Alessia Natillo: “Scrivere mi ha aiutata a cambiare le prospettive”

About the Author: Alessia

Published On: 26 Ottobre 2018

Tempo stimato per la lettura: 3,9 minuti

Alessia Natillo, vincitrice nella sezione “Letteratura” della Biennale MArtelive – che descrive come una “esperienza positivissima perché motivante, un vivaio di realtà artistiche che comunicano  attraverso la loro espressione trasferendo professionalità e linguaggi. MArteLive ha un valore estetico che non può essere riprodotto” – risponde alle domande di  ViviCreativo.

Quando hai cominciato la tua carriera artistica? Qual è stata “l’urgenza” che ti ha mosso?
Nasco come musicista, iniziando a suonare a 5 anni. Diplomata nel 1998 in pianoforte al Conservatorio di Modena, dove ho successivamente frequentato un master in Composizione Didattica, mi sono formata con maestri di fama internazionale frequentando poi Musicoterapia presso la Pro Civitate di Assisi e specializzandomi in questa disciplina. Ho associato parallelamente alla musica la scrittura attraverso una composizione lirica poco convenzionale ed un ritmo salmodiante e facendo emergere, nelle pagine, quella razionalità talvolta sospesa come strumento di interpretazione insostituibile. La prosodia musicale ha influito prepotentemente sul cadenzare dei mie plettri. C’è chi soppesa metrica e rime con rigore matematico e chi si lascia travolgere dalle onde della creatività. Credo che si possano conservare solide basi nella tradizione del Novecento segnati da una lirica di impostazione romantica. Il mio confine non vuole essere né riformista né rivoluzionario ma responsabile di una ermetica varietà poetica e di ricerca stilistica. La mia è una diversa reazione psicologica al progressivo esaurimento della tradizione.

Cosa significa per te la parola “creatività”?
La voglia di fare poesia è una conseguenza del mio modo di vivere e di cogliere le verità nascoste. Raccolgo e custodisco una vasta gamma di immagini e argomenti diversi fra di loro, ma anche contemporaneamente riuniti, collegati e talvolta agonizzati da un tipo di gioia artificiale che irrompe anche laddove non sorge il sole dove il transito è movimento, divenire, talvolta persino epico. Un passaggio di vita tra luce e buio sfumando in contesti di disperazione e speranza. Le mie liriche insistono su una ricerca interiore finalizzata a ritrovare quell’equilibrio rotto da nostalgiche memorie. Poesie universali per scoprire un Ego determinato e istintivo dove l’amore e la morte sono i miei pezzi di un puzzle che si chiama vita.

Attraverso i tuoi lavori, quale messaggio vorresti arrivasse?
Descrivo il genere umano partendo da un lavoro di scoperta e consapevolezza dell’io virando con incoscienza verso la più difficile delle consegne: l’abilità esistenziale. Lo scrivere mi ha aiutata ad improvvisare, ad analizzare e a cambiare le prospettive.
Nella mia vita la poesia si è imposta e mi ha aiutata a comunicare in maniera più autentica concedendomi un po’ più di spazio con i non detto e l’interpretazione. Da qui l’apprensione dell’usare i miei scritti come vettori di emozioni: se queste emozioni raggiungono i lettori il poeta ha raggiunto la sua meta.

 

Come è stata l’esperienza alla Biennale MArteLive?
Esperienza positivissima perché motivante. Un vivaio di realtà artistiche che comunicavano attraverso la loro espressione trasferendo professionalità e linguaggi. Tanti consensi ricevuti e molti sorrisi, fondamentali per la crescita di ognuno di noi. MArteLive ha un valore estetico che non può essere riprodotto.

Qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti…
Dopo l’inaspettato successo di Buk festival presenterò il mio secondo libro un po’ in tutta Italia avendo incuriosito situazioni e realtà artistiche. Il mio futuro vedrà anche il debutto dell’”Unicità del caos”, monologo teatrale scritto e diretto da me con in scena l’attrice Stefania Delia Carnevali. Descriverà la vita di Leonarda di Lilla Bio una donna di circa 40 anni che denuncerà quella che è divenuta la malattia del secolo ovvero l’internet dipendenza ed i princìpi di cui ella stessa è portavoce. L’ossessione clinica e i rischi smuoveranno in lei la necessità di allontanarsi da quel rifugio divenuto essenziale ma privo di autonomia. Oltre al teatro un romanzo dal titolo “Finalmente Lunedì” che ho iniziato a scrivere da poco e che descriverà la vita di mio padre morto di leucemia. Dal coraggio nel mettersi a disposizione di una terapia sperimentale sapendo che tutto era irreversibilmente reale e tristemente già chiaro fino al bacio dell’addio. In qualche modo dovrò esorcizzare altri miei progetti perché credo che lo scambio metta in discussione. Aggiungo anche che bisogna saper gestire con generosità e amore l’Ovvio anche se spesso un sorriso può aiutarci a superare tutto.

