StopDjihadisme, il sito del governo francese contro il reclutamento sui social

About the Author: Redazione ViviCreativo

Published On: 17 Febbraio 2015

Tempo stimato per la lettura: 3,7 minuti

«Ti dicono “tu difenderai una causa giusta”, in realtà “scoprirai l’inferno su terra”». È una delle frasi slogan di un video dalle immagini shock, diffuso principalmente su Internet. È un’iniziativa del governo francese lanciata il 28 gennaio all’interno della campagna intitolata Stopdjihadisme, destinata a prevenire il reclutamento dei giovani francesi attraverso i Social Network, che prevede la messa online del sito web stop-djihadisme.gouv.fr.

L’obiettivo principale del progetto web è infatti di informare il grande pubblico sui mezzi messi a disposizione dallo Stato francese per lottare “contro il reclutamento jihadista” dopo l’ondata di attentati a Parigi. Sul sito StopDjihadisme si legge: “Il 7, 8 e 9 gennaio scorsi, il terrorismo ha colpito come non mai aveva colpito il suolo francese. In tre giorni, 17 vite sono state portate via dalla barbarie. Nonostante gli importanti progressi in materia di lotta antiterrorista condotta a livello nazionale e internazionale, la minaccia, in continua evoluzione, si mantiene costantemente a un alto livello”.

Uno strumento che propone di comprendere la minaccia terroristica, di decriptare la propaganda djihadista e le tecniche di manipolazione utilizzate. Il breve video “shock”, che compare subito in homepage, è un montaggio di due minuti che riprende le fotografie e degli estratti di film propagandandistici destinati a incoraggiare i giovani francesi a partire in Siria o in Iraq per raggiungere le file del gruppo Stato islamico. Vengono ripresi anche gli argomenti utilizzati dai recutatori e i messaggi inviati dai jihadisti su Facebook, con l’obiettivo di screditarli con delle “spiegazioni” e attraverso le immagini stesse che fanno da contrappunto a tali affermazioni.

Lo stile adottato da StopDjhadisme è volutamente pedagogico e di facile lettura, per abbracciare il maggior numero di persone, avvalendosi molto dell’utilizzo immagini, quali infografiche e video, ma anche testimonianze. In modo molto semplice, il sito si suddivide in quattro grandi sezioni: Comprendere la minaccia terroristica, Agire con l’azione dello Stato, Decriptare la propaganda jihadista e Mobilitarsi. Ogni rubrica si suddivide in molti capitoli che contengono interviste di esperti, spiegazioni, cenni storici, collegamenti ad altri siti più dettagliati.

L’iniziativa rientra nel quadro strategico di lotta contro il cyberdjihadismo, che prevede dopo i drammatici eventi di inizio anno – che hanno colpito al cuore la Francia, il mondo dell’informazione e tutta la società civile – l’aumento della sorveglianza di Internet nell’Esagono. Nascono delle “cyber-pattuglie” incaricate di vigilare sul web, perché è un dato di fatto che i gruppi djihadisti utilizzano ampiamente Internet per diffondere i loro messaggi.

I terroristi hanno un buon vantaggio rispetto al governo francese, avendo da tempo affinato le loro tecniche di reclutamento/manipolazione sul web. Ne utilizzano tutte le possibilità: siti di apologia del terrorismo, forum, servizi di messaggeria diretta (Skype, WhatsApp), video (YouTube, DailyMotion), e anche dei siti per incontri. I Social Network (Facebook, Twitter, Instagram) sono adoperati per prendere contatto creando delle discussioni intorno a dei post. Per loro, Internet è il mezzo per fare circolare in maniera massiva la loro propaganda e di proporre ai giovani, attraverso il loro stesso linguaggio, dei discorsi “tagliati su misura” per attirarli nelle loro reti.

Il Primo Ministro francese, Manuel Valls, annunciando la creazione del portale ha parlato della serie di misure che il governo intende adottare per lottare contro il terrorismo, tra cui il citato “rafforzamento dei mezzi dedicati alla sorveglianza del cyberjihadisme e delle indagini relative ai delitti commessi su Internet’”, nonché l’intensificazione della collaborazione con gli operatori della Rete a livello europeo.  In quest’ottica internazionale, il Ministro degli Interni francese, Bernard Cazeneuve, ha da parte sua sottolineato l’importanza di avere “uno stretto contatto” con Twitter, Facebook e Google, chiamandoli “a mobilitarsi con” le autorità d’Oltralpe.

L’iniziativa del governo Hollande sottolinea il fatto che Internet e i suoi Social Network costituiscono ormai “un altro fronte” della lotta contro il terrorismo. Un “mondo virtuale” che sta sempre più affiancando – in qualche caso sostituendo – quello “reale” e di cui, se si vuole preservare quest’ultimo, bisogna conoscere bene i suoi linguaggi e strumenti.

