Tout un film ! E in principio fu il disegno

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 17 Gennaio 2021

Tempo stimato per la lettura: 3,7 minuti

Il disegno fa parte integrante del cinema, da sempre. Dai bozzetti degli scenografi e dei costumisti agli storyboard per quantificare i costi di produzione, passando per i film d’animazione: il disegno è essenziale per la previsualizzazione cinematografica.

A questa sinergia tra le arti è dedicata l’esposizione gratuita Tout un film!, presso lo spazio Drawing Lab di Parigi, in collaborazione con la Cinémathèque française. L’importante istituzione dedicata alla settima arte creata, nel 1936, da Henri Langlois, che da subito comprese l’importanza del materiale di lavoro sui set e iniziò a conservarlo e restaurarlo.

Due osservazioni sono alla base di quest’evento che si conclude il 25 febbraio: da un lato che il cinema è anche un esercizio grafico, di preparazione per la realizzazione; e d’altra parte, che gli artisti contemporanei vi si inspirano frequentemente.


Alex Tavoularis, Il Padrino II, 1973, Collezione La Cinémathèque française © Alex Tavoularis.

Tra le opere in mostra, alcune tavole dello storyboard realizzato da Alex Tavoularis per Il Padrino II. Pezzi unici degli archivi della cineteca francese, che permettono d’approfondire il design del capolavoro di Francis Ford Coppola. Altro prestito importante dell’istituzione sono alcuni disegni di Akira Kurosawa per I sette samurai (1954). Il regista giapponese compose matita in mano, l’estetica e i costumi per il suo film.

Akira Kurosawa, I sette samurai (1954), Collezione La Cinémathèque française

Disegno e cinematografia si incontrano di nuovo attraverso i disegni su celluloide del film La pastorella e lo spazzacamino di Paul Grimault, autore francese che ha dato all’animazione le sue prime credenziali.

Tout un film! presenta inoltre le opere plastiche di Alejandro Jodorowski, realizzate negli anni Sessanta, che sottolineano l’importanza del disegno nella costruitone del personaggio: un modo per scoprire nuove sfaccettature del regista de La Montagna Sacra (1973).


Antoine Marquis, disegni ispirati al film La montagna sacra
di Alejandro Jodorowski

A questa pellicola si rifà il lavoro di Antoine Marquis. Otto disegni in cui alcune sequenze del film sono inserite in un contesto domestico, senza seguirne l’ordine cronologico-narrativo. Il visitatore è libero di ricercare simboli esostorici e altri riferimenti al mondo psico-magico dell’eclettico artista cileno.

Buio in sala! L’esposizione presenta il video Tide Table dell’artista sud-africano William Kentridge, che utilizza una tecnica da lui chiamata “animazione dei poveri”: invece di moltiplicare i disegni per suggerire il movimento, disegna a carboncino su uno o più fogli di carta, quindi cancella le parti per iniziare un altro disegno. Tutte queste operazioni sono riprese da una telecamera fissa.

Camille Lavaud, locandine

Ai film mai realizzati o inesistenti sono dedicate le opere di Mathieu Dufois et Camille Lavaud. Il primo ispirandosi a Il fiore dell’età di Marcel Carné, la cui sceneggiatura era firmata da Prevert, vuole ricostruire una memoria di un film che non esiste, che proprio per questo può articolarsi in molteplici possibilità. Basato su un disegno del decoratore Alexandre Trauner, l’artista ha creato un plastico per la scenografia, un disegno simile a uno storyboard dimenticato e un video d’animazione. La seconda realizza delle affiche e dei trailer di film “inventati” con riferimento ai noir degli anni Cinquanta-Sessanta e alla loro estetica.

Tutto lungo le pareti il visitatore può notare delle scritte Punto di fuga, realizzate con un timbro. È l’opera concettuale-minimalista di Elsa Werth, che si riferisce appunto ai punti di fuga che permettono di costruire la rappresentazione di uno spazio in tre dimensioni su una superficie bidimensionale: per creare la prospettiva e dare l’illusione della profondità.


Elsa Werth, Punto di fuga, 2017 © Elsa Werth

Dopo essere stata più volte rimandata nel 2020 a causa della crisi sanitaria, l’esposizione Tout un film! finalmente viene presentata al pubblico. I lavori esposti confermano quanto il disegno sia essenziale nelle diverse discipline artistiche.

