La Sicilia e gli Egizi: un viaggio millenario tra il Nilo e il Barocco

Tempo stimato per la lettura: 5,1 minuti
Un incontro tra due mondi lontani nel tempo ma straordinariamente vicini nel fascino: la Sicilia, terra di antiche civiltà e maestosi palazzi barocchi, accoglie per la prima volta i reperti del Museo Egizio di Torino, il più antico al mondo dedicato all’arte e alla cultura dell’Egitto. Gli Egizi e i doni del Nilo, la grande mostra che apre i suoi cancelli a Ragusa, al Museo della Cattedrale – Palazzo Garofalo il 13 aprile fino al 26 ottobre 2025: è una porta verso un viaggio senza tempo, un percorso che ci porta sulle sponde del Nilo, tra le sabbie dell’antico Egitto, per scoprire una delle civiltà più affascinanti e misteriose della storia.
Ragusa, capitale del Barocco e custode di un’eredità antica
Ragusa, gioiello di pietra che si erge nell’arte barocca siciliana, diventa il palcoscenico ideale per una mostra che non solo racconta la magnificenza dell’antico Egitto, ma si intreccia con la straordinaria bellezza della città che la ospita. Palazzo Garofalo, sede del Museo della Cattedrale, si trasforma in un contenitore di memorie, dove vasi, maschere funerarie, papiri e amuleti, provenienti dal Museo Egizio di Torino e dai musei siciliani, si offrono agli occhi dei visitatori in un perfetto equilibrio tra passato e presente.
La mostra è un’opera corale, il frutto di una collaborazione che coinvolge istituzioni culturali di respiro internazionale. L’organizzazione di Arthemisia, nota per aver curato alcune delle mostre più importanti al mondo, ha reso possibile questo sogno ambizioso. L’obiettivo non è solo esporre reperti straordinari, ma creare un’esperienza unica, un incontro tra le meraviglie dell’arte e della tecnologia, che permette al pubblico di entrare nel cuore dell’Egitto faraonico.
Un viaggio nel tempo: dal predinastico alla civiltà greco-romana
La mostra si sviluppa come un percorso che attraversa secoli di storia, da un’epoca remota quanto il 3900 a.C. fino al II secolo d.C. Le 24 opere, tra cui straordinari vasi canopi in alabastro e una maschera funeraria in cartonnage, raccontano la spiritualità e la cultura egizia. Il viaggio comincia con l’Epoca Predinastica, un periodo in cui il Nilo era già il protagonista indiscusso della vita quotidiana. Vasi e stele, che sembrano parlare di una quotidianità lontana, ci raccontano la vita di una civiltà che non solo costruì le piramidi, ma che aveva una visione profonda e mistica della morte e dell’aldilà.
Un’opera di grande impatto è il modellino di imbarcazione proveniente dai corredi funerari del Primo Periodo Intermedio, in legno stuccato e dipinto. Queste imbarcazioni non erano semplici mezzi di trasporto, ma simboli di un viaggio spirituale, quello del defunto verso la città sacra di Abido. Gli occhi udjat, simbolo di protezione, decorano lo scafo, accompagnando il defunto nel suo ultimo viaggio, quello verso l’eternità.
La storia dell’egittologia: Winckelmann e Champollion
La mostra dedica anche uno spazio alla storia dell’egittologia, con un focus su due figure cardine: Johann Joachim Winckelmann e Jean-François Champollion. Winckelmann, padre del Neoclassicismo, fu il primo a scrivere un trattato sull’arte egizia, gettando le basi per una comprensione più profonda della civiltà del Nilo. Champollion, il geniale decifratore dei geroglifici, ha permesso all’umanità di comprendere finalmente il linguaggio egizio, svelando i segreti di una cultura che sembrava destinata a rimanere per sempre un enigma.
Queste figure, che hanno rivoluzionato lo studio dell’antico Egitto, sono le guide ideali per il nostro viaggio. Grazie al loro lavoro, oggi possiamo leggere la storia egizia non solo come un’epoca lontana, ma come un mistero che continua a rivelarsi e a parlare alle nostre emozioni, alla nostra cultura, alla nostra stessa identità.
