Sarah Bernhardt E la donna crea la star

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 15 Aprile 2023

Tempo stimato per la lettura: 3,3 minuti

Figura emblematica a cavallo tra Ottocento e Novecento, la “Divina” Sarah Bernhardt (1844-1923), attrice quanto artista, è la protagonista della mostra Sarah Bernhardt Et la femme créa la star (E la donna crea la star) al Petit Palais. La scelta del luogo non è casuale, dato che il museo ospita uno dei suoi ritratti più belli dipinti dal suo amico e amante Georges Clairin e diverse sculture che ha realizzato lei stessa.

Il percorso della mostra ripercorre attraverso più di 400 opere la vita e la carriera di questo “mostro sacro”, come la definì Jean Cocteau, e presenta anche aspetti meno noti della sua vita pubblica e privata, come la sua attività di pittrice, scrittrice e soprattutto scultrice

Tutti pazzi per Sarah

La mostra evoca i ruoli più grandi da lei interpretati grazie alla presentazione dei suoi costumi di scena, fotografie, dipinti, manifesti… La sua “voce d’oro” e la sua silhouette slanciata, atipica all’epoca, affascinano il pubblico tanto quanto il mondo artistico e letterario che gli dedica un vero e proprio culto.

È amica di artisti – che la considerano una di loro – come Gustave Doré, Georges Clairin, Louise Abbéma, Alphonse Mucha ma anche scrittori come Victor Hugo, Edmond Rostand, Victorien Sardou o Sacha Guitry e musicisti come Reynaldo Hahn.

Théophile Thomas, il cappotto di scena di Sarah Bernhardt per Teodora, 1884 © Cristina Biordi

Scultrice apprezzata

Artista lei stessa, un’intera sezione della mostra è dedicata a questo aspetto meno conosciuto della sua vita. Fotografie, dipinti la mostrano “all’opera” e molte sculture testimonieranno il suo talento. A partire dagli anni ’70 dell’Ottocento inizia a seguire i corsi di Jules Franceschi, e della prestigiosa Accademia Julien.

Nel 1876, l’artista lavora su un grande gruppo scolpito in gesso a grandezza naturale: una donna anziana che piange il figlio morto, ispirato a La Pietà di Michelangelo. Presentata al Salon, l’opera intitolata Dopo la tempesta le valse una menzione d’onore della giuria, oltre all’ammirazione di pubblico e critica. L’artista espone in gallerie a Londra, Vienna e New York, dove si fa fotografare con le sue opere per scopi pubblicitari.

Dagli interni gotici alla natura selvaggia

Sarah Bernhardt può essere considerata una vera e propria star ante litteram, sempre alla ricerca di novità, utilizzando la propria immagine per la propria pubblicità. Di carattere indomito, un capitolo della mostra è riservato alle sue tournée in giro per il mondo.

Molteplici oggetti che le sono appartenuti illustrano la “Sarah intima”, i suoi interni, il suo guardaroba, sottolineando il suo gusto per le eccentricità, le stranezze e il gusto gotico. Alla fine del percorso, alcuni film girati a Belle-Île-en-Mer in Bretagna, dove aveva trasformato in residenza un vecchio forte militare, la mostrano in vacanza con amici e famiglia, o intentata a scolpire nel suo atelier.

Sarah Bernhardt nel suo atelier – estratto di un video © Cristina Biordi

Protagonista della sua epoca

Una donna impegnata, instancabile, vorticosa e infinitamente contemporanea, come ribadisce questa mostra. Sarah Bernhardt è stata una cittadina impegnata nelle lotte del suo tempo. Nel 1870, durante la guerra franco-prussiana organizzò un’pronto soccorso al teatro Odéon. Al momento dell’affare Dreyfus, si schierò con Emile Zola quando pubblicò “J’accuse”.

Durante Prima guerra mondiale, amputata la gamba destra dal 1915, si esibisce al fronte e sostenere il morale dei soldati. Nel 1916, in tournée negli Stati Uniti cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sul destino dell’Europa. Un grande amore ricambiato per la Francia e i francesi, come dimostrano le immagini dei cinegiornali girati dell’epoca del funerale, al quale partecipò una folla immensa di ammiratori e di personaggi pubblici.

