I Giganti sono all’onore al Festival des Nourritures élémentaires di Chinon
Tempo stimato per la lettura: 7,7 minuti
Da dove viene l’espressione “Un pasto pantagruelico” per dire “un pasto esageratamente abbondante”? Se è vero che oggi basta cercare su Internet, possiamo anticipare che deriva dal Pantagruele personaggio, che insieme a Gargatua, nasce dalla piuma di François Rabelais.
E per saperne di più bisogna andare nella città natale dello scrittore francese, Chinon, lungo la Loira, per scoprire tutte le sfaccettature che l’opera di quest’autore umanista. Per colmare questa lacuna, è nato appunto a Chinon il Festival des Nourritures élémentaires: Rabelais, vin et idées. Un modo per stabilire un dialogo tra le preoccupazioni degli umanisti rinascimentali e le sfide contemporanee.
Vino e filosofia
Giunta alla sua 9ª edizione, la manifestazione culturale si è tenuta quest’anno, dal 30 ottobre al 3 novembre, con un tema caro a François Rabelais: I Giganti. Perché Pantagruele, figlio di Gargantua, sono effettivamente due giganti, con un appetito smisurato, come le loro fattezze.
Un appuntamento per riscoprire questa figura tutelare della Touraine, attraverso conferenze, incontri, mostre e spettacoli, e quest’anno alcuni appuntamenti per i più giovani. Ogni anno scrittori, filosofi, ricercatori, artisti, performers e attori celebrano a Chinon l’umanesimo rabelaisiano abbordando un aspetto emblematico dell’opera di Rabelais e delle sue risonanze nel mondo contemporaneo. In programma quest’anno esposizioni, conferenze, incontri musicali, atelier di scrittura, proiezioni di film tra cui I viaggi di Gulliver di Max e Dave Fleischer e lo spettacolo teatrale L’ultimo Titano – conferenza stampa di Babbo Natale della compagnia Magma Performing Théâtre.
Un connubio ideale tra vino e filosofia
Il Festival les Nourritures Élémentaires nasce nel 2016 dalla semplice constatazione che molti affermano di avere lo spirito rabelaisiano, senza saperlo. Viene organizzato durante il primo fine settimana di novembre (che cade in Francia durante le vacanze di “tutti i Santi”) dall’associazione Chinon, dal Syndicat des Vins de Chinon e dalla Città di Chinon.
Ideatori di questo festival sono Mathilde Boulo-Dutour, professoressa di filosofia, e suo marito Jean-Martin Dutour, presidente del Syndicat des Vins de Chinon. Supportati da molti volontari, che con la loro passione permettono di garantire il successo della manifestazione.
François Rabelais: in breve
Rabelais, scrittore francese, umanista del sedicesimo secolo, come i pensatori del suo tempo, sognava un uomo che possa integrare la conoscenza enciclopedica, godersi la vita andando oltre i limiti della stupidità e dell’ignoranza.
Le sue opere incontrano un grande successo popolare, ma sono sistematicamente rifiutate dalla Chiesa e condannate dai teologi della Sorbona che le censurano. Scrisse in francese, quando la lingua letteraria era ancora il latino.
In vino veritas
Chinon è famosa anche per la sua fortezza e per i suoi vini. Se per Rabelais la conoscenza deve essere vicina all’ebbrezza: “bisogna inebriarsi della conoscenza”. La conoscenza deve fornire un piacere vero, intenso e gioioso. Per questo ogni appuntamento del festival è accompagno da una degustazione di vini dell’appellazione d’origine controllata, AOC Chinon.
La denominazione Chinon produce vini raffinati ed eleganti, a volte potenti. Chinon è una denominazione comunale, che è tra le più grandi di Francia con 2.400 ettari di produzione. Chinon e gran parte dei suoi vigneti sono classificati patrimonio mondiale dell’UNESCO in quanto paesaggio culturale eccezionale.
La casa Max Ernst vi apre le sue porte
Durante il festival, alcuni incontri si sono svolti presso La casa Max Ernst. È nel 1955 che gli artisti Max Ernst (1891-1976) e Dorothea Tanning (1910 –2012) si stabiliscono a Huismes. Figura di spicco dell’arte europea del XX° secolo, artista pionieristico e innovativo, per problemi di salute Ernst lascia nel 1969 la casa di Huismes, per raggiungere Dorothea, nel il Var, a Seillans.
La casa e il giardino sono tornati alla loro vocazione artistica da quando Dominique Marchès e la sua compagna Dominique Bailly, scultrice (1949-2017), li hanno acquistati nel 2006. Marchès, che ha fondato e diretto diversi centri d’arte contemporanea in Francia, oggi accoglie con passione e cortesia i visitatori, al “Pin Perdu” (pino perso), per accompagnarli nel passato e immaginare la vita dell’artista tedesco lavorare nei suoi tre atelier. Non è un museo, ma un luogo di vita artistica, il miglior modo di promuovere la memoria di Max Ernst e Dorothea Tanning.