La cultura siciliana e l’egittologia: un legame che suggella la storia
“Quando, nei mesi scorsi, il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, tenne due straordinarie conferenze sulla civiltà egizia, furono centinaia i ragusani accorsi ad ascoltarlo”, racconta il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì. Ragusa, che da sempre è stata un crocevia di culture e pensieri, celebra oggi un altro capitolo di questa straordinaria tradizione. La Sicilia, da sempre terra di contaminazioni culturali, è pronta ad accogliere questa nuova ricchezza, a scrivere un nuovo capitolo nella storia del suo rapporto con le grandi civiltà del passato.
La mostra si inserisce infatti in un ampio programma culturale che attraversa tutta la stagione, dalla primavera all’autunno, che coniuga arte, storia, e tradizione, e che porta la “suggestione Ragusa” nelle case di chi ama la cultura. Il visitatore, camminando tra le meraviglie della Sicilia e quelle dell’antico Egitto, sentirà il respiro del Nilo fondersi con quello del mare Mediterraneo, creando una sinergia unica tra i luoghi, le persone e le storie che da sempre abitano queste terre.
Ragusa e la Sicilia: un nuovo centro culturale internazionale
Concludendo questo straordinario viaggio, il curatore Paolo Marini esprime tutta la grandezza di questo progetto: “Portare a Ragusa una mostra di tale portata è un sogno che diventa realtà. Questa esposizione non è solo un’opportunità culturale per la città, ma una vera e propria vetrina internazionale per tutta la Sicilia”. La sinergia tra le istituzioni, le aziende e i cittadini ha reso possibile una mostra che non solo celebra l’arte egizia, ma che contribuisce a rinforzare il ruolo di Ragusa e della Sicilia come poli culturali di rilevanza mondiale.
La Sicilia si afferma così come una terra che non smette mai di stupire, capace di raccontare la sua bellezza attraverso la sua storia e quella di altre civiltà. Un incontro tra il fascino immortale del Nilo e l’eleganza eterna del Barocco, che, ancora una volta, ci invita a riscoprire la magia dell’arte e la potenza della cultura. Inizia il viaggio.
condividi su
La Sicilia e gli Egizi: un viaggio millenario tra il Nilo e il Barocco
Tempo stimato per la lettura: 15 minuti
Un incontro tra due mondi lontani nel tempo ma straordinariamente vicini nel fascino: la Sicilia, terra di antiche civiltà e maestosi palazzi barocchi, accoglie per la prima volta i reperti del Museo Egizio di Torino, il più antico al mondo dedicato all’arte e alla cultura dell’Egitto. Gli Egizi e i doni del Nilo, la grande mostra che apre i suoi cancelli a Ragusa, al Museo della Cattedrale – Palazzo Garofalo il 13 aprile fino al 26 ottobre 2025: è una porta verso un viaggio senza tempo, un percorso che ci porta sulle sponde del Nilo, tra le sabbie dell’antico Egitto, per scoprire una delle civiltà più affascinanti e misteriose della storia.
Ragusa, capitale del Barocco e custode di un’eredità antica
Ragusa, gioiello di pietra che si erge nell’arte barocca siciliana, diventa il palcoscenico ideale per una mostra che non solo racconta la magnificenza dell’antico Egitto, ma si intreccia con la straordinaria bellezza della città che la ospita. Palazzo Garofalo, sede del Museo della Cattedrale, si trasforma in un contenitore di memorie, dove vasi, maschere funerarie, papiri e amuleti, provenienti dal Museo Egizio di Torino e dai musei siciliani, si offrono agli occhi dei visitatori in un perfetto equilibrio tra passato e presente.
La mostra è un’opera corale, il frutto di una collaborazione che coinvolge istituzioni culturali di respiro internazionale. L’organizzazione di Arthemisia, nota per aver curato alcune delle mostre più importanti al mondo, ha reso possibile questo sogno ambizioso. L’obiettivo non è solo esporre reperti straordinari, ma creare un’esperienza unica, un incontro tra le meraviglie dell’arte e della tecnologia, che permette al pubblico di entrare nel cuore dell’Egitto faraonico.
