Claudio Moltani ci racconta il progetto “Design resistenza” all’epoca del Coronavirus

About the Author: Alessia

Published On: 28 Marzo 2020

Tempo stimato per la lettura: 2,5 minuti

“Raccontiamo il Design che resiste”.
Così Claudio Moltani, già collaboratore, redattore, capo redattore e direttore editoriale di riviste nei settori moda, design e architettura (Home, DDN, Le Idee di Casa Mia, Trend, Arredo). Ha pubblicato libri sul rapporto fra moda e tecnologia e la storia del Denim; ha curato la pubblicazione di numerosi cataloghi aziendali. Co-fondatore di una casa editrice on-line. Attualmente collabora con riviste del gruppo Tecniche Nuove (AREA, Arketipo). Oggi, in questo momento difficile e sospeso come quello che stiamo vivendo con il Coronavirus, ha ideato con Valentina Dalla Costa e Cristina Provenzano, il progetto “Design resistenza”. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

In cosa consiste il vostro progetto?
Io, Valentina Dalla Costa e Cristina Provenzano, con Design Resistenza, vogliamo in primo luogo offrire una piattaforma editoriale (pagine FB e IG, sito www.designresistenza.it) ad aziende, uffici stampa, creativi, architetti, singoli professionisti che operano nel nostro settore, quello del design e dell’architettura, per poter raccontare, al di là dei comunicati stampa ufficiali, quello che sta accadendo nei loro posti di lavoro, alla loro professione, alle nuove modalità di lavoro con le quali stanno operando. E, in secondo luogo, “fotografare” questo momento per poter poi, quando tutto questo sarà finito, avere a disposizione un archivio interattivo che metteremo a disposizione di tutti.

Come pensi cambierà il mondo del lavoro?
Non lo sappiamo. Quello che è certo è che niente sarà più come prima.

Chi sarà più avvantaggiato e chi invece rischierà di rimanere indietro?
Sarà più avvantaggiato chi riuscirà, da una situazione di crisi inedita, senza precedenti e senza uno storico al quale attenersi, a ri/creare una nuova modalità di comunicazione (questo aspetto vale, evidentemente, per noi che siamo giornalisti, creativi o, comunque, operanti della filiera della comunicazione). Chi rimarrà indietro, dunque, sarà chi affronterà il “dopo” con modalità che, sicuramente, non saranno più appetibili o vantaggiose per le aziende (che, come prima cosa, taglieranno i costi della comunicazione).

Cosa significa per te avere creatività?
La creatività è il motore della nostra professione. E un motore deve poter funzionare, sempre e bene. Crisi o non crisi.

Che tipo di iniziative pensate di mettere in campo con il vostro progetto? In che modo?
Stiamo chiedendo video, contributi vocali o fotografici, testi direttamente ai titolari delle aziende, o degli studi; e questo, evidentemente, perché non possiamo recarci noi nei siti produttivi. Poi, quando il materiale ci arriva, lo visioniamo, facciamo quello che si chiama un piccolo lavoro di editing sui testi, controlliamo la qualità e la durata dei video. E poi pubblichiamo. Quello che succede dopo, con i commenti e le condivisioni sui social, è il risultato che ci motiva ad andare avanti ancora. Il tutto, senza chiedere un euro.

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Published On: 28 Marzo 2020

About the Author: Alessia

Tempo stimato per la lettura: 7 minuti

“Raccontiamo il Design che resiste”.
Così Claudio Moltani, già collaboratore, redattore, capo redattore e direttore editoriale di riviste nei settori moda, design e architettura (Home, DDN, Le Idee di Casa Mia, Trend, Arredo). Ha pubblicato libri sul rapporto fra moda e tecnologia e la storia del Denim; ha curato la pubblicazione di numerosi cataloghi aziendali. Co-fondatore di una casa editrice on-line. Attualmente collabora con riviste del gruppo Tecniche Nuove (AREA, Arketipo). Oggi, in questo momento difficile e sospeso come quello che stiamo vivendo con il Coronavirus, ha ideato con Valentina Dalla Costa e Cristina Provenzano, il progetto “Design resistenza”. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

In cosa consiste il vostro progetto?
Io, Valentina Dalla Costa e Cristina Provenzano, con Design Resistenza, vogliamo in primo luogo offrire una piattaforma editoriale (pagine FB e IG, sito www.designresistenza.it) ad aziende, uffici stampa, creativi, architetti, singoli professionisti che operano nel nostro settore, quello del design e dell’architettura, per poter raccontare, al di là dei comunicati stampa ufficiali, quello che sta accadendo nei loro posti di lavoro, alla loro professione, alle nuove modalità di lavoro con le quali stanno operando. E, in secondo luogo, “fotografare” questo momento per poter poi, quando tutto questo sarà finito, avere a disposizione un archivio interattivo che metteremo a disposizione di tutti.

Come pensi cambierà il mondo del lavoro?
Non lo sappiamo. Quello che è certo è che niente sarà più come prima.

Chi sarà più avvantaggiato e chi invece rischierà di rimanere indietro?
Sarà più avvantaggiato chi riuscirà, da una situazione di crisi inedita, senza precedenti e senza uno storico al quale attenersi, a ri/creare una nuova modalità di comunicazione (questo aspetto vale, evidentemente, per noi che siamo giornalisti, creativi o, comunque, operanti della filiera della comunicazione). Chi rimarrà indietro, dunque, sarà chi affronterà il “dopo” con modalità che, sicuramente, non saranno più appetibili o vantaggiose per le aziende (che, come prima cosa, taglieranno i costi della comunicazione).

Cosa significa per te avere creatività?
La creatività è il motore della nostra professione. E un motore deve poter funzionare, sempre e bene. Crisi o non crisi.

Che tipo di iniziative pensate di mettere in campo con il vostro progetto? In che modo?
Stiamo chiedendo video, contributi vocali o fotografici, testi direttamente ai titolari delle aziende, o degli studi; e questo, evidentemente, perché non possiamo recarci noi nei siti produttivi. Poi, quando il materiale ci arriva, lo visioniamo, facciamo quello che si chiama un piccolo lavoro di editing sui testi, controlliamo la qualità e la durata dei video. E poi pubblichiamo. Quello che succede dopo, con i commenti e le condivisioni sui social, è il risultato che ci motiva ad andare avanti ancora. Il tutto, senza chiedere un euro.

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