Gargantua, il mito! al Museo Rabelais
Luogo rappresentativo del festival la Deviniere, dove viveva la balia dello scrittore, che ospita oggi museo Rabelais-La Devinière. Qui si tiene fino al 30 dicembre 2024, la mostra Gargantua, il mito!. Per l’occasione, la presentazione dell’esposizione è stata assicurata – il 2 novembre – da Alain Lecomte, direttore del museo, insieme alla coppia d’artista Mercurius – Soline Anthore e Nicolas Baptiste.
La mostra introduce il pubblico in un viaggio nella genealogia dei giganti di Rabelais. Un percorso che si articola all’interno e nei giardini, con la presentazione di grandi oggetti creati per l’occasione, come dell’enorme biancheria stesa al sole. Sono espositi pezzi archeologici del XVI° secolo (armi, armature, vasellame, ecc.), disegni, affiche e le meravigliose illustrazioni di Gustave Doré e di Yves Brayer.
Le musée du Véron: tra giganti e un mondo da vivere
Come Rabelais si poneva molte domande sull’uomo, anche l’esposizione al museo du Véron Faire Monde, che termina il 17 novembre 2024, s’interroga sul modo di vivere, di guardare e di abitare il mondo, di lavorare, di produrre…Le sale hanno dei colori diversi per dialogare con i temi sviluppati.
Nell’ambito del Festival, il 1° novembre, Angèle Richard de Latour, direttrice dei Musei di Chinon Vienne e della Loira, è stata la guida d’eccezione. Concepita come un percorso di vita, la mostra permanente Faire Monde mette in discussione il rapporto che ognuno ha con la natura e gli oggetti, nella quotidianità. Un viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso le collezioni museali della regione con opere d’arte, oggetti di uso domestico e documenti provenienti da collezioni pubbliche e private.
Le opere gigantesche di Sammy Engramer
Gli spazi espositivi della Collegiata di Saint-Mexme sono invasi, fino alla fine del festival, dalle sculture monumentali di Sammy Engramer. L’artista trasforma degli oggetti banali in opere d’arte dando loro una dimensione gigantesca. Assumono così una connotazione critica e tragicomica.
Dalla prigione individuale di Monumento per una dittatura per denunciare come il popolo viene asservito alla volontà di una sola persona, alle questioni ambientale e alla salvaguardia dell’acqua con Lo sciacquone, o Il martello delle streghe, ricordando l’Inquisizione e la caccia alle streghe per parlare dei femminicidi. Non poteva mancare Rabelais e qui il suo stomaco gigante.
Un banchetto “pantagruelico”
Per onorare Rabelais, non poteva mancare un banchetto “pantagruelico”. Organizzata dai viticoltori nelle “Caves painctes” (cantine dipinte), che hanno ispirato Rabelais per creare il “tempio della bottiglia” si è tenuta una grande cena festiva.
Sabato 2 novembre sera, per la prima volta come “un carnevale”, gli ospiti in costume sono stati accolti da due giganti, e invitati nella grande sala sotterranea, sui cui tavoli, per restare in tema, i vini sono stati serviti nella tipologia magnum. Punteggiata da momenti importanti – dalla nominazione degli ambasciatori del pernsiero rabelesiano alla gara di rotolamento di botti – la serata è un momento da non perdere durante il soggiorno a Chinon in questo periodo. Ne uscirete inebriati.
Dove mangiare e dormire
Durante la manifestazione, si possono degustare i vini in diverse enoteche. Ma se volete immergervi nel passato, ai tempi di Giovanna d’Arco che venne a Chinon per incontrare, nel 1429, il futuro Carlo VII, c’è il ristorante Isiris, la cui cucina s’inspira al Medioevo. Più contemporanea, per la merenda o qualsiasi altro momento, la torta del vignaiolo, la tarte vigneronne, dalla ricetta segreta della pasticceria Ayrole, il cui marchio è stato registrato nel 1994. Quindi diffidate dalle imitazioni! Da assaggiare anche le fouaces, piccoli panini brioche con noci, di cui Rabelais parla nel libro Gargantua.
Per trascorre il vostro soggiorno, l’Hôtel Diderot, il cui edificio risale al XV secolo e la sua storia è legata a quella della Collegiata di Saint-Mexme. A colazione si possono degustare delle eccellenti marmellate, dagli abbinamenti talvolta esotici ma molto equilibrati, confezionate sul posto e acquistabili come dolce souvenir.
