I giorni della lentezza di Adrien Vescovi

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 3 Ottobre 2022

Tempo stimato per la lettura: 4,5 minuti

Ottobre inizia al Casino Luxembourg – Forum per l’Arte Contemporanea, a Lussemburgo città, con una bella esposizione di Adrien Vescovi. Dal 1° ottobre 2022 al 29 gennaio 2023, la mostra monografica Jours de lenteur (Giorni di lentezza) permette al pubblico d’immergersi nell’universo di Vescovi, grazie anche alla monumentalità delle opere proposte.

Da subito il visitatore è accolto in strada da cinque maxi-tele che ricoprono la facciata del Casino Luxembourg. Un momento di “sublime poesia” nello spazio pubblico per la curatrice dell’esposizione Stilbé Schoeder. Tra pittura e assemblaggio tessile, Adrien Vescovi dispiega le sue tele che unisco al formato del dipinto la dimensione del paesaggio.

Un procedimento quasi alchemico

Come un alchimista, i suoi processi rivisitano la tradizione della tintura, che richiede tempi lenti. Nel suo atelier marsigliese ci sono polveri colorate, lavatoi e lavatrici, barattoli dove sono immersi dei ritagli di stoffa, barre d’acciaio arrugginite e tessuti appesi, in attesa di essere assemblati con altri.

L’artista seleziona i pigmenti naturali, realizza infusi e decotti: diversi passaggi che gli permettono di sviluppare una tavolozza cromatica delicata, intrisa del lungo tempo della sua creazione. In questo modo, l’opera incorpora la memoria nel suo stesso spessore, perché Adrien Vescovi sovrappone e accosta i suoi campi cromatici su supporti tessili portanti più storie. Delle sorte di strati geologici.

Dalle montagne al mare

Vescovi ha sempre “esposto” le sue tele costituite da lenzuoli riciclati, tinti con spezie o pigmenti naturali e cuciti tra loro a terra. Pensieri e composizioni come dipinti: le tele vengono poi distese sul suolo o sospese in spazi dove interagiscono con l’ambiente. All’esterno, dove assorbono le azioni degli elementi naturali e del tempo. Oppure all’interno, dove la loro disposizione risponde all’architettura del luogo.

In questo modo la sua opera è fortemente in correlazione con l’ambiente circostante. Prima di stabilirsi a Marsiglia, Vescovi ha vissuto in montagna nella Alta-Savoia. Qui, quasi da eremita, stendeva le sue opere sulla neve, dall’innumerevole gamma di bianchi e grigi. Mentre a Marsiglia, sono le spezie e la città stessa a inspirarlo. In entrambi i casi, la luce riveste una grande importanza nel suo lavoro.

Momenti sospesi

Salendo al primo piano, i visitatori sono invitati a sedersi su delle panche in legno colorate, e ammirare il retro delle tele appese all’esterno, incorniciate idealmente dal quadro delle finestre della sala. Una maniera di vivere diversamente l’opera, potendone vedere una sola porzione.

Le sedute sono dipinte con gli stessi infusi utilizzati per colorare i tessuti. Il tempo di lasciare decantare le emozioni, concentrarsi sui dettagli: le sovrapposizioni delle stoffe e di colore, i ricami, le cuciture. Cambiare punto di vista e avere davanti a sé un altro racconto. Perché le opere di adrien Vescovi sono come dei nastri su cui si registra la vita.

Dalla verticalità dell’esterno all’orizzontalità dell’interno

Spostandosi nella grande sala, il respiro è trattenuto davanti all’opera monumentale: una maxi-tela posta a terra, costituita da lenzuoli sovrapposti, sulla quale pendono delle strisce di tela, che si muovono al passaggio delle persone. Il tema della memoria viene sottolineato con questi elementi mobili che l’artista definisce dei “segna libro”, che servono appunto a ricordare dove bisogna riprendere la lettura.

L’opera è sublimata dalla luce che entra delle vetrate che aggiunge, grazie alle ombre, nuovi disegni sulla stoffa, i quali mutano con il passare delle ore e con il variare delle condizioni metereologiche. Nuovamente l’ambiente circostante diventa parte integrante dell’opera stessa. Intorno, alcuni boccali con gli infusi colorati che, come un archivio, costudiscono la paletta cromatica dell’artista.

Paesaggi dell’anima

Ultima opera esposta, questa volta appesa al muro, è un’altra grande tela che si incastra nello spazio della parete. Qui ritorna la forma del semi cerchio, già presente nei precedenti lavori. Adrien Vescovi, spiega per Vivicreativo, che si è ispirato alle forme dell’urbanista brasiliano Roberto Burle Marx che a Rio de Janeiro ha realizzato diversi giardini.

Prima le forme le disegnava “casualmente” il lavoro realizzato sulla tela: taglio, cucino, colore, intervento di pioggia o sole… Dopo il soggiorno in Brasile, durante il primo confinamento, nella calma irreale di Marsiglia, Vescovi si né concentrato sul disegno. Da due, ha inserito questa figura geometrica, come un elemento del paesaggio: il semi cerchio è diventato il filo che unisce le sue opere.

Il materiale al cuore della creazione artistica

A terra o in sospensione verticale, Adrien Vescovi spazializza le sue tele in assemblaggi laminati, collegati da un meticoloso lavoro di cucito, o lasciati liberi, semplicemente sovrapposti o giustapposti.

Grandezza e vulnerabilità si fondono come due tensioni messe in sintonia volontariamente. L’eccesso con cui concepisce le sue tele non è mai abbastanza. Nel futuro l’artista pensa di utilizzare nuovi materiali: legno, vetro e ceramica, i quali saprà sicuramente sublimare con la stessa magia.

