L’eleganza dello sguardo di Laure Albin Guillot

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 8 Ottobre 2022

Tempo stimato per la lettura: 5 minuti

Dai nudi maschili e femminili alla nascente fotografia pubblicitaria attraverso la fotomicrografia, la natura morta, la moda e il ritratto, Laure Albin Guillot è stata un “ponte” tra due generazioni artistiche: quella dei pittorialisti, movimento artistico che voleva avvicinare la fotografia alla pittura, e, dagli anni ’20, quella della Nouvelle Vision, un gruppo di fotografi rivolti alla modernità.

A questa fotografa, che ha marcato il paesaggio fotografico francese di questa metà del secolo, la Galleria Roger-Viollet dedica una mostra, L’eleganza dello sguardo di Laure Albin Guillot, esponendo, dal 6 ottobre 2022 al 23 gennaio 2023, una sessantina di scatti.

L’eleganza alla francese

Nata nel 1879, da una famiglia borghese iperchic 16° arrondissement di Parigi, Laure Meifredy ha avuto un’educazione artistica e musicale. Pianista di talento divenne fotografa professionista nei primi anni 1920. Il suo stile e il suo modo incarnano una forma di classicità e uno “stile francese” controcorrente rispetto alla modernità e alle avanguardie del tempo.

Infatti, durante la sua vita, è stata sicuramente la più esposta e riconosciuta, non solo per il suo talento e virtuosismo ma anche per la sua professionalità. Nel 1901 sposò il dottor Albin Guillot, musicista e ricercatore scientifico, collezionista di preparati microscopici, di cui fotografa le lastre.

L’eleganza dello sguardo di Laure Albin Guillot, Galleria Roger-Viollet, © Cristina Biordi
La bellezza: dal microscopio al paesaggio

Infatti, alla fine degli anni ’20, influenzata dagli studi del marito, fa emergere la bellezza che è invisibile ad occhio nudo immaginandolo microfotografie su autocromi. Realizza una serie di scatti delle preparazioni microscopiche di cristallizzazioni e cellule vegetali, che chiama “micrografie”.

In stile pittorico, fotografa anche paesaggi, ottenendo una sfocatura leggera e vaporosa con lenti endoscopie e opale. Inoltre, cura particolarmente le sue stampe effettuando ricerche su carta fotografica più adatta alle sue esigenze in termini di colori e forme. L’obiettivo è di creare delle figure decorative.

Jean Cocteau (1889-1963), scrittore francese, 1939.
© Laure Albin Guillot / Roger Viollet
Nel suo atelier artisti e gente comune

Dopo la morte del marito, nel 1929, apre il suo studio in boulevard Beauséjour sempre nel 16° arrondissement di Parigi. Per vivere realizza numerosi ritratti di personaggi famosi – delle arti e della cultura – ma anche di anonimi della borghesia parigina.

Inoltre, collabora con il mondo della moda e della pubblicità, di cui è stata una pioniera. Come molti fotografi del periodo tra le due guerre, condusse sia una proficua attività commerciale che un’intensa attività creativa.

Figura di riferimento della fotografia francese

Donna influente, Laure Albin-Guillot ha occupato molte posizioni di potere. Nel 1932, è nominata capo del dipartimento di fotografia delle Belle Arti e fonda, nello stesso anno, la Società degli Artisti Fotografi. Nel 1933, assume la direzione della Cineteca Nazionale, (l’attuale Cinémathèque française) progetta un vasto progetto museale che riunisce le “arti meccaniche” (fotografia, cinema, disco), che purtroppo non è mai stato realizzato.

Presidente dell’Unione femminile delle carriere liberali, ha co-organizzato la grande mostra delle artiste donne in Europa dell’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937, al Jeu de Paume, dove sono state presentate più di cinquecento opere.

Studio di nudo, 1930 © Laure Albin Guillot / Roger-Viollet
Il corpo sublimato

Inoltre, è stata una pioniera anche nella fotografia di nudo, sempre alla ricerca dell’estetica perfetta, con evidenti riferimenti alla statuaria classica. I suoi studi sul corpo femminile e maschile sono tratta in modo ideale, scultoreo, e accuratamente riquadrati a matita direttamente su una stampa di lettura prima fare una prova finale.