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I Giganti sono all’onore al Festival des Nourritures élémentaires di Chinon
Tempo stimato per la lettura: 23 minuti
Da dove viene l’espressione “Un pasto pantagruelico” per dire “un pasto esageratamente abbondante”? Se è vero che oggi basta cercare su Internet, possiamo anticipare che deriva dal Pantagruele personaggio, che insieme a Gargatua, nasce dalla piuma di François Rabelais.
E per saperne di più bisogna andare nella città natale dello scrittore francese, Chinon, lungo la Loira, per scoprire tutte le sfaccettature che l’opera di quest’autore umanista. Per colmare questa lacuna, è nato appunto a Chinon il Festival des Nourritures élémentaires: Rabelais, vin et idées. Un modo per stabilire un dialogo tra le preoccupazioni degli umanisti rinascimentali e le sfide contemporanee.
Vino e filosofia
Giunta alla sua 9ª edizione, la manifestazione culturale si è tenuta quest’anno, dal 30 ottobre al 3 novembre, con un tema caro a François Rabelais: I Giganti. Perché Pantagruele, figlio di Gargantua, sono effettivamente due giganti, con un appetito smisurato, come le loro fattezze.
Un appuntamento per riscoprire questa figura tutelare della Touraine, attraverso conferenze, incontri, mostre e spettacoli, e quest’anno alcuni appuntamenti per i più giovani. Ogni anno scrittori, filosofi, ricercatori, artisti, performers e attori celebrano a Chinon l’umanesimo rabelaisiano abbordando un aspetto emblematico dell’opera di Rabelais e delle sue risonanze nel mondo contemporaneo. In programma quest’anno esposizioni, conferenze, incontri musicali, atelier di scrittura, proiezioni di film tra cui I viaggi di Gulliver di Max e Dave Fleischer e lo spettacolo teatrale L’ultimo Titano – conferenza stampa di Babbo Natale della compagnia Magma Performing Théâtre.
Un connubio ideale tra vino e filosofia
Il Festival les Nourritures Élémentaires nasce nel 2016 dalla semplice constatazione che molti affermano di avere lo spirito rabelaisiano, senza saperlo. Viene organizzato durante il primo fine settimana di novembre (che cade in Francia durante le vacanze di “tutti i Santi”) dall’associazione Chinon, dal Syndicat des Vins de Chinon e dalla Città di Chinon.
Ideatori di questo festival sono Mathilde Boulo-Dutour, professoressa di filosofia, e suo marito Jean-Martin Dutour, presidente del Syndicat des Vins de Chinon. Supportati da molti volontari, che con la loro passione permettono di garantire il successo della manifestazione.
François Rabelais: in breve
Rabelais, scrittore francese, umanista del sedicesimo secolo, come i pensatori del suo tempo, sognava un uomo che possa integrare la conoscenza enciclopedica, godersi la vita andando oltre i limiti della stupidità e dell’ignoranza.
Le sue opere incontrano un grande successo popolare, ma sono sistematicamente rifiutate dalla Chiesa e condannate dai teologi della Sorbona che le censurano. Scrisse in francese, quando la lingua letteraria era ancora il latino.
In vino veritas
Chinon è famosa anche per la sua fortezza e per i suoi vini. Se per Rabelais la conoscenza deve essere vicina all’ebbrezza: “bisogna inebriarsi della conoscenza”. La conoscenza deve fornire un piacere vero, intenso e gioioso. Per questo ogni appuntamento del festival è accompagno da una degustazione di vini dell’appellazione d’origine controllata, AOC Chinon.
La denominazione Chinon produce vini raffinati ed eleganti, a volte potenti. Chinon è una denominazione comunale, che è tra le più grandi di Francia con 2.400 ettari di produzione. Chinon e gran parte dei suoi vigneti sono classificati patrimonio mondiale dell’UNESCO in quanto paesaggio culturale eccezionale.
La casa Max Ernst vi apre le sue porte
Durante il festival, alcuni incontri si sono svolti presso La casa Max Ernst. È nel 1955 che gli artisti Max Ernst (1891-1976) e Dorothea Tanning (1910 –2012) si stabiliscono a Huismes. Figura di spicco dell’arte europea del XX° secolo, artista pionieristico e innovativo, per problemi di salute Ernst lascia nel 1969 la casa di Huismes, per raggiungere Dorothea, nel il Var, a Seillans.
La casa e il giardino sono tornati alla loro vocazione artistica da quando Dominique Marchès e la sua compagna Dominique Bailly, scultrice (1949-2017), li hanno acquistati nel 2006. Marchès, che ha fondato e diretto diversi centri d’arte contemporanea in Francia, oggi accoglie con passione e cortesia i visitatori, al “Pin Perdu” (pino perso), per accompagnarli nel passato e immaginare la vita dell’artista tedesco lavorare nei suoi tre atelier. Non è un museo, ma un luogo di vita artistica, il miglior modo di promuovere la memoria di Max Ernst e Dorothea Tanning.
