Francesco Persichella, alias Piskv, realizza il murales di Furio in omaggio a Carlo Verdone

About the Author: Alessia

Published On: 12 Aprile 2019

Tempo stimato per la lettura: 5,5 minuti

Ne hanno parlato il Corriere della Sera, la Repubblica, il Messaggero – per citarne alcuni. Perfino Carlo Verdone ha commentato in un post sulla sua pagina ufficiale: “Grazie per questo omaggio di Piskv in Largo Enrico Enriquez sulla Pineta Sacchetti a Roma. Furio forever!”.

Si tratta del secondo murales, dopo quello di Alberto Sordi/Il Marchese del Grillo realizzato dall’artista Piskv, giovane architetto, che, con il movimento indipendente Pinacci Nostri, oggi raffigura il mitico Furio, personaggio di Carlo, a Pineta Sacchetti.
Anche noi di ViviCreativo abbiamo intercettato Francesco e gli abbiamo rivolto qualche domanda…

Francesco ci racconti come è nata l’idea di rappresentare Carlo Verdone, e perché hai scelto proprio il personaggio di Furio?
Ho scelto Verdone perché è un grande del cinema romano; dopo aver raffigurato Alberto Sordi, dovevo affiancargli il personaggio più appropriato, sia perché ha raccolto la sua eredità nella comicità romana, sia perché sono un po’ il passato (Alberto Sordi) e il presente (Carlo). Sono due simboli, due icone legate a Roma e alla romanità. Furio è un personaggio molto amato, molto caratteristico. Inoltre hanno anche recitato insieme. Avendo realizzato il murales di Alberto Sordi nel 2016, avendo oggi la possibilità di rappresentarne un altro, ho scelto Carlo Verdone, che tra l’altro credo non abbia ricevuto altri omaggi nella capitale in forma di street art. Ho scelto Furio perché sono molto legato a quel personaggio, è un personaggio riconoscibile, nonostante risulti irritante e logorroico, ma proprio questo suo atteggiamento lo fa risultare simpatico. Poi, a pensarci bene, ci si può riconoscere, anche se il personaggio cinematografico è estremizzato.Tra l’altro, è una cosa che non si nota, ma entrambi nel murales, hanno la stessa postura: mentre Alberto Sordi alza con il braccio destro il bicchiere di vino, Furio alza, sempre con il braccio destro, il dito indice. Sono due facce delle stessa medaglia. Un carattere simpatico e gioviale quello del Marchese del Grillo, un carattere morboso e “giudicante”quello di Furio.

L’opera si collega, appunto come abbiamo detto, alla tua precedente di Alberto…anche qui ti chiedo, come mai avevi scelto il “Marchese del Grillo”?
La composizione data dalle due posture risulta intanto piacevole, si collegano a due personaggi molto “forti”. Per Alberto Sordi, ho fatto lo stesso ragionamento che ho fatto per Carlo. Il Marchese del Grillo è il personaggio probabilmente più riconoscibile e più amato.

Cos’è per te la “romanità”? Come si esprime?
È difficile per me rispondere, io non sono romano, sono pugliese di Canosa di Puglia e vivo a Roma da 7 anni. Mi sono laureato in Architettura qui e ci sono rimasto. Posso dirti che Roma è una città che amo particolarmente per la sua bellezza, che supera di gran lunga tutte le negatività. Dovremmo imparare ad apprezzare di più la sua bellezza, a Roma è nascosta dietro ogni angolo, partendo dalla bellezza architettonica e artistica; per questo me ne sono innamorato, per questo ho deciso di studiare e vivere qui. Ogni volta che mi capita di uscire per la città, mi affascina molto guardare, osservare, fotografare ogni angolo.

Quando hai deciso di diventare uno street artist? Che cosa significa per te fare street art?
In realtà non si decide di diventare street artist, la parola artista non mi piace perché è molto presuntuosa, preferisco che siano gli altri a definire cosa è arte, chi è artista. Non mi autodefinisco uno street artist, certo se dobbiamo catalogare quello che faccio, mi piace lavorare per strada perché mi piace relazionarmi con il contesto urbano, con la gente, regalare delle opere. Avendo studiato architettura, ho un occhio abbastanza critico per quel che riguarda l’interazione con il contesto urbano ed ambientale. La street art è lo strumento che più mi permette di realizzare questo desiderio di bellezza, nei confronti della città. Inoltre, questo vale per tutti gli artisti che lavorano per strada, più ci sia rapporta con il contesto, più si lavora su superfici grandi, più si cercano grandi dimensioni. Ora come ora, non mi accontento più di dipingere il quadro in studio o l’illustrazione, ma cerco sempre degli stimoli nuovi, delle superfici più grandi da dipingere. La street artist mi affascina, mi permette di interagire con il contesto architettonico urbano, ambientale e sociale. Mi piace pensare che un’opera su strada possa regalare bellezza alla gente, alla città. Anche a livello pedagogico. Un bambino, un ragazzo che si trova a crescere in un ambiente circondato dalla bellezza, (come semplicemente un murales) riceve degli stimoli positivi.

