Intervista al giovane designer Picci, vincitore di #mettitinmostra

About the Author: Redazione ViviCreativo

Published On: 17 Marzo 2015

Tempo stimato per la lettura: 5,5 minuti

Abbiamo intervistato per voi il giovane designer Federico Piccirillo, in arte Picci, vincitore della prima edizione del contest online #mettitinmostra con la sua “Creativity”.

Al mattino la sveglia suona rock duro o note morbide new age?

È molto difficile etichettare il genere che ascolto la mattina, in effetti non ho un vero e proprio genere preferito. Mi piace la musica in generale, soprattutto quella che tiene occupata la mia immaginazione.

Fai conto che una camera ti segua nella tua giornata, dove ci porti? Chi incontriamo?

Letto, bus, treno, per poi arrivare alla mia signora, Firenze.

Ti metti a lavoro, cosa c’è sulla tua mood board?

Moodboard di Federico Piccirillo

Moodboard di Federico Piccirillo

Non fatevi ingannare dalla foto, solitamente c’è più disordine! Ma quello di cui amo circondarmi sono piccoli oggetti colorati reduci da vari viaggi all’estero, packaging retrò, macchine fotografiche vintage, inchiostri, pennini, pennelli, post-it fluo e tempere, tante tempere. Non mancano ovviamente articoli di riviste grafiche, libri di illustrazioni e qualche manuali guida su tutto e di più!

Raccontaci il tuo processo creativo: dall’idea alla sua realizzazione

 Come ogni progetto che mi sono ritrovato a realizzare, parto sempre con un auto brainstorming sull’argomento in questione. Penso sia anche un modo per allenare la mente. Una volta finito, passo a una ricerca approfondita e a farmi domande sul progetto, chiedendomi innanzitutto cosa voglio comunicare e quale è il mio messaggio, tenendo conto anche al tipo di target. Se tutto questo viene svolto con dedizione e tanto tempo, passo da una bozza, fatta a mano, al computer in poco tempo, in quanto l’idea comunque è viva e chiara, servendomi della bozza solo come orientamento di spazi e collocazioni.

Come nasce l’idea per “Creativity”, l’opera vincitrice del contest #mettitinmostra?

Creativity - Federico Piccirillo

Creativity – Federico Piccirillo

Creativity nasce dalla parte infantile che è in me. Mi ricordo che da piccolo in casa facevo percorsi a catena con le cassette VHS, perché mi piaceva vedere quel domino come un esempio perfetto di causa ed effetto. Non so perché ma mi incantava fare percorsi di qualsiasi genere. Quindi ho paragonato questa sorta di catena alla nostra immaginazione e creatività, perché quando pensiamo siamo mossi da un primordiale impulso che genera una sorta di moto perpetuo che aziona altri impulsi e così via, e la cosa strabiliante che questo può non avere fine. Utilizzando uno stile che si avvicina molto al mio (anche se a tutti tengo a precisare che non ho un unico stile personale ma tendo a creare sempre qualcosa di diverso e dinamico) ho utilizzato vettori, immagini, foto scattate ai miei effetti personali, colori infantili ed un riprodotto effetto scenografico per creare una sorta di mensola sulla quale quasi prende vita una catena assurda, che è generata e che genera la parola “CREATIVITY” in una composizione piramidale a scendere. Personalmente mi piacciono molto quei lavori che trasmettono un messaggio chiaro e schietto ma allo stesso tempo anche quelli che hanno bisogno di tempo per decifrarli e comprenderli.

Se avessi la possibilità di conversare con un creativo, del passato o del presente, chi sarebbe e cosa gli diresti?

Una tra le tante persone che vorrei sicuramente incontrare è Stefan Sagmeister, ponendogli più o meno le stesse domande che state facendo a me. Forse un po’ più tecniche.

Obsessions di Stefan Sagmeister

Obsessions di Stefan Sagmeister

 

Quando hai capito che nella vita avresti fatto il designer?

Non credo ci sia stato un periodo preciso nella quale ho capito che avrei intrapreso questa professione. Fin da piccolo mi piaceva disegnare, inventare, costruire e sognare e questo mi ha portato a scegliere una scuola artistica che mi ha catalizzato questa passione.