Un viaggio nel tempo: dal predinastico alla civiltà greco-romana
La mostra si sviluppa come un percorso che attraversa secoli di storia, da un’epoca remota quanto il 3900 a.C. fino al II secolo d.C. Le 24 opere, tra cui straordinari vasi canopi in alabastro e una maschera funeraria in cartonnage, raccontano la spiritualità e la cultura egizia. Il viaggio comincia con l’Epoca Predinastica, un periodo in cui il Nilo era già il protagonista indiscusso della vita quotidiana. Vasi e stele, che sembrano parlare di una quotidianità lontana, ci raccontano la vita di una civiltà che non solo costruì le piramidi, ma che aveva una visione profonda e mistica della morte e dell’aldilà.
Un’opera di grande impatto è il modellino di imbarcazione proveniente dai corredi funerari del Primo Periodo Intermedio, in legno stuccato e dipinto. Queste imbarcazioni non erano semplici mezzi di trasporto, ma simboli di un viaggio spirituale, quello del defunto verso la città sacra di Abido. Gli occhi udjat, simbolo di protezione, decorano lo scafo, accompagnando il defunto nel suo ultimo viaggio, quello verso l’eternità.
La storia dell’egittologia: Winckelmann e Champollion
La mostra dedica anche uno spazio alla storia dell’egittologia, con un focus su due figure cardine: Johann Joachim Winckelmann e Jean-François Champollion. Winckelmann, padre del Neoclassicismo, fu il primo a scrivere un trattato sull’arte egizia, gettando le basi per una comprensione più profonda della civiltà del Nilo. Champollion, il geniale decifratore dei geroglifici, ha permesso all’umanità di comprendere finalmente il linguaggio egizio, svelando i segreti di una cultura che sembrava destinata a rimanere per sempre un enigma.
Queste figure, che hanno rivoluzionato lo studio dell’antico Egitto, sono le guide ideali per il nostro viaggio. Grazie al loro lavoro, oggi possiamo leggere la storia egizia non solo come un’epoca lontana, ma come un mistero che continua a rivelarsi e a parlare alle nostre emozioni, alla nostra cultura, alla nostra stessa identità.
La cultura siciliana e l’egittologia: un legame che suggella la storia
“Quando, nei mesi scorsi, il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, tenne due straordinarie conferenze sulla civiltà egizia, furono centinaia i ragusani accorsi ad ascoltarlo”, racconta il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì. Ragusa, che da sempre è stata un crocevia di culture e pensieri, celebra oggi un altro capitolo di questa straordinaria tradizione. La Sicilia, da sempre terra di contaminazioni culturali, è pronta ad accogliere questa nuova ricchezza, a scrivere un nuovo capitolo nella storia del suo rapporto con le grandi civiltà del passato.
La mostra si inserisce infatti in un ampio programma culturale che attraversa tutta la stagione, dalla primavera all’autunno, che coniuga arte, storia, e tradizione, e che porta la “suggestione Ragusa” nelle case di chi ama la cultura. Il visitatore, camminando tra le meraviglie della Sicilia e quelle dell’antico Egitto, sentirà il respiro del Nilo fondersi con quello del mare Mediterraneo, creando una sinergia unica tra i luoghi, le persone e le storie che da sempre abitano queste terre.
Ragusa e la Sicilia: un nuovo centro culturale internazionale
Concludendo questo straordinario viaggio, il curatore Paolo Marini esprime tutta la grandezza di questo progetto: “Portare a Ragusa una mostra di tale portata è un sogno che diventa realtà. Questa esposizione non è solo un’opportunità culturale per la città, ma una vera e propria vetrina internazionale per tutta la Sicilia”. La sinergia tra le istituzioni, le aziende e i cittadini ha reso possibile una mostra che non solo celebra l’arte egizia, ma che contribuisce a rinforzare il ruolo di Ragusa e della Sicilia come poli culturali di rilevanza mondiale.
La Sicilia si afferma così come una terra che non smette mai di stupire, capace di raccontare la sua bellezza attraverso la sua storia e quella di altre civiltà. Un incontro tra il fascino immortale del Nilo e l’eleganza eterna del Barocco, che, ancora una volta, ci invita a riscoprire la magia dell’arte e la potenza della cultura. Inizia il viaggio.
seguici su