Lo stato della cultura: differenze tra Spagna e Italia

About the Author: Redazione ViviCreativo

Published On: 21 Aprile 2015

Tempo stimato per la lettura: 5,2 minuti

La scorsa settimana ho avuto la fortuna di fare un viaggio di 4 giorni a Barcellona e, con mio grande rammarico, non ho potuto non notare la differenza tra la gestione del patrimonio culturale e del flusso turistico tra Roma e Barcellona.

Prima di iniziare a sottolineare le differenze tra queste due grandi città ci tengo a ribadire il mio amore per Roma, la città in cui sono nato, cresciuto e l’unica città in cui ho sempre pensato di vivere, rifiutando anche proposte lavorative in altre città italiane. Questo per mettere le mani avanti e farvi capire che chi parla non è il solito italiano disfattista, pronto a sputare fango sulla propria nazione, ma una persona che ha come sogno e obiettivo di migliorare il suo Paese e vederlo preso ad esempio per la valorizzazione del proprio sistema culturale in tutto il mondo.

Dopo questa premessa, un po’ lunghetta necessaria, possiamo entrare nel vivo dell’argomento e analizzare le differenze di infrastrutture e applicazione di nuove tecnologie nei musei, nei parchi e nella valorizzazione degli spazi comuni.

Barcellona non ha tantissime attrazioni rispetto a Roma, quelle da segnalare sono sostanzialmente 5: Park Guell, Casa Battlo, la Pedrera e la Sagrada Familia, tutte opere scaturite dal genio visionario di Antoni Gaudi, e il Museo Picasso. Partiamo proprio da qui, sono rimasto entusiasta della gestione del proprio patrimonio culturale da parte dell’amministrazione pubblica e privata (casa Battlo è gestita da un ente privato). La visita a casa Battlo costa più di 20 euro, ma non sono mai stato così contento di aver speso una tale cifra per soddisfare la mia curiosità culturale.

Casa Battlo Slu, la società che gestisce Casa Battlo, è riuscita a creare un’esperienza straordinaria all’interno della stessa esperienza di visita alla casa, attraverso una strumentazione in grado di sfruttare la realtà aumentata e virtuale. Attraverso una sorta di tablet è possibile avere un’audioguida (sotto il video di presentazione) in 10 lingue differenti che spiega nel dettaglio come il famoso architetto ha pensato la casa, a come si è ispirato alla natura per realizzare il suo progetto; la cosa straordinaria, però, è che attraverso il tablet si può vedere come le forme della casa sono davvero simili a oggetti esistenti in natura: ecco qui quindi un proliferare di funghi, pesci e tartarughe all’interno della casa.

Mettiamo da parte Casa Battlo (cosa difficile da fare dopo averla vista) e passiamo alle altre attrazioni: tutte hanno la possibilità di comprare i biglietti di accesso online, risparmiando tempo e denaro e hanno un negozio dove acquistare qualsiasi tipo di oggetto inerente alla visita come libri, portachiavi, ventagli, ecc, allo stesso modo quasi tutte hanno servizi aggiuntivi come mostre temporanee, audioguide e aree particolari a pagamento (le torri della Sagrada Familia).
Voglio inoltre aggiungere come Barcellona sia in grado di valorizzare anche attrazioni non a pagamento, come la “Fontana Magica”: durante il fine settimana questa fontana offre uno spettacolo gratuito di luci, colori e musica in maniera del tutto gratuita, aiutando ristoranti e chiringuiti della zona.
Certo, direte voi, alcune di queste cose sono presenti anche a Roma, ma ciò che manca nella Capitale è il sistema di organizzazione generale che emerge a Barcellona e il desiderio di mettere il turista e il cittadino totalmente a loro agio, godendosi un’esperienza indimenticabile  senza dover pensare ad altro.

Ciò emerge anche e, soprattutto, dalle infrastrutture e dai servizi accessori che Barcellona offre: la città è collegata totalmente da una fitta rete metropolitana (8 linee diverse), a ogni binario è segnalato tra quanti minuti e secondi (!) passerà la prossima metro (io non ho mai aspettato più di tre minuti), su ogni vagone è inoltre presente un pannello luminoso che segnala quale sarà la prossima fermata e quali sono le stazioni passate, è così impossibile perdere la fermata.

