Intervista a Timoty Aliprandi, Direttore della Fotografia

About the Author: Alessia

Published On: 15 Dicembre 2019

Tempo stimato per la lettura: 2,8 minuti

Intervista a Timoty Aliprandi, Direttore della Fotografia, di recente impegnato nella realizzazione della celebre serie 1994 di Sky. Tra poco lo vedremo impegnato per Sky Arte in un documentario sul Maestro Sandro Botticelli…

Ci racconti di cosa si occupa un Direttore della fotografia?
Il direttore della fotografia dà il look alla storia, crea l’atmosfera adeguata a quello che si vuole raccontare, crea la luce e le inquadrature giuste.
Ha molto compiti sul set e fuori dal set, si inizia con la preparazione, scegliendo insieme al regista lo stile che si vorrà dare al film (o allo spot ecc.), e si cerca di dare anche unitarietà nella forma insieme alla scenografia e ai costumi.

Quando è nata la tua passione per il Cinema?
La mia passione è nata fin da piccolo, frequentavo i set di mio padre e non volevo staccarmi da quel mondo.
Ho divorato migliaia di VHS e studiato su tutti i libri che trovavo in casa e fuori, fino a quando ho iniziato ad affacciarmi veramente in maniera professionale a questo mondo.

Quando hai deciso di farne un mestiere?
Sapevo fin da subito che avrei lavorato nel cinema, ho provato a lavorare in diversi reparti, fino a che non ho capito che quello che volevo veramente fare era stare vicino alla macchina da presa e capire come illuminare la scena in maniera narrativa.

Il momento più difficile nel tuo lavoro e quello invece più entusiasmante.
Di momenti difficili ce ne sono moltissimi, è un lavoro da freelancer, pieno di dubbi, attese e rinunce. Ma quando riesci a fare il lavoro giusto o ti chiamano per un progetto a cui tieni, tutte le difficoltà dell’attesa scompaiono. Ovviamente ne arrivano altre, ma gli ostacoli fanno parte del gioco.

Una tra le ultime esperienze lavorative che ti ha coinvolto di più.
Ultimamente ho girato la serie di Sky 1994. Avevo visto le altre due stagioni e pensavo che mi sarebbe piaciuto moltissimo farne parte. È stata una lavorazione lunga e faticosa, ma mi sta dando tantissime soddisfazioni.

I tuoi Maestri, i tuoi punti di riferimento nel Cinema, nella Cultura, nell’Arte…
Ovviamente sono onnivoro di immagini, molto colleghi illustri, registi, pittori o fotografi mi hanno influenzato.
Per citarne giusto qualcuno potrei dire Gregory Crewdson (fotografo), Robert Ritcharson (direttore della fotografia), Elio Petri (regista), Caravaggio (direi che sappiamo chi sia).

Sei docente, quindi ti dedichi all’insegnamento e alla formazione. Cosa ti interessa e ti piace di più di questa esperienza?
Insegnare è una disciplina importante sia per gli alunni che per l’insegnante, ho capito che insegnando potevo indagare ancora più a fondo su concetti e dettagli del mio lavoro che davo per scontati. Si riescono a capire molte sfaccettature, e spesso gli alunni sono preparati e riescono a ridarti tanto indietro.

Cosa ti piace vedere in un emergente?
Apprezzo la voglia di mangiarsi il mondo, la continua ricerca e il bisogno di non essere legati al passato, cercando sempre di trovare qualcosa di nuovo

Progetti per il futuro…
Sto preparando un documentario per Sky Arte su Botticelli, e intanto continuo a lavorare in pubblicità.

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Published On: 15 Dicembre 2019

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Tempo stimato per la lettura: 8 minuti

Intervista a Timoty Aliprandi, Direttore della Fotografia, di recente impegnato nella realizzazione della celebre serie 1994 di Sky. Tra poco lo vedremo impegnato per Sky Arte in un documentario sul Maestro Sandro Botticelli…

Ci racconti di cosa si occupa un Direttore della fotografia?
Il direttore della fotografia dà il look alla storia, crea l’atmosfera adeguata a quello che si vuole raccontare, crea la luce e le inquadrature giuste.
Ha molto compiti sul set e fuori dal set, si inizia con la preparazione, scegliendo insieme al regista lo stile che si vorrà dare al film (o allo spot ecc.), e si cerca di dare anche unitarietà nella forma insieme alla scenografia e ai costumi.

Quando è nata la tua passione per il Cinema?
La mia passione è nata fin da piccolo, frequentavo i set di mio padre e non volevo staccarmi da quel mondo.
Ho divorato migliaia di VHS e studiato su tutti i libri che trovavo in casa e fuori, fino a quando ho iniziato ad affacciarmi veramente in maniera professionale a questo mondo.

Quando hai deciso di farne un mestiere?
Sapevo fin da subito che avrei lavorato nel cinema, ho provato a lavorare in diversi reparti, fino a che non ho capito che quello che volevo veramente fare era stare vicino alla macchina da presa e capire come illuminare la scena in maniera narrativa.

Il momento più difficile nel tuo lavoro e quello invece più entusiasmante.
Di momenti difficili ce ne sono moltissimi, è un lavoro da freelancer, pieno di dubbi, attese e rinunce. Ma quando riesci a fare il lavoro giusto o ti chiamano per un progetto a cui tieni, tutte le difficoltà dell’attesa scompaiono. Ovviamente ne arrivano altre, ma gli ostacoli fanno parte del gioco.

Una tra le ultime esperienze lavorative che ti ha coinvolto di più.
Ultimamente ho girato la serie di Sky 1994. Avevo visto le altre due stagioni e pensavo che mi sarebbe piaciuto moltissimo farne parte. È stata una lavorazione lunga e faticosa, ma mi sta dando tantissime soddisfazioni.

I tuoi Maestri, i tuoi punti di riferimento nel Cinema, nella Cultura, nell’Arte…
Ovviamente sono onnivoro di immagini, molto colleghi illustri, registi, pittori o fotografi mi hanno influenzato.
Per citarne giusto qualcuno potrei dire Gregory Crewdson (fotografo), Robert Ritcharson (direttore della fotografia), Elio Petri (regista), Caravaggio (direi che sappiamo chi sia).

Sei docente, quindi ti dedichi all’insegnamento e alla formazione. Cosa ti interessa e ti piace di più di questa esperienza?
Insegnare è una disciplina importante sia per gli alunni che per l’insegnante, ho capito che insegnando potevo indagare ancora più a fondo su concetti e dettagli del mio lavoro che davo per scontati. Si riescono a capire molte sfaccettature, e spesso gli alunni sono preparati e riescono a ridarti tanto indietro.

Cosa ti piace vedere in un emergente?
Apprezzo la voglia di mangiarsi il mondo, la continua ricerca e il bisogno di non essere legati al passato, cercando sempre di trovare qualcosa di nuovo

Progetti per il futuro…
Sto preparando un documentario per Sky Arte su Botticelli, e intanto continuo a lavorare in pubblicità.

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