Che cos’è per te la creatività?
Per me è semplicemente poter raccontare, esternare una passione, quello che hai dentro, una propria ricerca personale, artistica. L’essere creativi è banalmente essere se stessi, sentirsi liberi di essere se stessi.

Ci racconti la tua esperienza in “Pinacci Nostri”, movimento con cui collabori per realizzare opere artistiche?
È iniziata nel 2016, mi hanno chiamato per realizzare un murales, e abbiamo deciso appunto per Alberto Sordi. Tra l’altro l’opera è rientrata nelle prime 5 dell’anno che raccontavano al meglio la romanità. Successivamente ho realizzato un murales dedicato a Bombolo, alias Franco Lechner che con Tomas Milian ha formato la mitica coppia nei film oggi diventati cult, attori romani radicati al quartiere.
Io stesso ho voluto completare l’opera di Sordi, mantenendo una omogeneità stilistica, non volevo che sembrasse che i due lavori fossero separati, anche nel tempo, ma volevo che dialogassero in un’opera unica, sebbene distinti da un punto di vista cromatico.

Cosa farai domani – progetti per il futuro…
In questo periodo sto investendo nella mia carriere artistica, spero di poter lavorare con l’arte, con la street art, ma vorrei anche riuscire ad integrare l’architettura. Dopo aver studiato tanti anni, mi sembra riduttivo abbandonare la mia formazione scientifica. In realtà il mio ideale sarebbe integrare la tecnicità dell’architettura con l’irrazionalità della creatività e dell’arte. In questo periodo sto realizzando un grande murales a casa di Massimiliano Rosolino, stiamo pubblicando alcuni scatti sui social e a breve sarà tutto visibile. Poi sto lavorando ad altri progetti potenziali in ambito artistico, che spero potranno realizzarsi a breve…

Facebook: Piskv
Instgram: Mr.Piskv

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Published On: 12 Aprile 2019

About the Author: Alessia

Tempo stimato per la lettura: 16 minuti

Ne hanno parlato il Corriere della Sera, la Repubblica, il Messaggero – per citarne alcuni. Perfino Carlo Verdone ha commentato in un post sulla sua pagina ufficiale: “Grazie per questo omaggio di Piskv in Largo Enrico Enriquez sulla Pineta Sacchetti a Roma. Furio forever!”.

Si tratta del secondo murales, dopo quello di Alberto Sordi/Il Marchese del Grillo realizzato dall’artista Piskv, giovane architetto, che, con il movimento indipendente Pinacci Nostri, oggi raffigura il mitico Furio, personaggio di Carlo, a Pineta Sacchetti.
Anche noi di ViviCreativo abbiamo intercettato Francesco e gli abbiamo rivolto qualche domanda…

Francesco ci racconti come è nata l’idea di rappresentare Carlo Verdone, e perché hai scelto proprio il personaggio di Furio?
Ho scelto Verdone perché è un grande del cinema romano; dopo aver raffigurato Alberto Sordi, dovevo affiancargli il personaggio più appropriato, sia perché ha raccolto la sua eredità nella comicità romana, sia perché sono un po’ il passato (Alberto Sordi) e il presente (Carlo). Sono due simboli, due icone legate a Roma e alla romanità. Furio è un personaggio molto amato, molto caratteristico. Inoltre hanno anche recitato insieme. Avendo realizzato il murales di Alberto Sordi nel 2016, avendo oggi la possibilità di rappresentarne un altro, ho scelto Carlo Verdone, che tra l’altro credo non abbia ricevuto altri omaggi nella capitale in forma di street art. Ho scelto Furio perché sono molto legato a quel personaggio, è un personaggio riconoscibile, nonostante risulti irritante e logorroico, ma proprio questo suo atteggiamento lo fa risultare simpatico. Poi, a pensarci bene, ci si può riconoscere, anche se il personaggio cinematografico è estremizzato.Tra l’altro, è una cosa che non si nota, ma entrambi nel murales, hanno la stessa postura: mentre Alberto Sordi alza con il braccio destro il bicchiere di vino, Furio alza, sempre con il braccio destro, il dito indice. Sono due facce delle stessa medaglia. Un carattere simpatico e gioviale quello del Marchese del Grillo, un carattere morboso e “giudicante”quello di Furio.