Cristina Biordi

 

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Tempo stimato per la lettura: 11 minuti

«Ti dicono “tu difenderai una causa giusta”, in realtà “scoprirai l’inferno su terra”». È una delle frasi slogan di un video dalle immagini shock, diffuso principalmente su Internet. È un’iniziativa del governo francese lanciata il 28 gennaio all’interno della campagna intitolata Stopdjihadisme, destinata a prevenire il reclutamento dei giovani francesi attraverso i Social Network, che prevede la messa online del sito web stop-djihadisme.gouv.fr.

L’obiettivo principale del progetto web è infatti di informare il grande pubblico sui mezzi messi a disposizione dallo Stato francese per lottare “contro il reclutamento jihadista” dopo l’ondata di attentati a Parigi. Sul sito StopDjihadisme si legge: “Il 7, 8 e 9 gennaio scorsi, il terrorismo ha colpito come non mai aveva colpito il suolo francese. In tre giorni, 17 vite sono state portate via dalla barbarie. Nonostante gli importanti progressi in materia di lotta antiterrorista condotta a livello nazionale e internazionale, la minaccia, in continua evoluzione, si mantiene costantemente a un alto livello”.

Uno strumento che propone di comprendere la minaccia terroristica, di decriptare la propaganda djihadista e le tecniche di manipolazione utilizzate. Il breve video “shock”, che compare subito in homepage, è un montaggio di due minuti che riprende le fotografie e degli estratti di film propagandandistici destinati a incoraggiare i giovani francesi a partire in Siria o in Iraq per raggiungere le file del gruppo Stato islamico. Vengono ripresi anche gli argomenti utilizzati dai recutatori e i messaggi inviati dai jihadisti su Facebook, con l’obiettivo di screditarli con delle “spiegazioni” e attraverso le immagini stesse che fanno da contrappunto a tali affermazioni.

Lo stile adottato da StopDjhadisme è volutamente pedagogico e di facile lettura, per abbracciare il maggior numero di persone, avvalendosi molto dell’utilizzo immagini, quali infografiche e video, ma anche testimonianze. In modo molto semplice, il sito si suddivide in quattro grandi sezioni: Comprendere la minaccia terroristica, Agire con l’azione dello Stato, Decriptare la propaganda jihadista e Mobilitarsi. Ogni rubrica si suddivide in molti capitoli che contengono interviste di esperti, spiegazioni, cenni storici, collegamenti ad altri siti più dettagliati.

L’iniziativa rientra nel quadro strategico di lotta contro il cyberdjihadismo, che prevede dopo i drammatici eventi di inizio anno – che hanno colpito al cuore la Francia, il mondo dell’informazione e tutta la società civile – l’aumento della sorveglianza di Internet nell’Esagono. Nascono delle “cyber-pattuglie” incaricate di vigilare sul web, perché è un dato di fatto che i gruppi djihadisti utilizzano ampiamente Internet per diffondere i loro messaggi.

I terroristi hanno un buon vantaggio rispetto al governo francese, avendo da tempo affinato le loro tecniche di reclutamento/manipolazione sul web. Ne utilizzano tutte le possibilità: siti di apologia del terrorismo, forum, servizi di messaggeria diretta (Skype, WhatsApp), video (YouTube, DailyMotion), e anche dei siti per incontri. I Social Network (Facebook, Twitter, Instagram) sono adoperati per prendere contatto creando delle discussioni intorno a dei post. Per loro, Internet è il mezzo per fare circolare in maniera massiva la loro propaganda e di proporre ai giovani, attraverso il loro stesso linguaggio, dei discorsi “tagliati su misura” per attirarli nelle loro reti.

Il Primo Ministro francese, Manuel Valls, annunciando la creazione del portale ha parlato della serie di misure che il governo intende adottare per lottare contro il terrorismo, tra cui il citato “rafforzamento dei mezzi dedicati alla sorveglianza del cyberjihadisme e delle indagini relative ai delitti commessi su Internet’”, nonché l’intensificazione della collaborazione con gli operatori della Rete a livello europeo.  In quest’ottica internazionale, il Ministro degli Interni francese, Bernard Cazeneuve, ha da parte sua sottolineato l’importanza di avere “uno stretto contatto” con Twitter, Facebook e Google, chiamandoli “a mobilitarsi con” le autorità d’Oltralpe.

L’iniziativa del governo Hollande sottolinea il fatto che Internet e i suoi Social Network costituiscono ormai “un altro fronte” della lotta contro il terrorismo. Un “mondo virtuale” che sta sempre più affiancando – in qualche caso sostituendo – quello “reale” e di cui, se si vuole preservare quest’ultimo, bisogna conoscere bene i suoi linguaggi e strumenti.

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