Giovanni Battista Origo, regista e sceneggiatore si racconta su ViviCreativo

About the Author: Alessia

Published On: 19 Maggio 2019

Tempo stimato per la lettura: 2,9 minuti

Continua il ciclo delle interviste ai primi finalisti della Biennale MArteLive, questa è la volta di Giovanni Battista Origo.

Giovanni Battista Origo nasce a Roma il 1 aprile 1988. Nel 2011 si laurea in Arti e scienze dello spettacolo all’Università “La Sapienza” di Roma. Nel 2012 scrive e dirige il cortometraggio “Troppo basso per la giostra”, mentre nel 2013 cura la regia del cortometraggio “Il mio nome è Nicolò” e cofonda la società di produzione “amaro”, di cui è direttore creativo. Nel 2016 firma la regia e la sceneggiatura di uno degli episodi del film corale “In bici senza sella”. Nel febbraio del 2016 dirige il cortometraggio “La notte del professore”, da lui cosceneggiato. Il cortometraggio ha avuto oltre 30 selezioni ufficiali e 12 premi conseguiti. Nel 2017 partecipa al documentario collettivo “Rispetto!”, coordinato dai maestri Citto Maselli e Giorgio Arlorio.

Raccontaci di te in almeno tre righe…quando hai cominciato la tua professione artistica? Perché?
È una passione che coltivo sin dalla tenera età e ho cominciato a metterla in pratica con i classici, talvolta orribili, video e corti amatoriali con gli amici. Nel 2013 abbiamo fondato la società “amaro produzioni” al fine di ritagliarci uno spazio produttivo indipendente all’interno di un mondo che ci sembrava ai limiti dell’imperscrutabile. Con il passare degli anni invece qualcosa siamo riusciti a intravedere in quel sistema e questo mi ha dato la possibilità di dare vita alle nostre opere a cui sono molto legato e che hanno riscosso anche un discreto successo nel processo distributivo.

Partiamo da cosa stai facendo ora. Di cosa ti stai occupando? Cosa hai in programma?
Per quest’anno avremo due nuovi cortometraggi in distribuzione (Condominium e MariaA chent’annos) e un documentario (Under 18 – Storie di sogni periferici). Con Elettra Raffaela Melucci, mia compagna di scrittura, stiamo lavorando a un altro documentario e alla stesura del lungometraggio di esordio vero e proprio (in teoria il primo fu “Santo Graal” episodio d’apertura del film corale “In Bici Senza Sella”).

Qualcuno ha scritto: “Il talento non esiste. Esistono soltanto l’ispirazione e l’ambizione”. Sei d’accordo?
Robert De Niro diceva che “Il talento sta nelle scelte” e credo che nel nostro contemporaneo riuscire a mantenere una propria linea e una propria libertà professionale sia già una grande conquista. Con questo non mi sento di dire che il talento innato non esista, mi vien da pensare ai grandi geni del passato, grandi artisti come Mozart, Caravaggio, Michelangelo fino ai più prossimi Jimi Hendrix, Kubrick, Picasso passando anche dagli sportivi come Pelè o Maradona, che a parità di studio e preparazione avevano quella marcia in più che li ha resi degli autentici fuoriclasse. Quindi sono d’accordo in parte con l’affermazione di Zio Paperone, che da buon capitalista della prima ora, ha puntato tutto sul sogno americano dell’uomo “fatto da solo”, per quanto sia sempre stato dalla parte di Paperino.

La tua esperienza in MArteLive: come è stata? Quali sono le tue aspettative verso la Biennale?
Credo che si tratti di una delle realtà più interessanti e stimolanti all’interno del panorama romano e nazionale. Devo dire che sono davvero orgoglioso di avervi partecipato e di prendere parte alla finale di dicembre. Speriamo bene!

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Published On: 19 Maggio 2019

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Tempo stimato per la lettura: 9 minuti

Continua il ciclo delle interviste ai primi finalisti della Biennale MArteLive, questa è la volta di Giovanni Battista Origo.

Giovanni Battista Origo nasce a Roma il 1 aprile 1988. Nel 2011 si laurea in Arti e scienze dello spettacolo all’Università “La Sapienza” di Roma. Nel 2012 scrive e dirige il cortometraggio “Troppo basso per la giostra”, mentre nel 2013 cura la regia del cortometraggio “Il mio nome è Nicolò” e cofonda la società di produzione “amaro”, di cui è direttore creativo. Nel 2016 firma la regia e la sceneggiatura di uno degli episodi del film corale “In bici senza sella”. Nel febbraio del 2016 dirige il cortometraggio “La notte del professore”, da lui cosceneggiato. Il cortometraggio ha avuto oltre 30 selezioni ufficiali e 12 premi conseguiti. Nel 2017 partecipa al documentario collettivo “Rispetto!”, coordinato dai maestri Citto Maselli e Giorgio Arlorio.

Raccontaci di te in almeno tre righe…quando hai cominciato la tua professione artistica? Perché?
È una passione che coltivo sin dalla tenera età e ho cominciato a metterla in pratica con i classici, talvolta orribili, video e corti amatoriali con gli amici. Nel 2013 abbiamo fondato la società “amaro produzioni” al fine di ritagliarci uno spazio produttivo indipendente all’interno di un mondo che ci sembrava ai limiti dell’imperscrutabile. Con il passare degli anni invece qualcosa siamo riusciti a intravedere in quel sistema e questo mi ha dato la possibilità di dare vita alle nostre opere a cui sono molto legato e che hanno riscosso anche un discreto successo nel processo distributivo.

Partiamo da cosa stai facendo ora. Di cosa ti stai occupando? Cosa hai in programma?
Per quest’anno avremo due nuovi cortometraggi in distribuzione (Condominium e MariaA chent’annos) e un documentario (Under 18 – Storie di sogni periferici). Con Elettra Raffaela Melucci, mia compagna di scrittura, stiamo lavorando a un altro documentario e alla stesura del lungometraggio di esordio vero e proprio (in teoria il primo fu “Santo Graal” episodio d’apertura del film corale “In Bici Senza Sella”).

Qualcuno ha scritto: “Il talento non esiste. Esistono soltanto l’ispirazione e l’ambizione”. Sei d’accordo?
Robert De Niro diceva che “Il talento sta nelle scelte” e credo che nel nostro contemporaneo riuscire a mantenere una propria linea e una propria libertà professionale sia già una grande conquista. Con questo non mi sento di dire che il talento innato non esista, mi vien da pensare ai grandi geni del passato, grandi artisti come Mozart, Caravaggio, Michelangelo fino ai più prossimi Jimi Hendrix, Kubrick, Picasso passando anche dagli sportivi come Pelè o Maradona, che a parità di studio e preparazione avevano quella marcia in più che li ha resi degli autentici fuoriclasse. Quindi sono d’accordo in parte con l’affermazione di Zio Paperone, che da buon capitalista della prima ora, ha puntato tutto sul sogno americano dell’uomo “fatto da solo”, per quanto sia sempre stato dalla parte di Paperino.

La tua esperienza in MArteLive: come è stata? Quali sono le tue aspettative verso la Biennale?
Credo che si tratti di una delle realtà più interessanti e stimolanti all’interno del panorama romano e nazionale. Devo dire che sono davvero orgoglioso di avervi partecipato e di prendere parte alla finale di dicembre. Speriamo bene!

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