L’opera si collega, appunto come abbiamo detto, alla tua precedente di Alberto…anche qui ti chiedo, come mai avevi scelto il “Marchese del Grillo”?
La composizione data dalle due posture risulta intanto piacevole, si collegano a due personaggi molto “forti”. Per Alberto Sordi, ho fatto lo stesso ragionamento che ho fatto per Carlo. Il Marchese del Grillo è il personaggio probabilmente più riconoscibile e più amato.

Cos’è per te la “romanità”? Come si esprime?
È difficile per me rispondere, io non sono romano, sono pugliese di Canosa di Puglia e vivo a Roma da 7 anni. Mi sono laureato in Architettura qui e ci sono rimasto. Posso dirti che Roma è una città che amo particolarmente per la sua bellezza, che supera di gran lunga tutte le negatività. Dovremmo imparare ad apprezzare di più la sua bellezza, a Roma è nascosta dietro ogni angolo, partendo dalla bellezza architettonica e artistica; per questo me ne sono innamorato, per questo ho deciso di studiare e vivere qui. Ogni volta che mi capita di uscire per la città, mi affascina molto guardare, osservare, fotografare ogni angolo.

Quando hai deciso di diventare uno street artist? Che cosa significa per te fare street art?
In realtà non si decide di diventare street artist, la parola artista non mi piace perché è molto presuntuosa, preferisco che siano gli altri a definire cosa è arte, chi è artista. Non mi autodefinisco uno street artist, certo se dobbiamo catalogare quello che faccio, mi piace lavorare per strada perché mi piace relazionarmi con il contesto urbano, con la gente, regalare delle opere. Avendo studiato architettura, ho un occhio abbastanza critico per quel che riguarda l’interazione con il contesto urbano ed ambientale. La street art è lo strumento che più mi permette di realizzare questo desiderio di bellezza, nei confronti della città. Inoltre, questo vale per tutti gli artisti che lavorano per strada, più ci sia rapporta con il contesto, più si lavora su superfici grandi, più si cercano grandi dimensioni. Ora come ora, non mi accontento più di dipingere il quadro in studio o l’illustrazione, ma cerco sempre degli stimoli nuovi, delle superfici più grandi da dipingere. La street artist mi affascina, mi permette di interagire con il contesto architettonico urbano, ambientale e sociale. Mi piace pensare che un’opera su strada possa regalare bellezza alla gente, alla città. Anche a livello pedagogico. Un bambino, un ragazzo che si trova a crescere in un ambiente circondato dalla bellezza, (come semplicemente un murales) riceve degli stimoli positivi.

Che cos’è per te la creatività?
Per me è semplicemente poter raccontare, esternare una passione, quello che hai dentro, una propria ricerca personale, artistica. L’essere creativi è banalmente essere se stessi, sentirsi liberi di essere se stessi.

Ci racconti la tua esperienza in “Pinacci Nostri”, movimento con cui collabori per realizzare opere artistiche?
È iniziata nel 2016, mi hanno chiamato per realizzare un murales, e abbiamo deciso appunto per Alberto Sordi. Tra l’altro l’opera è rientrata nelle prime 5 dell’anno che raccontavano al meglio la romanità. Successivamente ho realizzato un murales dedicato a Bombolo, alias Franco Lechner che con Tomas Milian ha formato la mitica coppia nei film oggi diventati cult, attori romani radicati al quartiere.
Io stesso ho voluto completare l’opera di Sordi, mantenendo una omogeneità stilistica, non volevo che sembrasse che i due lavori fossero separati, anche nel tempo, ma volevo che dialogassero in un’opera unica, sebbene distinti da un punto di vista cromatico.

Cosa farai domani – progetti per il futuro…
In questo periodo sto investendo nella mia carriere artistica, spero di poter lavorare con l’arte, con la street art, ma vorrei anche riuscire ad integrare l’architettura. Dopo aver studiato tanti anni, mi sembra riduttivo abbandonare la mia formazione scientifica. In realtà il mio ideale sarebbe integrare la tecnicità dell’architettura con l’irrazionalità della creatività e dell’arte. In questo periodo sto realizzando un grande murales a casa di Massimiliano Rosolino, stiamo pubblicando alcuni scatti sui social e a breve sarà tutto visibile. Poi sto lavorando ad altri progetti potenziali in ambito artistico, che spero potranno realizzarsi a breve…

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