Per quanto riguarda gli autobus, ogni fermata è dotata di palina elettronica che segnala tra quanto arriverà il prossimo bus; su di essi è presente un pannello luminoso che indica la prossima fermata e le coincidenze e quali altri autobus e metro fermano alla stessa fermata o sono nelle vicinanze.

Se tutto ciò non fosse sufficiente a segnalare l’enorme distanza tra Roma e Barcellona, voglio sottolineare anche la gestione e cura delle zone non proprio centralissime: a Glories, è possibile caricare la batteria dei telefoni direttamente dai lampioni, tramite appositi caricabatterie messi a disposizione di passanti e cittadini. Allo stesso modo sono presenti numerose zone verdi, piste ciclabili funzionanti, spazi adibiti per giocare a basket e a ping-pong in maniera gratuita.

Che dire? Dobbiamo aggiungere altro? Se per quanto riguarda le infrastrutture e i trasporti pubblici la colpa non può che ricadere sulle diverse amministrazioni che hanno governato Roma senza pensare a un efficace sistema di trasporti e di valorizzazione dell’Urbe, per la diffusione del patrimonio culturale anche i singoli cittadini sono chiamati a fare di più: devono proporre nuovi poli aggregativi culturali dove è possibile organizzare mostre, eventi, partecipare attivamente alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico creando start-up in ambito culturale, far capire a chi governa il nostro Paese e la nostra amata città che di cultura si mangia, che la cultura può fare da traino per aiutare l’Italia a uscire dalla crisi, creando nuovi posti di lavoro e attirando capitali e visitatori stranieri.
Intorno alla cultura, infatti, ruotano tantissimi altri settori ausiliari: gastronomia, turismo, creatività, che possono fare da volano alla nostra economia e riportare in auge la cara e vecchia Italia, facendola tornare a essere un punto di riferimento per l’Europa e l’Italia intera.
Oppure pensiamo davvero che Colosseo, Fontana di Trevi, Piazza Venezia, Piazza di Spagna, Trastevere, Via del Corso (devo continuare?) abbiano qualcosa da invidiare alle attrazioni degli altri Paesi?

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Published On: 21 Aprile 2015

About the Author: Redazione ViviCreativo

Tempo stimato per la lettura: 16 minuti

La scorsa settimana ho avuto la fortuna di fare un viaggio di 4 giorni a Barcellona e, con mio grande rammarico, non ho potuto non notare la differenza tra la gestione del patrimonio culturale e del flusso turistico tra Roma e Barcellona.

Prima di iniziare a sottolineare le differenze tra queste due grandi città ci tengo a ribadire il mio amore per Roma, la città in cui sono nato, cresciuto e l’unica città in cui ho sempre pensato di vivere, rifiutando anche proposte lavorative in altre città italiane. Questo per mettere le mani avanti e farvi capire che chi parla non è il solito italiano disfattista, pronto a sputare fango sulla propria nazione, ma una persona che ha come sogno e obiettivo di migliorare il suo Paese e vederlo preso ad esempio per la valorizzazione del proprio sistema culturale in tutto il mondo.

Dopo questa premessa, un po’ lunghetta necessaria, possiamo entrare nel vivo dell’argomento e analizzare le differenze di infrastrutture e applicazione di nuove tecnologie nei musei, nei parchi e nella valorizzazione degli spazi comuni.

Barcellona non ha tantissime attrazioni rispetto a Roma, quelle da segnalare sono sostanzialmente 5: Park Guell, Casa Battlo, la Pedrera e la Sagrada Familia, tutte opere scaturite dal genio visionario di Antoni Gaudi, e il Museo Picasso. Partiamo proprio da qui, sono rimasto entusiasta della gestione del proprio patrimonio culturale da parte dell’amministrazione pubblica e privata (casa Battlo è gestita da un ente privato). La visita a casa Battlo costa più di 20 euro, ma non sono mai stato così contento di aver speso una tale cifra per soddisfare la mia curiosità culturale.