Gargantua, il mito! al Museo Rabelais
Luogo rappresentativo del festival la Deviniere, dove viveva la balia dello scrittore, che ospita oggi museo Rabelais-La Devinière. Qui si tiene fino al 30 dicembre 2024, la mostra Gargantua, il mito!. Per l’occasione, la presentazione dell’esposizione è stata assicurata – il 2 novembre – da Alain Lecomte, direttore del museo, insieme alla coppia d’artista Mercurius – Soline Anthore e Nicolas Baptiste.
La mostra introduce il pubblico in un viaggio nella genealogia dei giganti di Rabelais. Un percorso che si articola all’interno e nei giardini, con la presentazione di grandi oggetti creati per l’occasione, come dell’enorme biancheria stesa al sole. Sono espositi pezzi archeologici del XVI° secolo (armi, armature, vasellame, ecc.), disegni, affiche e le meravigliose illustrazioni di Gustave Doré e di Yves Brayer.
Le musée du Véron: tra giganti e un mondo da vivere
Come Rabelais si poneva molte domande sull’uomo, anche l’esposizione al museo du Véron Faire Monde, che termina il 17 novembre 2024, s’interroga sul modo di vivere, di guardare e di abitare il mondo, di lavorare, di produrre…Le sale hanno dei colori diversi per dialogare con i temi sviluppati.
Nell’ambito del Festival, il 1° novembre, Angèle Richard de Latour, direttrice dei Musei di Chinon Vienne e della Loira, è stata la guida d’eccezione. Concepita come un percorso di vita, la mostra permanente Faire Monde mette in discussione il rapporto che ognuno ha con la natura e gli oggetti, nella quotidianità. Un viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso le collezioni museali della regione con opere d’arte, oggetti di uso domestico e documenti provenienti da collezioni pubbliche e private.
Le opere gigantesche di Sammy Engramer
Gli spazi espositivi della Collegiata di Saint-Mexme sono invasi, fino alla fine del festival, dalle sculture monumentali di Sammy Engramer. L’artista trasforma degli oggetti banali in opere d’arte dando loro una dimensione gigantesca. Assumono così una connotazione critica e tragicomica.
Dalla prigione individuale di Monumento per una dittatura per denunciare come il popolo viene asservito alla volontà di una sola persona, alle questioni ambientale e alla salvaguardia dell’acqua con Lo sciacquone, o Il martello delle streghe, ricordando l’Inquisizione e la caccia alle streghe per parlare dei femminicidi. Non poteva mancare Rabelais e qui il suo stomaco gigante.
Un banchetto “pantagruelico”
Per onorare Rabelais, non poteva mancare un banchetto “pantagruelico”. Organizzata dai viticoltori nelle “Caves painctes” (cantine dipinte), che hanno ispirato Rabelais per creare il “tempio della bottiglia” si è tenuta una grande cena festiva.
Sabato 2 novembre sera, per la prima volta come “un carnevale”, gli ospiti in costume sono stati accolti da due giganti, e invitati nella grande sala sotterranea, sui cui tavoli, per restare in tema, i vini sono stati serviti nella tipologia magnum. Punteggiata da momenti importanti – dalla nominazione degli ambasciatori del pernsiero rabelesiano alla gara di rotolamento di botti – la serata è un momento da non perdere durante il soggiorno a Chinon in questo periodo. Ne uscirete inebriati.
Dove mangiare e dormire
Durante la manifestazione, si possono degustare i vini in diverse enoteche. Ma se volete immergervi nel passato, ai tempi di Giovanna d’Arco che venne a Chinon per incontrare, nel 1429, il futuro Carlo VII, c’è il ristorante Isiris, la cui cucina s’inspira al Medioevo. Più contemporanea, per la merenda o qualsiasi altro momento, la torta del vignaiolo, la tarte vigneronne, dalla ricetta segreta della pasticceria Ayrole, il cui marchio è stato registrato nel 1994. Quindi diffidate dalle imitazioni! Da assaggiare anche le fouaces, piccoli panini brioche con noci, di cui Rabelais parla nel libro Gargantua.
Per trascorre il vostro soggiorno, l’Hôtel Diderot, il cui edificio risale al XV secolo e la sua storia è legata a quella della Collegiata di Saint-Mexme. A colazione si possono degustare delle eccellenti marmellate, dagli abbinamenti talvolta esotici ma molto equilibrati, confezionate sul posto e acquistabili come dolce souvenir.
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