VITA DULCIS Paura e desiderio nell’Impero Romano

About the Author: Redazione ViviCreativo

Published On: 12 Aprile 2023

Tempo stimato per la lettura: 3,3 minuti

In programma a Palazzo delle Esposizioni di Roma, dal 22 aprile al 27 agosto 2023, la mostra VITA DULCIS curata dall’artista Francesco Vezzoli e dall’archeologo francese Stéphane Verger, direttore del Museo Nazionale Romano. Ideata da Azienda Speciale Palaexpo, Museo Nazionale Romano e Studio Vezzoli, l’esposizione prende spunto dalla più recente produzione dell’artista per proporre al pubblico un inedito e sorprendente percorso che accosta arte contemporanea, archeologia e cinema.

Negli ultimi anni, Francesco Vezzoli ha sviluppato la sua pratica artistica creando un ponte tra l’immaginario contemporaneo e la storia dell’arte. Una prassi che lo ha portato a rivolgere la sua poetica all’arte antica, al passato e alle sue icone, e a districarsi tra diversi linguaggi, in un gioco di riferimenti e mescolanze tra cultura classica – solenne, eterna – e cultura pop.

Arte senza tempo

La mostra pensata per il Palazzo delle Esposizioni vede l’intersezione di diversi livelli: l’arte contemporanea, la storia romana attraverso le opere provenienti dalle sedi del Museo Nazionale Romano e la rappresentazione che della storia romana è stata fornita attraverso il cinema nel corso del Novecento.

VITA DULCIS presenta le opere e i reperti dell’arte classica romana in un percorso espositivo che ne restituisce al visitatore l’intensità vitale e la passione autentica. Tutto ciò grazie a un allestimento concettuale-scenografico suggestivo e inaspettato, che li mette in relazione con alcune opere recenti di Vezzoli che incorporano elementi d’epoca antica o che all’antico sono ispirate.

La settima arte

Il cinema è il completamento ideale del racconto di VITA DULCIS: tra tutte le arti visive, è stato il mezzo che più di tutti ha utilizzato e celebrato il periodo storico dell’antica Roma, sempre cercando di restituirne la verità, la passione, le storie, le psicologie, le atmosfere e i colori.

Fin dagli inizi della sua carriera da artista, Vezzoli ha celebrato la settima arte come “medium” privilegiato per l’interpretazione della realtà e come riferimento emotivo e narrativo più potente nel dibattito contemporaneo. Il risultato è un intenso mosaico di opere classiche iconiche, sorprendenti reperti inediti, capolavori del cinema mondiale e un tocco di contemporaneità.

La grandeur dell’Impero Romano

Dopo 10 anni, vengono qui ripresentate per la prima volta sei grandi opere luminose (lightbox) del 24Hours Museum, con le quali Vezzoli ha reinterpretato alcune iconiche sculture romane, trasformandole in misteriose divinità che alludono a note dive contemporanee.

Una “prefazione” al percorso espositivo, che vuole introdurre il visitatore in un viaggio immersivo nell’immaginario dell’Impero Romano, vissuto attraverso la bellezza e la vitalità dei tesori che provengono dal Museo Nazionale Romano, molti dei quali saranno mostrati al pubblico per la prima volta.

Un’installazione polisemantica

Immersi in una dimensione installativa, suggestiva e teatrale, disegnata dall’artista Filippo Bisagni, ed esaltati da un gioco di luci e ombre, di bianchi e neri, concepito da Luca Bigazzi, i reperti e le opere contemporanee selezionati da Francesco Vezzoli e Stéphane Verger dialogano all’interno di un percorso complesso ed emozionante. Il visitatore è immerso si avventura tra stratificazioni e accostamenti di livelli estetici distanti, epoche diverse, arte colta e arte popolare, racconto del potere e fotografia della vita “reale”.

Le sette sale tematiche su Roma

Intorno alla Sala Rotonda di Palazzo delle Esposizioni si sviluppano sette sale tematiche, ognuna dedicata a un aspetto peculiare della storia dell’Impero Romano, senza alcuna pretesa di realizzare un’analisi scientifica completa o omnicomprensiva, ma piuttosto con l’intento di suggerire una visione alternativa, più “obliqua”, dei temi più vivi e appassionanti – e per questo ancora molto contemporanei – che questi reperti archeologici ci ispirano da più di duemila anni.