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I giorni della lentezza di Adrien Vescovi

Published On: 3 Ottobre 2022

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 13 minuti

Ottobre inizia al Casino Luxembourg – Forum per l’Arte Contemporanea, a Lussemburgo città, con una bella esposizione di Adrien Vescovi. Dal 1° ottobre 2022 al 29 gennaio 2023, la mostra monografica Jours de lenteur (Giorni di lentezza) permette al pubblico d’immergersi nell’universo di Vescovi, grazie anche alla monumentalità delle opere proposte.

Da subito il visitatore è accolto in strada da cinque maxi-tele che ricoprono la facciata del Casino Luxembourg. Un momento di “sublime poesia” nello spazio pubblico per la curatrice dell’esposizione Stilbé Schoeder. Tra pittura e assemblaggio tessile, Adrien Vescovi dispiega le sue tele che unisco al formato del dipinto la dimensione del paesaggio.

Un procedimento quasi alchemico

Come un alchimista, i suoi processi rivisitano la tradizione della tintura, che richiede tempi lenti. Nel suo atelier marsigliese ci sono polveri colorate, lavatoi e lavatrici, barattoli dove sono immersi dei ritagli di stoffa, barre d’acciaio arrugginite e tessuti appesi, in attesa di essere assemblati con altri.

L’artista seleziona i pigmenti naturali, realizza infusi e decotti: diversi passaggi che gli permettono di sviluppare una tavolozza cromatica delicata, intrisa del lungo tempo della sua creazione. In questo modo, l’opera incorpora la memoria nel suo stesso spessore, perché Adrien Vescovi sovrappone e accosta i suoi campi cromatici su supporti tessili portanti più storie. Delle sorte di strati geologici.

Dalle montagne al mare

Vescovi ha sempre “esposto” le sue tele costituite da lenzuoli riciclati, tinti con spezie o pigmenti naturali e cuciti tra loro a terra. Pensieri e composizioni come dipinti: le tele vengono poi distese sul suolo o sospese in spazi dove interagiscono con l’ambiente. All’esterno, dove assorbono le azioni degli elementi naturali e del tempo. Oppure all’interno, dove la loro disposizione risponde all’architettura del luogo.

In questo modo la sua opera è fortemente in correlazione con l’ambiente circostante. Prima di stabilirsi a Marsiglia, Vescovi ha vissuto in montagna nella Alta-Savoia. Qui, quasi da eremita, stendeva le sue opere sulla neve, dall’innumerevole gamma di bianchi e grigi. Mentre a Marsiglia, sono le spezie e la città stessa a inspirarlo. In entrambi i casi, la luce riveste una grande importanza nel suo lavoro.

Momenti sospesi

Salendo al primo piano, i visitatori sono invitati a sedersi su delle panche in legno colorate, e ammirare il retro delle tele appese all’esterno, incorniciate idealmente dal quadro delle finestre della sala. Una maniera di vivere diversamente l’opera, potendone vedere una sola porzione.

Le sedute sono dipinte con gli stessi infusi utilizzati per colorare i tessuti. Il tempo di lasciare decantare le emozioni, concentrarsi sui dettagli: le sovrapposizioni delle stoffe e di colore, i ricami, le cuciture. Cambiare punto di vista e avere davanti a sé un altro racconto. Perché le opere di adrien Vescovi sono come dei nastri su cui si registra la vita.

Dalla verticalità dell’esterno all’orizzontalità dell’interno

Spostandosi nella grande sala, il respiro è trattenuto davanti all’opera monumentale: una maxi-tela posta a terra, costituita da lenzuoli sovrapposti, sulla quale pendono delle strisce di tela, che si muovono al passaggio delle persone. Il tema della memoria viene sottolineato con questi elementi mobili che l’artista definisce dei “segna libro”, che servono appunto a ricordare dove bisogna riprendere la lettura.

L’opera è sublimata dalla luce che entra delle vetrate che aggiunge, grazie alle ombre, nuovi disegni sulla stoffa, i quali mutano con il passare delle ore e con il variare delle condizioni metereologiche. Nuovamente l’ambiente circostante diventa parte integrante dell’opera stessa. Intorno, alcuni boccali con gli infusi colorati che, come un archivio, costudiscono la paletta cromatica dell’artista.

Paesaggi dell’anima

Ultima opera esposta, questa volta appesa al muro, è un’altra grande tela che si incastra nello spazio della parete. Qui ritorna la forma del semi cerchio, già presente nei precedenti lavori. Adrien Vescovi, spiega per Vivicreativo, che si è ispirato alle forme dell’urbanista brasiliano Roberto Burle Marx che a Rio de Janeiro ha realizzato diversi giardini.

Prima le forme le disegnava “casualmente” il lavoro realizzato sulla tela: taglio, cucino, colore, intervento di pioggia o sole… Dopo il soggiorno in Brasile, durante il primo confinamento, nella calma irreale di Marsiglia, Vescovi si né concentrato sul disegno. Da due, ha inserito questa figura geometrica, come un elemento del paesaggio: il semi cerchio è diventato il filo che unisce le sue opere.

Il materiale al cuore della creazione artistica

A terra o in sospensione verticale, Adrien Vescovi spazializza le sue tele in assemblaggi laminati, collegati da un meticoloso lavoro di cucito, o lasciati liberi, semplicemente sovrapposti o giustapposti.

Grandezza e vulnerabilità si fondono come due tensioni messe in sintonia volontariamente. L’eccesso con cui concepisce le sue tele non è mai abbastanza. Nel futuro l’artista pensa di utilizzare nuovi materiali: legno, vetro e ceramica, i quali saprà sicuramente sublimare con la stessa magia.

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