui i temi cardine della sua produzione, trovano altre simbologie e mitologie per esprimersi.

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