Come rivela il suo lavoro sul nudo, l’artista passa da un’estetica pittorica a un’estetica modernista con intelligenza. All’inizio degli anni ’20, ha prodotto nudi femminili in pose e inquadrature classiche. Ma, tra il 1927 e il 1934, si evolve formalmente lavorando sui bianchi e sull’inquadratura. Inoltre, è stata, negli anni ’30, uno dei rari fotografi ad avvicinarsi al nudo maschile al di fuori dell’ambito sportivo o allegorico.

Il mondo della pubblicità e dell’illustrazione

Negli anni ’30, la fotografia pubblicitaria occupò un posto importante nelle riviste. Laure Albin Guillot collabora con l’industria del lusso, moda, cosmetica o del tabacco con lo stesso rigore nell’inquadratura e utilizzo della luce, spesso intervenendo nel messaggio da veicolare firmando a grandi lettere le immagini.

Precursora, nel 1933 pubblica un libro sul ruolo della fotografia nella pubblicità. I suoi cliché compaiono sulle riviste Arts et Métiers Graphiques, Vu, Le Jardin des modes, Femina, L’Officiel de la couture et de la mode, Vogue e altre. Per i prodotti di lusso (orologeria, gioielleria o moda), elabora un repertorio composto da schemi visivi semplici ed efficaci. Oltre a cio’, grandi scrittori, come Henry Millon de Montherlan, Pierre Louÿs o Paul Valéry, gli affidano l’illustrazione delle loro opere.

L’eleganza dello sguardo di Laure Albin Guillot, Galleria Roger-Viollet, © Cristina Biordi
Un’eredità salvata dall’oblio

Nel 1962, Laure Albin Guillot muore lasciando un’opera immensa, eclettica e coerente di cui la grand parte è stata acquisita dall’agenzia Roger-Viollet nel 1964. La sua collezione di studio è conservata presso la Bibliothèque Historique de la Ville de Paris (BHVP) ed è distribuita esclusivamente dalla galleria Roger-Viollet.

L’eleganza dello sguardo di Laure Albin Guillot offre un ampio ventaglio dei soggetti trattati e le tecniche utilizzate dalla fotografa francese. Alla galleria Roger-Viollet, il visitatore ha, oltre l’opportunità d’ammirare i magnifici scatti di Laure Albin Guillot, anche la possibilità di acquistarli.

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Published On: 8 Ottobre 2022

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 15 minuti

Dai nudi maschili e femminili alla nascente fotografia pubblicitaria attraverso la fotomicrografia, la natura morta, la moda e il ritratto, Laure Albin Guillot è stata un “ponte” tra due generazioni artistiche: quella dei pittorialisti, movimento artistico che voleva avvicinare la fotografia alla pittura, e, dagli anni ’20, quella della Nouvelle Vision, un gruppo di fotografi rivolti alla modernità.

A questa fotografa, che ha marcato il paesaggio fotografico francese di questa metà del secolo, la Galleria Roger-Viollet dedica una mostra, L’eleganza dello sguardo di Laure Albin Guillot, esponendo, dal 6 ottobre 2022 al 23 gennaio 2023, una sessantina di scatti.

L’eleganza alla francese

Nata nel 1879, da una famiglia borghese iperchic 16° arrondissement di Parigi, Laure Meifredy ha avuto un’educazione artistica e musicale. Pianista di talento divenne fotografa professionista nei primi anni 1920. Il suo stile e il suo modo incarnano una forma di classicità e uno “stile francese” controcorrente rispetto alla modernità e alle avanguardie del tempo.

Infatti, durante la sua vita, è stata sicuramente la più esposta e riconosciuta, non solo per il suo talento e virtuosismo ma anche per la sua professionalità. Nel 1901 sposò il dottor Albin Guillot, musicista e ricercatore scientifico, collezionista di preparati microscopici, di cui fotografa le lastre.

L’eleganza dello sguardo di Laure Albin Guillot, Galleria Roger-Viollet, © Cristina Biordi
La bellezza: dal microscopio al paesaggio

Infatti, alla fine degli anni ’20, influenzata dagli studi del marito, fa emergere la bellezza che è invisibile ad occhio nudo immaginandolo microfotografie su autocromi. Realizza una serie di scatti delle preparazioni microscopiche di cristallizzazioni e cellule vegetali, che chiama “micrografie”.