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Tout un film ! E in principio fu il disegno

Published On: 17 Gennaio 2021

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 11 minuti

Il disegno fa parte integrante del cinema, da sempre. Dai bozzetti degli scenografi e dei costumisti agli storyboard per quantificare i costi di produzione, passando per i film d’animazione: il disegno è essenziale per la previsualizzazione cinematografica.

A questa sinergia tra le arti è dedicata l’esposizione gratuita Tout un film!, presso lo spazio Drawing Lab di Parigi, in collaborazione con la Cinémathèque française. L’importante istituzione dedicata alla settima arte creata, nel 1936, da Henri Langlois, che da subito comprese l’importanza del materiale di lavoro sui set e iniziò a conservarlo e restaurarlo.

Due osservazioni sono alla base di quest’evento che si conclude il 25 febbraio: da un lato che il cinema è anche un esercizio grafico, di preparazione per la realizzazione; e d’altra parte, che gli artisti contemporanei vi si inspirano frequentemente.


Alex Tavoularis, Il Padrino II, 1973, Collezione La Cinémathèque française © Alex Tavoularis.

Tra le opere in mostra, alcune tavole dello storyboard realizzato da Alex Tavoularis per Il Padrino II. Pezzi unici degli archivi della cineteca francese, che permettono d’approfondire il design del capolavoro di Francis Ford Coppola. Altro prestito importante dell’istituzione sono alcuni disegni di Akira Kurosawa per I sette samurai (1954). Il regista giapponese compose matita in mano, l’estetica e i costumi per il suo film.

Akira Kurosawa, I sette samurai (1954), Collezione La Cinémathèque française

Disegno e cinematografia si incontrano di nuovo attraverso i disegni su celluloide del film La pastorella e lo spazzacamino di Paul Grimault, autore francese che ha dato all’animazione le sue prime credenziali.

Tout un film! presenta inoltre le opere plastiche di Alejandro Jodorowski, realizzate negli anni Sessanta, che sottolineano l’importanza del disegno nella costruitone del personaggio: un modo per scoprire nuove sfaccettature del regista de La Montagna Sacra (1973).


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di Alejandro Jodorowski

A questa pellicola si rifà il lavoro di Antoine Marquis. Otto disegni in cui alcune sequenze del film sono inserite in un contesto domestico, senza seguirne l’ordine cronologico-narrativo. Il visitatore è libero di ricercare simboli esostorici e altri riferimenti al mondo psico-magico dell’eclettico artista cileno.

Buio in sala! L’esposizione presenta il video Tide Table dell’artista sud-africano William Kentridge, che utilizza una tecnica da lui chiamata “animazione dei poveri”: invece di moltiplicare i disegni per suggerire il movimento, disegna a carboncino su uno o più fogli di carta, quindi cancella le parti per iniziare un altro disegno. Tutte queste operazioni sono riprese da una telecamera fissa.

Camille Lavaud, locandine

Ai film mai realizzati o inesistenti sono dedicate le opere di Mathieu Dufois et Camille Lavaud. Il primo ispirandosi a Il fiore dell’età di Marcel Carné, la cui sceneggiatura era firmata da Prevert, vuole ricostruire una memoria di un film che non esiste, che proprio per questo può articolarsi in molteplici possibilità. Basato su un disegno del decoratore Alexandre Trauner, l’artista ha creato un plastico per la scenografia, un disegno simile a uno storyboard dimenticato e un video d’animazione. La seconda realizza delle affiche e dei trailer di film “inventati” con riferimento ai noir degli anni Cinquanta-Sessanta e alla loro estetica.

Tutto lungo le pareti il visitatore può notare delle scritte Punto di fuga, realizzate con un timbro. È l’opera concettuale-minimalista di Elsa Werth, che si riferisce appunto ai punti di fuga che permettono di costruire la rappresentazione di uno spazio in tre dimensioni su una superficie bidimensionale: per creare la prospettiva e dare l’illusione della profondità.


Elsa Werth, Punto di fuga, 2017 © Elsa Werth

Dopo essere stata più volte rimandata nel 2020 a causa della crisi sanitaria, l’esposizione Tout un film! finalmente viene presentata al pubblico. I lavori esposti confermano quanto il disegno sia essenziale nelle diverse discipline artistiche.

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