FB: Agatalandia Vie

Articoli recenti

condividi su

Marco Laudani di ODM - ocram dance movement: nasco creativo e divento coreografo
Gio Pistone, la street artist italiana famosa nel mondo con Uovo alla Pop
SEOCHECKER TOOL ANALISI SEO

Related Posts

Alessia Natillo: “Scrivere mi ha aiutata a cambiare le prospettive”

Published On: 26 Ottobre 2018

About the Author: Alessia

Tempo stimato per la lettura: 12 minuti

Alessia Natillo, vincitrice nella sezione “Letteratura” della Biennale MArtelive – che descrive come una “esperienza positivissima perché motivante, un vivaio di realtà artistiche che comunicano  attraverso la loro espressione trasferendo professionalità e linguaggi. MArteLive ha un valore estetico che non può essere riprodotto” – risponde alle domande di  ViviCreativo.

Quando hai cominciato la tua carriera artistica? Qual è stata “l’urgenza” che ti ha mosso?
Nasco come musicista, iniziando a suonare a 5 anni. Diplomata nel 1998 in pianoforte al Conservatorio di Modena, dove ho successivamente frequentato un master in Composizione Didattica, mi sono formata con maestri di fama internazionale frequentando poi Musicoterapia presso la Pro Civitate di Assisi e specializzandomi in questa disciplina. Ho associato parallelamente alla musica la scrittura attraverso una composizione lirica poco convenzionale ed un ritmo salmodiante e facendo emergere, nelle pagine, quella razionalità talvolta sospesa come strumento di interpretazione insostituibile. La prosodia musicale ha influito prepotentemente sul cadenzare dei mie plettri. C’è chi soppesa metrica e rime con rigore matematico e chi si lascia travolgere dalle onde della creatività. Credo che si possano conservare solide basi nella tradizione del Novecento segnati da una lirica di impostazione romantica. Il mio confine non vuole essere né riformista né rivoluzionario ma responsabile di una ermetica varietà poetica e di ricerca stilistica. La mia è una diversa reazione psicologica al progressivo esaurimento della tradizione.

Cosa significa per te la parola “creatività”?
La voglia di fare poesia è una conseguenza del mio modo di vivere e di cogliere le verità nascoste. Raccolgo e custodisco una vasta gamma di immagini e argomenti diversi fra di loro, ma anche contemporaneamente riuniti, collegati e talvolta agonizzati da un tipo di gioia artificiale che irrompe anche laddove non sorge il sole dove il transito è movimento, divenire, talvolta persino epico. Un passaggio di vita tra luce e buio sfumando in contesti di disperazione e speranza. Le mie liriche insistono su una ricerca interiore finalizzata a ritrovare quell’equilibrio rotto da nostalgiche memorie. Poesie universali per scoprire un Ego determinato e istintivo dove l’amore e la morte sono i miei pezzi di un puzzle che si chiama vita.

Attraverso i tuoi lavori, quale messaggio vorresti arrivasse?
Descrivo il genere umano partendo da un lavoro di scoperta e consapevolezza dell’io virando con incoscienza verso la più difficile delle consegne: l’abilità esistenziale. Lo scrivere mi ha aiutata ad improvvisare, ad analizzare e a cambiare le prospettive.
Nella mia vita la poesia si è imposta e mi ha aiutata a comunicare in maniera più autentica concedendomi un po’ più di spazio con i non detto e l’interpretazione. Da qui l’apprensione dell’usare i miei scritti come vettori di emozioni: se queste emozioni raggiungono i lettori il poeta ha raggiunto la sua meta.

 

Come è stata l’esperienza alla Biennale MArteLive?
Esperienza positivissima perché motivante. Un vivaio di realtà artistiche che comunicavano attraverso la loro espressione trasferendo professionalità e linguaggi. Tanti consensi ricevuti e molti sorrisi, fondamentali per la crescita di ognuno di noi. MArteLive ha un valore estetico che non può essere riprodotto.

Qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti…
Dopo l’inaspettato successo di Buk festival presenterò il mio secondo libro un po’ in tutta Italia avendo incuriosito situazioni e realtà artistiche. Il mio futuro vedrà anche il debutto dell’”Unicità del caos”, monologo teatrale scritto e diretto da me con in scena l’attrice Stefania Delia Carnevali. Descriverà la vita di Leonarda di Lilla Bio una donna di circa 40 anni che denuncerà quella che è divenuta la malattia del secolo ovvero l’internet dipendenza ed i princìpi di cui ella stessa è portavoce. L’ossessione clinica e i rischi smuoveranno in lei la necessità di allontanarsi da quel rifugio divenuto essenziale ma privo di autonomia. Oltre al teatro un romanzo dal titolo “Finalmente Lunedì” che ho iniziato a scrivere da poco e che descriverà la vita di mio padre morto di leucemia. Dal coraggio nel mettersi a disposizione di una terapia sperimentale sapendo che tutto era irreversibilmente reale e tristemente già chiaro fino al bacio dell’addio. In qualche modo dovrò esorcizzare altri miei progetti perché credo che lo scambio metta in discussione. Aggiungo anche che bisogna saper gestire con generosità e amore l’Ovvio anche se spesso un sorriso può aiutarci a superare tutto.

FB: Agatalandia Vie

SEOCHECKER TOOL ANALISI SEO