Omelia contadina: la preghiera di JR per il mondo rurale

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 14 Ottobre 2020

Tempo stimato per la lettura: 4,7 minuti

La Galleria Continua presenta nella sua sede di San Giminiano, per la prima volta in Italia, una mostra personale di JR. L’artista francese, noto in tutto il mondo per le sue installazioni su larga scala, i collage di ritratti monumentali, le opere anamorfiche e altre strutture scultoree, a metà strada tra arte pubblica e fotografia.

JR appartiene alla nuova generazione di artisti che reinterpretano l’identità delle metropoli contemporanee interrogandosi sulla loro natura a volte ambigua. Il suo lavoro mescola arte e azione, parla d’impegno, di libertà e d’identità.

L’esposizione, che termina il 10 gennaio 2021, è legata al suo ultimo film, Omelia contadina, un cortometraggio realizzato con la regista italiana Alice Rohrwacher e presentato in anteprima nell’ambito delle Proiezioni Speciali della 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Un’azione cinematografica, come la definiscono gli autori, tesa a scongiurare la scomparsa della civiltà contadina che, nella personale a San Gimignano, JR declina attraverso una serie di opere fotografiche realizzate su vetro, su gesso e un’installazione “site specific” che occupa e trasforma l’intera platea e il palcoscenico dell’ex cinema teatro, dove ha sede la galleria.

Omelia contadina nasce dall’interesse di JR per le difficoltà riscontrate da un grande numero di piccoli agricoltori e cittadini dell’altopiano dell’Alfina, impegnati a resistere contro l’avanzata delle monocolture intensive. La monocoltura intensiva, con la sua aggressiva e ripetitiva monotonia, viola e modifica il territorio, impoverisce i suoli, rende il paesaggio noiosamente uguale, facendo tabula rasa delle tradizioni rurali.

Così Alice Rohrwacher spiega la genesi del progetto: «nell’autunno scorso (2019 n.d.r.) durante una passeggiata sul confine tra Umbria, Lazio e Toscana, raccontavo all’amico e artista JR le mie preoccupazioni sulla distruzione del paesaggio agrario, violato dalle monoculture intensive con cui le grandi società stanno plasmando interi territori. Gli raccontavo, da figlia di un apicoltore, della grande moria di insetti che impianti simili producono, e delle lotte dei piccoli contadini che provano ad arginare questo fiume in piena di speculazioni, sussidi, pesticidi. Ad un certo punto ci siamo fermati a un crocevia: su tutti i fronti si dipartivano fino a raggiungere l’orizzonte file ininterrotte di noccioli. Mentre guardavamo ci siamo detti che sembrava un cimitero di guerra. Sulla via del ritorno abbiamo deciso: se sembra un cimitero, dobbiamo celebrare un funerale. Ma che sia un funerale pieno di vita!»

Il video racconta di una comunità contadina che si riunisce su un altopiano al confine fra tre regioni per celebrare il funerale dell’agricoltura contadina. Il rito è accompagnato da alcune letture, proprio come avviene in una vera cerimonia funebre. Le parole di Pier Paolo Pasolini diventano la “bibbia” laica di questo rito. Le riprese sono state realizzate il 2 novembre 2019, “Giorno dei Morti” ma anche dell’assassinio dell’intellettuale friulano.

Il lavoro di JR, complesso e al tempo stesso poetico, mette a fuoco tematiche sensibili e a volte scomode. I suoi grandi murales, partendo dalla dignità e dal rispetto dell’altro, magnificano l’uomo comune e lo interrogano sulla sua realtà.

Le problematiche del settore agricolo appartengono al cuore geografico dell’Italia, come anche alla Francia, dove si registra un suicidio a settimana tra gli agricoltori, che troppo spesso indebitati non riescono ad arrivare a fine mese. Un fenomeno drammatico che evidenzia un paradosso: chi produce quello che mangiamo non ha di che nutrirsi.

I due artisti hanno trasposto in immagini con i loro linguaggi un monito, un grido d’allarme per scongiurare le derive di un’agricoltura intensiva, in cui prevalgono le logiche di mercato a discapito della vita umana.

L’esposizione Omelia contadina mette in scena la “sacralità” dell’uomo, attraverso alcuni trittici in cui vengono rappresentate le “deposizioni” delle sagome gigantesche di uomini e di donne, simbolo della comunità contadina, che lentamente scompare, ma anche dell’essere umano in generale. La inviolabilità dell’uomo e del suo lavorare la terra, rispettandola, emerge anche dalle vetrate esposte. JR crea un’iconografia personale, che si arricchisce dell’universo della regista italiana. Gli scatti aerei della processione del funerale, il lutto collettivo che segna un momento potente della storia di una comunità.

Per far conoscere meglio l’opera dell’artista francese, nelle sale collocate al primo piano della Galleria Continua, attraverso una serie di immagini fotografiche e di testi, JR illustra il suo percorso artistico iniziato da giovanissimo con una macchina fotografica trovata per caso nella metropolitana di Parigi.

I suoi ritratti di gente comune, stampati in grandi formati e incollati – agli inizi della sua carriera abusivamente – sui muri nei quartieri di Parigi prima, in tante altre città nel mondo poi – sono scatti spiazzanti e provocatori di donne e di uomini anonimi, pensati per scuotere le coscienze.

Coerenti al suo impegno sociale, le opere esposte di Omelia contadina sono un altro aspetto della messa in scena di un rituale di passaggio, un inno di speranza per scongiurare la scomparsa di una cultura millenaria, come confermano le parole pronunciate alla fine dell’azione cinematografica: «Ci avete seppellito, ma non sapevate che eravamo semi».

