Cosa è lo storytelling aziendale?

About the Author: Redazione ViviCreativo

Published On: 13 Gennaio 2015

Tempo stimato per la lettura: 2,5 minuti

Da sempre, sin dalla nostra infanzia, quando abbiamo bisogno di estraniarci dal mondo chiediamo a qualcuno, i nostri genitori, la televisione, un libro, di raccontarci una storia.
Sempre più spesso anche le aziende iniziano a utilizzare la strategia dello storytelling, in modo esponenziale da quando il web ha permesso di aumentare le interazioni con i propri clienti, raccontano cioè la loro storia.

Ma cosa è effettivamente lo storytelling?
Lo storytelling può essere visto come una “semplice” arte del raccontare, del narrare delle storie riuscendo a sfruttare i principi alla base della retorica e della narratologia. È quindi sostanzialmente un modo per attirare l’attenzione del pubblico attraverso la diffusione di suoni, pensieri ed emozioni.
Il docente di Storytelling e narrazione d’impresa all’università di Pavia, Andrea Fontana, intervistato da Repubblica, approfondisce ancora di più la definizione di storytelling, che secondo lui è “la creazione di un universo narrativo da parte di un autore (marca, prodotto o persona), che invita altri (clienti, stakeholders, consumatori) a partecipare a un destino comune”.

Per comprendere ancora meglio cosa è lo storytelling e come crearne uno di successo, partiamo da un concetto base della semiotica: lo schema di Vladimir Propp, che ha studiato centinaia e centinaia di fiabe provenienti da diverse  culture ed è riuscito a estrapolarne un filo comune per tutte.
Lo schema di Propp è sintetizzabile in quattro diverse fasi che sviluppano la storia:
1) Equilibrio iniziale od esordio;
2) Rottura dello stato iniziale o complicazione;
3) Peripezie dell’eroe;
4) Ristabilimento dell’equilibrio o conclusione.
Ognuna di queste quattro fasi ha al suo interno diverse funzioni che sviluppano ed espandono la storia.
Come abbiamo detto in precedenza e, come vedremo nei prossimi articoli, anche le aziende sviluppano le loro narrazioni seguendo lo schema di Propp.

Riprendendo un articolo di ABC Copywriting, vediamo ora quali sono le caratteristiche che ogni storyteller deve usare per ottenere uno storytelling di successo:
Fiducia nel narratore: I sentimenti di chi ascolta il narratore influenzano le loro reazioni;
Emozioni: Le narrazioni hanno bisogno di sviluppi densi di emozioni e colpi di scena.;
Immedesimazione: più le persone riusciranno a immedesimarsi nella storia, più saranno attratte da essa.
Semplicità: le storie semplici sono le storie più forti. Taglia ciò che non serve allo sviluppo narrativo.
Azione per gli ascoltatori: le narrazioni sono più persuasive quando gli ascoltatori deducono da soli la morale.
Familiarità: Maggiore è il sentimento di familiarità che ispira una storia, maggiore è la sua forza. Qui torniamo allo schema di Vladimir Propp.

Sintetizzando, perché le aziende adottano una strategia di storytelling?
Per poter interagire con il proprio pubblico, con contenuti sempre nuovi riuscendo a comunicare i propri valori e la propria mission.
Non ci credete? Bè, guardate questo video realizzato da Procter & Gamble per le Olimpiadi del 2012 e fateci sapere cosa ne pensate.

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Sempre più spesso anche le aziende iniziano a utilizzare la strategia dello storytelling, in modo esponenziale da quando il web ha permesso di aumentare le interazioni con i propri clienti, raccontano cioè la loro storia.

Ma cosa è effettivamente lo storytelling?
Lo storytelling può essere visto come una “semplice” arte del raccontare, del narrare delle storie riuscendo a sfruttare i principi alla base della retorica e della narratologia. È quindi sostanzialmente un modo per attirare l’attenzione del pubblico attraverso la diffusione di suoni, pensieri ed emozioni.
Il docente di Storytelling e narrazione d’impresa all’università di Pavia, Andrea Fontana, intervistato da Repubblica, approfondisce ancora di più la definizione di storytelling, che secondo lui è “la creazione di un universo narrativo da parte di un autore (marca, prodotto o persona), che invita altri (clienti, stakeholders, consumatori) a partecipare a un destino comune”.

Per comprendere ancora meglio cosa è lo storytelling e come crearne uno di successo, partiamo da un concetto base della semiotica: lo schema di Vladimir Propp, che ha studiato centinaia e centinaia di fiabe provenienti da diverse  culture ed è riuscito a estrapolarne un filo comune per tutte.
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1) Equilibrio iniziale od esordio;
2) Rottura dello stato iniziale o complicazione;
3) Peripezie dell’eroe;
4) Ristabilimento dell’equilibrio o conclusione.
Ognuna di queste quattro fasi ha al suo interno diverse funzioni che sviluppano ed espandono la storia.
Come abbiamo detto in precedenza e, come vedremo nei prossimi articoli, anche le aziende sviluppano le loro narrazioni seguendo lo schema di Propp.

Riprendendo un articolo di ABC Copywriting, vediamo ora quali sono le caratteristiche che ogni storyteller deve usare per ottenere uno storytelling di successo:
Fiducia nel narratore: I sentimenti di chi ascolta il narratore influenzano le loro reazioni;
Emozioni: Le narrazioni hanno bisogno di sviluppi densi di emozioni e colpi di scena.;
Immedesimazione: più le persone riusciranno a immedesimarsi nella storia, più saranno attratte da essa.
Semplicità: le storie semplici sono le storie più forti. Taglia ciò che non serve allo sviluppo narrativo.
Azione per gli ascoltatori: le narrazioni sono più persuasive quando gli ascoltatori deducono da soli la morale.
Familiarità: Maggiore è il sentimento di familiarità che ispira una storia, maggiore è la sua forza. Qui torniamo allo schema di Vladimir Propp.

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Non ci credete? Bè, guardate questo video realizzato da Procter & Gamble per le Olimpiadi del 2012 e fateci sapere cosa ne pensate.

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