Casa Battlo Slu, la società che gestisce Casa Battlo, è riuscita a creare un’esperienza straordinaria all’interno della stessa esperienza di visita alla casa, attraverso una strumentazione in grado di sfruttare la realtà aumentata e virtuale. Attraverso una sorta di tablet è possibile avere un’audioguida (sotto il video di presentazione) in 10 lingue differenti che spiega nel dettaglio come il famoso architetto ha pensato la casa, a come si è ispirato alla natura per realizzare il suo progetto; la cosa straordinaria, però, è che attraverso il tablet si può vedere come le forme della casa sono davvero simili a oggetti esistenti in natura: ecco qui quindi un proliferare di funghi, pesci e tartarughe all’interno della casa.

Mettiamo da parte Casa Battlo (cosa difficile da fare dopo averla vista) e passiamo alle altre attrazioni: tutte hanno la possibilità di comprare i biglietti di accesso online, risparmiando tempo e denaro e hanno un negozio dove acquistare qualsiasi tipo di oggetto inerente alla visita come libri, portachiavi, ventagli, ecc, allo stesso modo quasi tutte hanno servizi aggiuntivi come mostre temporanee, audioguide e aree particolari a pagamento (le torri della Sagrada Familia).
Voglio inoltre aggiungere come Barcellona sia in grado di valorizzare anche attrazioni non a pagamento, come la “Fontana Magica”: durante il fine settimana questa fontana offre uno spettacolo gratuito di luci, colori e musica in maniera del tutto gratuita, aiutando ristoranti e chiringuiti della zona.
Certo, direte voi, alcune di queste cose sono presenti anche a Roma, ma ciò che manca nella Capitale è il sistema di organizzazione generale che emerge a Barcellona e il desiderio di mettere il turista e il cittadino totalmente a loro agio, godendosi un’esperienza indimenticabile  senza dover pensare ad altro.

Ciò emerge anche e, soprattutto, dalle infrastrutture e dai servizi accessori che Barcellona offre: la città è collegata totalmente da una fitta rete metropolitana (8 linee diverse), a ogni binario è segnalato tra quanti minuti e secondi (!) passerà la prossima metro (io non ho mai aspettato più di tre minuti), su ogni vagone è inoltre presente un pannello luminoso che segnala quale sarà la prossima fermata e quali sono le stazioni passate, è così impossibile perdere la fermata.

Per quanto riguarda gli autobus, ogni fermata è dotata di palina elettronica che segnala tra quanto arriverà il prossimo bus; su di essi è presente un pannello luminoso che indica la prossima fermata e le coincidenze e quali altri autobus e metro fermano alla stessa fermata o sono nelle vicinanze.

Se tutto ciò non fosse sufficiente a segnalare l’enorme distanza tra Roma e Barcellona, voglio sottolineare anche la gestione e cura delle zone non proprio centralissime: a Glories, è possibile caricare la batteria dei telefoni direttamente dai lampioni, tramite appositi caricabatterie messi a disposizione di passanti e cittadini. Allo stesso modo sono presenti numerose zone verdi, piste ciclabili funzionanti, spazi adibiti per giocare a basket e a ping-pong in maniera gratuita.

Che dire? Dobbiamo aggiungere altro? Se per quanto riguarda le infrastrutture e i trasporti pubblici la colpa non può che ricadere sulle diverse amministrazioni che hanno governato Roma senza pensare a un efficace sistema di trasporti e di valorizzazione dell’Urbe, per la diffusione del patrimonio culturale anche i singoli cittadini sono chiamati a fare di più: devono proporre nuovi poli aggregativi culturali dove è possibile organizzare mostre, eventi, partecipare attivamente alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico creando start-up in ambito culturale, far capire a chi governa il nostro Paese e la nostra amata città che di cultura si mangia, che la cultura può fare da traino per aiutare l’Italia a uscire dalla crisi, creando nuovi posti di lavoro e attirando capitali e visitatori stranieri.
Intorno alla cultura, infatti, ruotano tantissimi altri settori ausiliari: gastronomia, turismo, creatività, che possono fare da volano alla nostra economia e riportare in auge la cara e vecchia Italia, facendola tornare a essere un punto di riferimento per l’Europa e l’Italia intera.
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