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Published On: 14 Ottobre 2020

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 14 minuti

La Galleria Continua presenta nella sua sede di San Giminiano, per la prima volta in Italia, una mostra personale di JR. L’artista francese, noto in tutto il mondo per le sue installazioni su larga scala, i collage di ritratti monumentali, le opere anamorfiche e altre strutture scultoree, a metà strada tra arte pubblica e fotografia.

JR appartiene alla nuova generazione di artisti che reinterpretano l’identità delle metropoli contemporanee interrogandosi sulla loro natura a volte ambigua. Il suo lavoro mescola arte e azione, parla d’impegno, di libertà e d’identità.

L’esposizione, che termina il 10 gennaio 2021, è legata al suo ultimo film, Omelia contadina, un cortometraggio realizzato con la regista italiana Alice Rohrwacher e presentato in anteprima nell’ambito delle Proiezioni Speciali della 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Un’azione cinematografica, come la definiscono gli autori, tesa a scongiurare la scomparsa della civiltà contadina che, nella personale a San Gimignano, JR declina attraverso una serie di opere fotografiche realizzate su vetro, su gesso e un’installazione “site specific” che occupa e trasforma l’intera platea e il palcoscenico dell’ex cinema teatro, dove ha sede la galleria.

Omelia contadina nasce dall’interesse di JR per le difficoltà riscontrate da un grande numero di piccoli agricoltori e cittadini dell’altopiano dell’Alfina, impegnati a resistere contro l’avanzata delle monocolture intensive. La monocoltura intensiva, con la sua aggressiva e ripetitiva monotonia, viola e modifica il territorio, impoverisce i suoli, rende il paesaggio noiosamente uguale, facendo tabula rasa delle tradizioni rurali.

Così Alice Rohrwacher spiega la genesi del progetto: «nell’autunno scorso (2019 n.d.r.) durante una passeggiata sul confine tra Umbria, Lazio e Toscana, raccontavo all’amico e artista JR le mie preoccupazioni sulla distruzione del paesaggio agrario, violato dalle monoculture intensive con cui le grandi società stanno plasmando interi territori. Gli raccontavo, da figlia di un apicoltore, della grande moria di insetti che impianti simili producono, e delle lotte dei piccoli contadini che provano ad arginare questo fiume in piena di speculazioni, sussidi, pesticidi. Ad un certo punto ci siamo fermati a un crocevia: su tutti i fronti si dipartivano fino a raggiungere l’orizzonte file ininterrotte di noccioli. Mentre guardavamo ci siamo detti che sembrava un cimitero di guerra. Sulla via del ritorno abbiamo deciso: se sembra un cimitero, dobbiamo celebrare un funerale. Ma che sia un funerale pieno di vita!»

Il video racconta di una comunità contadina che si riunisce su un altopiano al confine fra tre regioni per celebrare il funerale dell’agricoltura contadina. Il rito è accompagnato da alcune letture, proprio come avviene in una vera cerimonia funebre. Le parole di Pier Paolo Pasolini diventano la “bibbia” laica di questo rito. Le riprese sono state realizzate il 2 novembre 2019, “Giorno dei Morti” ma anche dell’assassinio dell’intellettuale friulano.

Il lavoro di JR, complesso e al tempo stesso poetico, mette a fuoco tematiche sensibili e a volte scomode. I suoi grandi murales, partendo dalla dignità e dal rispetto dell’altro, magnificano l’uomo comune e lo interrogano sulla sua realtà.

Le problematiche del settore agricolo appartengono al cuore geografico dell’Italia, come anche alla Francia, dove si registra un suicidio a settimana tra gli agricoltori, che troppo spesso indebitati non riescono ad arrivare a fine mese. Un fenomeno drammatico che evidenzia un paradosso: chi produce quello che mangiamo non ha di che nutrirsi.

I due artisti hanno trasposto in immagini con i loro linguaggi un monito, un grido d’allarme per scongiurare le derive di un’agricoltura intensiva, in cui prevalgono le logiche di mercato a discapito della vita umana.

L’esposizione Omelia contadina mette in scena la “sacralità” dell’uomo, attraverso alcuni trittici in cui vengono rappresentate le “deposizioni” delle sagome gigantesche di uomini e di donne, simbolo della comunità contadina, che lentamente scompare, ma anche dell’essere umano in generale. La inviolabilità dell’uomo e del suo lavorare la terra, rispettandola, emerge anche dalle vetrate esposte. JR crea un’iconografia personale, che si arricchisce dell’universo della regista italiana. Gli scatti aerei della processione del funerale, il lutto collettivo che segna un momento potente della storia di una comunità.

Per far conoscere meglio l’opera dell’artista francese, nelle sale collocate al primo piano della Galleria Continua, attraverso una serie di immagini fotografiche e di testi, JR illustra il suo percorso artistico iniziato da giovanissimo con una macchina fotografica trovata per caso nella metropolitana di Parigi.

I suoi ritratti di gente comune, stampati in grandi formati e incollati – agli inizi della sua carriera abusivamente – sui muri nei quartieri di Parigi prima, in tante altre città nel mondo poi – sono scatti spiazzanti e provocatori di donne e di uomini anonimi, pensati per scuotere le coscienze.

Coerenti al suo impegno sociale, le opere esposte di Omelia contadina sono un altro aspetto della messa in scena di un rituale di passaggio, un inno di speranza per scongiurare la scomparsa di una cultura millenaria, come confermano le parole pronunciate alla fine dell’azione cinematografica: «Ci avete seppellito, ma non sapevate che eravamo semi».

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