In stile pittorico, fotografa anche paesaggi, ottenendo una sfocatura leggera e vaporosa con lenti endoscopie e opale. Inoltre, cura particolarmente le sue stampe effettuando ricerche su carta fotografica più adatta alle sue esigenze in termini di colori e forme. L’obiettivo è di creare delle figure decorative.

Jean Cocteau (1889-1963), scrittore francese, 1939.
© Laure Albin Guillot / Roger Viollet
Nel suo atelier artisti e gente comune

Dopo la morte del marito, nel 1929, apre il suo studio in boulevard Beauséjour sempre nel 16° arrondissement di Parigi. Per vivere realizza numerosi ritratti di personaggi famosi – delle arti e della cultura – ma anche di anonimi della borghesia parigina.

Inoltre, collabora con il mondo della moda e della pubblicità, di cui è stata una pioniera. Come molti fotografi del periodo tra le due guerre, condusse sia una proficua attività commerciale che un’intensa attività creativa.

Figura di riferimento della fotografia francese

Donna influente, Laure Albin-Guillot ha occupato molte posizioni di potere. Nel 1932, è nominata capo del dipartimento di fotografia delle Belle Arti e fonda, nello stesso anno, la Società degli Artisti Fotografi. Nel 1933, assume la direzione della Cineteca Nazionale, (l’attuale Cinémathèque française) progetta un vasto progetto museale che riunisce le “arti meccaniche” (fotografia, cinema, disco), che purtroppo non è mai stato realizzato.

Presidente dell’Unione femminile delle carriere liberali, ha co-organizzato la grande mostra delle artiste donne in Europa dell’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937, al Jeu de Paume, dove sono state presentate più di cinquecento opere.

Studio di nudo, 1930 © Laure Albin Guillot / Roger-Viollet
Il corpo sublimato

Inoltre, è stata una pioniera anche nella fotografia di nudo, sempre alla ricerca dell’estetica perfetta, con evidenti riferimenti alla statuaria classica. I suoi studi sul corpo femminile e maschile sono tratta in modo ideale, scultoreo, e accuratamente riquadrati a matita direttamente su una stampa di lettura prima fare una prova finale.

Come rivela il suo lavoro sul nudo, l’artista passa da un’estetica pittorica a un’estetica modernista con intelligenza. All’inizio degli anni ’20, ha prodotto nudi femminili in pose e inquadrature classiche. Ma, tra il 1927 e il 1934, si evolve formalmente lavorando sui bianchi e sull’inquadratura. Inoltre, è stata, negli anni ’30, uno dei rari fotografi ad avvicinarsi al nudo maschile al di fuori dell’ambito sportivo o allegorico.

Il mondo della pubblicità e dell’illustrazione

Negli anni ’30, la fotografia pubblicitaria occupò un posto importante nelle riviste. Laure Albin Guillot collabora con l’industria del lusso, moda, cosmetica o del tabacco con lo stesso rigore nell’inquadratura e utilizzo della luce, spesso intervenendo nel messaggio da veicolare firmando a grandi lettere le immagini.

Precursora, nel 1933 pubblica un libro sul ruolo della fotografia nella pubblicità. I suoi cliché compaiono sulle riviste Arts et Métiers Graphiques, Vu, Le Jardin des modes, Femina, L’Officiel de la couture et de la mode, Vogue e altre. Per i prodotti di lusso (orologeria, gioielleria o moda), elabora un repertorio composto da schemi visivi semplici ed efficaci. Oltre a cio’, grandi scrittori, come Henry Millon de Montherlan, Pierre Louÿs o Paul Valéry, gli affidano l’illustrazione delle loro opere.

L’eleganza dello sguardo di Laure Albin Guillot, Galleria Roger-Viollet, © Cristina Biordi
Un’eredità salvata dall’oblio

Nel 1962, Laure Albin Guillot muore lasciando un’opera immensa, eclettica e coerente di cui la grand parte è stata acquisita dall’agenzia Roger-Viollet nel 1964. La sua collezione di studio è conservata presso la Bibliothèque Historique de la Ville de Paris (BHVP) ed è distribuita esclusivamente dalla galleria Roger-Viollet.

L’eleganza dello sguardo di Laure Albin Guillot offre un ampio ventaglio dei soggetti trattati e le tecniche utilizzate dalla fotografa francese. Alla galleria Roger-Viollet, il visitatore ha, oltre l’opportunità d’ammirare i magnifici scatti di Laure Albin Guillot, anche la possibilità di acquistarli.

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