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Published On: 12 Aprile 2023

About the Author: Redazione ViviCreativo

Tempo stimato per la lettura: 10 minuti

In programma a Palazzo delle Esposizioni di Roma, dal 22 aprile al 27 agosto 2023, la mostra VITA DULCIS curata dall’artista Francesco Vezzoli e dall’archeologo francese Stéphane Verger, direttore del Museo Nazionale Romano. Ideata da Azienda Speciale Palaexpo, Museo Nazionale Romano e Studio Vezzoli, l’esposizione prende spunto dalla più recente produzione dell’artista per proporre al pubblico un inedito e sorprendente percorso che accosta arte contemporanea, archeologia e cinema.

Negli ultimi anni, Francesco Vezzoli ha sviluppato la sua pratica artistica creando un ponte tra l’immaginario contemporaneo e la storia dell’arte. Una prassi che lo ha portato a rivolgere la sua poetica all’arte antica, al passato e alle sue icone, e a districarsi tra diversi linguaggi, in un gioco di riferimenti e mescolanze tra cultura classica – solenne, eterna – e cultura pop.

Arte senza tempo

La mostra pensata per il Palazzo delle Esposizioni vede l’intersezione di diversi livelli: l’arte contemporanea, la storia romana attraverso le opere provenienti dalle sedi del Museo Nazionale Romano e la rappresentazione che della storia romana è stata fornita attraverso il cinema nel corso del Novecento.

VITA DULCIS presenta le opere e i reperti dell’arte classica romana in un percorso espositivo che ne restituisce al visitatore l’intensità vitale e la passione autentica. Tutto ciò grazie a un allestimento concettuale-scenografico suggestivo e inaspettato, che li mette in relazione con alcune opere recenti di Vezzoli che incorporano elementi d’epoca antica o che all’antico sono ispirate.

La settima arte

Il cinema è il completamento ideale del racconto di VITA DULCIS: tra tutte le arti visive, è stato il mezzo che più di tutti ha utilizzato e celebrato il periodo storico dell’antica Roma, sempre cercando di restituirne la verità, la passione, le storie, le psicologie, le atmosfere e i colori.

Fin dagli inizi della sua carriera da artista, Vezzoli ha celebrato la settima arte come “medium” privilegiato per l’interpretazione della realtà e come riferimento emotivo e narrativo più potente nel dibattito contemporaneo. Il risultato è un intenso mosaico di opere classiche iconiche, sorprendenti reperti inediti, capolavori del cinema mondiale e un tocco di contemporaneità.

La grandeur dell’Impero Romano

Dopo 10 anni, vengono qui ripresentate per la prima volta sei grandi opere luminose (lightbox) del 24Hours Museum, con le quali Vezzoli ha reinterpretato alcune iconiche sculture romane, trasformandole in misteriose divinità che alludono a note dive contemporanee.

Una “prefazione” al percorso espositivo, che vuole introdurre il visitatore in un viaggio immersivo nell’immaginario dell’Impero Romano, vissuto attraverso la bellezza e la vitalità dei tesori che provengono dal Museo Nazionale Romano, molti dei quali saranno mostrati al pubblico per la prima volta.

Un’installazione polisemantica

Immersi in una dimensione installativa, suggestiva e teatrale, disegnata dall’artista Filippo Bisagni, ed esaltati da un gioco di luci e ombre, di bianchi e neri, concepito da Luca Bigazzi, i reperti e le opere contemporanee selezionati da Francesco Vezzoli e Stéphane Verger dialogano all’interno di un percorso complesso ed emozionante. Il visitatore è immerso si avventura tra stratificazioni e accostamenti di livelli estetici distanti, epoche diverse, arte colta e arte popolare, racconto del potere e fotografia della vita “reale”.

Le sette sale tematiche su Roma

Intorno alla Sala Rotonda di Palazzo delle Esposizioni si sviluppano sette sale tematiche, ognuna dedicata a un aspetto peculiare della storia dell’Impero Romano, senza alcuna pretesa di realizzare un’analisi scientifica completa o omnicomprensiva, ma piuttosto con l’intento di suggerire una visione alternativa, più “obliqua”, dei temi più vivi e appassionanti – e per questo ancora molto contemporanei – che questi reperti archeologici ci ispirano da più di duemila anni.

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