 

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Published On: 15 Aprile 2023

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 10 minuti

Figura emblematica a cavallo tra Ottocento e Novecento, la “Divina” Sarah Bernhardt (1844-1923), attrice quanto artista, è la protagonista della mostra Sarah Bernhardt Et la femme créa la star (E la donna crea la star) al Petit Palais. La scelta del luogo non è casuale, dato che il museo ospita uno dei suoi ritratti più belli dipinti dal suo amico e amante Georges Clairin e diverse sculture che ha realizzato lei stessa.

Il percorso della mostra ripercorre attraverso più di 400 opere la vita e la carriera di questo “mostro sacro”, come la definì Jean Cocteau, e presenta anche aspetti meno noti della sua vita pubblica e privata, come la sua attività di pittrice, scrittrice e soprattutto scultrice

Tutti pazzi per Sarah

La mostra evoca i ruoli più grandi da lei interpretati grazie alla presentazione dei suoi costumi di scena, fotografie, dipinti, manifesti… La sua “voce d’oro” e la sua silhouette slanciata, atipica all’epoca, affascinano il pubblico tanto quanto il mondo artistico e letterario che gli dedica un vero e proprio culto.

È amica di artisti – che la considerano una di loro – come Gustave Doré, Georges Clairin, Louise Abbéma, Alphonse Mucha ma anche scrittori come Victor Hugo, Edmond Rostand, Victorien Sardou o Sacha Guitry e musicisti come Reynaldo Hahn.

Théophile Thomas, il cappotto di scena di Sarah Bernhardt per Teodora, 1884 © Cristina Biordi

Scultrice apprezzata

Artista lei stessa, un’intera sezione della mostra è dedicata a questo aspetto meno conosciuto della sua vita. Fotografie, dipinti la mostrano “all’opera” e molte sculture testimonieranno il suo talento. A partire dagli anni ’70 dell’Ottocento inizia a seguire i corsi di Jules Franceschi, e della prestigiosa Accademia Julien.

Nel 1876, l’artista lavora su un grande gruppo scolpito in gesso a grandezza naturale: una donna anziana che piange il figlio morto, ispirato a La Pietà di Michelangelo. Presentata al Salon, l’opera intitolata Dopo la tempesta le valse una menzione d’onore della giuria, oltre all’ammirazione di pubblico e critica. L’artista espone in gallerie a Londra, Vienna e New York, dove si fa fotografare con le sue opere per scopi pubblicitari.

Dagli interni gotici alla natura selvaggia

Sarah Bernhardt può essere considerata una vera e propria star ante litteram, sempre alla ricerca di novità, utilizzando la propria immagine per la propria pubblicità. Di carattere indomito, un capitolo della mostra è riservato alle sue tournée in giro per il mondo.

Molteplici oggetti che le sono appartenuti illustrano la “Sarah intima”, i suoi interni, il suo guardaroba, sottolineando il suo gusto per le eccentricità, le stranezze e il gusto gotico. Alla fine del percorso, alcuni film girati a Belle-Île-en-Mer in Bretagna, dove aveva trasformato in residenza un vecchio forte militare, la mostrano in vacanza con amici e famiglia, o intentata a scolpire nel suo atelier.

Sarah Bernhardt nel suo atelier – estratto di un video © Cristina Biordi

Protagonista della sua epoca

Una donna impegnata, instancabile, vorticosa e infinitamente contemporanea, come ribadisce questa mostra. Sarah Bernhardt è stata una cittadina impegnata nelle lotte del suo tempo. Nel 1870, durante la guerra franco-prussiana organizzò un’pronto soccorso al teatro Odéon. Al momento dell’affare Dreyfus, si schierò con Emile Zola quando pubblicò “J’accuse”.

Durante Prima guerra mondiale, amputata la gamba destra dal 1915, si esibisce al fronte e sostenere il morale dei soldati. Nel 1916, in tournée negli Stati Uniti cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sul destino dell’Europa. Un grande amore ricambiato per la Francia e i francesi, come dimostrano le immagini dei cinegiornali girati dell’epoca del funerale, al quale partecipò una folla immensa di ammiratori e di personaggi pubblici.

 

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