La fotografa di moda Marta Petrucci si racconta

About the Author: Alessia

Published On: 11 Marzo 2016

Tempo stimato per la lettura: 3,3 minuti

Abbiamo intervistato Marta Petrucci, laureata in scenografia e fotografa di moda, appassionata di arte, cinema, letteratura. Qui si racconta e spiega che i suoi giorni più belli sono quelli in cui scatta, alle prese con troppi imprevisti.

Quando hai deciso di diventare fotografa e perché?
Ho sempre voluto fare la pittrice, da quando ero una bambina. La macchina fotografica è stata il mezzo con cui ho scoperto che si poteva dipingere con la luce e che forse era la maniera in cui io potevo far avverare il mio sogno di diventare un artista.
Ero al mio secondo anno di Accademia di Belle Arti quando ho seguito il mio primo corso di fotografia con il professor Andrea Attardi; da lì molte persone che avevo intorno mi hanno incoraggiato a seguire questo percorso, dato che da subito penso di aver dimostrato di essere abbastanza portata. Mi sono laureata in scenografia con una tesi tutta fatta sui vecchi metodi di stampa fotografica; ho lavorato con tantissimi fotografi tra Los Angeles, Londra e Roma. Fino a sviluppare un mio stile e una mia professionalità.

Ti occupi in modo particolare di fotografia di moda: cosa ti affascina di più di questo settore?
Del settore della moda mi attira il fatto che è un ambito che è sempre in movimento, che cerca la novità, che ti porta a trovare un modo per essere originale. Un ambito dove si può giocare abbastanza, se si conoscono le regole.

Perché hai scelto la moda per raccontarti?
Perché mi permette di sperimentare e di creare situazioni dove trovo la collaborazione di altre fantastiche persone che mi arricchiscono con nuove idee, che poi diventano i miei progetti personali.

Coco Chanel amava ripetere: “La moda non è qualcosa che esiste solo negli abiti. La moda è nel cielo, nella strada, la moda ha a che fare con le idee, è il nostro modo di vivere, è quello che sta accadendo ora”. Che ne pensi?
Totalmente d’accordo, la moda è una rappresentazione dell’attuale tendenza della società in cui viviamo. È espressione di quello che ci sta accadendo e della direzione in cui andiamo… è anche vero però che la moda muta e cambia veramente velocemente e solo lo stile che un fotografo deve acquisire è ciò che lo aiuta ad adattarsi e a rimanere attuale alle mode che si susseguono.

La tua giornata lavorativa perfetta?
La mia giornata lavorativa perfetta è quando tutto è organizzato nei tempi giusti. Il mio lavoro è sempre molto vario e si compone di una fase creativa, di una fase organizzativa come quella di trovare o di organizzare il team per la giornata di ‘shooting’, il giorno degli scatti, e poi la post produzione in cui passo ore al computer. Amo ognuna di queste ‘fasi’ ma forse i giorni in cui scatto sono quelli piu belli anche se sempre pieni di imprevisti.

Esistono degli scatti a cui sei più affezionata?
Non particolarmente. Sicuramente ce ne sono alcune che ritraggono persone a cui sono particolarmente legata ma non le foto in se per se.

Il tuo prossimo progetto?
Ho avviato una serie di progetti dei quali sono molto contenta: uno si chiama ‘Death Still Breakfast’, ispirato contemporaneamente alle nature morte e ad alcuni libri. Si tratta di scatti realizzati tutti dall’alto, come se fossero l’istantanea di un delitto appena accaduto al personaggio di ogni libro prescelto. Il primo scatto è già stato realizzato e si riferisce a ‘Game of Thrones’, di George R. R. Martin. Alcune altre immagini si ispireranno a ‘Alice nel Paese delle meraviglie’, ‘Riccioli d’Oro’ e ‘On the Road’, ma molte altre sono ancora da mettere a fuoco.

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La fotografa di moda Marta Petrucci si racconta

Published On: 11 Marzo 2016

About the Author: Alessia

Tempo stimato per la lettura: 10 minuti

Abbiamo intervistato Marta Petrucci, laureata in scenografia e fotografa di moda, appassionata di arte, cinema, letteratura. Qui si racconta e spiega che i suoi giorni più belli sono quelli in cui scatta, alle prese con troppi imprevisti.

Quando hai deciso di diventare fotografa e perché?
Ho sempre voluto fare la pittrice, da quando ero una bambina. La macchina fotografica è stata il mezzo con cui ho scoperto che si poteva dipingere con la luce e che forse era la maniera in cui io potevo far avverare il mio sogno di diventare un artista.
Ero al mio secondo anno di Accademia di Belle Arti quando ho seguito il mio primo corso di fotografia con il professor Andrea Attardi; da lì molte persone che avevo intorno mi hanno incoraggiato a seguire questo percorso, dato che da subito penso di aver dimostrato di essere abbastanza portata. Mi sono laureata in scenografia con una tesi tutta fatta sui vecchi metodi di stampa fotografica; ho lavorato con tantissimi fotografi tra Los Angeles, Londra e Roma. Fino a sviluppare un mio stile e una mia professionalità.

Ti occupi in modo particolare di fotografia di moda: cosa ti affascina di più di questo settore?
Del settore della moda mi attira il fatto che è un ambito che è sempre in movimento, che cerca la novità, che ti porta a trovare un modo per essere originale. Un ambito dove si può giocare abbastanza, se si conoscono le regole.

Perché hai scelto la moda per raccontarti?
Perché mi permette di sperimentare e di creare situazioni dove trovo la collaborazione di altre fantastiche persone che mi arricchiscono con nuove idee, che poi diventano i miei progetti personali.

Coco Chanel amava ripetere: “La moda non è qualcosa che esiste solo negli abiti. La moda è nel cielo, nella strada, la moda ha a che fare con le idee, è il nostro modo di vivere, è quello che sta accadendo ora”. Che ne pensi?
Totalmente d’accordo, la moda è una rappresentazione dell’attuale tendenza della società in cui viviamo. È espressione di quello che ci sta accadendo e della direzione in cui andiamo… è anche vero però che la moda muta e cambia veramente velocemente e solo lo stile che un fotografo deve acquisire è ciò che lo aiuta ad adattarsi e a rimanere attuale alle mode che si susseguono.

La tua giornata lavorativa perfetta?
La mia giornata lavorativa perfetta è quando tutto è organizzato nei tempi giusti. Il mio lavoro è sempre molto vario e si compone di una fase creativa, di una fase organizzativa come quella di trovare o di organizzare il team per la giornata di ‘shooting’, il giorno degli scatti, e poi la post produzione in cui passo ore al computer. Amo ognuna di queste ‘fasi’ ma forse i giorni in cui scatto sono quelli piu belli anche se sempre pieni di imprevisti.

Esistono degli scatti a cui sei più affezionata?
Non particolarmente. Sicuramente ce ne sono alcune che ritraggono persone a cui sono particolarmente legata ma non le foto in se per se.

Il tuo prossimo progetto?
Ho avviato una serie di progetti dei quali sono molto contenta: uno si chiama ‘Death Still Breakfast’, ispirato contemporaneamente alle nature morte e ad alcuni libri. Si tratta di scatti realizzati tutti dall’alto, come se fossero l’istantanea di un delitto appena accaduto al personaggio di ogni libro prescelto. Il primo scatto è già stato realizzato e si riferisce a ‘Game of Thrones’, di George R. R. Martin. Alcune altre immagini si ispireranno a ‘Alice nel Paese delle meraviglie’, ‘Riccioli d’Oro’ e ‘On the Road’, ma molte altre sono ancora da mettere a fuoco.

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