Qual è lo stato del graphic design in Italia, è vero che all’estero lo fanno meglio?

Ebbene si… Il bello è che di talenti italiani ce ne sono davvero tanti, basta andare su internet, sui vari social o girare per le città e vedere tante persone che hanno una passione e un talento straordinario. Il problema è di fondo: purtroppo molte aziende, privati e vari committenti non sono aggiornati sulle nuove tendenze, anche internazionali, e penso che i motivi siano innanzitutto perché l’Italia ha sempre avuto una cultura tradizionalista, la quale ha sempre visto gli altri paesi svilupparsi a livello industriale rimanendo indietro. Lo sviluppo significa più commercio e dove c’è commercio serve pubblicità e di conseguenza strategie di marketing. Questo ha permesso di identificare sempre di più la figura del graphic designer. Questa stagnazione presente in Italia sta continuando anche a causa della crisi che sta soffocando sempre di più le relazioni con gli investitori esteri non dando la possibilità a molti imprenditori e privati italiani di mettere la testa fuori e lasciarsi ispirare dai giovani, cercando di capire che oggi giorno è semplicemente ORRIBILE usare un “Comic Sans”, per intendersi.

E a proposito di estero, hai un biglietto aereo di sola andata…dove andresti?

L’anno scorso sono stato 15 giorni a Londra e me ne sono totalmente innamorato. Più di Berlino. Anche dal punto di vista della grafica e dei vari eventi artistici penso sia il top nel mondo.

London by Picci

London by Picci

 Il film, il quadro, la canzone che ti definiscono più di ogni altra cosa

 “Scale infinite” di Escher -“La mia parte intollerante” di Caparezza – “A Bug’s life” di John Lasseter

 Facciamo che apriamo un cassetto e tra bollette da pagare, chiavi e post it ci imbattiamo nel tuo sogno, che forma ha?

Il mio sogno è di poter trasmettere a più persone possibile quello che faccio attraverso la passione che ci metto. Penso sia bellissimo condividere le nostre energie e passioni reciprocamente e per mia fortuna sono in una generazione che ha tutto questo a portata di click. Poi chissà se il mondo professionale fatto da studi e personalità creative mi possa riservare un posticino…

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Published On: 17 Marzo 2015

About the Author: Redazione ViviCreativo

Tempo stimato per la lettura: 16 minuti

Abbiamo intervistato per voi il giovane designer Federico Piccirillo, in arte Picci, vincitore della prima edizione del contest online #mettitinmostra con la sua “Creativity”.

Al mattino la sveglia suona rock duro o note morbide new age?

È molto difficile etichettare il genere che ascolto la mattina, in effetti non ho un vero e proprio genere preferito. Mi piace la musica in generale, soprattutto quella che tiene occupata la mia immaginazione.

Fai conto che una camera ti segua nella tua giornata, dove ci porti? Chi incontriamo?

Letto, bus, treno, per poi arrivare alla mia signora, Firenze.

Ti metti a lavoro, cosa c’è sulla tua mood board?

Moodboard di Federico Piccirillo

Moodboard di Federico Piccirillo

Non fatevi ingannare dalla foto, solitamente c’è più disordine! Ma quello di cui amo circondarmi sono piccoli oggetti colorati reduci da vari viaggi all’estero, packaging retrò, macchine fotografiche vintage, inchiostri, pennini, pennelli, post-it fluo e tempere, tante tempere. Non mancano ovviamente articoli di riviste grafiche, libri di illustrazioni e qualche manuali guida su tutto e di più!

Raccontaci il tuo processo creativo: dall’idea alla sua realizzazione

 Come ogni progetto che mi sono ritrovato a realizzare, parto sempre con un auto brainstorming sull’argomento in questione. Penso sia anche un modo per allenare la mente. Una volta finito, passo a una ricerca approfondita e a farmi domande sul progetto, chiedendomi innanzitutto cosa voglio comunicare e quale è il mio messaggio, tenendo conto anche al tipo di target. Se tutto questo viene svolto con dedizione e tanto tempo, passo da una bozza, fatta a mano, al computer in poco tempo, in quanto l’idea comunque è viva e chiara, servendomi della bozza solo come orientamento di spazi e collocazioni.

Come nasce l’idea per “Creativity”, l’opera vincitrice del contest #mettitinmostra?

Creativity - Federico Piccirillo

Creativity – Federico Piccirillo

Creativity nasce dalla parte infantile che è in me. Mi ricordo che da piccolo in casa facevo percorsi a catena con le cassette VHS, perché mi piaceva vedere quel domino come un esempio perfetto di causa ed effetto. Non so perché ma mi incantava fare percorsi di qualsiasi genere. Quindi ho paragonato questa sorta di catena alla nostra immaginazione e creatività, perché quando pensiamo siamo mossi da un primordiale impulso che genera una sorta di moto perpetuo che aziona altri impulsi e così via, e la cosa strabiliante che questo può non avere fine. Utilizzando uno stile che si avvicina molto al mio (anche se a tutti tengo a precisare che non ho un unico stile personale ma tendo a creare sempre qualcosa di diverso e dinamico) ho utilizzato vettori, immagini, foto scattate ai miei effetti personali, colori infantili ed un riprodotto effetto scenografico per creare una sorta di mensola sulla quale quasi prende vita una catena assurda, che è generata e che genera la parola “CREATIVITY” in una composizione piramidale a scendere. Personalmente mi piacciono molto quei lavori che trasmettono un messaggio chiaro e schietto ma allo stesso tempo anche quelli che hanno bisogno di tempo per decifrarli e comprenderli.

Se avessi la possibilità di conversare con un creativo, del passato o del presente, chi sarebbe e cosa gli diresti?

Una tra le tante persone che vorrei sicuramente incontrare è Stefan Sagmeister, ponendogli più o meno le stesse domande che state facendo a me. Forse un po’ più tecniche.

Obsessions di Stefan Sagmeister

Obsessions di Stefan Sagmeister

 

Quando hai capito che nella vita avresti fatto il designer?

Non credo ci sia stato un periodo preciso nella quale ho capito che avrei intrapreso questa professione. Fin da piccolo mi piaceva disegnare, inventare, costruire e sognare e questo mi ha portato a scegliere una scuola artistica che mi ha catalizzato questa passione.

Qual è lo stato del graphic design in Italia, è vero che all’estero lo fanno meglio?

Ebbene si… Il bello è che di talenti italiani ce ne sono davvero tanti, basta andare su internet, sui vari social o girare per le città e vedere tante persone che hanno una passione e un talento straordinario. Il problema è di fondo: purtroppo molte aziende, privati e vari committenti non sono aggiornati sulle nuove tendenze, anche internazionali, e penso che i motivi siano innanzitutto perché l’Italia ha sempre avuto una cultura tradizionalista, la quale ha sempre visto gli altri paesi svilupparsi a livello industriale rimanendo indietro. Lo sviluppo significa più commercio e dove c’è commercio serve pubblicità e di conseguenza strategie di marketing. Questo ha permesso di identificare sempre di più la figura del graphic designer. Questa stagnazione presente in Italia sta continuando anche a causa della crisi che sta soffocando sempre di più le relazioni con gli investitori esteri non dando la possibilità a molti imprenditori e privati italiani di mettere la testa fuori e lasciarsi ispirare dai giovani, cercando di capire che oggi giorno è semplicemente ORRIBILE usare un “Comic Sans”, per intendersi.

E a proposito di estero, hai un biglietto aereo di sola andata…dove andresti?

L’anno scorso sono stato 15 giorni a Londra e me ne sono totalmente innamorato. Più di Berlino. Anche dal punto di vista della grafica e dei vari eventi artistici penso sia il top nel mondo.

London by Picci

London by Picci

 Il film, il quadro, la canzone che ti definiscono più di ogni altra cosa

 “Scale infinite” di Escher -“La mia parte intollerante” di Caparezza – “A Bug’s life” di John Lasseter

 Facciamo che apriamo un cassetto e tra bollette da pagare, chiavi e post it ci imbattiamo nel tuo sogno, che forma ha?

Il mio sogno è di poter trasmettere a più persone possibile quello che faccio attraverso la passione che ci metto. Penso sia bellissimo condividere le nostre energie e passioni reciprocamente e per mia fortuna sono in una generazione che ha tutto questo a portata di click. Poi chissà se il mondo professionale fatto da studi e personalità creative mi possa riservare un posticino…

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